Di femminile singolare, di esplosioni reggae e di arte nelle carceri (9 marzo 2012)

Aficionadas y aficionados del nostro Zibaldone, questa volta abbiamo cominciato davvero con i motori a mille. Siamo partiti in quarta, anzi in quinta! E non abbiamo smesso di accelerare per tutte le due ore in cui vi abbiamo fatto compagnia qui dagli studi di Radio Contrabanda.

Sì, perché dopo la sigla composta appositamente per noi dal maestro Spiritini, vi abbiamo presentato un album che merita d’essere ascoltato. Lei si chiama Pilar ed il 18 ottobre scorso è uscito Sartoria Italiana Fuori Catalogo, un disco edito dall’etichetta indipendente UpArt Records e nato dall’incontro di Pilar con Bungaro. Undici tracce, di cui nove in italiano, una in francese ed una in spagnolo, ed una sola cover, Con Toda Palabra di Lhasa De Sela, artista statunitense-messicana scomparsa tragicamente pochi mesi fa. Noi ci siamo ascoltati il singolo che ha lanciato l’album, Cherchez la femme, e Per tutto l’inverno, un altro pezzo davvero meraviglioso, dove si può apprezzare la voce di questa giovane cantante, che è stata insignita negli ultimi anni di vari premi, tra cui il prestigioso Premio Tenco nel 2007. Sartoria Italiana Fuori Catalogo è il suo secondo album, dopo Femminile Singolare. Per saperne qualcosa di più, date un’occhiata qui.

Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di prendere fiato che ci siamo trovati nel nostro piccolo studio un’intera band! E che band! Vi diciamo solo che nei pochissimi metri quadri che abbiamo a disposizione proprio sopra la Plaça Reial siamo riusciti a far entrare una batteria, due chitarre elettriche, un basso e pure delle tastiere, che in inglese si chiamano keyboard. Insomma, mica una sciocchezza! E i musicisti che ci hanno deliziato orecchie e palato con questa incredibile Radio Live Session provengono da tutto il mondo, dall’Argentina, dall’Uruguay, dal Cile, dal Ghana e dall’Europa… Bando alle ciance, chi abbiamo avuto ospite questo venerdì è stato nientepopodimenoché Kwame, nome d’arte del musicista ghanese John Kwame Adzraku, attivo sulle scene di mezzo mondo da oltre un trentennio e stabilitosi nel 2003 qui a Barcellona. Kwame ci ha presentato i suoi ultimi due progetti. Il primo, appunto, in versione live: The Afro Reggae Explosion, un progetto già in produzione grazie a Francesco Perrella e alla Echorek Dub Factory. Il secondo ce lo ha invece presentato in formato cd, se così possiamo dire. Un cd appena uscito e che potrete godervi il prossimo primo aprile alla Sala Apolo di Barcellona.Kwame Afrovibes – Let’s Go, questo è il titolo dell’album, conta con la partecipazione di una dozzina di musicisti di mezzo mondo uniti dal grande amore per la musica africana. Una musica che è ricca e varia e che può contare, come ci ha dimostrato Kwame, con ritmi come il makosso e l’afro-beat, il reggae, l’high-life ed il rock. Che altro dirvi? Ascoltatevelo! E date anche un’occhiata qui.

Tra una canzone di Olden e una di Vittorio Cane e l’indimenticabile La Hoguera di Javier Krahe, ospite recentemente del Festival BarnaSants, ci ha chiamato il nostro giramondo, Carlo Taglia. Due settimane fa l’avevamo lasciato a Colombo, nello Sri Lanka, alla ricerca di una barca che lo portasse nel sud est asiatico. E oggi ce lo siamo ritrovato, stanco ma felice, nel nord della Thailandia, dopo un lungo viaggio tra Kuala Lumpur e Bangkok… Per seguire gli spostamenti e le avventure di questo Marco Polo del terzo millennio basta entrare nel suo blog,  cliccando qui. Per chiudere in bellezza questo viaggio in mondi lontani e sconosciuti vi abbiamo fatto scoprire un giovane e bravo cantante tedesco. Lui non vive né a Bangkok né a Kuala Lumpur, ma a Francoforte sul Meno. Si chiama Vanja Dingeldein. Nel 2008 è uscito il suo primo album, Sooner or Later. E noi ci siamo ascoltati un gran bel pezzo, Before They Start. Per conoscere meglio Vanja, cliccate qui.

Ed ecco sopraggiungere il momento tanto atteso della Trash Zone, questa volta dedicata a una scoppiettante band che dai palchi della musica leggera italiana ha saputo viaggiare sulle onde radio di mezzo mondo: stiamo parlando di un celebre trio, due uomini e una (alquanto inquietante) fanciulla sbarazzina, stiamo parlando degli autori di Sarà perché ti amo, motivetto implacabile che ha attraversato indenne gli anni ottanta per approdare chissà dove. Sono proprio loro, i Ricchi e Poveri, scoperti e lanciati dal genio artistico-estetico di Franco Califano. Dalla Genova dei cantautori, avevamo proprio bisogno di un gruppo che sapesse così bene conciliare la frivolezza della danza con l’impegno della canzone di protesta: artisti a tutto tondo, altroché! Ma forse il lieve sarcasmo della  nostra Trash Zone non è da tutti apprezzato, ci rendiamo conto che gli animi più sensibili possono restarne colpiti. Ci ha telefonato un nostro ascoltatore siciliano, forse turbato dalla nostra puntata in cui abbiamo rievocato le prodezze del mago Giucas Casella. Ci ha raccontato al telefono la sua storia e speriamo ci abbia perdonato…. In effetti, su certe cose sarebbe meglio non scherzare, ma che volete farci…

Con il ritmo caribeño de Las Ondas Marteles abbiamo iniziato una bella chiacchierata con Claudia Virginia Vitari, collaboratrice di Radio Nikosia, un altro programma di Radio Contrabanda, e artista di tutto riguardo. Da alcuni anni Claudia sta portando avanti delle ricerche sulle istituzioni totali, di cui già avevamo parlato a Zibaldone. La primavera scorsa, difatti, Claudia era venuta a parlarci del suo primo progetto, Percorso Galera, un lavoro di ricerca sulle carceri e sui detenuti. Questa volta abbiamo avuto il piacere di parlare con Claudia del suo ultimo progetto, Le Città Invisibili, che si è trasformato in una mostra personale inaugurata il 17 febbraio scorso al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e visitabile fino al 25 marzo. Le Città Invisibili, chiaro riferimento all’opera di Italo Calvino, si concentra sul rapporto tra società e malattia psichica. E proprio la collaborazione con Radio Nikosia è stata fondamentale per portare a termine questa ricerca. Una ricerca che fonde disegno, scultura ed installazione e che riesce ad unire dei materiali trasparenti, come il vetro e la resina, a delle tecniche grafiche come la serigrafia, il tutto inquadrato in strutture di ferro. Per saperne di più, vi consigliamo di entrare qui.

E concludiamo questa puntata così piena di musiche e nuovi progetti con il consueto  consiglio musicale della settimana: loro sono i Senza Fissa Dimoira, band indie rock del fertile sottobosco della produzione indipendente. Ci siamo ascoltati Desiderando Moira, dall’album d’esordio La tragedia del dolce, del 2010.

Buon ascolto e … a venerdì prossimo!

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