Di maggio e di musiche in viaggio (4 maggio 2012)

Ecco una nuova puntata di Zibaldone che si srotola davanti ai nostri occhi, in un venerdì pomeriggio di palme e cielo blu, in una città presidiata dal fantasma del vertice della Bce, abbiamo messo ai microfoni una puntata piena di musica, di voci e di canzoni nuove.

Cominciamo subito con la nostra nuova rubrica forzata e involontaria, l’aggiornamento settimanale che non vorremmo dare ma ci tocca, il siparietto battezzato Repressione Tudèi. Questi primi giorni di maggio sono stati molto particolari qui a Barcellona, l’impressionante spiegamento di forze dell’ordine nelle vie del centro hanno creato un clima alquanto surreale, la revoca temporanea del trattato di Schengen e i cecchini appostati negli edifici del centro hanno tenuto la città in una strana atmosfera di tensione e di apnea. Ma nonostante la pressione e l’accerchiamento delle forze di polizia, le manifestazioni del primo maggio sono state le più affollate degli ultimi anni: le proteste contro la riforma del lavoro e contro i tagli a istruzione e sanità stanno continuando e non sembrano volersi fermare. A proposito di abusi e repressione, oggi è venuto a trovarci Nicola Tanno, fondatore dell’associazione Stop Balas de Gomas di cui spesso abbiamo parlato dai nostri microfoni. Nicola è una delle tante vittime di un’arma letale in dotazione alla polizia in Spagna, ovvero un famigerato fucile che spara pallettoni di gomma il cui obiettivo dovrebbe essere quello di disperdere la folla, e che ha dimostrato invece di causare danni gravi. Nicola, come altre sei persone negli ultimi anni in Catalogna, è stato colpito al volto e ha perso un occhio: da allora ha raccolto la voce di altre vittime e si batte per la proibizione di quest’arma, utilizzata in maniera indiscriminata e impropria da forze dell’ordine che agiscono sistematicamente senza identificarsi. Di fronte al silenzio delle istituzioni e della stampa, l’associazione Stop Balas de Goma sta portando avanti una forte campagna di sensibilizzazione, e sta tentando di coinvolgere anche l’opinione pubblica italiana. Tutta colpa di Robben è il titolo del libro in cui Nicola Tanno racconta la sua storia e la sua battaglia, da quella notte di luglio in cui l’olandese Robben sbagliò un goal, la Spagna vinse i mondiali e un Mosso d’Esquadra -ancora non identificato- sparò un proiettile di gomma in faccia a un ragazzo tra i tanti che si trovavano in Plaça Espanya. Il libro uscirà in Italia tra pochi giorni, e sarà presentato a Barcellona il 26 maggio al Centro Civico San Pere.

Grazie al nostro ambasciatore dalle terre sarde, Juan Vargas (alias Giovanni Vargiu), abbiamo avviato un collegamento transmediterraneo d’eccezione: il cantautore Marco Noce, direttamente dall’isola, c’ha servito in diretta un paio di anteprime in esclusiva per voi.  Tra un Pazienza e una Veranda affacciata, abbiamo parlato con Marco di musica e di Sardegna, di arte e di progetti, tra i quali quello di Aprile Super8.

Ma je devi dì.. dai, nun me sfinì… studierò vabbè domani papà! La voce in farsetto di Pierino c’accompagna ormai da tempo immemore aprendo il sipario dell’immancabile Trash Zone. Eppure, finora ci eravamo dimenticati di dedicare la nostra vetrina sul peggio del peggio della cultura italiana proprio a colui che ne canticchia la sigla: Pierino, ovvero Alvaro Vitali, il borgataro romano che ha fondato il suo universo comico su un’unica espressione facciale, l’uomo piccolo che strabuzza gli occhi e spalanca la bocca, l’improbabile scolaretto impertinente che sbirciava sotto la cattedra le cosce accavallate di qualche avvenente (e altrettanto improbabile) professoressa in minigonna. Protagonista di primo piano di quella “commedia sexy all’italiana” che tanto danno ha fatto tra gli anni Settanta e Ottanta, Alvaro Vitali fu scoperto e lanciato nel cinema da Federico Fellini, che lo volle per una piccola parte in Satirycon e lo scritturò per quattro film consecutivi. Tutti ce lo ricordiamo danzare nella nebbia con la sua mantella nera in Amarcord, poi ci siamo distratti e ce lo siamo ritrovato con il grembiulino blu a fare peti e pernacchie nelle tivù a colori di tutti i tinelli d’Italia. Di nuovo, la Trash Zone getta un fascio di luce sui punti oscuri della nostra storia: di fronte alla potenza del riflusso e della tivù commerciale, non c’è creatività felliniana che resista, siamo costretti ad arrenderci e sperare che per lo meno Edwig Fenech passi di là.

Ed anche oggi il piccolo studio di Zibaldone si popola delle note saltellanti della musica dal vivo. È venuto a trovarci Tenedle, musicista fiorentino emigrato da qualche anno in Olanda, cantautore in tournè da queste parti che sperimenta sonorità elettroniche e che ci ha dedicato oggi un po’ di canzoni del suo lungo percorso musicale. Tra la chitarra e le parole si parla dell’ultimo disco (Grancassa, 2010) e dell’inquietudine di gioventù, del Dissenso del ritmo e della musica in viaggio. Perchè l’emigrare, lo spostarsi, vuol dire trovare nuovi orizzonti, intessere nuovi nodi, cercare i varchi dove s’annidano ritmi e parole inattese. Come dice Tenedle, il panorama olandese è piatto, la Toscana è piena di colline. Ed esplorare panorami nuovi porta bene. Continueremo a seguire questo musicista tenendo d’occhio il suo sito.

Lasciamo come sempre la fine della puntata alle novità che popolano il sottobosco musicale italiano, ai dischi d’esordio che fanno ancora odore di cellophan e di sale prove fatte in casa, ai gruppi  che brulicano nei locali della penisola portando musiche nuove tra i tavolini. Oggi il consiglio musicale della settimana arriva come una zattera carica di scimmiette in tenace risalita in un qualche fiume tropicale, arriva come un temibile esploratore con l’elmetto, o come il furore di Dio sotto forma di rock band romana: si chiamano Aguirre (come un film di Werner Herzog, sì) hanno autoprodotto il loro primo disco da qualche mese, si dedicano a un pop-rock condito di virate psichedeliche e sterzate cantautoriali, e si sono anche affacciati in quella vetrina interessante che è il festival Musicultura di Macerata. C’ascoltiamo La pecora in delirio (d’altronde, non è forse maggio?) e ci lasciamo con il singolo Il sogno del malato, il cui bel video ha fatto il giro di youtube.

E dopo tutte queste musiche, vi salutiamo: alla prossima, e buon maggio a tutti.

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