Di diritti umani, di televendite e di rastafari (1 giugno 2012)

Barcellona è ormai costantemente meta di orde fameliche di turisti. Questo fine settimana ancora di più con il Primavera Sound strapieno di gente. Ma a noi poco importa, a dire il vero. Abbiamo altro di cui parlare. E soprattutto altri Festival di cui raccontarvi.

Al ritmo di Do you love me? di quel genio di Nick Cave sono venute a trovarci Eva Beghin e Nona Rubio, con cui abbiamo parlato del Festival de Cine y Derechos Humanos che si è tenuto la settimana scorsa qui a Barcellona. Eva è stata una delle molte volontarie che hanno collaborato a questo interessante appuntamento, mentre Nona è la responsabile del marketing e delle relazioni con i mezzi di comunicazione di tutto il Festival. Un festival che è già alla sua nona edizione, organizzato per il secondo anno consecutivo da La Mirada Descubierta e diretto da Toni Navarro. Un festival organizzato contemporaneamente in altre due città, Parigi e New York, e che ha mostrato al pubblico quasi un centinaio di film con un importante messaggio sociale. Come quelli dei tre italiani in concorso e, soprattutto, il documentario diretto da Claudio Bozzatello, Una su tre, uscito nel 2011, scritto da Antonio De Luca, Nerina Fiumanò, Michele Maggi e Stefano Villani e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Angela Finocchiaro, Ottavia Piccolo, Marina Rocco e Debora Villa. Claudio ci ha rilasciato un’interessante intervista dove ci spiega come è nato questo progetto e le ragioni di fondo: la violenza di genere, un problema purtroppo che è ancora lontano dall’essere risolto in Italia e in tutto il mondo. Se volete saperne di più su Una su tre, basta che schiacciate qui, mentre se volete conoscere più a fondo il Festival de Cine y Derechos Humanos e vi interessa presentare un progetto per la prossima edizione entrate qui. Di sottofondo ci siamo ascoltati Echi sonori della mente, un pezzo di musica sperimentale presentato ad un altro festival organizzato questo fine settimana a Barcellona: Mixture, un festival di ricerca musicale idea di una serie di collettivi indipendenti.

Sulle note di Laurie Anderson siamo passati dalle dure storie di vita raccontateci da Claudio Bozzatello alla nostra rubrica involontaria: Repressione Today. Questa volta prima delle cattive nuove riportateci dall’incombustibile Banzo (ma, si sa, ambasciator non porta pena…) abbiamo dato spazio a un bravo artista, Valentino Menghi, e allasua storia che con la repressione molto ha a che fare: poliziotti molesti con gli artisti di strada attivi al Parc Güell, storia di licenze e rischio di multe, una storia di ritratti dei poliziotti del districto de Gràcia… ma Valentino è un’artista a tutto tondo, con molti progetti in ballo. Date un’occhiata qui per saperne qualcosa di più. Le notizie, invece, di quest’ultima settimana non sono affatto ironiche o da prendere alla leggera. Come ha detto il Banzo con il suo accento romagnolo, questa settimana «ne è successa di ogni»: la richiesta di 36 anni di carcere a Laura Gómez, la sindacalista della CGT incarcerata per un mese dopo lo sciopero generale del 29 marzo scorso; i nuovi arresti di altri manifestanti dello stesso sciopero generale; il processo al cantautore Javier Krahe; le violenze della polizia agli immigrati di Lavapiés a Madrid e, purtroppo, un largo eccetera, che abbiamo voluto concludere con un pezzo musicale per ricordare le tristi notizie che ci vengono dall’Emilia a causa del terremoto: Carpi dei Lomas.

A volte le cose bisogna prenderle con un poca di ironia… ecco allora il momento dedicato al peggio del peggio che il trash italiano ha prodotto nell’ultimo trentennio grazie, anche e soprattutto, alle televisioni dell’ex premier Silvio Berlusconi. Insomma, è arrivato anche in questa puntata il momento della Trash Zone della nostra cara Eva Vignini. Questa volta niente mago Gabriel, né Divino Othelma. Stavolta siamo andati fin sul fondo del barile e abbiamo iniziato a raschiare. Wanna Marchi, nata con il nome Vanna nel 1942 nella provincia di Bologna. Una voce insopportabile, una vita insulsa, un sacco di baggianate e un sacco di televendite, accompagnata per parecchio tempo da uno che si faceva passare per un mezzo santone: il Maestro di vita Do Nacimiento. Di cose su Wanna Marchi ce ne sono molte da dire e anche sul santone brasiliano. Vi siete chiesti poi che fine hanno fatto oggi questi due? Sentire per credere. La prova che il mondo va a rotoli…

Il cambio è stato brusco tra la voce chiassosa della Marchi e i ritmi a metà strada tra l’Etiopia e la Giamaica di Yehjah e i Go a Chant, un altro interessantissimo progetto portato avanti con passione da Francesco Perrella e dalla sua Echorek Dub Factory. Per Zibaldone Francesco ci ha fatto conoscere in anteprima il loro nuovo album (che uscirà ufficialmente all’inizio di luglio), con una live session di grande intensità, oltre ad alcuni pezzi registrati in studio, come Alive e Love is amazing. Yehjah, cantante e compositore ghanese, è uno dei massimi esponenti della musica rastafari. In questo progetto è accompagnato dai Go a Chant, una serie di musicisti provenienti da vari paesi dell’America Latina: Cile, Perù, Messico. Per conoscere meglio la musica di Yehjah, cliccate qui, quella dei Go a Chant, qui e per rimanere sempre informati su tutte le novità e i progetti della Echorek Dub Factory, date un’occhiata qui.

Non potevamo però lasciarvi senza il consiglio musicale della settimana, questa volta a carico della nostra Serena, che ci ha presentato l’ultimo lavoro di un gruppo che ha fatto parlare parecchio di sé negli ultimi anni. Stiamo parlando degli Offlaga Disco Pax, gruppo reggiano composto da Max Collini (voce e autore), Enrico Fontanelli (basso, elettronica) e Daniele Carretti (chitarra, basso, piano). Dopo quel magnifico Socialismo tascabile (prove tecniche di trasmissione) è venuto Bachelite, e pochi mesi fa l’ultima fatica: Gioco di società, un album scritto “tra una saletta prove del Calamita di Cavriago ed una cucina abitabile sulle colline di Viano, immersi nel loro disincantato piccolo mondo antico dagli occhi ben aperti sul resto”. Da Gioco di società, ci siamo sentiti il pezzo che apre l’album: Tulipani, una storia sul ciclismo di altri tempi. Se volete saperne di più su questo bel trio reggiano, schiacciate qui.

Buon ascolto! E buon fine settimana!

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