Storie dall’alluvione (26 maggio 2023)

Nel corso di questo mese di maggio, la Romagna è stata vittima di violente alluvioni che hanno interessato con conseguenze drammatiche la maggior parte del suo

Sant’agata sul Santerno

territorio: un’emergenza che, mentre scriviamo, è tuttora in corso, e della quale è estremamente difficile calcolare le implicazioni future. Questa puntata del nostro Zibaldone è un sentito tentativo di raccontare almeno in parte cosa è successo e cosa sta succedendo da quelle parti.

Ne abbiamo parlato con Giovanni Costa, direttore generale del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, che con competenza e precisione ci ha aiutato a ricostruire gli eventi delle ultime settimane. Sono stati con noi anche Laura Orlandini, studiosa di storia contemporanea ed ex-collaboratrice del nostro programma, e Fausto De Salvia, che invece con Zibaldone collabora tuttora, ed è autore delle Ultimissime, una delle nostre rubriche più longeve: grazie alle loro testimonianze dirette abbiamo raccontato la situazione di Ravenna e Conselice, fra i comuni più colpiti dall’emergenza. Ci ha accompagnato anche Federico Savini, giornalista della testata Settesere, col quale abbiamo discusso, tra l’altro, del complesso rapporto tra realtà locali e mezzi d’informazione nazionali e delle incomprensioni che ne possono derivare.

Ad arricchire il tutto, anche una piccola selezione musicale composta quasi interamente da artisti romagnoli, sospesa fra tradizione, canzone d’autore e sperimentazione strumentale.

Per chi ne avesse la possibilità, è possibile effettuare donazioni su questo conto bancario aperto dalla regione Emilia-Romagna: IT69G0200802435000104428964 (specificate nella causale: “ALLUVIONE EMILIA-ROMAGNA”. Per maggiori informazioni: https://protezionecivile.regione.emilia-romagna.it/notizie/attualita/conto-corrente-alluvioni-maggio-2023

Questa la scaletta della puntata:

Fabrizio De André, Dolcenera (1997); Secondo Casadei, Romagna mia (1954); Extraliscio, Mama luntena (2016); Giacomo Toni, A nessuno (2017); Ronin, Ravenna (2014); Cacao, Contadini (2016); Orchestra Spettacolo Raoul Casadei, Polesine (1977); Quintorigo, La nonna di Frederick lo portava al mare (2000); Andrea Lepri, Al mi radis (2006); Sacri Cuori, Madalena (2015).

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La famosa invasione dei dementi in Italia, parte terza (19 maggio 2023)

Ed eccoci giunti alla fine del nostro percorso: si chiude con questa puntata il viaggio intrapreso a inizio mese nella storia della musica demenziale italiana, rock ma non solo, che dall’inizio degli anni sessanta ci aveva fin qui portato fino all’inizio dei novanta: è da quel periodo che riprendiamo oggi, sorpassando agevolmente la fine dello scorso millennio fino a spingerci ai giorni nostri, per scoprire come le varie sensibilità artistiche che si sono ispirate allo sfuggente concetto di “demenzialità” hanno via via interpretato un contesto storico in continuo mutamento. E se per la prima parte della scaletta ci riferiremo a canali per così dire “tradizionali”, con dischi più o meno autoprodotti e apparizioni televisive nel contesto di programmi comici, vedremo come negli anni più recenti, internet abbia garantito a molti nomi nuovi una spontaneità e una libertà espressiva che hanno rinverdito lo spirito del rock demenziale, anche quando le musiche proposte di rock non avevano ormai più nulla.

Anche oggi quindi, ascolteremo di tutto: twist, cantautorato sui generis, punk rock, hard rock, heavy metal, dance, pop, hip hop, e perfino trap, in un calderone che potrebbe stordirvi ma che speriamo possa anche estasiarvi, o almeno sorprendervi. Per noi è stato un piacere proporvelo.

Questa la scaletta della puntata:

Pino Campagna, Donatella Raffai twist (1992); Stefano Nosei, Scioglimi il calcare (1993); Gianni Drudi, Mai Dire TV (1993); Paolino Paperino Band, Extracomunitario (1993) e Ave (2017); Santarita Sakkascia, John Zorn alla fermata del 23 (1994); Latte & I Suoi Derivati, Alla fiera der Tufello (1994) e L’altra mattina alla fermata del tram, mi sono accorto… (1996); Leone Di Lernia, Pippo Baudo uè (1995); Titta, Pane e prosciutto (versione originale con le Fecce Tricolori, 1996, la versione qui proposta è del 2009); Gianfranco Marziano, Gentimmerda (1999); Corrado Guzzanti, Grande raccordo anulare (2001); Gem Boy, Holly & Benji (2002); Prophilax, Pornografia unica via (2003); Paola Cortellesi & Wooden Chicks feat. Frankie Hi-NRG MC, Non mi chiedermi (2004); X-Mary, Zucca (2006); Juda Stronzelover, Ragazzi, io sono una sedia (2011); Duo Bucolico, S’è sposata la mia zia (2011); Ruggero de I Timidi, Timidamente io (2013); OEL, Le focaccine dell’Esselunga (2017); Tunonna, Mia nonna (2017); Nanowar of Steel, Esce ma non mi rosica (2018); Auroro Borealo, Villano (2018) e Mattarella (2022); Immanuel Casto, D!ck pic (2022).

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La famosa invasione dei dementi in Italia, parte seconda (12 maggio 2023)

Dopo la tappa d’esordio della settimana scorsa, proseguiamo questo venerdì il nostro viaggio alla scoperta del rock demenziale italiano e della sua peculiare storia, con tutti gli annessi e connessi del caso: e lo facciamo attraverso i tre nomi che più di ogni altro vengono accostati al genere, e del quale hanno fornito tre interpretazioni tanto divergenti quanto imprescindibili nel mettere a fuoco il fenomeno: Squallor, Skiantos e Elio e le Storie Tese. I primi, a onor del vero, col rock’n’roll hanno sempre avuto poco a che fare, preferendo recitati surreali e dissacrante canzone napoletana, ed esordendo oltretutto anni prima che i secondi coniassero finalmente la definizione di rock demenziale; a Bologna “Freak” Antoni e soci, immersi nel nascente movimento punk, intuirono tutto il potenziale dadaista e liberatorio di quel nuovo e rudimentale linguaggio sonoro, e se ne fecero interpreti. Gli “Elii”, invece, tra la fine degli anni ottana e il decennio successivo, portarono il genere a un impronosticabile successo di massa, dando anche libero sfogo a un estro esecutivo diventato quasi proverbiale.

Ma non è tutto, perché la puntata offre anche reggae, new wave, incursioni cantautoriali, “quasi-rap” e tante parodie, ancora una volta con aperture alle lingue locali italiane, a chiara conferma del fatto che il concetto di demenziale era e resta aperto alle interpretazioni più libere, come è giusto che sia. Continuate a seguirci, perché quest’avventura si concluderà soltanto la settimana prossima!

Questa la scaletta della puntata:

Squallor, Ti ho conosciuto in un clubs (1973), L’alluvione (1977), Cornutone (1981) e USA for Italy (1985); Skiantos, Eptadone e Io sono un autonomo (1978), Kakkole (1979) e Italiano terrone che amo (1992); Naif Orchestra, Io vorrei essere la Torre di Pisa (1980); Shampoo, ‘E zizze (1980); Francesco Salvi, La cansone alegra (1986); Brigantony, Mi stuppai ‘na Fanta (1987); Tony Tammaro, Il parco dell’amore (1989); Francesco Baccini, W gli scout (1989); Elio e le Storie Tese, Born to be Abramo (1990), Il vitello dai piedi di balsa (1992), You (1993), Dannati forever (2013); Marco Carena, Arbre magique (1991); Pitura Freska, So mato per ea mona (1991); Claudio Bisio con Rocco Tanica, Rapput (senzafiato) (1991); Powerillusi, Il bambino povero (1992); Gene Gnocchi and the Getton Boys, Giura che non è silicone (1992).

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La famosa invasione dei dementi in Italia, parte prima (5 maggio 2023)

E questo titolo così strano? Cosa ci viene a significare? Aldilà della citazione, del tutto episodica, di Dino Buzzati, la spiegazione è molto semplice: affascinati dall’idea di raccontare una storia strana e sfuggente come quella del rock demenziale italiano, ci siamo fatti prendere la mano: nella scelta del titolo, appunto, e nella selezione dei brani, tanto che questa puntata sarà solo la prima di una serie di tre nel quale il rock demenziale propriamente detto verrà toccato solo tangenzialmente. Sarà comunque una storia avvincente, ve lo promettiamo.

Selezionando un punto di partenza tra i vari possibili (perché allargandoci un pochino avremmo potuto retrocedere fino a Petrolini e agli albori della discografia moderna), ci siamo soffermati sugli esordi del rock’n’roll nel nostro paese, all’inizio degli anni ’60, con la sua vena di follia rimasta ai margini delle grandi narrazioni mainstream, e ci siamo spinti fino al termine del decennio successivo in un percorso che include cabaret, teatro canzone e pure stornellacci da osteria. Dalla Lombardia, terra nativa di molti maestri dell’ironia in musica, ci siamo progressivamente allargati al resto del paese, dedicando attenzione anche ad alcune delle molteplici lingue locali parlate nel nostro paese. Ma come dicevamo all’inizio, il viaggio è appena cominciato: restate con noi!

Questa la scaletta della puntata:

I 2 Corsari , Zitto, prego! (1960); Ghigo Agosti, Tredici vermi con il filtro (1961); Clem Sacco, Oh mama, voglio l’uovo alla coque (1961) e Baciami la vena varicosa (1963); Riz Samaritano, Ma che calze vuoi da me e Cadavere spaziale (1963); Giorgio Gaber, Goganga (1963, qui presentata in una versione del 1968); Walter Valdi, La busa noeuva (1965); I 5 Monelli, Balbettando (1967); Enzo Jannacci, Ho visto un re (1968); Cochi e Renato, 7+ (1968) e Canzone intelligente (1973); Pippo Franco, Cesso (1971); Culattini Fiorello, I frocioni (1971); I Gatti di Vicolo Miracoli, Storia di un lavoratore che rimane vittima delle disgrazie più cattive (1972) e Capito? (1978); Le Figlie del Vento, I carciofi son maturi se li mangi poco duri (1973); Leone di Lernia, Commara Maria (1975); Lino Banfi, Sciamuninn rock (1975); Frizzi Comini Tonazzi, E duc’ mi clamin cont (1976, qui in una versione live del 2003); Gianfranco Manfredi, Quarto Oggiaro story (1976); Benito Urgu, Sexy Fonni (1977); Maria Sole, Sono seduta sul water closet (1977); Andrea Mingardi Supercircus, Pus (1978); Marinella, Autunno, cadono le Pagine Gialle (1979); Pandemonium, Tu fai schifo sempre (1979); Roberto Benigni, L’inno del corpo sciolto (1979); Sorella Maldestra, Cadavere (1979).

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Inverno liquido e storia contesa (28 aprile 2023)

Cambiamento climatico e guerre della memoria: di questo abbiamo parlato in questa puntata di Zibaldone. Il tutto, ovviamente, condito da molta musica, tra cui parecchie news che ci arrivano dall’Italia. Qui il menù della puntata:

–  L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha messo in luce l’estrema debolezza del modello economico legato al turismo dello sci da discesa sulle montagne. In un’epoca nella quale il cambiamento climatico ne accorcia le stagioni e ne aumenta i costi di gestione, in cui la crisi economica lo rende uno sport elitario e il cambiamento culturale vede prospettarsi una diversa domanda di svago anche nei centri vocati alla monocultura del turismo invernale, quali prospettive di riconversione possono essere messe in campo? Quali possono essere le risorse attivabili? E quali gli attori e le reti che possono entrare in gioco? In un lungo reportage dalle Alpi e dagli Appennini, Maurizio Dematteis e Michele Nardelli hanno incontrato imprenditori, operatori e testimoni del mondo dello sci che analizzano i fallimenti e spiegano i possibili percorsi di riconversione, fotografano. Ne parliamo con Michele Nardelli, coautore di Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa (DeriveApprodi, 2023).

– Torna il collegamento mensile con il nostro Berardo Staglianò (Sentieri Sonori, Radio Ara – Lussemburgo) che ci propone Punkreas (Dai dai dai) e Daniela Pes (Carme).

– News che ci arrivano dall’Italia e da altre latitudini: Vinicio Capossela (Staffette in bicicletta), Marnàin (Azul Fellawen), Gianni Sciannamè (Sunny Cloudy), Gerardo Balestrieri (L’ame du vin), Baustelle (Andiamo ai rave), Colombre (Allucinazioni (It’s A Wonderful Keyboards Endless)), Yusuf-Cat Stevens (Take the World Apart).

Le Ultimissime di Fausto

I libri dello Zibaldone: Luca Falsini, La storia contesa. L’uso politico del passato nell’Italia contemporanea, Roma, Donzelli, 2020.

De Italia a otra parte: Los Catinos con Se oculta el sol (Si é spento il sole, Adriano Celentano) ed Encuesta (Proposta, I Giganti).

Último trago: Bob Dylan Watching the River Flow.

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Da chi ci siamo liberati, da chi dobbiamo liberarci (21 aprile 2023)

Mancano pochi giorni all’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, un 25 aprile che vede, per la prima volta in Italia, un governo guidato da un partito che (volente o nolente) nel regime mussoliniano ha le origini della propria vicenda politica. Quale occasione migliore per una puntata monografica del nostro Zibaldone su cent’anni di fascismo nelle canzoni?

Un viaggio dalla violenza squadrista allo “sdoganamento” di epoca berlusconiana, attraverso imprese coloniali vere e presunte, razzismo e sconfitte militari, omofobia e stragismo… il tutto passando dal combat rock alle parodie e agli stornelli satirici, dalla musica da ballo all’elettronica, dal progressive al rap, con alcune delle migliori pagine del cantautorato italiano di ieri e di oggi.

Per non dimenticare (anche ridicolizzandolo, perché no?) da chi ci siamo liberati e ricordare, una volta di più, da chi dobbiamo liberarci…

Questa la scaletta della puntata:

Gang, Alle barricate (2015); Banco del Mutuo Soccorso, 10 Giugno 1924 (1976); Franco Battiato con Giuni Russo, Lettera al governatore della Libia (1989); The Tiger, The Gold in Africa (1936); Gorni Kramer e la sua Orchestra, Crapa Pelada (1936); Righeira, Luciano Serra pilota(1983), Cesare Basile, L’arvulu russu (2019); Corrado Guzzanti, Fascisti su Marte (2002); Enzo Jannacci, Il primo furto non si scorda mai(1964); Enrica Calvi, Rosastella dimmi sì (Rosabella del Molise) (1964); Stormy Six, La fabbrica (1975); Lo Stato Sociale, Festa d’aprile (2012); Fausto Amodei, Dongo (1964); Flavio Giurato, Storia di un’osteria (1978); Enzo Del Re, I manifesti (1973); Giardini di Mirò con Angela Baraldi, Bufera (2010); Predappio Disco Dux, Camillo (2006); Canzoniere delle Lame, All’armi… siam digiuni (La Ballata del Cantagallo)(1973); Fabrizio De Andrè, Le storie di ieri (1974); Offlaga Disco Pax, Sensibile (2008), Assalti Frontali, Fascisti in doppiopetto (1996); Giancane e Lucio Leoni, Adotta un fascista (2017), Francesco Bianconi, Romanzo di formazione (2021).

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La solitudine del postino (14 aprile 2023)

Può un postino sentirsi solo? No, non vi proponiamo una riflessione su come si sente chi svolge un lavoro che, purtroppo, con la digitalizzazione probabilmente passerà presto di moda. O forse sì. Lo facciamo però a modo nostro, attraverso la musica, a partire da alcuni dischi che sono usciti in queste settimane in Italia e in Spagna. Qui il menù della puntata del nostro Zibaldone:

– Dopo quasi otto anni, Jordi Pélach torna con un nuovo disco, Ningú estima al carter che presenta in anteprima a Zibaldone. Il cantautore catalano, nostro ospite in questa puntata, ci parla di un concept album realizzato con la collaborazione di un tris di italiani residenti a Barcellona: Flavio Ferri, Olden e Ulrich Sandner. Ritmi rock e country, a volte oscuri, per raccontare la storia di un postino che nessuno ama in un mondo difficile, molto simile a quello in cui viviamo. Vi abbiamo proposto il brano che dà il titolo al disco, Glòria a les pedres e Nono.

– News che ci arrivano dall’Italia e da altre latitudini: Dente (Discoteca Solitudine e Il mondo con gli occhi), Porfirio Rubirosa (Un accidioso e Un invidioso), Andreotti (Camden Town), The Kinks (Celluloid Heroes), Psychopathic Romantics (Suzanne), Steven Munar (Sailing Days) e Angus McOg (Parts).

Le Ultimissime di Fausto

I libri dello Zibaldone: Paolo Berizzi, L’educazione di un fascista, Milano, Feltrinelli, 2020. Il libro si presenterà venerdì 21 aprile alle 19h00 alla Libreria Italiana Le Nuvole (C/Sant Lluís, 11, Barcellona)

De Italia a otra parte: Los de la Torre con A palos…! (Pietre di Gianco-Pieretti) e Saber Perder (Bisogna saper perdere di Lucio Dalla & The Rokes)

Último trago: Emidio Clementi – Corrado NucciniSe ne sta immobile accanto alla valigia sfasciata.

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Così vicini, così lontani (24 marzo 2023)

Così vicini, così lontani nello spazio e nel tempo. Sì, perché questa puntata di Zibaldone viaggia alla ricerca delle comunità italiane in giro per il mondo e tra il presente e il passato della musica.

– Ora che sembra che la pandemia sia terminata, conviene iniziare a riflettere e studiare seriamente gli effetti di quel lungo biennio. È quello che si propone Così lontani, così vicini. Italiani all’estero per lavoro nel biennio pandemico da Covid-19 (Futura Editrice, 2023), un libro curato da Francesco Carchedi. Dalla Germania alla Cina, dalla Francia al Brasile, dal Belgio al Canada, dall’Argentina alla Spagna, ovviamente. Ne parliamo con il curatore del volume e con Daniele Comberiati, autore del capitolo dedicato agli italiani a Barcellona.

– News che ci arrivano dall’Italia: Domenico Imperato (Sentimentale), Carlo Valente (Mentre qualcuno nasce a Belgrado) e Lepre (Capannone)

Le Ultimissime di Fausto

I libri dello Zibaldone: Paola Di Lazzaro e Giordana Pallone, Com’è successo. Una repubblica in crisi, parola per parola (Fandango, 2022)

De Italia a otra parte: omaggio a Mina: Silvana Di Lorenzo con Osvaldo Brandi – Palabras, Palabras (Parole parole, 1972); José Guardiola y su Orquestra – Baños de Luna (Tintarella di Luna, 1960), Luz Casal – Un año de amor (Un anno d’amore, 1991).

Piccolo omaggio a Gualtiero Bertelli: Nina, ti te ricordi; Stucky; Barche de carta.

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Il Rapporto Italia – Marzo 2023 (17 marzo 2023)

È una domanda che ci siamo posti altre volte, ma periodicamente è bene tornare a farlo: che musica si fa oggigiorno in Italia? E no, come sapete se avete la bontà di seguirci

Alessandro Fiori

regolarmente, non è una domanda retorica. Non si tratta di disquisire sui massimi sistemi, ma di immergersi nel marasma delle uscite recenti alla ricerca di esempi. Perché il sottobosco musicale italiano è in costante fermento, e seguendo le giuste piste, o a volte lasciandosi guidare dall’intuito o dalla fortuna, si scoprirà che di dischi interessanti non c’è sicuramente penuria.

Questa puntata, che con un pizzico di ironia abbiamo voluto intitolare “Il Rapporto Italia – Marzo 2023” è uno di quei viaggi musicali che tanto ci piace intraprendere, e in

C+C=Maxigross

questo caso, ovviamente, non per scoprire angolazioni inedite del passato, ma per provare a rimanere al passo col presente, visto che i brani proposti sono usciti quasi tutti tra settembre 2022 e questo mese di marzo 2023 ancora in corso. Senza pretese di esaustività, troverete alcuni nomi che seguiamo da tempo, e che ci piace accompagnare nella loro evoluzione, e altri che probabilmente cominceremo a seguire da oggi, si tratti di artisti o di etichette, il tutto all’insegna di una piacevole varietà stilistica: cantautorato più o meno off, rock, psichedelia, sperimentazione, guizzi di elettronica, un po’ di easy listening, con un occhio di riguardo anche per proposte interamente strumentali.

Abbandonatevi con noi al piacere dell’ascolto, sapendo che tra qualche mese sarà necessario farsi ancora quella domanda.

Torso Virile Colossale

Questa la scaletta della puntata:

Checco Curci, Che sia la notte (2023); Zois, Solo rumore di fuochi e Etilene per tutti (2023) ; Giovanni Mancuso e Debora Petrina, Dove va (2022); Petrina, Begonie (2022); Alessandro Fiori, Trasloco e Passeggiata (2023); Deian, Deltaplani e Zagor (2023); Crema, Spie e Europop (2023); C+C=Maxigross, Battelli ebbri e Io me ne sto fermo ad aspettare (2023); Everest Magma, Marco (2022); Bono / Burattini, Dinner illusion (2023); Villa, Liberazione (2022); Torso Virile Colossale, Estasi a Tor Caldara e Chi guida l’orgia? (2022); Davide Andreoni, Piumaggi e L’invasione delle terre emerse (2023); I Gini Paoli, Fibrocemento (2023); Bologna Violenta con Pierpaolo Capovilla, Dalla culla alla bara (2022).

Non sono mancate Le Ultimissime di Fausto.

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Sardegna è un nome di donna (10 marzo 2023)

La Sardegna è una terra ricca di musicisti e cantautori. E tante, tantissime sono anche le cantautrici. In questa puntata di Zibaldone vogliamo farvi scoprire questo lato della Sardegna che, appunto, è un nome di donna.

Premio Nobel della Letteratura, Grazia Deledda è stata una della grandi scrittrici sarde. La cantautrice algherese Claudia Crabuzza le ha dedicato un disco, Grazia, la madre, in cui rende omaggio alla densità della sua opera, che ha trasformato il piccolo mondo delle origini in un racconto universale di emancipazione al femminile. Per iniziativa di Stefano Starace, autore anche dei testi, in dieci canzoni sono stati tradotti in musica altrettanti romanzi della Deledda, capaci di parlare ancora al cuore della sensibilità contemporanea. Dal suo nuovo album vi abbiamo proposto Filos de prata, La solitudine non si muove e Sa Erentzia De Sos Barones.

Dopo molti anni come voce dei Dinatatak, progetto musicale che rappresentava bene il melting pot barcellonese, Vanessa Bissiri ha intrapreso un nuovo cammino che si è concretizzato in Empatica, un album sui generis finanche nel formato. Una ricerca di sé, un viaggio intimo e interiore in cui la cantautrice sarda si mette in discussione e si apre al mondo con inusuale coraggio. Da Empatica, ci siamo ascoltati Ossessione gentile, L’amore sono stagioni e Visione.

Ci ha accompagnato anche la musica di alcune giovani cantautrici sarde: Daniela Pes (Ca milla dia dì), Elisa Carta (S’incontru), Chiara Effe (La strada dei giardini) e Angela Colombino (Clinomania).

Tornano i collegamenti con il compagno di onde radiofoniche Berardo Staglianò (Sentieri Sonori – Radio Ara, Lussemburgo) che ci propone due interessanti novità italiane: Checco Curci (Wind day) e Della Vega (La rivoluzione).

Daniela Pes

Le Ultimissime di Fausto

De Italia a otra parte: Ester Formosa – Ria’ ria’ (versione dal vivo in catalano, 2009, del brano di Marisa Sannìa)

Último trago: Maria Carta & Andrea Parodi – No Potho Reposare (Live 1993)

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Prima e dopo la scatola (3 marzo 2023)

Il 5 marzo 2023 sarebbe stato l’ottantesimo compleanno di Lucio Battisti. E ad ottant’anni d’età, dopo oltre sessanta di musica in prima linea, lo scorso 16 febbraio è scomparso Alberto Radius, per diversi anni uno dei più stretti collaboratori di Battisti, oltre che produttore e musicista per decine di artisti, in primis Franco Battiato. “Prima e dopo la scatola” è l’unico brano scritto insieme dai due, e dà il titolo a questo nuovo speciale di Zibaldone: un piccolo viaggio alla (ri)scoperta di Lucio Battisti, con un omaggio ad Alberto Radius.

Una (ri)scoperta perché, se negli ultimi decenni si sono susseguiti innumerevoli tributi, omaggi, rifacimenti dell’opera battistiana, l’attenzione si è focalizzata soprattutto sulla produzione con i testi di Mogol (1966-1980) e poco, pochissimo, su quella successiva, soprattutto sui cinque “album bianchi” realizzati a partire dai testi di Pasquale Panella. E anche nella sterminata produzione con Mogol tanti sono i brani poco o nulla ricordati, dai primi timidi “esperimenti” in studio fino al tentativo (fallito) di conquistare il mercato internazionale cantando in inglese. Tanta musica da riscoprire o, per molti, da ascoltare per la prima volta.

Questa la scaletta della puntata:

Per una lira (1966), Era (1967), Prigioniero del mondo (1968), Nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto (1969), Seduto sotto un platano con una margherita in bocca guardando il fiume nero macchiato dalla schiuma bianca dei detersivi (1971), Il leone e la gallina (1972), Prima e dopo la scatola (1972, Alberto Radius), Confusione (1972), La nuova America (1974), Il veliero (1976), To Love A Bit (Amarsi un po’, provino inedito, 1976), I Think of You (E penso a te, versione inedita, 1978), Coccodrilli bianchi (1979, Alberto Radius), Il monolocale (1980), Scrivi il tuo nome (1982), Gente di Dublino (1982, Alberto Radius), Le cose che pensano (1986), La sposa occidentale (1990), La metro eccetera (1992), La voce del viso (1994), Banca d’Italia (2013, Alberto Radius).

De Italia a otra parte: Los Kifers – Una aventura (Un’avventura) (1969)

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Stati di alterazione (24 febbraio 2023)

“Pop” viene da “popular”, no? E la storia della musica pop è effettivamente piena di melodie, ritornelli, arrangiamenti, così famosi da essere ormai diventati proverbiali, pezzettini di immaginario riconoscibili da persone di età ed estrazione diversa alle latitudini più disparate. Ma cosa succede quando un esercito di smanettoni impenitenti si mette a pasticciare con la materia dei nostri sogni musicali e la distorce, la manipola, la ibrida, a volte solo con l’ausilio di semplici programmi di editing?

La puntata odierna del nostro Zibaldone prova a rispondere a questa domanda con una carrellata di esperimenti sonori pescati dal grande pandemonio internettiano: mashup, cioè incroci di due canzoni preesistenti, brani tagliuzzati e modificati a partire dalle premesse più bizzarre, cambi di tonalità che modificano il senso di canzoni celeberrime, riarrangiamenti impossibili, il tutto con un’ironia a volte beffarda, a volte infantile, che fa pensare a un corrispettivo musicale dei meme. Seguiteci in questo stranissimo viaggio per ridere, stupirvi, e perché no?, mettervi le mani nei capelli insieme a noi. Presente in studio anche il nostro affezionato Fausto De Salvia, che oltre alle sue incomparabili Ultimissime ci ha proposto alcuni esempi di divertente taglia e cuci musicale dai suoi archivi,

Qui la scaletta della puntata (tra parentesi quadre, gli autori dei rifacimenti, spesso coincidente col canale Youtube dal quale sono stati estratti, in grassetto la tipologia degli esperimenti):

Mashup: Sgt. Petsound’s Lonely Hearts Club Band (The Beatles vs The Beach Boys) – Wouldn’t Sgt. Petsound be nice? (Sgt. Pepper Lonely Hears Club Band + Wouldn´t it be nice?) [Clayton Counts] ; Al Bano e Romina Power vs Moderat – Felicità Moderat (Felicità + A new error) (RAGNYO mashup) [psnzzt] ; Julio Iglesias vs Robert Miles – Se mi lasci non Miles (Se mi lasci non vale vs Children) [mixed by ERRE] ; Lucio Battisti vs 50 Cent – La Canzone del Sole vs In da Club (emmediemme Mashup) [Andrea Luzzi] ; System of A Down vs Gianni Morandi – Toxicity vs In ginocchio da te [Bruxxx Music Shaker] ; The Offspring vs 883 – Self Esteem vs Tieni il tempo ( [Bruxxx Music Shaker]; Survivor vs I Cavalieri del Re – Eye of the tiger vs L’uomo tigre [Bruxxx Music Shaker] ; The Temptations and Black Sabbath – Get ready for the grave (Get Ready + Children of the Grave) [Bill McClintock] ; Micheal Jackson vs The Doors – Billie Jean on the storm (Billy Jean + Riders on the storm) [amoraboy] ; Eurythmics vs The White Stripes – Sweet dreams are made of seven nation army (Sweet dreams (are made of this) + Seven nation army) [DJ Poly]

Dr. Defausto, aka i Corti di Fausto: Al Bano vs Micheal Jackson – Nel criminal (Nel sole + Smooth Criminal) ; Vasco Rossi – Vado a (Vado al massimo, corto) ; Edoardo Bennato – Non c’è (L’isola che non c’è, corto) ; Adriano Celentano – Chi non lavora, a lavorare! (Chi non lavora non fa l’amore, corto) ; David Bowie – Ao’, tramp! (Rebel rebel, corto) ; Variazioni estemporanee: The Beatles – Every Beatles song at the same time [Arrrbol] ; The Beatles – Love me, do but every word is in alphabetical order [JhohnLenoOfficial] ; The Police – Roxanne, but every time Roxanne is said, it speeds up 10% [IanAC] ; Rick Astley – Never gonna give you up (autotune trying to make all the vocals C) [pluffnub] ; But every other beat is missing: Gorillaz – Clint Eastwood, but every other beat is missing [Adam Emond] ; Outkast – Hey ya, but every other beat is missing [Adam Emond] ; Toto – Africa, but every other beat is missing [Adam Emond] ; But beats 2 and 4 are swapped: Bee Gees – Stayin’ alive, but beats 2 and 4 are swapped [Adam Emond] ; Spice Girls – Wannabe, but beats 2 and 4 are swapped [Steve Badach] ; Major vs Minor Key: Europe – The final countdown, in major key [Oleg Berg] ; A-Ha – Take on me, in minor key [Oleg Berg] ; The Animals – House of the rising sun, in major key [Oleg Berg] ; Village People – YMCA, reworked to minor key [Oleg Berg] ; Henry Mancini – The Pink Panther theme, in major key [Oleg Berg] ; But everything is my voice: Franz Ferdinand – Take me out, but everything is my voice [shonkywonkydonkey] ; The Strokes – Hard to explain, but everything is my voice [shonkywonkydonkey] ; Super Mario 64 soundfont: Radiohead – Reckoner (Supermario 64 soundfont) [on4word].

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I mondi di ieri (17 febbraio 2023)

“Gira il mondo gira, nello spazio senza fine…” cantava oltre mezzo secolo fa Jimmy Fontana. E del mondo, o meglio dei mondi, quelli di ieri, ma anche quelli di oggi e, chissà, quelli di domani parliamo questo pomeriggio a Zibaldone.

Carmen Pérez Torrecillas, autrice di Giulietta Gordigiani. La italiana de Mendelssohn (Editorial Arpegio, 2023), ci riporta tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento. Cantante e pianista nata a Firenze nel 1871, amica di Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio, Giulietta Gordigiani si sposò con Felix Mendelssohn, di cui ereditò l’importante patrimonio che le sarà espropriato dal regime nazista. In contatto con alcuni dei maggiori esponenti dell’intellighentzia europea di inizio secolo, negli anni venti e trenta poi si legò al violoncellista catalano Gaspar Cassadó. Una vista straordinaria sotto il segno della musica tra l’Italia e la Germania, tra la belle époque e le due guerre mondiali.

Freddy Colt ci fa viaggiare poi negli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso e ci fa ballare al ritmo dello swing. Pippo Barzizza e Lelio Luttazzi sono alcuni dei compositori che la sua band, Freddy Colt and His Swing Kids, hanno riarrangiato e reinterpretato nel loro ultimo disco Time Pavillion, di cui ci siamo ascoltati Che musetto!, Bongusto’s Medley e Legata ad uno scoglio.

Torniamo apparentemente di nuovo indietro nel tempo, fino all’antichità classica, con il nostro ultimo ospite, il musicista fiorentino Tenedle. Il suo nuovo album si intitola infatti Demetra, ma non si tratta solo di un tuffo nella mitologia e, più in concreto, nella figura della dea greca associata all’agricoltura e alle stagioni. Tenedle, in realtà, ci parla del mondo di oggi, delle sfide che stiamo affrontando, degli errori che come esseri umani continuiamo a commettere e delinea un possibile mondo di domani. Da Demetra vi abbiamo proposto The Gift, Stream of Consciousness e The Beast.

Le Ultimissime di Fausto

I libri dello Zibaldone: Marco Philopat, La banda Bellini. Romanzo sugli anni settanta (Agenzia X, 2015). Ci accompagna anche la musica degli Spartiti (Servizio d’ordine).

De Italia a otra parte: Marilina Ross – Danza (1984, versione del brano scritto da Ivano Fossati per Mia Martini nel 1977).

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Storie di lotta (10 febbraio 2023)

“La storia siamo noi…” cantava Francesco De Gregori qualche anno fa. E alla storia, o meglio alle storie, storie di lotta per essere più precisi, dedichiamo questa puntata di Zibaldone. Storie raccontate in modi diversi.

Claudio Stassi ci ha parlato della sua ultima graphic novel, Los pacientes del Doctor García (Planeta, 2022), basata sul romanzo omonimo di Almudena Grandes. Dopo aver trasformato in fumetto La ciudad de los prodigios di Eduardo Mendoza e Nada di Carmen Laforet, questa volta l’illustratore siciliano ci conduce mano nella mano in una storia ambientata nella Madrid degli anni successivi alla Guerra Civile spagnola.

Daniele Comberiati ci ha immerso nella letteratura migrante italiana a partire dai testi e dalle riflessioni contenute nel volume che ha curato con Chiara Mengozzi, Storie condivise nell’Italia contemporanea. Narrazioni e performance transculturali (Carocci, 2022). Cos’è la letteratura migrante? Com’è cambiata negli ultimi trent’anni? E che altri registri troviamo nei linguaggi postcoloniali? Una panoramica che spazia dai romanzi ai fumetti, dal teatro alla musica fino ai videogiochi.

Nel gennaio del 1973 veniva ucciso Roberto Franceschi, leader del movimento studentesco. Gaetano Nicosia ha recuperato la sua storia e quella della madre Lydia, staffetta partigiana, che ha lottato per oltre vent’anni per avere giustizia dallo Stato italiano. Nicosia lo racconta in un concept album, Sparare a vista, prodotto da Flavio Ferri, di cui ci siamo ascoltati il brano che dà il titolo al disco e Ma io non sono Stato.

E infine Cecilia Ricciarelli ci ha parlato delle molte storie che conformano il Festival GaetanoNicosiadi Letteratura Italiana di Barcellona (FLIB) che in queste settimane sta riempiendo il quartiere di Gracia con degli incontri che sono parte della sua programmazione “off”.

Ci ha accompagnato anche la musica di Francesco De Gregori (La storia), Commissione Musicale Mov. Stud. Milanese (Compagno Franceschi), Chicho Sánchez Ferlosio (Los gallos), Joaquín Sabina (De Purísima y oro), Orchestra di piazza Vittorio (Sahara Blues), Canto Sconfinato (Malaika) e Francesco Guccini (Gulliver).

Le Ultimissime di Fausto

I libri dello Zibaldone: Ulrich Alexander Boschwitz, Il viaggiatore (Rizzoli, 2019)

De Italia a otra parte: TorrebrunoBusqué Tus Flores (Ci vuole un fiore) (Sergio Endrigo – Luis Bacalov – Gianni Rodari, 1977)

Último trago: Vanessa Bissiri – C’è sempre il mare

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Respinti all’Ariston (3 febbraio 2023)

Ogni anno l’Italia si blocca per il Festival di Sanremo. Noi a Zibaldone non ne abbiamo praticamente mai parlato. Quest’anno rompiamo una tradizione vecchia oltre una dozzina d’anni, ma ovviamente lo facciamo a modo nostro. No, non vi parliamo dell’edizione del 2023, né degli ospiti più o meno illustri. Men che meno delle beghe provinciali (o nazionali) che sono sorte al riguardo.

Abbiamo deciso invece di fare una cosa che, da quanto ci consta, non è mai stata fatta: andare a vedere quali sono state le canzoni escluse dal Festival nei suoi oltre settant’anni di storia. Di canzoni non ammesse per una ragione o per l’altra ce ne sono infatti a bizzeffe, ma nessuno le ha mai raccolte. Alcune sono poi diventate dei grandi successi in barba al Festival, altre sono passate senza pena né gloria, altre ancora poi non sono nemmeno mai state incise. Godetevi questa prima carrellata dei respinti all’Ariston!

Qui la scaletta della puntata:

Marino Marini e il suo Quartetto (canta Ruggero Cori), Basta un poco di musica (1957); Claudio Villa, Sempre più solo (1960); Fred Buscaglione, Nel cielo dei bars (1960); Paul Anka, La verità (1965); Bruno Lauzi, Sul metrò (1968); Domenico Modugno, Meraviglioso (1968); Nada, La fotografia (1970); I Nuovi Angeli, Donna felicità (1971); Piero Focaccia, Il sabato a ballare (1972); Lucio Dalla, Un auto targata TO (1973); Rosa Balistreri, Terra ca nun senti (1973); Adriano Celentano, L’unica chance (1973); Tempi duri, Tempi duri (1982); Matia Bazar, Palestina (1983); Silvia Conti, Favola triste (1984); Ivan Graziani, Blen blen blen (1993); Giuni Russo, La sua figura (1994); Stefano Pais, Questo è il mondo (2006); Irene Grandi, Bruci la città (2007); Robert Freak Antoni, Però quasi (2012); Alice, Veleni (2014); Bugo, Me la godo (2016); Eugenio in via di gioia feat. Elio, Quarta rivoluzione industriale (2022).

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