La settimana scorsa abbiamo dedicato la puntata del nostro Zibaldone a Enzo Jannacci. Questa volta abbiamo deciso di omaggiare un altro grande che ci ha lasciato recentemente: Franco Califano, meglio conosciuto come il Califfo. Era nato a Tripoli nel 1938 e al suo attivo aveva oltre trenta album, vari libri e un numero impressionante di aneddoti da raccontare. Storie di seduzione e storie di vita, molte delle quali avevano a che fare con le centinaia o migliaia di donne che sono passate tra le sue braccia. Scegliere all’interno della sua vasta produzione solo alcune canzoni per ricordarlo non era cosa facile. Abbiamo pensato bene dunque di chiedere a voi. E grazie ai vostri suggerimenti, durante le due ore del nostro programma, vi abbiamo dato un piccolo assaggio della musica dell’homme couvert de femmes per eccellenza, da Un’estate fa a Io me ‘mbriaco, da Tutto il resto è noia a La mia libertà fino all’imitazione satirica dei Latte e i suoi Derivati… E se la signora Gina non si è spinta fino a raccontare qualche segreto della sua gioventù proprio insieme al Califfo, ma ci ha invece propinato un rap da buona massaia, quel fanfarone insopportabile di Bruno, il comico serio, tra frizzi, lazzi, gag, freddure, imitazioni mal riuscite e storie di un’infanzia dramamatica ha ripescato dal baule dei ricordi proprio una canzone del Maestro, come Vivere.
Passare dal Califfo al grandissimo Javier Krahe non è stata cosa facile, siamo sinceri. Ma ci siamo riusciti comunque. Ci ha aiutato una canzone dedicata a una relazione di coppia, Donde se habrá metido esta mujer, tratta da Valle de lágrimas, il primo album di Krahe, registrato insieme ad Alberto Pérez nel lontano 1980. Erano gli anni dorati degli spettacoli con Joaquín Sabina nella Mandragora. Ma con gli anni Krahe non ha perso assolutamente la sua ironia e la sua innata capacità di raccontare la vita. Ne ha dato prova proprio venerdì scorso in un memorabile concerto alle Cotxeres de Sants nell’ambito del Festival BarnaSants. Ma Krahe non è stato il solo mito vivente ad esibirsi a Barcellona in quei giorni. Giovedì 11 aprile, infatti, Mauro Pagani, storico fondatore della Premiata Forneria Marconi e collaboratore di Fabrizio De Andrè, ha suonato per la chiusura del Festival Cose di Amilcare. Accompagnato dal pianista Eros Cristiani e dal batterista Joe Damiani, Pagani ha ripercorso la sua ormai quarantennale carriera, duettando con amici come il cantante senegalese Badara Seck e i catalani Joan Isaac e Maria del Mar Bonet e chiamando sul palco per il gran finale – Creüza de Ma – anche altri due cantautori catalani del calibro di Marina Rossell e Roger Mas. Oltre a Creüza de Ma, nella versione incisa da Pagani nel 2004, per i vent’anni dello storico disco di De Andrè, del musicista bresciano vi abbiamo fatto sentire anche la bellissima Domani.
E se dal Califfo a Krahe e Pagani il passo è stato arduo, immaginatevi il passo successivo che ci ha trasportato direttamente a Vasco Rialzo. Anzi, sarebbe meglio dire che ha trasportato lui da noi, visto che Vasco ci è venuto a trovare in studio e ci ha fatto compagnia durante tutto il programma. Nato a Bologna nel 1970, Vasco Rialzo è scrittore, giornalista e intrepido agitatore culturale. Autore di tre romanzi – Chilliens (donne), Tipo fratello e sorella e Adéu. Romanzo techno, usciti rispettivamente nel 2008, nel 2010 e nel 2012 – Vasco è stato co-autore insieme a Daniele Masotti anche della guida Bologna senza vie di mezzo (Pendragon, 2011) e pochi mesi fa del sequel barcellonese di quella guida, se così possiamo definirlo. Stiamo parlando di Barcellona senza vie di mezzo, pubblicata sempre dalla casa editrice bolognese Pendragon. Una guida particolare e molto interessante, assolutamente non canonica, dove la ciudad condal viene descritta con dei “sì” e dei “no” molto soggettivi, conditi, se non bastasse, dal linguaggio spiccio, fresco e diretto di Vasco, ricco di espressioni bolognesi. Ne abbiamo parlato a lungo con Vasco, tra cazzotti, ganci e sgambetti metaforici, risate e qualche birra o chupito di ron. Noi ci siamo divertiti parecchio nei piccoli studi di Contrabanda. Di voi non sappiamo. Beh, se volete saperne di più di Vasco Rialzo e seguire le sue molte attività, date un’occhiata al suo blog.
E al momento giusto, come ogni venerdì riappare l’ergonomico Banzo con la sua Repressione Today. Nell’edizione di oggi riprendiamo in esame il caso di Giuseppe Uva del quale avevamo parlato diffusamente la settimana scorsa per aggiornarvi sulle ultimissime novità di questa dura battaglia per la giustizia ingaggiata dalla sorella della vittima, Lucia Uva. Rimaniamo in Italia per parlarvi della raccolta firme per tre leggi di iniziativa popolare riguardanti torture, carcere e droghe: tre proposte assolutamente meritorie che speriamo arrivino felicemente alla conclusione del loro iter. Qui trovate ulteriori informazioni. Torniamo in Spagna per una ricognizione sul caldissimo tema degli escraches, le mobilitazioni promosse dalla Plataforma Afectados por la Hipoteca davanti ai domicili di deputati del Partito Popolare. Aggiornamenti anche sulla vicenda di Ester Quintana, che ha visto questa settimana le dichiarazioni di due Mossos d’Esquadra imputati per il suo ferimento il 14 novembre dello scorso anno. In chiusura, parliamo del leader della sezione cretese del nefando partito neonazista greco Alba Dorata, gettato in mare al termine di una provocatoria manifestazione a Chania lo scorso 2 aprile da un estemporaneo gruppo di militanti comunisti, immigrati e tifosi dell’AEK Atene. Un piccolo aneddoto comico e simbolico al tempo stesso.
La Trash Zone della carissima Eva Vignini, andando a rovistare come di consueto nei pertugi più torbidi del passato italico, è incappata in un seduttore all’italiana dal fisico palestrato e lunghi capelli ossigenati. Davide Fabbri detto il Vikingo è un aitante quarantenne romagnolo pronipote niente popodimeno che di Benito Mussolini. In questi tempi difficili dove persino il maschio italiano è in crisi il Vikingo ha deciso di arginare questa terribile tendenza mettendo a frutto la sua inclinazione di latin lover da spiaggia. Dopo aver iniziato a lavorare nelle discoteche della riviera ed aver partecipato a tutte le più agghiaccianti trasmissioni televisive si è sentito in dovere, come moderno erede dei vitelloni romagnoli, di fondare addirittura una Scuola di seduzione in quel di Cervia dove esercita la bizzarra professione di personal trainer della seduzione. Per farvi gustare le sue preziose doti più in profondità siamo dunque andati a ripescare un pezzo inascoltabile dell’estate 2008 che lo vede diffondere con entusiasmo i suoi insegnamenti: La Kukka Dance!
Nella seconda parte del programma abbiamo sentito in collegamento telefonico Carlo Taglia, il nostro giramondo. Partito dal Nepal oltre un anno e mezzo fa, Carlo ha viaggiato da solo e senza l’uso di aerei ed ha attraversato l’Asia, ha attraversato l’oceano Pacifico, ha viaggiato molti mesi in America Latina, dalla Colombia al Cile fino a raggiungere il Brasile… nell’ultimo collegamento con Zibaldone l’avevamo lasciato proprio sulle coste brasiliane in procinto di imbarcarsi per l’Europa. Ora lo ritroviamo a Torino, il suo viaggio pare essersi concluso, almeno per il momento. L’ultimo mese è stato difatti per Carlo un periodo frenetico di viaggi, dalla Spagna a Berlino e poi a Mosca e con la Transiberiana fino ad arrivare a Vladivostok… Di tutto questo ci ha parlato Carlo e dei suoi nuovi progetti. Vi ricordiamo che potete seguire il viaggio di Carlo Taglia dal suo blog.
Oggi ci dedichiamo per l’último trago di musica a un gruppo dal nome decisamente stridente, soprattutto in questi tempi di crisi e caos istituzionali: I Ministri, band milanese molto rock di cui parlammo già qualche tempo fa ha appena sfoderato un disco nuovo, contrariato lucido e dissacrante, ben apparecchiato sulla classica triade di basso chitarra e batteria. Dopo tante battaglie perse per salvare il futuro, la nuova lotta necessaria dovrà essere Per un passato migliore , e tutto l’album è una vivisezione spietata della realtà, che affonda le radici nel grunge e si spoglia di orpelli e divagazioni. Scarni, arrabbiati, scomposti, I Ministri usano il pessimismo come arma per punzecchiare e vanno direttamente al punto che duole. Anche se disguidi tecnici c’hanno impedito di farvi ascoltare qualche canzone in più, consigliamo il bel video del singolo Comunque, e ci lasciamo con un invito: «ora che è la più stupida, ora che puoi inventartela, segui La pista anarchica«!
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