Di tropicalismo, di etichette nere e di amari rock (2 novembre 2012)

È arrivato l’autunno e sta per arrivare il secondo sciopero generale qui in Spagna. Sarà il 14 novembre. Zibaldone è pronto da un pezzo e sarà sulle barricate in questo autunno caldo spagnolo. La puntata di questo venerdì è iniziata con una perla musicale, una nuova uscita che ci è arrivata direttamente da Madrid. Si tratta del secondo lavoro dei Sinouj, una formazione musicale che unisce musicisti di vari paesi europei e americani. È un jazz dalle forti influenze quello dei Sinouj, influenze funk e soul, ma anche della musica tradizionale africana e di un poco di elettronica. Sinouj si è fatto conoscere nel 2009 con un bel live, ha girato mezzo mondo in tournée nell’ultimo triennio e ora ci presenta Were, album in cui hanno collaborato oltre ai membri di questa eterogenea formazione (il sassofonista madrileno Pablo Hernández, il violinista tunisino Larbi Sassi, il batterista Akin Onasanya, il tastierista napoletano Sergio Salvi e, al basso, il nigeriano Kayode Kuti, il cubano Damián Nueva e l’argentino Pablo Alfieri) anche musicisti del calibro di Jorge Pardo, el Guadiana, Javier Paxariño, Adedeji Adetayo o Fabrizio Cassol. Per maggiori informazioni, date un’occhiata al loro myspace.

Zibaldone non segue solo le ultime novità del panorama musicale italiano e spagnolo, ma anche i festival e le attività culturali che si organizzano e si portano avanti qui a Barcellona, come il Beefeater In-Edit 2012, il festival di documentari musicali che èarrivato alla sua decima edizione e ci si è svolto nella ciudad condal dal 25 ottobre al 4 novembre. Ne abbiamo parlato già la settimana scorsa, ma vale la pena ripeterlo perché l’In-Edit ci sembra uno dei migliori incontri nati in questo inizio di terzo millennio. In questa puntata vi abbiamo segnalato alcuni dei documentari musicali di maggiore qualità che sono stati presentati in questi giorni, come Tropicália di Marcelo Machado (2012), The Rolling Stones. Charlie is My Darling – Ireland 1965 di Mick Gochanour e Peter Whitehead (1965/2012) o Je Suis Venu vu Dire… Gainsbourg par Ginzburg di Pierre-Henry Salfati (2011). Alcune delle canzoni di questi artisti come Os Mutantes, The Rolling Stones e Serge Gainsbourg ci hanno fatto da colonna sonora nelle due ore del nostro programma radiofonico.

Ascoltare Os Mutantes ci ha immerso nella musica brasiliana. E lo abbiamo voluto fare anche qui in studio con un ospite come Serginho Vasconcelos, musicista brasiliano che sta vivendo a Barcellona in questi mesi. Nato come bassista, Serginho è poi passato alla chitarra e da ormai una quarantina d’anni compone e interpreta canzoni. Ce ne ha suonate alcune in un’intensa sessione live davanti ai microfoni di Zibaldone, accompagnato alla chitarra e alle seconde voci da Joan Delgado, musicista catalano amante della rumba e delle rancheras, che negli ultimi due anni ha suonato per mezza Barcellona con la cantante Raissa Avilés nel duo che si è chiamato Sin Complejos. Ma con Serginho abbiamo parlato di molte altre cose: della storia del Brasile, del movimento Tropicalia di Gilberto Gil, Caetano Veloso e de Os Mutantes, della bossa nova e di Chico Buarque, dell’attuale musica brasiliana e, non poteva essere altrimenti, della vita.

Dopo tanta musica, riecco anche la Repressione Today del nostro Banzo, incombustibile e ergonomico in pari misura. In questa puntata abbiamo parlato ancora del movimento 25-S, e dei procedimenti per sanzioni amministrative (leggasi: multe) che sono partiti a pioggia dopo l’ultima settimana di mobilitazioni, spesso con motivazioni quantomeno pretestuose. Spazio anche per la presunta talpa del movimento al Congreso, una esponente di Amaiur (sinistra indipendentista basca) che secondo il quotidiano El Mundo sarebbe rea di avere fornito al 25-S informazioni confidenziali sull’agenda parlamentare e gli orari di alcuni onorevoli. Per concludere, si è parlato di evasione fiscale internazionale con le vicende del giornalista greco Kostas Vaxevanis, processato e assolto per violazione della privacy dopo avere pubblicato i nomi di 2.059 cittadini greci proprietari di conti bancari in Svizzera, e di Hervé Falciani, informatico italo-francese ricercato dalla giustizia svizzera per violazione del segreto bancario, le cui «soffiate», fonte primaria dello stesso Vaxevanis, hanno aiutato i governi di vari paesi europei nella lotta ai grandi evasori fiscali: anche in questo caso non mancheranno aggiornamenti.

I legami tra la situazione politica e il trash italiano non sono generalmente molti. É più che altro un volo pindarico il nostro, per farvi dimenticare il peggio che stiamo vivendo in questa “grande crisi” e farvi ricordare il peggio del peggio che la cultura italiota ha prodotto nell’ultimo trentennio. Siamo sadici? Mah… Comunque, in questo caso la nostra carissima Eva Vignini ha saputo trovare il nesso e ci ha riportato alla mente un grandissimo personaggio del Trash italiano dei primi anni Novanta: Lorenz. Scoperto dalla Gialappa’s ai tempi di Mai Dire TV, Lorenz è stato il miglior esempio dell’Elvis Presley delle Romagne, con i suoi pezzi dedicati a donne, amori e problemi sociali. Come quando è finito in prigione per aver fatto pipì per strada… Ma Lorenz, personaggio indimenticabile, ha fatto molto altro. Che cosa? Ricordate la pubblicità dell’Amaro Rock, un amaro per veri duri della bassa?

Nella seconda parte della puntata è tornato con noi Luigi Cojazzi, per raccontarci ancora alcune cose di quello che ha visto a inizio ottobre nel bel Festival della rivistaInternazionale che si è tenuto a Ferrara. In quest’occasione ci ha parlato di una delle riviste più cool del momento: la peruviana Etiqueta Negra. Fondata dieci anni fa dall’attuale direttore Juan Villanueva Chang, Etiqueta Negra è una rivista dedicata alla non fiction o al «nuovo giornalismo», ispirato al giornalismo narrativo statunitense. Il suo segreto è l’uso di diversi stili narrativi, per raccontare le storie più sorprendenti. Come ha detto Villanueva Chang, un editore deve saper intuire cos¹è che un lettore non sapeva di volere.

Immancabile ormai anche la telefonata della signora Gina, questa mamma milanese in cerca del figlio (il Dani), che noi non conosciamo assolutamente, ma che – ne siamo certi – sta gozzovigliado e sta la sta passando molto bene a Barcellona, lontano dalle braccia materne. E immancabile è anche l’appuntamento con Bruno, il comico serio. Un signore che passa in trasmissione e che ha una gran voglia e un gran bisogno di parlare e di raccontarci cosa fa e cosa non fa. Pare che non ci libereremo tanto facilmente di lui.

E sulle note del De Profundis di Giorgio Conte, si apre il sipario del «último trago«, l’ultimo sorso di musica prima di andare via servito per voi da Laura. Questi son giorni in cui «si festeggiano i morti», dal Messico a Catania –  passando per New York -,  siimbandiscono altarini e si fanno danzare i fantasmi tra le nebbie. E in questo clima di zucche e scheletri, cade a proposito l’ultimo singolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, la storica band di Pordenone che sta preparando proprio ora il suo settimo disco Il giardino dei fantasmi, in attesa per l’8 dicembre. Tre teschi sul palco che spaziano dal dub alla new wave, fondatori di un’etichetta rock che più rock non si può (l’imprescindible Tempesta Dischi), animatori di un’estetica spettrale e notturna tracciata dalla matita del chitarrista/fumettista Davide Toffolo: gustiamoci allora questo regalino in anteprima, La fine del giorno (canto numero 3).

A venerdì prossimo! E ricordate: spassatevela!

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