Di decadenza dannunziana, di fascismo e di cantautori trentini (2 dicembre 2011)

Questa volta siamo andati al nocciolo della questione, come scriveva Graham Greene anni or sono. Sarebbe a dire? Letteratura, politica e buona musica. Sì, perché abbiamo parlato di tutto questo in queste due ore insieme sulle frequenze di una delle radio libere più longeve di Barcellona. E abbiamo iniziato, tanto per non sbagliarci, con il maestro Bob Dylan e con uno dei suoi più bei pezzi You’re a Big Girl Now.

Con il post rock dei Karate abbiamo iniziato una bella chiacchierata con David Martín Copé fondatore e anima delle Ediciones Alfabia. Nata nel 2008, questa piccola casa editrice barcellonese sta portando avanti un progetto molto interessante, dove le traduzioni di classici quasi dimenticati si unisce alla proposta di nuovi autori e degli inediti, dei diari e delle lettere dei grandi nomi della letteratura contemporanea. Tra le tante proposte delle Ediciones Alfabia ci sono anche alcuni autori italiani tradotti in castigliano, come Anna Banti e Gabriele D’Annunzio. E, con l’accompagnamento musicale degli Einstürzende Neubauten, proprio del Poeta-Vate è venuto a parlarci David vista la recente pubblicazione in castigliano de Il Trionfo della Morte, impreziosita da un saggio di Henry James.

Pubblicato per la prima volta nel 1894, Il Trionfo della Morte è probabilmente il miglior esempio della letteratura decadente di stile d’annunziano: un romanzo psicologico che inizia con una citazione di Nietzsche e che intreccia indissolubilmente l’amore e la morte, in un modo forse ancora più superbo che ne Il Piacere. Ma non solo di D’Annunzio è venuto a parlarci David. Con lui abbiamo parlato anche del coraggio di chi nel terzo millennio e nel mezzo della crisi attuale ha voluto investire le proprie energie per creare una casa editrice diversa dalle altre, sfidando i colossi dell’editoria e gli e-book. E abbiamo parlato anche di quella vaca sagrada del rock’n’roll statunitense – Lou Reed – che si è addormentato l’anno scorso proprio qui a Barcellona durante la presentazione della meravigliosa edizione de El Cuervo dove spiccano i disegni di Lorenzo Mattotti. Per saperne di più sulle Ediciones Alfabia, schiacciate qui.

E con il trait d’union di uno scatenato one man band come l’australiano Bob Log III, di un allegro e country Ry Cooder prima epoca e di una sonorità davvero celestiale come quella degli Weather Report di Joe Zawinul siamo passati all’intervista che la settimana scorsa abbiamo «rubato» a Bebo Storti a Barcellona con lo spettacolo Mai Morti scritto e diretto da Renato Sarti. Uno spettacolo militante, potente e politico, sul fascismo passato e presente, sulla storia dell’Italia del Novecento, sulla memoria delle violenze italiane in Etiopia, sulla memoria partigiana, sui buchi neri della Prima Repubblica, sull’omicidio dell’anarchico Pinelli «volato» inspiegabilmente dalla questura di Milano in quel freddo inverno del dicembre 1969. Ma Bebo non ci ha parlato solo di questo spettacolo con cui ha girato tutta la penisola italiana nell’ultimo decennio. Ci ha detto forte e chiaro, senza mezzi termini, cosa pensa della società italiana, di Berlusconi e di Mario Monti. E ci ha parlato di un altro progetto che lo vede protagonista in queste settimane: un altro spettacolo militante, questa volta dedicato al Vaticano, con Pio XII e Padre Pio in scena…E dopo tanta letteratura e tanta politica non poteva non arrivare il momento della musica. E, in questo caso, della musica dal vivo. È venuto a trovarci Luca Porcelluzzi, giovane e bravo cantautore trentino che ci ha fatto sentire alcuni dei suoi ultimi pezzi. Una voce calda e potente allo stile di Vinicio Capossela, dei testi profondi e belli che ricordano le storie che il grande Faber ci ha insegnato ad ascoltare, la capacità di mettere in musica le poesie come cominciò a fare tra gli altri Paco Ibáñez, una chitarra che accompagna le parole nella miglior tradizione dei cantautori che da Brassens in avanti l’Europa ha prodotto. Tra il ritmo allegro de Il ballo dell’oca e la dolce malinconia di Piogge, Luca ci ha parlato della piccola realtà trentina, della voglia di mettere in piedi una band, delle difficoltà della vita quotidiana.

E tra tanti amici di Zibaldone, come l’ambasciatore sardo nel mondo Juan Vargas e la nostra cara Eva che ha annunciato una futura nuova rubrica di cui non ha voluto svelare nulla, vi abbiamo poi proposto il consiglio musicale della settimana. Sono romani, sono davvero bravi, sono al loro secondo album. Si chiamano Pane e il pezzo che vi abbiamo fatto sentire si intitola Orsa Maggiore, canzone tratta da una poesia del grande Vladimir Majakovskij.

E per chiudere questa volta una piccola sorpresa: la versione con la fisarmonica di Kill The Poor dei Dead Kennedys opera di un grande personaggio che passerà alla storia con il nome di Duckmandu. Buon ascolto!

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