Di 600 notti, di pesci nel piatto e di tanta buona musica (17 febbraio 2012)

Cari aficionados di Zibaldone, per questo venerdì ci sono cinque notizie buone ed una notizia cattiva. Iniziamo da quella cattiva, così dopo il primo contraccolpo sarà – per noi ed anche per voi – una strada tutta in discesa. Eccola qui, la cattiva notizia: in queste due ore di programma non troverete l’ormai tradizionale appuntamento con la Trash Zone curata dalla nostra cara Eva Vignini. Lo so, è duro affrontare una nuova settimana senza una perla del trash nostrano, come siamo soliti fare da ormai parecchi mesi, ma la nostra cara Eva s’è presa l’influenza ed è rimasta senza voce. Ed in radio, se non si ha la voce, c’è proprio poco da fare… Ma non abbiate timore, zibaldoniane e zibaldoniani sparsi per i due emisferi del globo: siamo riusciti comunque ad offrirvi il meglio del nostro meglio. E ve lo dimostriamo subito,  passando alle cinque buone notizie.

La prima è quella con cui abbiamo aperto il programma: è uscito la settimana scorsa il nuovo album in acustico di Lu Colombo, Molto più di un buon motivo, pubblicato dall’etichetta indipendente Up Art Records nella collana «Song Series». Molto più di un buon motivo è un meraviglioso tributo a uno dei maestri della canzone d’autore spagnola, il madrileño d’adozione Joaquín Sabina, le cui canzoni sono state tradotte in italiano da Sergio Secondiano Sacchi. Dodici canzoni del miglior Sabina, quello della fine degli anni Novanta, da Una canción para la Magdalena a Contigo. Come nota Sergio Secondiano Sacchi, «Joaquín Sabina è interprete molto difficile da tradurre, con tutte quelle acrobazie ritmiche, con quella sapienza filologica, con i suoi divertiti richiami culturali, quella mani della citazione spesso sotterranea. Ma proprio perché unisce questa sapienza tecnica a una poetica da «canaglia» risulta irrimediabilmente affascinante.» E il risultato che abbiamo tra le mani è davvero eccellente, come ci hanno dimostrato i due pezzi che ci siamo ascoltati: Chiusura per fallimento e 19 giorni e 600 notti, dove la voce di Lu Colombo, forte, profonda, vissuta riesce ad immergerci nel mondo poetico e tanto reale di quello che è stato il cantore per eccellenza della movida madrileña. Se volete saperne di più, date un’occhiata qui.

La seconda buona notizia è l’aver avuto in studio Kein, giovane e promettente musicista italiano. È stato un vero volo pindarico il passaggio da Lu Colombo a Kein, dalla voce graffiante della cantante milanese alle sonorità rilassanti di questo molisano che come nome d’arte ha scelto una negazione tedesca. Kein ce lo ha fatto conoscere Francesco Perrella, che da qualche mese sta portando avanti uno spazio di notevole interesse, la Echorek Dub Factory, sita nel cuore del Raval (C/Ferlandina 53). Uno spazio dove si produce musica e dove, soprattutto, si organizzano performance, concerti e jam session. Dopo alcune esperienze giovanili nel mondo del punk e del rock, Kein si è avvicinato sempre più alla musica elettronica e in particolare ai ‘broken beatz’, alla cultura post-rave e al dubstep. Le sue produzioni si caratterizzano per la ricerca di sonorità morbide e melodie electro-minimali, tipiche dell’ambient e dell’IDM. Nel nostro piccolo, ma – come sapete – accogliente studio di Radio Contrabanda, Kein ci ha proposto una breve ma intensa live session con alcune delle sue ultime creazioni che dovrebbero vedere la luce nel 2012 e ci ha fatto ascoltare Fondle, il suo recente EP, pubblicato dall’etichetta svizzera Helvet Underground nel 2009. Per conoscere meglio Kein e la sua interessante ricerca musicale, fate click qui.

La terza buona notizia è aver ricevuto la visita di due bravissimi musicisti. Lui è un incredibile pianista pugliese che sta girando il mondo con il suo ultimo album. Si chiama Kekko Fornarelli. Lei è una cantautrice catalana dalla voce dolce come il Mediterraneo e forte come la Tramontana. Si chiama Rusò Sala. Rusò verrà a trovarci tra un paio di settimane e ci racconterà con più calma dei suoi progetti, tra i quali spicca il suo nuovo album, Mar endins, frutto della collaborazione con Kekko Fornarelli e con altri due jazzisti pugliesi: Dario Congedo alla batteria e Giampaolo Laurentacci al contrabbasso. Kekko è passato da Barcellona non solo per la presentazione di Mar endins in un bel locale underground del Poble Sec, ma anche per un’importante concerto al Jamboree con il suo Kekko Fornarelli Kube Trio. Nello storico locale della Plaça Reial, Kekko ha presentato la sua ultima fatica, Room of mirrors, un album davvero meraviglioso uscito per l’etichetta pugliese Auand qualche mese fa, che abbiamo avuto il piacere e la fortuna di sentirci anche noi in radio, mentre si è chiacchierato di musica, di cucina, di mari e di monti e della situazione italiana. Frutto dell’incontro di Kekko con altri due grandi talenti del jazz italiano, Luca Bulgarelli (double bass) e Gianlivio Liberti (drums), Room of mirrors nasce dalle ritmiche serrate del background metropolitano, interpretate in un connubio, tanto inusuale quanto azzeccato e godibile, con il lirismo delle armonie di radice neoclassica. L’utilizzo di componenti elettroniche e di sinterizzazioni degli strumenti acustici rendono l’ensemble capace di realizzare una gamma di colori e di ambienti infinita. Ascoltatevelo con calma e, per i curiosi e i fan, guardatevi Daily Jungle, il primo videoclip jazz della storia e date un’occhiata alla sua pagina web dove troverete tutte le informazioni sulle prossime date e le news.

La quarta buona notizia è un’altra visita, quella del jazzista valenciano Dani Molina e di Anna Bozzano, ricercatrice del Departament de Recursos Marins Renovables (ICM-CSIC). Anna è venuta a parlarci di un progetto che sta portando avanti da qualche mese nei centri civici di Barcellona con un notevole successo. Il progetto si chiama El peix al plat, ovvero «Il pesce nel piatto», e ha a che fare con il consumo responsabile del pesce, con l’ambiente, con la nostra alimentazione, con l’attuale stato dei nostri mari. Un viaggio tra il Mediterraneo e i mercati di Barcellona che finisce a tavola e che ci apre gli occhi su una questione di cui si parla davvero troppo poco. Che c’entra un musicista di jazz con tutto questo, vi starete domandando. Bé, c’entra eccome. Oltre alla ricerca, l’altra grande passione di Anna è la fotografia e proprio in ottobre la sua ultima expo ha avuto come protagonista il Dani Molina Quartet in una serie di bellissimi scatti catturati in concerti e live session. Abbiamo pensato bene di prendere due piccioni con una fava e di proporvi una doppia intervista alquanto originale. Ed ecco che tra sogliole e orate, Dani ci racconta di un progetto che ha ormai quasi dieci anni di vita. Iniziato nel 2003 e portato avanti nel 2006 con il primo album, Toc-toc, il Dani Molina Quartet ha vissuto un notevole successo con il suo secondo album, África, uscito nel 2010 e che ha contato con la collaborazione, oltre che di Dani Molina al saxo, di Pere Arguimbau alla chitarra, di Joan Solà-Morales al contrabbasso e di Ramiro Sosa alla batteria. Vi abbiamo proposto qualche pezzo di questo bellissimo album, come África e Recés. Per conoscere meglio la musica di Dani date un’occhiata qui e per maggiori informazioni sul ciclo di conferenze organizzato da Anna schiacciate qui.

E per finire la quinta buona notizia: il consiglio musicale della settimana, curato dalla nostra cara Laura. Si definiscono un gruppo pop minimal hardcore e apocalittico, dichiarano d’essere «attenti alla vostra gioia e tutte le altre malinconie», sono di Pordenone ma se ne stanno a Pesaro e giocano con i suoni e le parole come fosse pongo colorato: sono Ruben e Zagor Camillas, o meglio I Camillas, a quanto dicono formatisi nel 1964 ma inattivi per quarant’anni finchè il rock’n’roll italiano non ha avuto bisogno di loro. Hanno le chitarre, lo xilofono, il cimbalo, le tastiere, sono un po’ demenziali e un po’ naif, e stanno suonando parecchio in giro per l’Italia nei circoli underground. Ci siamo ascoltati Problemi dall’album Everybody in the palco, del 2007, ma se volete saperne di più, cercateli qui.

Dopo tutte queste buone notizie non ci resta che augurarvi buon ascolto! No?

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