Uno Zibaldone d’emergenza è stato quello di questo caldo venerdì di metà giugno. Sì, perché il potere sta tentando un’altra volta di tappare la bocca all’informazione libera. Radio Contrabanda, radio libera, autogestita e autofinanziata che da oltre 21 anni resiste qui a Barcellona è a rischio. Nel nostro blog trovate il come e il perché di tutto ciò e il comunicato che Radio Contrabanda ha reso pubblico domenica 17 giugno. La puntata di Zibaldone è stata segnata da questa notizia. Abbiamo infatti dedicato una parte consistente delle nostre due ore settimanali al sociale e alla “repressione”. Ma andiamo con ordine.
Al ritmo di Cabaret di Liza Minnelli è tornato infatti a farci visita Marco Barlocci del Teatro Stabile di Barcellona. Era da qualche mese che non lo vedevamo ai nostri microfoni e questa volta la sua rentrée è legata a due nuovi progetti di questa interessante compagnia teatrale. Il 30 giugno alle 19h00, infatti, il Teatro Stabile di Barcellona metterà in scena, in collaborazione con il Centro Ama l ‘Italiano lo spettacolo Voci Italiane (Casal de Barri Pou de la Figuera, C/Sant Pere mes Baix, 70), mentre il 14 e il 15 luglio, alla Casa degli Italiani (Pasaje Mendez Vigo, 8 ) ci sarà la messa in scena di un’opera di grande finezza: Il ruggito del camaleonte di Ferruccio Masci. Per saperne di più del Teatro Stabile di Barcellona, date un’occhiata qui.
Puntata di ritorni e di sorprese questa del 15 giugno. Inaspettatamente abbiamo avuto in studio il nostro Fabrizio Vernice, il ragazzo più bello di tutto il foggiano, che ha fatto perdere la testa a più d’una sbarbina svedese. Con Fabrizio si è chiacchierato del più e del meno. E del suo prossimo progetto cinematografico, che vedrà coinvolto più d’uno zibaldoniano. L’estate, lo sapete tutti, è tempo di viaggi e di miraggi. Lo diceva il buon Lucio Battisti (ma non solo). E di viaggi ce ne hanno parlato anche Alessandra Spano, una dei componenti di un bel collettivo nato un paio d’anni fa a Cagliari. Il collettivo si chiama FuoriTema e si occupa di fotogiornalismo. La settimana scorsa i FuoriTema sono stati qui a Barcellona per presentare il loro progetto, che molto ha a che fare con il sociale in Sardegna e un po’ in tutto il mondo. Per conoscere quello che stanno proponendo (e per abbonarvi alla rivista!), basta che entrate nella loro pagina web.
Sulle note di Immigrant Song dei Led Zeppelin ci siamo spostati dalla Sardegna al Veneto e più precisamente a Padova, dove Andrea Piazzi ci ha parlato di un altro interessante progetto e di un’altra bella realtà attiva nel sociale: l’Associazione di Volontariato Amicizia. Andrea ci ha parlato della sua esperienza e ci ha spiegato in dettaglio la situazione del volontariato in Italia, soffermandosi soprattutto sulla questione dell’immigrazione e dei minorenni stranieri. Quali sono le leggi che tutelano i minorenni stranieri non accompagnati? Che possibilità ci sono nel 2012? E quale è la situazione dei finanziamenti?
E come di consueto la cara Eva Vignini ci ha regalato un’altra perla di trash nostrano. Durante questo torrido venerdì di giugno, il nostro studio ha assunto temperature ancora più bollenti grazie ad un personaggio davvero hot. Non ha i pantacollant fucsia di Solange, le giacche eccentriche del Mago Gabriel ne tantomeno le capigliature di cattivo gusto di Cristiano Malgioglio o Moira Orfei. Stavolta la cara Eva ci ha presentato finalmente un giovane sexy ed attraente fondatore di un genere musicale innovativo: il porn groove. Stiamo parlando di Immanuel Casto, un grande prodotto della musica Italiana che ci ha regalato ineguagliabili perle musicali condite di musica elettronica, e soprattutto una particolare attenzione ai testi rigorosamente a sfondo sessuale ma non privi di una certa critica sociale. Dopo l’album Vento di erezioni e Deflorato, nel 2008 viene lanciata quella che diventerà uno dei suoi brani di maggior successo, Anal Beat, con il sound che si rifà direttamente alla musica dance anni ottanta. Abbiamo potuto apprezzare il testo mistico erotico di Che bella la cappella, per finire con Escort 25, un amaro ed ironico spaccato sul fenomeno delle escort e del loro dilemma esistenziale: Perché lavorare in un call-center quando potrei fare pompini in Costa Smeralda?
Ormai consolidata, torna dopo una settimana di pausa, la rubrica Repressione Today, curata dal nostro incombustibile Banzo. Questo venerd¡, sotto la lente d’ingrandimento, la riforma del lavoro recentemente varata dal governo Rajoy, con la drammatica storia di Latifa, cittadina spagnola di origine marocchina, e quella della sanità, che entrerà in vigore a inizio settembre e che decreterà la fine dell’assistenza gratuita e universale per tutti i cittadini. Si è parlato anche della recente incursione dei Mossos, come sempre non identificati, nel campus della UAB e delle proteste studentesche che ormai da alcuni mesi tengono banco nella regione canadese del Quebec. Per concludere, una riflessione sul faraonico progetto di Eurovegas, che minaccia l’equilibrio urbanistico e ambientale del Delta del Llobregat e che, ancor prima di essere approvato ha suscitato le proteste di vasti strati della società catalana.
E arriva questa volta con tuoni e lampi il consiglio musicale della settimana. Dopo un po’ di assenza e di viaggi nella penisola italica, è tornata tra noi Laura, a rovistare come di consueto tra le musiche del «paese che sembra una scarpa». Oggi abbiam deciso di dedicarci di nuovo alle case discografiche indipendenti degli anni zero, e lo facciamo con La Tempesta, ormai da un decennio piattaforma vivace del rock italiano. Fondata nel 2000 dal bassista dei Tre allegri ragazzi morti, La Tempesta è soprattutto un collettivo d’artisti, un laboratorio di proposte dove al filo conduttore del rock s’appendono le malinconie sgraziate delle Luci della centrale elettrica, il noise arrabbiato e colto del Teatro degli Orrori, il suono accaldato e rude dei Rossofuoco (intanto noi ci ascoltiamo Nuvole senza Messico). All’esperienza dei grandi «classici» della musica nostrana quali sono Enrico Molteni e Giorgio Canali, si uniscono gli esperimenti e le virate elettroniche degli Aucan (di cui ci ascoltiamo il pezzo Storm) o le aritmie hip hop industrial dei Uochi Toki (come si vede nella rumorosissima La recensione di questo disco). Un calderone ribollente di chitarre e batterie e rock sanguigno, dunque, ma con attenzione e interesse anche verso esperienze sonore d’altro segno. Come ogni estate, anche quest’anno la Tempesta ci regala un festival per presentare gli artisti che la popolano: a Roma, nel mezzo di San Lorenzo, il 23 e 24 giugno ci saranno due serate di concerti. Per chi passasse da quelle parti….
E concludiamo questa puntata con Direzioni diverse, bellissimo pezzo del Teatro degli Orrori. Alla prossima e sappiate che terremo duro, anche senza antenne!
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