Le immagini di Ilaria Salis, portata al guinzaglio nel tribunale di Budapest, hanno fatto il giro del mondo. È ormai da un anno che Ilaria è rinchiusa nelle carceri ungheresi in condizioni insalubri, accusata di crimini surreali per cui le si chiedono 24 anni e abbandonata completamente dalle istituzioni italiane, nonostante gli sforzi del padre Roberto. Il governo Meloni fa orecchie da mercante per compiacere l’amico Orbán che, oltre ad avere convertito l’Ungheria in un’autocrazia elettorale, utilizza Ilaria come moneta di scambio per i suoi interessi in Europa. La vicenda di Ilaria è un vero e proprio scempio democratico che dovrebbe come minimo risvegliare le coscienze di molti italiani ed europei. Ne parliamo con Francesca De Benedetti, capo servizio Europa del quotidiano Domani.
Ci ha accompagnato la musica di Giovanni Truppi & Vinicio Capossela (Nella mia ora di libertà), Orfeo Zenészcsoport (Föld és víz), noÁr (Áron Molnár) (Milyen áron?), Gian Piero Alloisio (Eia eia trallallà) e Mirko e il cane (Non mi ricordo più).
– Le Ultimissime di Fausto
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