Di voci cubane e di jazzisti baschi, passando per il solleone (29 giugno 2012)

Un altro venerdì di sole, un altro venerdì sotto la canicola. O, per essere più precisi, nella sauna degli studi di Radio Contrabanda. Credo che questa volta abbiamo perso un paio di chili durante le due ore del nostro Zibaldone. Ma abbiamo portato a casa anche questa volta il risultato con una gran puntata. Abbiamo resistito, in fin dei conti, come tutta Radio Contrabanda, che in questo momento di grandissima difficoltà sta resistendo a chi vuole mettergli il bavaglio e a chi ci sta intimando di smettere un’esperienza di informazione libera come questa radio che da oltre vent’anni esiste qui a Barcellona. Per sapere che cosa sta succedendo e per sapere come potete darci il vostro appoggio, ascoltate questo bel riassunto che abbiamo fatto per gli ascoltatori di Radio Città Fujiko di Bologna.

Nella sauna di Contrabanda questo venerdì vi abbiamo portato due grandissimi musicisti. La prima si chiama Yaíma Orozco e i nostri aficionados dovrebbe conoscerla. È stata ospite di Zibaldone proprio un anno fa, alla metà di giugno del 2011 e ci ha stregato con le sue canzoni e con la sua dolcezza. Yaíma è una delle migliori e delle più giovani rappresentanti della nuova trova di Santa Clara, la città che ospita il mausoleo del Che, nel mezzo dell’isola di Cuba. Santa Clara, come la Habana, è una delle patrie della trova cubana, conosciuta in tutto il mondo grazie alle canzoni di Silvio Rodríguez e Pablo Milanés. Ma la trova non si è fermata ai fasti di questi grandi maestri, ha continuato e continua tutt’ora a produrre cantautori e musicisti eccezionali. A Santa Clara, infatti, si trova El Mejunje, uno dei locali d’avanguardia per questo genere musicale, nato nel 1984 grazie all’impegno dell’attore Román Silverio. Un locale, o meglio sarebbe dire un luogo d’incontro, dove quasi ogni sera, nell’ambito degli incontri di Trovuntivitis, si esibiscono musicisti del calibro di Roly Berrio, Miguel de la Rosa e appunto Yaíma Orozco. L’anno scorso Yaíma ci aveva presentato il suo ultimo album, Como siento yo. Quest’anno, invece, è venuta a suonarci alcuni pezzi dal vivo, uno di questi inedito. E con la sua chitarra, la sua voce e la sua allegria è riuscita a stregarci un’altra volta… la aspettiamo anche l’anno prossimo per un’altra tournée in Spagna.

Da Cuba siamo volati direttamente in Italia per farvi sentire un gruppo molto interessante che è passato la settimana scorsa da Barcellona e che ci ha fatto divertire parecchio in un bel concerto organizzato alle Cucine Mandarosso. Sono i Babalot, gruppo nato a Roma alla fine degli anni Novanta. Molta ironia e molta quotidianità nei loro testi. E molta buona musica, sperimentazione sonora con strumenti, giocattoli e rumori. Pochi mesi fa è uscito il loro terzo album Non sei più. Ma noi abbiamo preferito farvi ascoltare tre pezzi dei loro due precedenti lavori, Che succede quando uno muore del 2003 e Segni di vita del 2005. Per saperne di più, date un’occhiata qui.

Ritorna dopo una ulteriore settimana di pausa anche la rubrica Repressione Today, curata dall’incombustibile Banzo che, comunque, nel calore ottundente della nostra cabinetta è stato davvero prossimo a prendere fuoco in più di un’occasione. In questa puntata, una sortita in Italia, con il verdetto definitivo della Corte di Cassazione sul caso di Federico Aldrovandi, che ha visto la condanna per omicidio colposo dei quattro agenti imputati (tre anni e sei mesi, ridotti a sei mesi per via dell’indulto) e gli strascici polemici della sentenza, che hanno visto Paolo Forlani, uno dei quattro condannati, insultare a mezzo social network la signora Patrizia Moretti, madre della vittima, comportamento questo che ha suscitato addirittura una presa di posizione del Viminale. Tornando poi in Catalogna, si è parlato del caso di Marta Sibina e Albano Dante, editori del settimanale gratuito dell’Alt Maresme «Café amb Llet», che sono stati recentemente querelati per diffamazione da Josep Maria Via, consigliere alla presidenza di Artur Mas, nell’ambito di un’inchiesta sulla malasanità catalana che ha attirato anche l’attenzione dell’Ufficio Antifrode della Generalitat. I due giornalisti hanno pubblicato un video, dall’eloquente titolo «El robo más grande de la Historia de Cataluña», in cui spiegano dettagliatamente il coinvolgimento di Via e di altri nomi eccellenti della politica catalana in un sistema per nulla limpido di appalti informali e connivenze assortite alle spalle dei contribuenti. Consigliamo di vedere il video: qui la prima parte e qui la seconda.

Dopo la Repressione ci voleva un po’ di musica per rilassarci. E per pensare. Perché nella seconda parte di questa torrida puntata è venuto a trovarci uno dei migliori trombettisti spagnoli. Basco nel cuore e nelle mente, attivo a Barcellona da ormai due decenni, Juan De Diego detto Trakas è un musicista eccezionale che con la tromba ci fa volare in alto. Raccontarvi quello che ha fatto e che continua a fare Juan è praticamente impossibile. Sono decine e decine i progetti che lo hanno visto protagonista. E la sua mente non si ferma mai, è un crogiuolo di idee geniali. Siamo riusciti finalmente a convincerlo a venire a trovarci in trasmissione per presentarci la sua ultima fatica, un album che merita non uno, ma cento ascolti. Frutto della collaborazione con quattro musicisti di alto livello come Abel Boquera, Jordi Matas, Caspar St. Charles e Dani Domínguez, Erbestea è uscito questa primavera per l’etichetta Errabal Jazz. Un album composto di sei pezzi che riassumono le esperienze e i pensieri di Juan, dall’isola deserta delle Canarie dove si è sposato (Isla desierta) al disastro nucleare di Fukushima (Fukushima, mon amour), dai cocktail di cucina basca e catalana (Calçotsalda) fino all’esilio dei nonni baschi in fuga nel mezzo della Guerra Civile dalle truppe franchiste che stavano entrando a Bilbao (Erbestea). Ma con Juan abbiamo chiacchierato anche di molte altre cose. Della vita in primis. E di questa Barcellona dove stiamo vivendo. Una città che è cambiata fin troppo e che si è convertita in un parco divertimenti per stranieri in vacanza. O, come dice Juan in un’altra canzone del suo ultimo album, in un Carril Guiri. Per scoprire tutti i progetti e per sapere dove suonerà prossimamente Juan De Diego, basta che clicchiate qui.

E oggi una Trash Zone tutta particolare, la nostra cara Eva munita di stampelle è andata in trasferta per noi alla ricerca di personaggi che facessero al caso nostro, é andata a sondare le piazze della cittá pur di servirci in diretta un prodotto succulento della cultura nostrana. Davvero non conoscete Ciro Capuozzo, artista d’eccezione con la missione di esportare il neomelodico napoletano in giro per il mondo? Eppure pare stia spopolando nei dintorni della Rambla del Raval, da una pizzeria all’altra, o almeno ci prova. Ciro di certo fará di tutto per raggiungere il successo: é un poeta determinato e ambizioso. C’ha concesso in un intervista telefonica il racconto della sua arte e dei suoi progetti, e degli anni di gavetta a Napoli, quando ancora doveva rubare l’autoradio per poter ascoltare le sue canzoni… Speriamo che quando lo coglierá il successo si ricordi di noi!

E in ultimo, come sempre, la ciliegina sulla torta del consiglio musicale, la canzone che sguscia dalle novitá del suolo italico per mettere il punto ai nostri venerdí. Oggi abbiamo tra le mani un disco nuovo nuovo: i Masoko, gruppo romano che dal 2002 mescola rock, new wave e autoironie, ha sfoderato da pochissimo il suo terzo album, Le vostre speranze non saranno deluse. Dopo le collaborazioni con Giorgio Canali e con i Marlene Kuntz, dopo aver partecipato allo «Zecchino d’oro dell’undergound» insieme ai Mariposa, siam curiosi di vedere che ne esce dalle mani di questo gruppo che cosí bene sa svicolare tra il cinico e il naif. E c’ascoltiamo dunque un pezzo sgraziato, pungente e dolce: Prima del crollo.

A venerdí prossimo, e che la calura porti buoni consigli!

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