Per i cantanti ci sono molti modi per rimanere esclusi dalla liturgia del Festival di Sanremo, l’unico evento ormai capace, anche più della Nazionale, di riunire un popolo intero a commentare davanti ad uno schermo o a schierarsi furiosamente sui social.
Il più comune, sperimentato ormai da migliaia di artisti, è di presentare uno o più brani alla commissione selezionatrice e vederseli respinti per i motivi più disparati (e spesso secondo criteri odiosi, quali la popolarità o addirittura la telegenia). Ma può anche accadere che si sia selezionati, e poi la casa discografica ritiri il brano per protestare contro la non ammissione di un altro; oppure che l’organizzazione chieda di modificare il brano, pena l’esclusione; o, ancora, che il/la cantante litighi con i propri discografici, decidendo di ritirarsi all’ultimo momento…
Eccoci quindi arrivati al terzo capitolo di “Respinti all’Ariston”, la serie che esplora il what if? di Sanremo dagli anni Cinquanta ad oggi. Neanche quest’anno vi proponiamo i Jalisse, che sommano questa terza esclusione di fila alle trentotto dal Festival ufficiale (raggiungendo così un nuovo record), ma vi presentiamo undici brani che spaziano dal pop più classico alla canzone d’autore, passando per la prima new wave e toccando anche il genere demenziale.
Questa la scaletta della puntata:
Katyna Ranieri, Zingara (1955); Louiselle, Ascoltami (1965); Riccardo Del Turco, Parla di te (1965); Mia Martini, L’amore è il mio orizzonte (1976); Chrisma, Lola (1977); Ric e Gian, Ma perché (1981); Marcella Bella, Nell’aria (1983); Paolo Pietrangeli, Caucciù (1999); Avion Travel, Se veramente Dio esisti (2018); Paolo Benvegnù, Avanzate, ascoltate (2011); La Crus, Mangia dormi lavora ripeti (2024).
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