La famosa invasione dei dementi in Italia, parte prima (5 maggio 2023)

E questo titolo così strano? Cosa ci viene a significare? Aldilà della citazione, del tutto episodica, di Dino Buzzati, la spiegazione è molto semplice: affascinati dall’idea di raccontare una storia strana e sfuggente come quella del rock demenziale italiano, ci siamo fatti prendere la mano: nella scelta del titolo, appunto, e nella selezione dei brani, tanto che questa puntata sarà solo la prima di una serie di tre nel quale il rock demenziale propriamente detto verrà toccato solo tangenzialmente. Sarà comunque una storia avvincente, ve lo promettiamo.

Selezionando un punto di partenza tra i vari possibili (perché allargandoci un pochino avremmo potuto retrocedere fino a Petrolini e agli albori della discografia moderna), ci siamo soffermati sugli esordi del rock’n’roll nel nostro paese, all’inizio degli anni ’60, con la sua vena di follia rimasta ai margini delle grandi narrazioni mainstream, e ci siamo spinti fino al termine del decennio successivo in un percorso che include cabaret, teatro canzone e pure stornellacci da osteria. Dalla Lombardia, terra nativa di molti maestri dell’ironia in musica, ci siamo progressivamente allargati al resto del paese, dedicando attenzione anche ad alcune delle molteplici lingue locali parlate nel nostro paese. Ma come dicevamo all’inizio, il viaggio è appena cominciato: restate con noi!

Questa la scaletta della puntata:

I 2 Corsari , Zitto, prego! (1960); Ghigo Agosti, Tredici vermi con il filtro (1961); Clem Sacco, Oh mama, voglio l’uovo alla coque (1961) e Baciami la vena varicosa (1963); Riz Samaritano, Ma che calze vuoi da me e Cadavere spaziale (1963); Giorgio Gaber, Goganga (1963, qui presentata in una versione del 1968); Walter Valdi, La busa noeuva (1965); I 5 Monelli, Balbettando (1967); Enzo Jannacci, Ho visto un re (1968); Cochi e Renato, 7+ (1968) e Canzone intelligente (1973); Pippo Franco, Cesso (1971); Culattini Fiorello, I frocioni (1971); I Gatti di Vicolo Miracoli, Storia di un lavoratore che rimane vittima delle disgrazie più cattive (1972) e Capito? (1978); Le Figlie del Vento, I carciofi son maturi se li mangi poco duri (1973); Leone di Lernia, Commara Maria (1975); Lino Banfi, Sciamuninn rock (1975); Frizzi Comini Tonazzi, E duc’ mi clamin cont (1976, qui in una versione live del 2003); Gianfranco Manfredi, Quarto Oggiaro story (1976); Benito Urgu, Sexy Fonni (1977); Maria Sole, Sono seduta sul water closet (1977); Andrea Mingardi Supercircus, Pus (1978); Marinella, Autunno, cadono le Pagine Gialle (1979); Pandemonium, Tu fai schifo sempre (1979); Roberto Benigni, L’inno del corpo sciolto (1979); Sorella Maldestra, Cadavere (1979).

Esta entrada ha sido publicada en General y etiquetada como , , , , , , . Guarda el enlace permanente.

Deja una respuesta

Tu dirección de correo electrónico no será publicada. Los campos obligatorios están marcados con *

*