Il 13 luglio del 101 a.C. nacque Giulio Cesare. Il 13 luglio del 2012 cade di venerdì e noi zibaldoniani non ci abbiamo fatto proprio caso. Nemmeno un pensierino. Spero non ce ne vorranno gli storici dell’età classica o qualche sparuto esegeta dell’Impero Romano. Diciamoci la verità, abbiamo fatto dell’altro e ne è valsa la pena. Abbiamo iniziato questa puntata, infatti, presentando un album fresco fresco. Un album bello, forte, intenso: Duramadre. L’ideatrice, l’autrice e la voce di questo splendido album si chiama Eva Poles. Eva la ricorderete tutti per il grande successo di oltre un decennio fa con i Prozac+, band di pop-punk che spopolò con Acidoacida e con altri quattro album e indimenticabili tour in Italia e all’estero. Ma dopo i Prozac+, Eva non si è fermata ed ha continuato a proporre progetti di grande qualità. Come la collaborazione con i Rezophonic, una formazione originale che raccoglie diversi musicisti italiani e che sostiene il progetto idrico di Amref Italia, concretizzatasi nell’album Nell’acqua (2011). O come le molte serate come dj in tutto il nord della penisola. Duramadre è una bella scommessa, un progetto pensato, maturato, di grande spessore, un album-viaggio formato da momenti ed esperienze diverse che portano verso una destinazione. Come scrive Eva, “UNA dura madre è la vita, spesso impartisce lezioni difficili da digerire, eppure fondamentali per la nostra evoluzione. LA dura madre (pachimeninge) una fondamentale membrana che protegge il sistema nervoso nel suo insieme, una denominazione etimologicamente interessante.” Vi consigliamo di ascoltarvelo con calma questo album. E se volete saperne di più su Eva e sui suoi progetti, date un’occhiata qui.
Ed oggi (l’incombustibile) Banzo ci ha offerto una puntata di Repressione Today un po’ diversa dal solito, senza sigla introduttiva, senza la consueta rassegna di notizie, ma con una lunga e interessantissima intervista a Rolando D’Alessandro, uno dei promotori della piattaforma antirepressiva Rereguarda en Moviment, della cui nascita abbiamo spesso parlato ai nostri microfoni. Rareguarda nasce dall’esigenza di dare una risposta (mediatica, politica, di resistenza) all’ondata repressiva che si sta scatenando su Barcellona, e alle illegalità e soprusi che, da qualche anno a questa parte, sono diventati consuetudine nell’azione dei Mossos d’Esquadra. E’ una rete, il tentativo di mettere insieme rivendicazioni e proposte di diverso segno, di unificare le distinte battaglie sorte in questi anni attorno a singoli episodi di ingiustizia. C’è anche da dare supporto (psicologico, legale, umano) alle persone che vengono arrestate e percosse, c’è da proporre una informazione alternativa a quella rifilata alla stampa, c’è da battersi perchè sia possibile identificare i Mossos colpevoli di reati: un sacco di lavoro, e siamo solo all’inizio. Per tenersi aggiornati sulle attività della piattaforma e sull’aria che tira, consigliamo di tenere d’occhio il sito web. Con Rolando abbiamo parlato anche d’altro, delle proteste dei minatori asturiani, di criminalizzazione mediatica, dell’impunità della polizia e di ricordi delle lotte passate. Rolando è stato anche tra fondatori, oltre vent’anni fa, della nostra amata Radio Contrabanda, è uno di quelli che hanno posato il primo cavetto, messo voce al primo microfono, quando ancora si andava avanti a vinili e frequenze FM, e già le autorità si prodigavano in amichevoli attenzioni per cercare di rendere la vita facile all’informazione libera. Piacevole rievocare il passato, sentirsi raccontare di nascite e battesimi (e noi si era ancora implumi e imberbi), serve per tenere salda la voglia di continuare: lunga vita alle radio libere!
E in questo venerdì 13 abbiamo avanzato un collegamento interradiofonico d’eccezione, il primo di una lunga serie tra il nostro Zibaldone e un programma di culto dedicato alla musica, In Orbita, dalla lontana (ma in realtà vicinissima) Radio Capodistria. Dall’altro capo del microfono Ricky Russo, che ci ha parlato del suo programma, della realtà di Trieste, del Triveneto e della Slovenia e dei molti progetti che lo vedono protagonista, tra il giornalismo, l’organizzazione di concerti e festival musicali e le serate come dj in molti locali del nord dell’Adriatico. Ma Ricky è anche un grande promotore di artisti emergenti. Uno di questi è il nostro caro amico Toni Bruna, che voi zibaldoniani ben conoscete. Ma poi ce ne sono tanti altri, che sono passati per i microfoni di In Orbita… e due di questi Ricky ce li ha presentati proprio in questo primo collegamento. Non vi diciamo nulla di più e vi lasciamo con l’acquolina in bocca! Per ascoltare In Orbita e per seguire le mille attività di Ricky, basta che entriate qui.
E come al solito si distendono sul finale della puntata le novità discografiche del suolo italico, le canzonette che c’hanno stuzzicato e che vogliamo riascoltarci e condividere, gli autori che vengono a mettere il fiocco ai nostri venerdì. Oggi ritorniamo a pascolare nel sottobosco brulicante della piattaforma torinese, che in varie occasioni ci ha portato sorprese. Si chiama Paolo Rigotto, batterista di formazione, sperimentatore d’istinto, ironico e pirotecnico nell’uso delle parole, ha fabbricato da pochi mesi il suo secondo disco da cantautore, Uomo Bianco (di cui c’ascoltiamo, compuntamente, la canzone che da il titolo all’album). Dopo aver suonato per un po’ di annetti con la Banda Elastica Pellizza, Rigotto decide nel 2010 fare dischi con sé stesso, e mette al mondo Corpi celesti, mostrando a tutti il suo sguardo scanzonato e critico, divertito, contrariato. C’è voglia di Cambiare musica, come recita un altro pezzo del disco nuovo (anche se, la musica non può cambiare il mondo, ahinoi) c’è da prendersi un po’ in giro, da quando tutti quanti siamo cascati a terra all’improvviso, e ancora giriamo storditi in tondo e ci chiediamo: ma cosa E’ successo?
E con questo “personale requiem a lieto fine” ci salutiamo: al prossimo venerdì!
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