Dopo Cossiga e la Thatcher è toccato pure a lui. Pensavamo fosse immortale. Un highlander democristiano con troppi segreti e le mani sempre in pasta, un genio del male nostrano travestito da esile vecchietto che tutte le mattine va a messa. Il 6 maggio è morto a 94 anni Giulio Andreotti. E noi zibaldoniani non potevamo non parlarne. Che se ne sia andato tre giorni prima del 35esimo anniversario della morte di Aldo Moro e di quella di Peppino Impastato, compagno di onde nell’importante esperienza di Radio Aut, ammazzato dalla mafia e dimenticato per troppo tempo, è uno strano scherzo della storia. Andreotti, in un certo senso, è stato il filo conduttore della nostra puntata tra la canzone di apertura – Giulio Andreotti di Francesco Baccini -, uno spezzone del film Il divo di Paolo Sorrentino e un intervento-spiegazione del nome Giulio del nostro nuovo collaboratore, Claudio Cardone, esperto di medicina cinese e di simbologia.
Una puntata che, come di consueto, ha avuto al suo interno moltissima musica. Abbiamo iniziato difatti con un’intervista telefonica con Monique Mizrahi, leader della band italo-americana Honeybird & the birdies, che vi abbiamo presentato qualche tempo fa. Gli Honeybird saranno a breve qui a Barcellona per un doppio intervento all’interno del Primavera
Sound (venerdì 24 e domenica 26 maggio) e per un altro concerto in un locale del Raval, il Titty Twister (domenica 26 maggio alle 19h30). Dal loro ultimo album, You Should Reproduce, uscito alla fine del 2012, ci siamo sentiti due pezzi che rappresentano bene la visione del mondo degli Honeybird & the birdies: To the Earth’s Core e Perejil, che racconta la drammatica vicenda del genocidio degli immigrati haitiani nella Repubblica Dominicana del 1937. Canzone di cui è uscito anche recentemente il videoclip. Per saperne di più su questa interessantissima band e sulle loro prossime date, cliccate qui.
Per continuare abbiamo avuto in studio un gradito ritorno. Quello di Dimitri Niccolai, in arte Tenedle, artista fiorentino residente da qualche tempo in Olanda. Lo avevamo avuto ai nostri microfoni proprio un anno fa durante la sua prima tournée a Barcellona. Quest’anno, sempre nel mese di maggio, Tenedle ha voluto ripetere l’esperienza con il suo Egocentrifugo tour e con due date live. La prima per uno showcase alla Libreria Italiana Le Nuvole di Gracia venerdì 10 maggio; la seconda, sabato 11 maggio, all’interno del Festival Ornitorrinco organizzato a Can Battló, a fianco di artisti locali come gli Ualla e Jordi Pélach, con il quale Tenedle sta lavorando ad un nuovo album. Questa volta, però, Tenedle non è venuto solo, ma è stato accompagnato dal bassista olandese Jos Caspers e ci ha proposto un percorso all’interno della sua decennale produzione musicale, passando dalle ultime composizioni contenute nel suo Grancassa (2010) a canzoni dei suoi precedenti lavori, come Luminal (2004) ed Alter (2007). Per saperne di più su Tenedle, potete dare un’occhiata qui.
E dopo una settimana di stop, riecco in postazione l’ergonomico Banzo con la sua Repressione Today. Cominciamo con una panoramica sulla giornata di sciopero della scuola, promosso in tutta Spagna contro i tagli all’educazione e la legge di riforma del sistema educativo proposta dall’attuale ministro José Ignacio Wert, che ha suscitato più di una perplessità anche all’interno della stessa maggioranza. Proseguiamo con le iniziative previste per il secondo anniversario del 15-M, nel cui ambito si può ascrivere il cosiddetto Toque a Bankia, una giornata di azioni di disturbo pacifico e «creativo» contro l’istituto bancario riscattato dallo stato spagnolo proprio un anno fa. Parleremo poi degli esiti giudiziari di alcune azioni simili: la protesta di gruppi ecologisti contro una sede di CaixaBank nel dicembre 2011, la scalata all’edificio del parlamento spagnolo da parte di alcuni attivisti di Greenpeace per protestare contro l’approvazione della nuova legge coste, e l’escrache contro Soraya Sáenz de Santamaría, vicepresidente del governo, risalente allo scorso 5 aprile, che ha visto proclamare l’innocenza dei 27 imputati coinvolti perché «il fatto non sussiste». In chiusura, una notizia sul processo per reati di tortura contro nove carcerieri della prigione di Quatre Camins, le cui udienze sono state «chiuse», apparentemente per ragioni di spazio, ai giornalisti, che saranno costretti a seguire le dichiarazioni degli imputati e dei testimoni attraverso uno schermo al plasma in un’altra sala del palazzo di giustizia. E per questa settimana è davvero tutto.
Nella seconda parte del programma abbiamo continuato con la musica e abbiamo ricevuto la visita di un gruppo giovane e di grande qualità di passaggio da Barcellona per una piccola tournée. Si chiamano Fan Chaabi, sono nati a Trento, ma vengono da varie parti della penisola italiana e propongono un folk mediterraneo ricco di influenze, dove la tradizione popolare si unisce a nuove proposte musicali. Quello che propongono i Fan Chaabi, gruppo formato da sei musicisti, di cui ne abbiamo avuti quattro ospiti in radio (Daniele Saguto alla chitarra, Silvia Lo Sapio alla voce, Jacopo Roncone alle percussioni e Giuliano Fontana al basso), è un viaggio nel nostro piccolo grande Mediterraneo, dalla Sicilia al Nord Africa, passando per i Balcani, la Francia, la Spagna e il Portogallo. Tarantelle e pizziche, ritmi africani e cover di canzoni famose e indimenticabili, come Les Tziganes di Léo Ferré, sono alcune delle proposte dei Fan Chaabi. Proposte di cui ci hanno anche dato prova nella seconda live session della puntata. Per saperne di più, date un’occhiata qui.
E dopo le consuete interruzioni telefoniche o fisiche, direttamente in studio, della signora Gina che ci ha snocciolato consigli sulla vita e sulle lasagne e di quel fanfarone di comico serio che si fa chiamare Bruno con i suoi frizzi, lazzi e racconti di infanzia tra suore cattive, fughe dall’orfanotrofio e donne bellissime, è toccato all’último trago. Ed è toccato ad una giovane artista e cantautrice italiana: Marzia Stano in arte UNA. Front woman e fondatrice della band Jolaurlo, Marzia ha collaborato con persone attive nel panorama indipendente italiano come Vinci Acunto e Daniele Grasso ed ha ottenuto ottimi riscontri di pubblico e di critica con i suoi tre primi album: D’Istanti del 2005, InMediatamente del 2007 e Meccanica e Natura del 2011. Marta sta lavorando ora al suo primo album da solista che esce proprio in questi giorni. Per farvi venire voglia di andare subito a cercarlo, vi abbiamo fatto sentire in anteprima il singolo, Molto bello. Buon ascolto e a venerdì prossimo!
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