Tra Napoli, elezioni di presidenti della Repubblica e Flyzone (19 aprile 2013)

In un giorno come questo, con l’elezione del Presidente della Repubblica in diretta, non potevamo non iniziare la puntata del nostro Zibaldone con un pensierino a Montecitorio e al possibile nuovo inquilino del Quirinale. E abbiamo voluto aprire con un pezzo di Solo Jah Gunt, Mr Le Président. Non è Boris Vian, è tutt’altro. Ma merita comunque. E il messaggio è più che condivisibile.

Mentre 101 franchi tiratori del PD impallinavano Romano Prodi, noi si è continuato imperterriti dagli studi di Contrabanda con due proposte musicali davvero interessanti. Si tratta di due artisti che gli aficionados di Zibaldone conoscono bene; due italiani SamueleArbaresidenti da tempo qui in Catalogna. Il primo è Samuele Arba, che venne a trovarci a settembre dell’anno scorso che ha da poco concluso la registrazione del suo nuovo album, Por encima de las palabras, che sarà presentato in due concerti, lunedì 22 aprile a Cambrils e venerdì 26 aprile a Tarragona, sotto il titolo Yo soy yo, uno spettacolo che unisce il teatro alla musica, nel miglior stile di Giorgio Gaber. E per l’occasione ci sarà anche il cantautore catalano Joan Isaac. Per maggiori informazioni potete cliccare qui Dal suo nuovo album ci siamo sentiti in anteprima una canzone adatta a questi tempi di crisi e disoccupazione, Buscando trabajo.

Il secondo è un giovane artista napoletano, residente da tempo qui a Barcellona: Alessio Arena. Anche lui è passato dai microfoni di Zibaldone qualche tempo fa, proprio lo stesso giorno in cui venne a trovarci Joan Isaac. Storie che si incrociano, musiche che si AlessioArenauniscono, lingue che comunicano tra loro. E infatti, come Samuele Arba, anche Alessio Arena canta in italiano, in catalano, in castigliano. E nel suo napoletano. Sta per uscire il suo nuovo album, Bestiari(o) familiar(e), e noi vi abbiamo proposto in anteprima il primo singolo di questo intenso disco, Tutto quello che so dei satelliti di Urano. Una canzone, tra l’altro, che è tra le finaliste dell’edizione 2013 di Musicultura – Festival per la canzone popolare e d’autore. La potete votare da qui, mentre qui potete vedere il bel videoclip uscito da poche settimane.

La puntata di quest’oggi di Zibaldone è dedicata alla città di Napoli. E non solo per la colonna sonora che abbiamo scelto e che ci ha accompagnato in queste due ore di programma, dall’Edoardo Bennato di Ma che bella città ai Napoli Centrale di Mattanza, passando per il primo Pino Daniele e l’Enzo Avitabile più soul. Ma soprattutto per un’iniziativa di grande spessore fatta con il cuore da un gruppo di napoletani residenti qui nella ciudad condal: “Ricomincio da te. Da Barcellona per città della Scienza”. Abbiamo avuto in studio con noi due degli organizzatori, Marco Rossano e Matteo RicomincioDaTeManfredi. L’evento, che si è tenuto il giorno successivo alla nostra diretta radiofonica, sabato 20 aprile presso il centro civico Pou de la Figuera del Born di Barcellona, è stato benefico con l’obiettivo della raccolta di fondi da destinare alla ricostruzione di Città della Scienza di Napoli. Per tutto il pomeriggio si sono alternati attori, musicisti e artisti di varie nazionalità in un evento gioioso, all’insegna della musica, del teatro, della buona cucina e della solidarietà, accompagnata da qualche spunto di riflessione. Tra gli ospiti ci sono stati proprio Alessio Arena e altri amici di Zibaldone, come le Questioni Meridionali di Piero Pesce, il Laboratorium Teatro di Sergio Sivori, il Teatro Stabile di Barcellona di Marco Barlocci, i Fly Zone, Jordi Pélach e molti altri. Senza contare che il ruolo di Pippo Baudo della serata è stato ricoperto dal nostro incommensurabile Banzo, in una veste surreale, ma sempre molto professionale.

Si parla del Diavolo e… spunta la Repressione Today. Questa settimana il caro Banzo si concentra sulla Spagna e sul combattutissimo fronte della lotta contro gli sfratti: il parlamento spagnolo ha infatti approvato da pochissimo, con i voti del solo Partido Popular e senza nessun margine agli emendamenti dell’opposizione, una proposta di legge in materia totalmente contraria all’iniziativa legislativa popolare promossa dalla PAH Escrache Montoropiattaforma Afectados por la Hipoteca: manovra estremamente controversa perché il testo approvato è il risultato di una fusione proprio tra la già citata legge d’iniziativa popolare e la precedente proposta in solitaria dei popolari, prevedibilmente a scapito della prima. La piattaforma ha reagito chiedendo simbolicamente il ritiro della proposta di legge, mentre alti vertici del partito di governo, come la segretaria generale María Dolores de Cospedal, proseguivano imperterriti in una discutibile campagna di demonizzazione della piattaforma stessa. Abbiamo poi parlato della grande manifestazione dei minatori a Mieres (Asturie) e del prossimo assedio del parlamento, convocato non senza polemiche interne ai movimenti per il prossimo 25 aprile, e che ha già portato a una sospensione cautelare di gran parte delle attività parlamentari previste per quel giorno.

Per la seconda parte della puntata di questo venerdì siamo volati da Napoli a Roma per farvi conoscere i Flyzone, gruppo rock nato qualche anno fa nella realtà capitolina. A Barcellona per una mini tournée, i Flyzone si sono presentati in formato ridotto, con tre dei quattro membri della band –Danilo Garcia Di Meo (chitarra), Giovanni Iurisci (voce e chitarra) e Paolo Garofalo (basso)–, che ci hanno proposto alcuni dei loro pezzi in FlyZoneversione unplugged. Tutti i pezzi, tranne un inedito, sono contenuti nel loro primo disco, Hard Day’s Morning, uscito nel gennaio del 2012. Un album, come ci spiegano i Flyzone,  “urbano, che narra della vita di chi cresce in città e vuole diventare come l’idolo dei cartelloni e quindi dei suoi sogni infranti, delle felicità rotte all’improvviso e delle gabbie quotidiane, ma anche di quella luce, l’unica stella nel cielo notturno, guida ed obiettivo da non perdere mai di vista”. Per saperne di più dei Flyzone, cliccate qui.

I Flyzone ci hanno fatto compagnia durante tutta la trasmissione, cantandoci qualche altro pezzo unplugged e chiacchierando con noi tra uno sketch comico e l’intervento più o meno inaspettato di personaggi ormai conosciuti dai nostri aficionados, come la signora Gina –quest’oggi abbiamo scovato il cellulare del suo amato Dani e ci siamo ascoltati i messaggi registrati in segreteria– e quel fanfarone di Bruno, il comico serio tra fizzi, BrunoOrlandolazzi, gag e tristi racconti d’infanzia. Non poteva mancare poi la puntualissima Trash Zone della nostra Eva Vignini, sempre immancabile nello scovare per noi icone improponibili della cultura italica. Il personaggio di oggi si chiama Bruno Orlando ed è un salentino Doc, camicia bianca annodata sulla pancia e sguardo fiero verso il mare, che ha raccolto successi entusiasmanti con il tormentone Cozze e pirati, presentato in una delle tante fucine trash della televisione italiana. Genuino e grossolano, riassume per noi i piaceri della vita dell’uomo da spiaggia, canta la cozza nelle sue molteplici sfaccettature, muove le anche ritmicamente come vuole l’implacabile legge dei balli di gruppo. Speriamo che prima di sprofondare nell’oblio ci conceda qualche altra perla all’altezza del suo ruolo.

E oggi con el último trago musicale andiamo a ripescare uno di quei gruppi sorprendenti e indefinibili che a volte si affacciano a mo’ di sberleffo sul finale delle nostre puntate. Perché I Camillas non si prendono mai sul serio, raccontano d’esser nati nel 1964 e d’aver atteso che il rock’n’roll avesse bisogno di loro,  oscillano tra il zombie_camillasdemenziale e il naif con grande stile e chitarre distorte, giocano con le parole e con le pretese artistiche e san deridere tutto, con tanto di xilofoni e dolcezza. Dall’ultimo album Costa Brava, del 2012, c’ascoltiamo il pezzo Rovi, e ne approfittiamo per mettere sul piatto un esperimento: dall’amore tra i Camillas e gli X-Mary è nato un Ep, una fusione temporanea chiamata X-Marillas, di cui il nostro caro Banzo ci offrì una puntuale e appassionata recensione. Come non amarli d’altronde, se san cantare di Pattini e di «piccoli colpi di stato» con tale disinvoltura?

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