Di Bulat Okudžava e… di altri cantautori (1 marzo 2019)

Il menu di questo venerdì è stato il seguente:

– È uscito da poco il suo secondo disco, E ora che, in cui risuona sia il cantautorato dei tempi d’oro sia il rock italiano degli anni Ottanta. Lui si chiama Tomaso Chiarella, è genovese e ha molte cose da dire. Ve lo possiamo assicurare. Nel 2012 era uscito il suo primo album, Trasparente, da cui ci siamo ascoltato Uguale a tutti. Da E ora che, invece, vi abbiamo proposto Mascherata scientifica, E ora che, La città dei ragazzi lasciati e persi e Benedetti maledetti.

Bulat Okudžava è stato, insieme a Vladimir Vysockij, il più grande poeta e cantautore russo. Lo riscoprono in un doppio progetto pubblicato da Squilibri Editore, Giulia De Florio e Alessio Lega. La prima con un libro, Bulat Okudžava. Vita e destino di un poeta con la chitarra, a cui è accompagnato un CD che raccoglie alcune registrazioni clandestine di Bulat dei primi anni Sessanta e l’interno concerto che tenne nel 1985 al Premio Tenco. Il secondo con un CD-book, Nella corte dell’Arbat. Le canzoni di Bulat Okudžava, in cui canta in italiano venti canzone del maestro russo. Ce ne parlano proprio Alessio e Giulia mentre ci siamo ascoltati Il soldatino di carta, Il palloncino azzurro, Canzone degli scarponi militari e Per la strada di Smolènsk di Bulat Okudžava e, nella versione di Alessio Lega, Lënka Korolëv, Canzone dei ragazzi dell’Arbat, L’ultimo bus e Peccato però.

– Nuove uscite musicali: Centolanza e gli Splendidi – Il giorno, poi la notte (Squilibri, 2018) con Giornata infernale e Se io fossi milionario.

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