“Il pensiero, come l’oceano, non lo puoi recintare” (2 marzo 2012)

(ovvero il nostro omaggio a Lucio Dalla, tra dolci voci mediterranee, teatro nei supermercati e lotta in Val di Susa)

Cari zibaldoniani, come immaginerete in questo venerdì 2 marzo siamo tutti un po’ frastornati e commossi. Perché è venuto a mancare un vecchio gigante della musica italiana, un menestrello di parole che ci ha regalato magie, che ci ha irretito con il suo clarinetto e i suoi gorgheggi scomposti. Le canzoni di Lucio Dalla fanno parte della memoria collettiva, son diventate colonna sonora di molti di noi, attraversando i decenni e le generazioni. In una puntata così incastrata tra la notizia della morte e il suo compleanno (già sappiamo, nacque il 4 marzo 1943….) non potevamo non salutarlo, a nostro modo, con un po’ di canzoni prese tutte dagli splendidi dischi degli anni ’70, quelle che ci hanno sorpreso ed emozionato, seguendo solo le ragioni del personalissimo sentimento. Abbiamo cominciato con Come è profondo il mare, prima canzone dell’omonimo (e meraviglioso) album del 1977: Dalla scava nelle profondità marine ed urbane, svicola negli angoli bui della città (che è Bologna, come sappiamo, città nella quale neppure un bambino può perdersi), e ci regala una mirabile riflessione sull’arroganza del potere. E di lucidità e poesia ne abbiamo bisogno, in questi giorni. Ma Dalla ci accompagnerà durante tutta la puntata. Intanto, facciamo entrare gli ospiti….

Sulle note di Caminant per la ciutat, la canzone che apre La ciutat imaginària, l’album che l’ha fatta conoscere nel 2009, è venuta a trovarci Rusó Sala, cantautrice catalana dalla voce dolce e forte. Rusó era già stata con noi qualche settimana fa in compagnia di Kekko Fornarelli, il pianista leccese che sta girando il mondo con il suo Kube Trio. Insieme a Kekko, Rusó ha dado vita a un quartetto davvero interessante, del quale fanno parte anche Dario Congedo (batteria) e Gianpaolo Laurentacci (contrabbasso) e che si è fatto conoscere qui a Barcellona all’Human Fuzz del Poble Sec a metà febbraio. Il risultato di questa collaborazione italo-catalana è l’album Mar endins, che vedrà la luce nei prossimi mesi. E di Mar endins, Rusó ci ha suonato qualche pezzo, cullandoci sulle onde del Mediterraneo e rinfrescandoci le idee come fa la Tramontana, il vento della terra che l’ha vista nascere, quella Roses che sta a due passi dalla bianca Cadaquès. Ma con Rusó abbiamo parlato di molte altre cose, dal Festival BarnaSants del 2011 a cui partecipò ai 40 concerti fatti in tutta la penisola italiana negli ultimi mesi. Per saperne di più su questa brava cantautrice catalana, sui suoi progetti e sui suoi prossimi concerti, date un’occhiata qui.

Giusto il tempo di sentirci un’altra perla del nostro caro Lucio Dalla – Il cucciolo Alfredo-, ed ecco che nel nostro studio si materializzano due esponenti del miglior teatro contemporaneo: Sergio Sivori e Cristina Giordana. Sergio e Cristina sono gli ideatori di Laboratorium Teatro, uno spazio, non solo fisico, per il teatro di ricerca e di sperimentazione nato a Roma qualche anno fa ed ora installatosi qui a Barcellona. Con il sottofondo delle musiche dell’indimenticabile Ray Conniff, con Sergio e Cristina abbiamo parlato dei loro progetti, del supermarket convertitosi in uno spazio teatrale d’avanguardia, del teatro di Jerzi Grotowski, dell’incredibile successo di Quartett di Heiner Muller, dello stupore del pubblico egiziano, della Sala Beckett e di molto altro. Tra un ricordo di gioventù – il vinile di Lucio Dalla verso la swinging London degli anni Ottanta – e più d’una bella novità – il nuovo spazio teatrale a Sarrià (C/ Pare Miquel de Sarrià, 8 ) –, Sergio e Cristina ci hanno raccontato i prossimi appuntamenti di Laboratorium Teatro, come il workshop Under The Skin – Bajo la Piel. Taller de prácticas teatrales para el actor artesano organizzato tra il 23 e il 26 di aprile e il bel progetto riguardante Dante Alighieri in collaborazione con l’Universitat Autònoma de Barcelona. Per conoscere meglio Laboratorium Teatro, cliccate qui, ma anche qui o cercatelo, come oramai è divenuto uso e costume, in facebook.

In attesa della Trash Zone, ci siamo ascoltati Cara di Lucio Dalla, canzone d’amore ironica e dolce da un altro album di culto, quello del 1980 (s’intitola, semplicemente, Dalla) con la berretta di lana in copertina: un’icona della musica italiana. Ma cosa ci avrà portato oggi la nostra Eva Vignini? Di colpo nello studio s’è spalancato un mondo di zaini invicta e vinavil sui banchi, un mondo di yuppies e vacanze sotto l’ombrellone: ovvero, gli anni ottanta di Jerry Calà, personaggio che dal cabaret pungente dei Gatti di Vicolo Miracoli si trovò ad interpretare, film dopo film, tutti i valori del berlusconismo da bar che hanno accompagnato una generazione intera. Come dimenticare quelle atmosfere vacanziere, quell’ostentato accento milanese, quei gruppi di goffi individui circondati da donne bellissime e stupide? Come non pensare che tutto questo ha formato la cultura nazionale in maniera irrimediabile?

E con la versione ska di un vecchio canto anarchico (Dimmi bel giovane) a ricordarci che “la casa è di chi l’abita e la terra di chi la lavora”, ci siamo addentrati nell’argomento caldo di questi giorni, ovvero le proteste in Val di Susa. E’ venuto a trovarci Andrea De Lotto, che ci ha aggiornato sulle manifestazioni di solidarietà ai No Tav che si stanno svolgendo in questi giorni a Barcellona. Per maggiori informazioni, guardate nella pagina dei No Tav o nella pagina di La Valle che Resiste. E ci siamo lasciati con il consiglio musicale della settimana, questa volta in solidarietà al movimento No Tav e alle manifestazioni di tutta Italia: lei è Giulia Tripoti, cantautrice romana classe 1980 che ha collaborato con gruppi come i Modena City Ramblers e gli Yo Yo Mundi, riproponendo vecchi canti partigiani. La canzone che ascoltiamo oggi è dedicata a La valle che resiste.

Buon ascolto e…

A sarà dura!

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