Ormai siamo in dirittura d’arrivo, cari aficionados di Zibaldone. Mancano solo tre puntate prima della pausa del mese di agosto. Puntate piene, intense, ricche di musica. Ed accompagnate da quel caldo che ci fa perdere una media di 3 kg a puntata a noi zibaldoniani. Ma tant’è. E con la musica proveniente dall’Italia abbiamo iniziato questa puntata di metà luglio. Più precisamente con il nuovo disco di un giovane cantautore. Si chiama Vuoto Apparente, anche se sulla sua carta d’identità c’è scritto Riccardo Piazza, e viene dalla Sicilia, una terra che ci sta dando molte belle sorprese in quanto a canzone d’autore in questi ultimi tempi. Dopo due album autoprodotti, Discordie Concordi (2009) e Pan di Zenzero (2010), Vuoto Apparente ci regala questo nuovo disco, un EP di sette tracce, che sanno di quotidianità, di pensieri e di viaggi. Il titolo dell’album è Storyteller, da cui ci siamo ascoltati Ti lascerò parlare e Farfalle nel metrò. Per saperne di più, date un’occhiata qui.
Abbiamo poi continuato con un’altra nuova uscita musicale. Proveniente, in questo caso, dalla Catalogna. Si tratta di un grande musicista e cantautore di questa terra delimitata dal Mar Mediterraneo, dai Pirenei e dal fiume Ebro. Il suo nome, per chi non avesse ancora avuto la fortuna e il piacere di conoscerlo e di ascoltarlo, è Xavier Barò. Xavier ha all’attivo sette dischi, da La Cançó de l’Udol (1998) fino a La Màgica Olivera (2011), passando per dischi, come gli acclamati Xavier Barò canta Arthur Rimbaud (2002), Cançons del Temps de Destrals (2004) e Flors de Joglaria (2006), dove la poesia si unisce alla bellezza e alla ricerca sia nel campo musicale sia nel campo della parola. All’inizio di luglio è uscito il suo ottavo album, La Ruta dels Genets, una registrazione live del concerto che Xavier, accompagnato dalla sua storica band, L’Art de Troba, ha dato nella sala Luz de Gas di Barcellona all’interno del Festival BarnaSants. Un album di una ricchezza incredibile dove Xavier ripercorre, reinterpetandole, tredici canzoni dei suoi precedenti album. Mentre abbiamo chiacchierato della musica, del folk, della poesia e della vita con Xavier, ci siamo ascoltati tre pezzi da questo suo nuovo lavoro (Temps de destrals, Cap de Creus e Miro amb els meus ulls) e una canzone dal suo precedente disco, La Màgica Olivera, intitolata La catedral de Joglaria. Per seguire Xavier Barò, vi consigliamo di cliccare qui.
Nel nostro piccolo studiolo l’aria comincia letteralmente a ribollire: il clima ideale per la Repressione Today dell’inscalfibile Banzo. Molta Italia nella puntata di oggi: in apertura, riprendiamo il caso di Massimo Casalnuovo, trattato dettagliatamente la settimana scorsa, perché il processo per la sua morte è subito giunto a conclusione, con l’assoluzione per assenza di prove dell’unico imputato, un maresciallo dei carabinieri accusato dell’omicidio colposo del ventiduenne salernitano. Restiamo in tribunale per raccontarvi le ultime novità del maxiprocesso contro cinquantadue militanti No TAV per i fatti del luglio 2011: un’udienza fiume, in un clima di forte intimidazione, che ha avuto per teatro l’aula bunker del carcere Le Vallette di Torino, scelta duramente e vanamente contestata dalla difesa. Evidentissimo, una volta di più, l’intento di criminalizzazione del movimento. Ci spostiamo a Roma, per parlare della manifestazione per il diritto alla casa tenutasi nella capitale lo scorso 1 luglio, in concomitanza con la prima seduta del nuovo consiglio comunale. Si sono registrati momenti di grande tensione tra polizia e manifestanti e a farne le spese è stata soprattutto una ragazza di 22 anni, gravemente ferita alla testa dalle manganellate di un agente. Senza cambiare argomento, ci spostiamo in Spagna con l’ultima iniziativa della piattaforma Afectados por la Hipoteca, la cosiddetta Obra Social, un piano di «rialloggio» sociale di massa, promosso anche attraverso un apposito manuale diretto a tutte le vittime degli sfratti. Chiudiamo con il processo incrociato che vede contrapposti l’attivista di Terrassa Mònica Ramírez e due agenti della polizia locale della città catalana, da lei accusati di percosse e reati contro l’integrità morale. Mònica è stata a sua volta denunciata dagli agenti per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, con prove invero lacunose. La prossima udienza è fissata per il 22 luglio e cercheremo come sempre di tenervi informati degli sviluppi.
Accompagnati da altre interessanti nuove uscite, come i nuovi singoli della bravissima artista newyorchese Xenia Rubinos (Help dal nuovo album Magic Trix), del canadese The Burning Hell, al secolo Mathias Kom (Wallflower dal nuovo disco People) e dell’impegnato cantante romano Leo Pari (L’Anno del Drago incluso nella compilation GAS Vintage Supersession), abbiamo ricevuto due telefonate che ci hanno lasciato di sasso. Sì, perché questa volta non è stata la signora Gina a telefonarci, bensì suo figlio, il mitico Dani, arrabbiatissimo perché abbiamo fatto piangere la dolce signora. E la seconda telefonata è stata ancora di più una sorpresa. In tutti i sensi e sotto tutti i punti di vista. Dal Madagascar, infatti, ci ha chiamato quel fanfarone di Bruno, il comico serio, che pare essere scappato da Barcellona. Che il nostro rompipalle sia fuggito per evitare una sana dose di mazzate dei suoi “fans”? O che Bruno abbia dei problemi con l’Agencia Tributaria spagnola? Chi vivrà, vedrà…
E prima di salutarci abbiamo voluto regalarvi una nuova uscita che, ne siamo sicuri, vi accompagnerà tutta l’estate. Stiamo parlando di Tabù, il nuovo disco del mitico Paolo Rigotto, uscito il 21 giugno in versione digitale (il disco “fisico” uscirà a settembre). Rigotto è venuto a trovarci a dicembre dell’anno scorso mentre era a Barcellona per una mini tournée dedicata alla fine del mondo. Il mondo non è finito, in barba a Nostradamus, ai Maya e a Bertín Osborne e dunque Rigotto ha tirato fuori dal cilindro un nuovo album. Dopo Uomo Bianco, Tabù è un album “dentro”: dentro la testa, nel cervello, nell’inconscio. Un disco sull’essere umano e un disco biografico. Un disco sui tabù che ci accompagnano e ci strapazzano. Un disco senza tabù. Visto che qualche settimana fa vi avevamo già presentato il singolo Cosa (Cerchi) nel grano?, questa volta vi abbiamo fatto ascoltare la canzone che dà il titolo all’album, Tabù appunto, Sempre Peggio e Vivalafrica. Per saperne di più e per poter ascoltare gratuitamente on line l’album di Rigotto fino a metà settembre, cliccate qui.
E per l’ultimo trago di oggi ci dedichiamo a un gruppo decisamente folk. Concetto variabile in verità, a seconda di quale latitudine ed altitudine lo vede pronunciare: se siamo nel mezzo della pianura padana, non ci saranno tamburelli e danze in tre quarti, ma lustrini da balera, valzer in fisarmonica, bande messe a lucido tra un fiasco di vino e l’altro. Da Piacenza arrivano i Cani della Biscia, formazione che dal 2010 ha ripescato i classici da festa dell’Unità , le canzonette dell’estate anni ’50, i canti da osteria, e ha dato vita a un mondo che non vedeva l’ora di tornare a ballare sotto al palco. Mescolando dialetto e malinconia in versi, c’è tutta la goliardia e l’amore che può nascere nel mezzo della nebbia. E dall’ultimo album, Fai come faresti, ci lasciamo con un pezzo estivo ed accaldato, tipicamente cinico: Mal d’Africa.
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