Di Mala Testa, di Gitanes e dei Blue Willa (15 marzo 2013)

Non potevamo non aprire il nostro Zibaldone con una attesissima uscita musicale: Mala Testa, il nuovo album di Alessio Lega. Lo aspettavamo da un po’ e avevamo l’acquolina in bocca da quando Alessio, in tournée a Barcellona ed ospite del nostro programma, ce ne aveva parlato e ci aveva suonato in anteprima qualche pezzo. Uscito ufficialmente lo scorso 11 marzo, prodotto dalla Obst und Gemüse di Rocco Marchi, Mala Testa è il sestoAlessio Lega disco inciso da Alessio Lega. Dopo il premiatissimo Resistenza e amore, (Targa Tenco Miglior Opera Prima 2004) Alessio si era dedicato alla rilettura del patrimonio musicale francofono e internazionale, riadattando per la lingua italiana e per il nostro presente capolavori misconosciuti, testimoniati nei suoi dischi successivi. Mala Testa ha una gestazione quasi decennale, attentissima al presente e ai suoi suoni, alla ricerca di una strada e di una musica adatta alla rinascita della canzone narrativa. E Mala Testa è soprattutto un disco di resistenza; al logorio della memoria, alla normalizzazione, alle nuove schiavitù, alle prepotenze, di qualsiasi tipo e in qualunque latitudine si manifestino. Delle diciotto canzoni dell’album noi ve ne abbiamo fatte sentire tre: Frizullo, pezzo che apre il disco e che è dedicato a Dino Frisullo, bravo giornalista che aveva messo al servizio degli ultimi, dei migranti, dei Kurdi tutta la sua vita; La scoperta di Milano e Canzoni da amare, un manifesto programmatico in forma di canzone, cantata da Paolo Pietrangeli. Un album di grande qualità, con altre bellissime collaborazioni – con Ascanio Celestini che ha scritto Monte Calvario e con Paolo Ciarchi alle percussioni –, con canzoni di resistenza, d’amore e di lotta, come Spartaco, Risaie, Matteotti, Difendi l’allegria o La Piazza, la loggia, la gru, canzone che intreccia le storie e i nomi intrecciati delle vittime della strage fascista del 28 maggio del ’74 con gli immigrati saliti su una gru a Brescia nel novembre del 2010.

Abbiamo voluto continuare con la musica e la canzone d’autore, proponendovi un’intervista accompagnata da una bella live session insieme a due giovani musicisti in tournée a Barcellona. Si tratta di Luciano Forlese, che era passato dai nostri studi Luciano Forlese 17 marzoall’inizio di ottobre insieme al bravo Luca Porcelluzzi, e di Andrea Musio. Luciano (Lucio) Forlese è probabilmente una delle più interessanti voci della giovane canzone d’autore italiana. Attivo tra Trento e Torino, Lucio si ispira ai grandi classici della canzone d’autore italiana ed europea – Piero Ciampi, tra gli altri –, ma allo stesso tempo ha il coraggio di rompere schemi, proponendo tematiche nuove. Nelle sue canzoni si trovano la poesia, il viaggio e il sogno, ma anche la protesta, l’allegria e quella sana voglia di vivere senza limiti e senza barriere. Ci siamo sentiti Gitanes, il suo cavallo di battaglia registrato qualche tempo fa in un piccolo studio di Trento, ma anche tre pezzi live: Per una donna e per un mare, Rafael e Forse non sono io. Per saperne di più della musica di Lucio Forlese, date un’occhiata qui.

Vi abbiamo poi ricordato alcuni concerti che ci saranno a Barcellona nei prossimi giorni, come quelli di due rinomati musicisti ed interpreti italiani, come Franco Battiato Sérgio Godinho(mercoledì 20 marzo, alle 21.00 all’Auditori) e di Ludovico Einaudi (giovedì 21 marzo, alle 21.00, al Palau della Musica Catalana), di uno storico cantautore catalano come Joan Isaac (sabato 16 marzo alle 20.00 al Teatre Joventut) e di un mitico cantautore portoghese come Sérgio Godinho (venerdì 22 marzo alle 21.00 al Teatre Joventut). Un concerto, quest’ultimo, assolutamente unico perché il più importante cantore della rivoluzione dei garofani sarà accompagnato sul palco da una delle più belle voci della canzone catalana, Marina Rossell.

Un’altra settimana densissima per la Repressione Today dell’inafferrabile Banzo. Cominciamo con una notizia sui Mossos d’Esquadra, la famigerata polizia catalana, che ha annunciato la creazione di un nuovo codice d’identificazione per gli agenti antisommossa, curiosamente in contemporanea con il lancio di una campagna della piattaforma Rereguarda en Moviment che si batte proprio per quest’obiettivo e contro le identificazioni arbitrarie dei manifestanti. Il nuovo codice, denominato NOP, non sostituirà quello esistente, il cosiddetto TIP, che gli agenti non esibivano quasi mai nonostante chiare disposizioni di legge in materia, ma verrà «sincronizzato» con l’altro, in modo che a ogni agente corrisponda un numero solo per ciascuno dei due codici. Proseguiamo con le ultime Buche Lettere PPnovità sulla piattaforma Afectados por la Hipoteca, che ha iniziato una campagna di pressione «porta a porta», per spingere i deputati del PP a votare favorevolmente l’iniziativa legislativa popolare contro gli sfratti che sarà presto discussa in parlamento, proprio mentre il Tribunale di Giustizia dell’Unione Europea dichiara la legge spagnola in materia incompatibile con la normativa comunitaria per la difesa dei diritti dei consumatori. Parleremo poi anche delle ultime evoluzioni del caso di Enric Duran, il cosiddetto «Robin Bank» sotto processo per frode bancaria per aver ottenuto prestiti per 492.000 euro con i quali ha poi finanziato vari movimenti sociali e le loro attività. Riflettori poi sui movimenti sociali di Siviglia, che hanno allo studio un interessante progetto di candidatura popolare dal basso con l’obiettivo di presentarsi a future elezioni. In chiusura, una notizia per tutti i postini di Madrid: il comune sta provvedendo a sostituire o ridipingere varie buche delle lettere cittadine, che erano state dipinte d’azzurro con tanto di logo del PP, con divertito riferimento al vorticoso giro di buste e bustarelle emerso con l’ultimo scandalo corruzione nel Partido Popular. Nella foto potete osservare il «prima» e il «dopo». Se volete donare due spicci a Rajoy e compagnia sapete dove andare, ma fate in fretta, potrebbe essere già troppo tardi!

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata all’approfondimento di una delle sue categorie trash preferite ovvero quella dei maghi cartomanti con marcate inflessioni Mama Orsoladialettali. Mamma Orsola è una sensitiva del Beneventano dall’aspetto bonaccione e materno che esercita da più di 50 anni da La Spezia ad Avellino da Salerno a Roma. La particolarità più evidente di Mamma Orsola è il marcato accento ciociaro-campano-molisano, una sorta di esperanto meridionale indefinibile caratterizzato dall’artificio linguistico di chiudere quasi tutte le parole con la vocale sbagliata. “Mamma Orsola vi spiega tutto  minute per minute e Virgolo per Virgolo!”

Siamo poi ritornati alla musica con un’altra intervista. Qualche tempo fa, se ricordate, vi avevamo presentato gli Honeybird & the Birdies, uno dei tre gruppi italiani che parteciperanno al Primavera Sound di quest’anno. Bene, oggi vi presentiamo il secondo gruppo che verrà qui sul litorale catalano alla fine di maggio. Si tratta dei Blue Willa, una creatura che nasce dalla lunga militanza underground di quattro musicisti (Serena Alessandra Altavilla, Mirko Maddaleno, Lorenzo Maffucci, Graziano Ridolfo) che col Blue Willanome Baby Blue per sette anni, tre dischi e centinaia di concerti si sono fatti le ossa nella scena musicale italiana. Per questo album, che si intitola proprio Blue Willa, la band ha cercato di coinvolgere un’artista con un orizzonte visionario stupefacente come Carla Bozulich, già alla testa di progetti ambiziosi come Evangelista, The Geraldine Fibbers, Scarnella, Ethyl Meatplow. Le affinità tra la band e Carla tracciano un percorso trasversale in costante movimento in una terra di mezzo tra Pixies e Diamanda Galás, Kurt Weill e Iggy Pop, echi di torride melodie mediterranee e richiami di nativi americani, paesaggi sonori solcati dalle fantasticherie di Edgar Allan Poe o Italo Calvino, rumori inquietanti, animali, campane, gitani, punk. Ne abbiamo parlato con Mirko Maddaleno, il chitarrista della band. E vi abbiamo fatto sentire due pezzi del loro ultimo album, uscito poche settimane fa: Eyes Attention e Tambourine.

Questa volta siamo riusciti a scampare la telefonata della signora Gina, però in compenso ci è capitato di nuovo tra le mani il telefonino del Dani, il figlio della signora, e abbiamo pensato bene di farvi ascoltare i messaggi registrati sulla sua segreteria telefonica. Non siamo invece riusciti a liberarci della visita di quel fanfarone di Bruno, il comico serio, che ci disturba con le sue incursioni di freddure, canzoncine, frizzi, lazzi e strane storie di una difficile infanzia. Non resta che salutarci con el último trago, l’ultima parentesi di musica prima d’andare, la nostra ciliegina da mettere sulla torta Eildentroeilfuorieilbox84della puntata. Stavolta c’è lo zampino della Famosa Etichetta Trovarobato, che s’affaccia spesso su questa rubrica finale con il suo spirito ludico e farsesco, con la sua attenzione verso chi sperimenta parole e sonorità. Il nome del gruppo è già una presa in giro delle leggi del mercato: sono un trio romano suonante dal 2005, e si chiamano Eildentroeilfuorieilbox84 (tutto attaccato, senza remore). Un gruppo di batteria bassi e campionatori, che mescola il rock con l’ossessivo suono elettronico, che con fare giullaresco porta sul palco testi impegnati e visioni del mondo. C’ascoltiamo La fine del potere, canzone che dà il titolo al quarto ed ultimo album, uscito nel 2012: un bel video e un augurio per tutti, il racconto di un «pic nic con l’umanità» che porterà alla fine del dominio dell’uomo sull’uomo: c’è qualcosa di meglio in cui sperare?

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