Di stelle del cinema, di negritudine e di bambole di pezza (31 agosto 2012)

Pare proprio che l’estate sia giunta al termine. E anche questo torrido mese d’agosto. E noi abbiamo deciso di ricominciare la nuova stagione di Zibaldone il giorno prima che inizi settembre. Finalmente lo studio di Contrabanda non è una sauna, la città non è più solo carne da cannone per turisti e si respirano i primi vagiti di un autunno che dovrebbe essere molto caldo. Ma di questo ne abbiamo parlato con calma durante questa prima trasmissione e ne parleremo nelle prossime puntate, seguendo gli sviluppi di quello che sta succedendo qui in Spagna. Prima di tutto, però, una poca di buona musica: Alemartini, un bravo musicista italiano residente in Francia che aveva accompagnato Toni Bruna qui a Barcellona, e i Noir désir con un pezzo che capita a fagiolo: Septembre, en Attendant.

La musica di Ennio Morricone ci riporta al grande cinema italiano. Sì, perché sono tornati a trovarci Sergio Sivori e Cristina Giordana di Laboratorium Teatro per presentarci un’interessante esposizione, Estrellas del cine italiano, che raccogliedocumenti, fotografie, riviste e spezzoni di film tratti dagli archivi privati di una delle più conosciute coppie del cinema italiano: Claudio Gora e Marina Berti. Una coppia dietro la cinepresa e nella vita, che iniziò negli anni Trenta, con il cinema dei telefoni bianchi e che arrivò fino alla fine degli anni Novanta partecipando in film indimenticabili come Il testimone e Un maledetto imbroglio di Pietro Germi o La donna della domenica di Luigi Comencini. Gli aneddoti che ci hanno raccontato Sergio e Cristina sulla vita della coppia Gora-Berti sono moltissimi e hanno a che vedere con miti nazionali ed internazionali del calibro di Vittorio De Sica e Buster Keaton. L’inaugurazione sarà venerdì 7 settembre, alle 20h15, all’Anaglifos Art Factory (C/d’en Monec 17), ma durante tutto il mese di settembre ci saranno altre attività organizzate nell’ambito di questa esposizione. Per maggiori informazioni, date un’occhiata qui.

Dopo la pausa estiva torna anche la Repressione Today dell’incombustibile Banzo, con un condensato di notizie agostane drammaticamente simile a un bollettino di guerra. Dopo un fugace riferimento ai casi universalmente noti delle Pussy Riot e di Julian Assange, si torna in Spagna per parlare di Juan Manuel Sánchez Gordillo, sindaco del quasi utopico paesino andaluso di Marinaleda e da circa un mese nell’occhio del ciclone in quanto ispiratore di un «esproprio forzoso» in due supermercati (un Mercadona e un Carrefour) a favore di alcune mense sociali della zona: e mentre nel punto vendita Carrefour la questione si è risolta con un gentlemen’s agreement e una donazione da parte del supermercato stesso, gli strascichi legali dell’azione al Mercadona sono ancora incerti, con quattro sindacalisti accusati di furto con violenza e intimidazione e lo stesso Sánchez Gordillo che potrebbe vedersi imputato dal Tribunale Supremo di Giustizia andaluso proprio come ispiratore del reato. Un riferimento anche per la campagna di obiezione contro la riforma sanitaria che a partire dal primosettembre lascia molti cittadini, soprattutto stranieri senza permesso di soggiorno, privi di assistenza medica. Si è poi parlato a lungo della vicenda di Juan Pablo Torroija, cittadino argentino residente a Girona e attivo nel movimento okupa locale, misteriosamente morto lo scorso luglio sotto custodia della polizia, e il cui caso è stato frettolosamente archiviato come suicidio, tra depistaggi e palesi irregolarità procedurali. Per concludere, la storia terribilmente simile di Wandi Farreira, ventunenne domenicano residente a Santa Coloma morto a sua volta sotto custodia in circostanze torbide, prontamente liquidate come suicidio. Solo coincidenze o siamo in presenza di un sinistro modus operandi? La notte si fa sempre più nera…

Finisce agosto, le sedie a sdraio a strisce bianche e rosse restano abbandonate sulla spiaggia, si chiudono gli ombrelloni e da una radiolina un arrangiamento dance ci ricorda che L’estate sta finendo… E noi in questa fine estate non potevamo non rispolverare ilgruppo che ci ha rifilato un successo stagionale dopo l’altro in quei frivoli e luccicanti anni Ottanta: i Righeira, i Duran Duran di casa nostra, il gruppo che ha inventato la disco-dance all’italiana, il duo (ovvero, Michael e Johnson) che ci ha regalato indelebili colonne sonore delle nostre vacanze. Come dimenticarli? Occhiali da sole, coreografie stroboscopiche, esotismi spagnoleggianti e danze robotiche: quella leggerezza un po’ amara delle notti in discoteca, della gioventù fugace, della precarietà di chi si guarda nelle tasche e ammette di trovarle vuote (come recita un’altra hit, No tengo dinero). Un vero toccasana in questi tempi di crisi.

Dopo il faceto toccava ritornare al serio. E questa volta l’abbiamo fatto insieme a Luca Giliberti, antropologo italiano residente da tempo qui in Catalogna. Luca sta lavorando da alcuni anni con le comunità di adolescenti dominicani dell’hinterland barcellonese e in Repubblica Dominicana. Con la crisi (o “la truffa”, come l’ha definita acutamente Luca) la situazione è peggiorata notevolmente: alti tassi di disoccupazione, aumento della criminalità, aumento della repressione, creazione dello spauracchio delle bande latine da parte dei mass media, emigrazione “di ritorno”… Il razzismo è sempre presente, purtroppo, e la xenofobia sta prendendo piede anche qui in Catalogna, come il fenomeno di Plataforma X Catalunya ha messo in luce negli ultimi anni. Quali sono le reazioni a tutto ciò da parte di questi adolescenti? Come reagiscono a questa situazione? Luca ci ha raccontato la sua esperienza e ci ha portato alcune chicche musicali, dove le storie di violenza e il concetto di negritudine hanno un notevole protagonismo.

Come dicevamo, in questo agosto rovente molte cose hanno infiammato la pubblica opinione, e tra queste il processo e la condanna alle Pussy Riot, le tre giovani punk russe dal cappuccio colorato e dalle retorica antipatriarcale. Sono estreme, sono ribelli, si sono esposte in un gesto provocatorio per ridicolizzare pubblicamente il regime di Putin: ma sono anche donne, e questo ha significato una carica aggiuntiva di polemiche e offese, tra le accuse di esibizionismo e le varie lusinghe – non richieste – sulla bellezza delle tre artiste. Perchè ancora nell’immaginario collettivo essere rock e ribelle è cosa che compete al mondo maschile, e si reagisce con fastidio a ciò che non è conforme. Così che in questo finale di puntata abbiamo deciso di andare a cercare in Italia la musica portata sul palco dalle donne, e abbiamo trovato un fiorire di proposte che vanno dal punk all’indie rock, dalla Calabria (Le Rivoltelle) al nord est padovano (come le rockabilly U.B. Dolls). E ci ascoltiamo una band ormai storica, che ha aperto un po’ la strada a questo genere: sono femministe, sono arrabbiate, suonano dal 1997 e si chiamano Le Bambole di Pezza. Vi salutiamo con un pezzo molto punk che ci può preparare all’autunno che c’aspetta: Strike!

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