Con gli Yo Yo Mundi e Alessio Lega… (1 febbraio 2013)

Cari aficionados di Zibaldone, in questa puntata vi abbiamo preparato tanta buona musica. E soprattutto due interviste coi fiocchi con musicisti italiani di passaggio a Barcellona. Se avete letto il titolo lo avete già capito… sì, questo venerdì, nei nostri piccoli studi di Radio Contrabanda, siamo riusciti a portare gli Yo Yo Mundi e Alessio Lega, che ieri hanno suonato qui a Barcellona, nella sala Luz de Gas, per il quinto incontro del Festival Cose di Amilcare. Bel concerto, bel pubblico, belle collaborazioni sul palco tra gli Yo Yo Mundi e Alessio Lega e tra questi e il bravissimo polistrumentista Rocco Marchi dei Mariposa e il cantautore valenciano Feliu VenturaYoyo-Lega-24

Con la presenza ai nostri microfoni di Paolo Emilio Archetti Maestri, voce e chitarra degli Yo Yo Mundi, abbiamo potuto fare un viaggio nella ormai ventennale traiettoria musicale di questa band di folk nata nella piccola Acqui Terme, nel Piemonte profondo. E abbiamo parlato del loro impegno sociale e politico con progetti che hanno avuto e continuano ad avere successo, come lo spettacolo dedicato alla Resistenza o la sonorizzazione di Sciopero, il film culto del regista russo Ėjzenštejn. Ma anche Yoyo-Lega-15 del loro ultimo e meraviglioso album, Munfrà, uscito nel 2011, nel quale gli Yo Yo Mundi si sono avvicinati per la prima volta ed hanno abbracciato la musica in dialetto piemontese. Da Munfrà, ci siamo ascoltati alcuni pezzi, come Rataràura e Na Bèla Còrba Ed Nìule (omaggio al conterraneo Luigi Tenco) e come una canzone in italiano, La Ballata Del Tempo Del Sogno, cantata insieme a Eugenio Finardi, che sarà, tra l’altro, il prossimo ospite del Festival Cose di Amilcare il 14 febbraio all’Auditori Barradas de L’Hospitalet.

Ma, come vi dicevamo, in queste due ore di Zibaldone non abbiamo avuto il piacere di avere con noi solo gli Yo Yo Mundi ma anche Alessio Lega, uno delle voci più interessanti della canzone d’autore italiana. Yoyo-Lega-11 Militante anarchico, Alessio è l’erede naturale del Nuovo Canzoniere Italiano e il continuatore della tradizione del canto politico. Nato a Lecce nel 1972, profondo conoscitore della canzone d’autore di ogni latitudine, nel 2004, con il suo primo album Resistenza e amore, vinse la Targa Tenco. Alessio ha poi continuato con album dedicati alle canzoni di Brassens,  Brel, Ferré, Leprest e Renaud (Sotto il pavé la spiaggia del 2006) e di alcuni cantautori francesi, russi, portoghesi e cechi (Canta che non ti passa del 2008), oltre al bel progetto di reincisione del disco E ti chiamaron matta,  del ’71 di Gianni Nebbiosi, prodotto da Giovanna Marini, e dedicato al dramma dei ricoverati negli ospedali psichiatrici. Yoyo-Lega-6 Alessio ci ha parlato di molte cose e ci ha presentato alcuni pezzi del suo nuovo album, in uscita tra poche settimane, intitolato Mala Testa, un canto alla vita e all’anarchia e un omaggio a Errico Malatesta, rivoluzionario anarchico italiano vissuto a cavallo tra Otto e Novecento. Alessio ci ha poi accompagnato durante le due ore di Zibaldone, con improvvisazioni musicali, poesie, canzoni e una bella chiacchierata. E, tra l’altro, ci ha aiutato a resistere alle solite intrusioni di ospiti inattesi, come quel fanfarone di Bruno, che si definisce un comico serio, o come la Signora Gina, che non smette di chiamarci in diretta per raccontarci i fatti suoi…

Ma tra tante boutade c’è stata anche la Repressione Today dell’incoercibile Banzo. Vi ricordate di Enric Juliana, il vicedirettore della Vanguardia che all’indomani dello sciopero del 29 marzo 2012 aveva suscitato l’indignazione della comunità italiana di Barcellona con un discussissimo articolo sulla presunta regia «anarcoitaliana» dei Protesta contro la corruzione del PP disordini alle manifestazioni barcellonesi per lo sciopero generale del 29 marzo 2012? Alcuni giorni fa, Juliana ha pubblicato un articolo relativo alla denuncia presentata dall’Associazione Altraitalia contro lo stato italiano per i bombardamenti sulla Catalogna da parte dell’aviazione fascista durante la guerra civile spagnola dove, con argomentazioni sottilmente capziose, insinua l’inutilità dell’azione senza nemmeno menzionare i denuncianti. Ma si è parlato inevitabilmente, anche del gigantesco scandalo corruzione che sta infangando il Partito Popolare Spagnolocon le rivelazioni sulla contabilità occulta dell’ex tesoriere Luis Bárcenas, che hanno scatenato l’indignazione della società civile in tutto il paese. Il tema ci offre lo spunto per un nuovo aggiornamento sul caso di Hervé Falciani, l’informatico franco-italiano dietro la famosa «Lista Lagarde» contenente i nomi di circa 130.000 potenziali evasori fiscali europei titolari di ingenti conti presso filiali svizzere della banca HSBC. Un paio di brevi anche sull’archiviazione dell’inchiesta sull’irruzione di agenti antisommossa nella stazione di Atocha, a Madrid, lo scorso 25 settembre e sul processo contro due agenti della Brimo, responsabili lo scorso 1 maggio a Barcellona di lesioni ai danni del sindacalista Enric Llorella.

Dopo la Repressione, lo sapete, è il turno della Trash Zone della carissima Eva Vignini, che apporta al nostro organismo l’ormai imprescindibile dose di trash settimanale con una pillola dedicata al principe Emanuele Filiberto Emanuele Filiberto ed in particolare alla sua innata passione: gli spot pubblicitari. Ripercorrendo sin dagli albori il suo naturale talento trash, dai cereali Kellogs allo spot delle cipolline Saclà siamo approdati alla sua ultima agghiacciante performance nello spot della sigaretta elettronica. Emanuele Filiberto con la sua inconfondibile verve da bamboccione ritardato ci regala un altissimo momento di puro trash. Se dunque stavate pensando di farla finita col fumo questo spot è sicuramente un ottimo motivo per non smettere.

E prima di andarcene, dopo questa puntata piena di canzoni intrufolate in ogni dove, non poteva mancare el último trago, l’ultimissima musica per mettere il punto al venerdì. Oggi ritorniamo a Palermo (dove spesso puntiamo il nostro cannocchiale), ritorniamo a rovistare nel mondo degli esordi: loro vengono dal teatro e han deciso mettere musica negli spazi del palco, portare il teatro dentro la canzone. rappresentate Sono Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, una voce e una chitarra a cinque corde, un disco che è ancora in costruzione, pronto a raccogliere suoni trovati Per la via di casa. Ricerca puntigliosa di parole, silenzi misurati e lievi, testi che si fanno corteggiare appoggiati su motivi fatti apposta per fischiettare.Ci ascoltiamo oggi la canzone che da il nome al gruppo, La rappresentante di lista, opportuna in questo clima elettorale e in questa fine d’inverno: per l’occasione, con l’accompagnamento di fiati della Banda alle Ciancie. Buon ascolto!

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