Di strani incontri a Santa Rosa e di un Hitler travestito da drag queen (30 settembre 2011)

È stata la voce di Maurizio Vandelli e la musica dell’Equipe 84 ad aprire questa puntata di Zibaldone. Poteva essere altrimenti quando il calendario segna il 30 di settembre? Una puntata dedicata alla letteratura ed all’arte, ma come sempre in un modo del tutto particolare e con personaggi d’eccezione di una Barcellona underground che poco a poco sta scomparendo, divorata dal turismo di massa e dalle leggi draconiane imposte dal sindaco Xavier Trias e da quel partito della destra più neo liberale possibile, conosciuto con il nome di Convergencia i Unió.

Sul ritmo allegro dei francesi Pistons Flingueurs e di quell’incombustibile Ian Dury abbiamo presentato Dionisio Porta, scrittore e poeta barcellonese. Dionisio è venuto a presentarci la sua ultima creazione: Jevia, un romanzo pubblicato a puntate su internet. Jevia è un romanzo ambientato tra Barcellona e l’Argentina, tra viaggi e miraggi, voglia di fuga, introspezione, dubbi esistenziali e una carica notevole di ironia e di sarcasmo. Come quando Màrius, il protagonista del romanzo, incontra in un casino di Santa Rosa, città della pampa profonda, un suo ‘vecchio amico’: Nicola Di Bari. E proprio del cantante pugliese ci siamo sentiti uno dei suoi più grandi successi, in versione castigliana: Corazón gitano. Abbiamo continuato con la musica per parlare di Jevia. E sono arrivati direttamente dalla Buenos Aires degli anni Ottanta il punk rock dei Sumo di Luca Prodas e direttamente dalla Madrid del XXI secolo le creazioni tecno-antropologiche di G.G. Quintanilla. Ma per saperne di più di Màrius e delle sue avventure, vi consigliamo di cliccare qui.

Arrivati a metà programma non potevamo fare a meno di quella che è già diventata una tradizione per noi zibaldoniani: la Trash Zone. Nella zona trash, questo venerdì, abbiamo ripescato una cantante dell’Italia dell’ultimo trentennio che ha rovinato un’intera generazione di giovani. Lei si chiama Cristina D’Avena e la sua voce, purtroppo, ci ha accompagnato nei molti pomeriggi dopo la scuola, tra merendine e compiti. Dallo Zecchino d’Oro fino al premio come ‘ambasciatrice della pace’ consegnatogli da Red Ronnie, passando per gli anni dorati con le sigle dei cartoni animati nelle reti berlusconiane e come conduttrice di programmi spazzature per bambini. Detto tutto ciò, non potevamo fare a meno di riascoltarci quell’obbrobrio musicale conosciuto con il nome di Love me Licia e quel riferimento implicito alla cocaina usata dagli yuppies craxiani in un’altra sigla, quella di Pollon.

Abbiamo poi avuto con noi due meravigliosi ospiti: Marcela Laspoumaderes e Damián Almenares, due artisti geniali, simpatici e provocatori. Marcela e Damián ci sono venuti a presentare una expo che in questi giorni potete vedere nel bar La Rouge della Rambla del Raval di Barcellona. Il titolo vi dice già molto del sottofondo surrealista della loro arte: El kaiamba y su perro invisible (Entrando en la dimensión del clitoris).Una storia che si nutre della Cuba di Damiàn e dell’Argentina di Marcela, dei nostri tabù e delle nostre paure, dei nostri sogni e della nostra immaginazione. Un’arte che nell’irrazionalità ricerca la razionalità. Come con l’immagine di un Minotauro intimo e timido o come con l’immagine di un Hitler, prima confuso con Gardel dal perro invisible, protagonista di questa storia, e poi violentato e travestito da drag queen in un bagno… Per saperne di più e, soprattutto, vedere i disegni di Marcela e Damián, date un’occhiata qui.

La musica è stata l’immancabile e inconfondibile filo conduttore del nostro programma. Da Pj Harvey ai Buena Vista Social Club, da Caparezza al giovane cantautore triestino Toni Bruna. E per chiudere vi abbiamo proposto Una pistola non dice salve, l’ultimo singolo di un promettente gruppo rock trentino, i Vetrozero, con la graffiante voce di Glauco Gabrielli. Buon ascolto!

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