Molta buona musica, molte chiacchiere e pochi distintivi, in questo «Zibaldone» live on Venerdì Santo. La Santa Pasqua non era con noi, peccatori incorreggibili! E quindi abbiamo pensato di re-inventarcela con letture sacrileghe delle Sacre Scritture: Meteora ci ha riproposto un sexual Levitico e Steven un incesto allo stile del miglior predicatore degli sterminati USA.
Ma prima, c’è stato molto altro. Una buona mezz’ora di rock, funky & soul per caricare le pile Duracell dei vostri corpi. E poi? Accompagnata dalle note di De Gregori e Rino Gaetano (sempre c’è un emigrante che parte), Laura è tornata a parlare di frontiere e di libertá di movimento, dalla travagliata e precaria vita senza documenti degli esiliati antifascisti negli anni trenta (leggendo le parole di Joyce Lussu) alla attuale situazione dei tunisini bloccati a Lampedusa.
E poi? In un gioco di rimandi spazio temporali, dal venerdì santo al senza tempo, dai gregoriani a Guccini, da Petrarca a Lella Costa, Marco e Francesca ci hanno letto dei dubbi di una donna e di rapporto individuo-collettività, di zanzare a Zanzibar e di possibilità di vedere il mondo con altri occhi, e di cambiarlo. Significativo contributo di Francesca nel presentare «l’inadeguatezza della donna» secondo Alice.
E poi? Poi è riapparso Fabrizio, con il suo «Art Box». Fabrizio ci ha presentato Filippo Tirincanti e il suo nuovo album: Otherwise. Un cantante dalle sonorità blues, soul e jazz che ha vissuto una vita divisa tra USA e Italia. Una vita fatta di incontri, esperienze. Una vita fatta ancora di poco passato e tanto futuro. Ci siamo ascoltati tre meravigliosi pezzi:
“Otherwise”, “Reality” e “She smile”. In chiusura, un piccolo pezzo scritto dallo stesso Fabrizio…
E poi? Dopo la morte, la risurrezione di nostro Signore! Amen, peccatori che non siete altro! E, soprattutto, buon ascolto!
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