Di MINIMALmambo, di Black Tarantella, di David Mamet e… del Gabibbo (3 febbraio 2012)

Da alcuni giorni, anche qui a Barcellona, sono arrivati il freddo e il gelo siberiani, che, da quello che pare, si sono trovati così bene sul litorale mediterraneo catalano che hanno deciso di non andarsene più. Ormai ci stiamo convivendo, come con un fastidioso ospite che ci si trova in casa e che non ha la minima intenzione di levare le tende. Temperature sotto zero, sale nelle strade per evitare che ghiacci, financo una spolverata di neve sotto Collserola. Scene, a dirla tutta, a cui siamo davvero poco abituati. Ma tant’è!

Per aiutarvi a resistere a tutto ciò noi impavidi zibaldoniani abbiamo pensato bene di proporvi un programma con i fiocchi, pieno di ospiti d’eccezione e di sorprese. E, visto che in radio il tempo è tiranno, non abbiamo voluto perdere il tempo. Dopo aver scaldato i motori con Love Delicatessen dei Presidents of United States of America, siamo partiti subito in quarta con i nostri primi ospiti. Che si chiamino Gregg Goldberg – un famoso speaker radiofonico di Chicago, amante della polemica – e la signora X – un’ascoltatrice insonne, un poco paranoica, a dire il vero – o che si chiamino in altro modo, in fin dei conti, che importa? La vita è sogno diceva Calderón de la Barca. E la vita è anche teatro, come recita lo slogan del Carnevale di Venezia di quest’anno. Dunque, adelante, come ci spiegava con ironia l’ultimo Orson Welles, con ciò che è vero e ciò che forse non lo è! E lasciamo spiegare tutto questo agli amici di Play Mamet, che ci hanno deliziato con uno dei loro sketch. Uno sketch altamente radiofonico intitolato 4 a.m. Play Mamet è uno spettacolo teatrale assolutamente non convenzionale basato sui testi dello sceneggiatore statunitense David Mamet e messo in scena da cinque bravissimi attori attivi nella ciudad condal: Òscar Bosch, Neus Suñé, Valentina Calandriello, Carlos Conde e Nicolás Rivero. Un bel mix di esperienze e di retroterra culturali distinti a mezzo tra Catalogna, Italia, Galizia ed Argentina. Uno spettacolo in cui il caso gioca un ruolo fondamentale, al pari del pubblico, che diventa protagonista. Spiegarvi come funziona Play Mamet non è affatto facile, ma se fate attenzione a quello che, con il Miles Davis di A tribute to Jack Johnson di sottofondo, ci hanno raccontato Òscar, Valentina e Nicolás lo capirete. La migliore cosa che possiate fare, però, è andare a vederlo di persona. Per il momento troverete i nostri cinque amici, accompagnati dal musicista Lalo López e dalle sue improvvisazioni musicali, ogni lunedì sera, alle 21h30, al Freedonia (C/Lleialtat 6) nel mezzo del Raval. Per maggiori informazioni date un’occhiata alla loro pagina di facebook e se le parole non vi bastano e volete proprio le immagini, se schiacciate qui, potete vedere il trailer di Play Mamet.

Nemmeno il tempo di ascoltarci il ritmo indiavolato dei Left Lane Cruiser e le sonorità funky di Betty Davis e ci siamo trovati già nel nostro piccolo studio di Radio Contrabanda Rossana Taddei e Gustavo Etchenique. A chi ci ha seguito nell’ultimo anno questi due nomi dovrebbero dirgli qualche cosa. Nel caso in cui foste di memoria corta o foste dei nuovi aficionados del nostro Zibaldone, non c’è problema: schiacciate qui e vi rinfreschiamo le idee in un solo click. Rossana è una cantante, musicista ed artista ticinese, ma con fortissimi legami con l’Uruguay, terra d’emigrazione dei suoi avi in varie occasioni. Gustavo è un batterista e percussionista uruguayano dalle mille risorse. A giugno dell’anno scorso, quando erano stati per l’ultima volta a Barcellona, avevamo parlato di poesia e musica e della ricerca dell’identità. Questa volta, Rossana e Gustavo – a Barcellona per un piccolo tour che li ha visti suonare, tra l’altro, al Festival BarnaSants – ci hanno presentato in esclusiva il loro ultimo lavoro: MINIMALmambo, un album davvero sui generis, uscito pochi mesi fa in Uruguay. Quattordici canzoni dove la poesia e la musica si fondono e le sonorità latine si mescolano a qualcosa che sa di tradizione musicale italiana. L’incredibile voce di Rossana, potente e dolce allo stesso tempo, e il protagonismo delle percussioni suonate da Gustavo fanno il resto. Se volete sapere qualcosa di più di Rossana Taddei e del progetto MINIMALmambo, vi consigliamo di dare un’occhiata qui.

Quella di questo venerdì è stata davvero una puntata piena di ospiti e di sorprese. E dulcis in fundo, in esclusiva per Zibaldone, vi abbiamo proposto l’intervista che abbiamo fatto ad uno dei più grandi musicisti italiani viventi: Enzo Avitabile. Enzo è stato qui a Barcellona in questi giorni per un concerto con i Bottari nell’ambito del Festival Internacional de Percussió de Catalunya. Un concerto emozionante e passionale. Con Enzo abbiamo parlato del suo progetto con i Bottari di Portici iniziato oltre dieci anni fa con Salvamm’o munno, album premiato dalla critica e dal pubblico. Ma anche di molto altro: della sua terra, della vita, della musica. Del messaggio delle sue canzoni, un messaggio di cui il mondo, di questi tempi, ha sempre più bisogno. Della sua lunga traiettoria musicale, dal blues dei primi anni Ottanta, dalle collaborazioni con Pino Daniele e James Brown, fino alla svolta degli anni Novanta con Aizetè e Addò, le collaborazioni con gli Agricantus e molti altri artisti, la riscoperta del dialetto, la grande ricerca sulla musica tradizionale… e, infine, del suo ultimo lavoro che vedrà la luce tra poco meno di un mese: Black Tarantella, un album frutto della collaborazione con artisti italiani ed internazionali del calibro di Pino Daniele, Franco Battiato, Francesco Guccini, Bob Geldof e Enrique Morente, tra gli altri. Delle parole quelle di Enzo, che vanno ascoltate e su cui sarebbe bene riflettere. Se volete saperne di più, date un’occhiata qui.

Non potevamo concludere una puntata di Zibaldone senza il consueto appuntamento con la Trash Zone curata dalla nostra cara Eva Vignini. Cosa ha tirato fuori dal baule dei ricordi la nostra cara Eva, sempre in cerca del peggio che il Belpaese ha prodotto nell’ultimo lungo trentennio? Bé, stavolta si è toccato un altro dei punti algidi del trash italico! Eva ci ha proposto quel pupazzo rosso con accento genovese veramente fastidioso (sia l’accento, sia il pupazzo in sé) passato alla storia con il nome di Gabibbo. Un pupazzo lanciato da Striscia la notizia di Antonio Ricci che, oltre ad essere stato conduttore televisivo di altre perle del trash come Paperissima Sprint e Veline, ha assunto il ruolo di report d’assalto moralista e difensore dei più deboli delle reti Mediaset, tanto da essere premiato con un Telegatto. Insomma, un perfetto esempio della incultura berlusconiana, populista e demagogica. Ma il Gabibbo è stato pure cantante. E noi ci siamo ascoltati uno dei suoi «successi»: Ti spacco la faccia, un ottimo messaggio da parte del moralista difensore dei più deboli.

Chiudere con quel pupazzo rosso che ha rovinato l’esistenza di molti giovani tra la caduta del Muro di Berlino e la fine della Prima Repubblica sarebbe stato forse troppo duro. Per noi e per voi. Allora abbiamo pensato bene di metterci una pillola musicale per curare le ferite inferte dal trash. È stata la nostra cara Laura Orlandini a curare il consiglio musicale della settimana. Loro sono marchigiani e ci offrono un «pop sbarazzino ma mica tanto». Si chiamano Chewingum e dal loro ultimo album intitolato Nilo, ci siamo sentiti Atlantic City. Se volete saperne di più su questi tre giovani virgulti di Senigallia, schiacciate qui.

Buon ascolto!

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