Di bombardamenti, di radio e di bambini che fanno oh! (25 gennaio 2013)

Molte novità musicali per questa puntata di Zibaldone in cui l’influenza, purtroppo, ha fatto la sua comparsa negli studi di Radio Contrabanda. Abbiamo voluto iniziare con la presentazione di un album di grande qualità: The Observer degli Ogun Afrobeat, una band di jazz etnico nata a Madrid nel 2009 e diretta dal percussionista nigeriano Akin Onas Dimeji. Otto elementi provenienti da realtà diverse e con una formazione musicale diversa, come Pablo Hernández, Daniel Niño, Diego Lipnizky, Isaac Shamam, Frank Santiuste, Guillermo González e Luis Tabernas, che sanno mescolare sapientemente ritmi africani con il funk e il soul nordamericano. The Observer è composto da dieci pezzi, sette originali e tre cover del padre spirituale dell’afrobeat, Fela Kuti. Ci siamo sentiti Mono Economy, il pezzo che apre l’album, Salitre, dove risalta il sax di Pablo Hernández, e Eko Ile, una delle tre cover di pezzi originali di Fela Kuti. Se volete saperne di più, cliccate qui.

In questo venerdì abbiamo voluto continuare con la musica e abbiamo parlato di una vero e proprio inverno di concerti italiani qui a Barcellona. Il prossimo 31 gennaio, infatti, continuano Yo Yo Mundi_Alessio Lega_Feliu Ventura gli incontri del Festival di canzone di autore Cose di Amilcare con il concerto della band piemontese Yo Yo Mundi e del cantautore Alessio Lega insieme al cantautore valenciano Feliu Ventura (Luz de Gas, C/Muntaner 246, 21h30). La domenica successiva, 3 febbraio, lo stesso Alessio Lega darà un concerto dedicato alla canzone politica italiana intitolato Resistenza e amore. Canzoni da un’altra Italia per un altro mondo possibile (Rai Art, C/Carders 12, 20h00). Il Festival Cose di Amilcare proseguirà poi con Eugenio Finardi accompagnato dal cantautore catalano Joan Isaac il 14 febbraio (Auditori Barradas de L’Hospitalet, 21h30) e con David Riondino e Dani Flaco il 7 marzo (Luz de Gas, C/Muntaner 246, 21h30). Ma i prossimi due mesi saranno ricchissimi di presenze italiane. Mercoledì 6 febbraio ritorna a Barcellona anche Vinicio Capossela con la presentazione del suo ultimo album Rebetikos Gymnasta (Luz de Gas, 21h00), mentre mercoledì 20 marzo sarà il turno di Franco Battiato che presenterà il suo ultimo lavoro, Apriti Sesamo (L’Auditori, 21h00) e giovedì 21 marzo toccherà a Ludovico Einaudi (Palau de la Musica Catalana, 21h00). Per maggiori informazioni riguardo a questi tre concerti, visitate la pagina web di The Project. Infine, il prossimo venerdì 8 marzo avremo a Barcellona anche Max Gazzè, reduce dall’esperienza di Sanremo. Gazzè suonerà alla Sala Razzmatazz alle 21h00. Per maggiori informazioni potete visitare la pagina web di Italiaes.

E di musica abbiamo parlato anche con due compagni di onde radiofoniche: Berardo Staglianò autore e speaker del programma Sentieri Sonori su Radio Ara – Lussemburgo e Ricky Russo, instancabile agitatore culturale, voce del programma In Orbita su Radio Capodistria, reduce da 3 mesi a New York ed ora di nuovo a Trieste. Attentissimo alle nuove uscite del panorama musicale italiano, Berardo ci ha parlato del siciliano Cesare Basile e di King of the Opera, il nuovo progetto di Samuel Katarro, mentre Ricky ci ha proposto una panoramica dell’interessante realtà triestina e ci ha fatto sentire due pezzi freschi freschi, come l’ultimo singolo di Amari e di Fabri Fibra.

Una puntata monografica per la Repressione Today dell’incentrifugabile Banzo, tutta dedicata a un evento di grande importanza simbolica per la comunità italiana di Barcellona e per la memoria storica della Spagna intera: infatti, lo scorso mercoledì la decima sezione dell’Audiencia Provincial di Barcellona ha accolto il ricorso presentato Barcellona bombardata dall’Associazione Altraitalia relativa a una denuncia contro lo stato italiano per i bombardamenti dell’aviazione fascista su Barcellona e su tutta la Catalogna nel corso della guerra civile spagnola che hanno mietuto circa 4.700 vittime. L’intervento italiano in aiuto alle truppe insorte guidate dal generale Franco, oltre a infrangere tutte le leggi di diritto internazionale allora vigenti (l’Italia non aveva mai dichiarato guerra alla Spagna), si rivolse sistematicamente contro la popolazione civile, senza quasi interessare il fronte bellico. La risoluzione dell’Audiencia Provincial impone l’apertura di indagini volte a determinare quanti dei colpevoli, tra alte cariche e esecutori materiali, sono ancora in vita, e conseguentemente a aprire processi penali a loro carico. Si tratta di una decisione storica, perché per la prima volta dalla fine del conflitto, la normativa vigente in materia di crimini contro l’umanità viene applicata da un tribunale spagnolo per un episodio relativo alla guerra civile, ed e ragione di orgoglio che a promuovere questa iniziativa sia stato un gruppo di nostri connazionali residenti in Catalogna.

La Trash zone della carissima Eva Vignini ci ha presentato oggi un personaggio piuttosto noto in Italia per tutta una serie di polemiche che ha suscitato ed in particolare per la sua reiterata partecipazione al festival di Sanremo. Si tratta di Povia personaggio dalle limitate capacità espressive non solo artistiche ma anche orali. Cantautore milanese, Giuseppe Povia si è costruito un’immagine di bamboccio naif con la pretesa non solo di annichilirci con canzoni inascoltabili e lagnose (I bambini fanno oh! – Vorrei avere il becco – Luca era gay ) ma, cosa ancor più insopportabile, anche di costituire in qualche modo spunto di critica sociale al solo scopo di attirare l’attenzione sulla sua insignificante produzione musicale. Dopo il trash non potevano poi mancare quei due strani personaggi che ormai ci tormentano da mesi: la signora Gina, perennemente alla ricerca del figlio perso sul set di qualche film porno girato a Barcellona, e Bruno, il comico serio che a far ridere proprio non ci riesce…

E per l’último trago nel fondo della puntata ritorniamo in terra toscana dove ci eravamo lasciati lo scorso venerdì. Per la precisione ce ne andiamo oggi a Firenze, nell’Eskimo Club, dove undici anni fa (giusti giusti) si incontrano un gruppo etno- folk (di quelli con la   Martinicca Boison fisarmonica e i violini) con un gruppo progressive rock (di quelli con bassi batteria e tastiere stroboscopiche). Nasce l’amore, nascono i Martinicca Boison, gruppo composto da otto personaggi e ben più numerose (e variegate) collaborazioni. Quel che ne sorge è il «folk elegante», genere unico e rimescolato, fatto per ondeggiare le natiche e schioccare le dita. per volteggiare in quattro quarti e fischiettare un motivetto sulla battigia. Dalle Canzoni del Trimarano (2012) terzo album e mezzo della banda, ascoltiamo di strabilianti vacanze electro-beat su una barca ormeggiata a guardare la città (La Fondazione Trimarano) e di personaggi annoiati in feste affollate: L’invitato non è felice finché non riesce a scappare dalla finestra e tornarsene a casa in bicicletta fischiettando un motivetto. Swing, probabilmente, e anche un po’ folk, ma elegante.

A venerdì prossimo!

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Di folk immaginario, di predicatori imberbi e di altri animali (18 gennaio 2013)

Torna come al solito il venerdì, e noi di Zibaldone ci ritroviamo come sempre in studio a sintonizzare le antenne e sturarvi le orecchie. Siete pronti? Cominciamo bene, cominciamo con un album da ascoltare. La Banda Elastica Pellizza, scoppiettante formazione attiva e suonante dal 2004, ha sfoderato da poco una nuova sfilza di canzoni, impacchettate insieme con il titolo Oggi no. 

bandaelasticapellizzaE’ un piacere tornare a parlare di loro, dopo aver celebrato l’apocalissi in compagnia di uno dei componenti del gruppo (quel Paolo Rigotto, autore istrionico e percussionista della Banda, che gironzolava tra i microfoni in attesa della fine del mondo, un po’ di puntate fa). Chissà quante e quali strabilianti avventure avranno da raccontarci… E visto che di certo vi siete incuriositi, andate a rovistare qui.

C’è poi un lusso che non smettiamo di concederci, una magia che ogni volta si ripete tra cavi e spinotti e che non possiamo fare a meno di regalarci: quando arrivano in studio ospiti che si mettono a suonare, solo per noi, solo per allietare le onde radio, è sempre una gioia, l’umore si ribella e la lampadina rossa sulla porta s’illumina di più. eded-763x393 Toni Bruna, cantautore triestino che già vi abbiamo rifilato in altre occasioni, è arrivato a Barcellona con un’auto scassata carica di musicisti, strumenti vari (un clarinetto, uno xilofono giocattolo, le percussioni, la macchina fotografica, la moka…) e soprattutto voglia di suonare. Tre concerti, uno dopo l’altro, tra bar e loft della città, c’han permesso di conoscere questo gruppo ancora tutto da Toni Bruna esplorare: un folklore immaginario carico d’atmosfere jazz, un cantautorato che viaggia sulla lingua di Trieste e parla di frontiere, un’ironia arguta sempre in bilico sulla malinconia. Suonano dal vivo in esclusiva sulle onde di Zibaldone, e per saperne di più, cercateli qui.

Come ogni settimana, torna la Repressione Today dell’incombustibile Banzo, sfortunatamente mai a corto di notizie. Cominciamo ritornando sul tema dei desahucios, gli sfratti che stanno assumendo in Spagna i connotati di un’autentica emergenza sociale. Il governo cerca di porre un argine al problema con l’istituzione del cosiddetto Fondo Social de Viviendas, promosso dal PP in sostanziale solitudine e presentato dal numero due del governo Soraya Sáenz de Santamaria con una lacrimevole conferenza stampa che ha suscitato ironie e perplessità, proprio mentre i movimenti si accingono a convocare una manifestazione di protesta contro l’endemica corruzione del Partido Popular. PAH Ci spostiamo negli USA per rendere conto dei suicidio del cyberattivista Aaron Svartz, al momento della morte sotto processo per avere diffuso gratuitamente quattro milioni di articoli accademici dell’archivio a pagamento JSTOR, e il cui gesto estremo è attribuibile proprio agli strascichi di tale processo. Spazio anche all’Italia, con il caso del teramano Davide Rosci e degli altri cinque condannati per i fatti del 15 ottobre 2011 a Roma, nell’ambito delle manifestazioni internazionali degli indignados: anche in questo caso, come già a Genova nel 2001 è stato rispolverato il reato di devastazione e saccheggio, risalente al Codice Rocco di epoca fascista, e la dinamica dei fatti contestati agli accusati non pare esattamente trasparente. Un paio di brevi flash catalani sulle azioni degli Iaioflautas, gli adorabili pensionati contestatori in prima linea contro tagli e repressione, e sulla risposta degli antifascisti del Raval alla scorribanda neonazista dello scorso 7 gennaio, della quale vi avevamo parlato nell’ultima puntata.

Ed ecco che torna la Trash zone della carissima Eva Vignini, a dimostrarci ancora una lvolta che al peggio non c’è mai limite: oggi ci presenta una band salernitana di irritanti bambocci dal nome The Holy generation. La velenosa ricetta di questo apparentemente innocuo gruppetto di adolescenti si compone di arrangiamenti orrendi, basi hip-hop scadenti ed infine l’ispirazione cattolica dei testi volti a sciorinarvi tutta una serie di giudizi moralisti sul sesso, sulla convivenza, sulla droga e sulle vostre intere esistenze. Anche se vi siete considerati sempre delle brave persone, questo gruppo di sedicenni  che crede di saperne molto più di voi è li a giudicarvi ed a ricordarvi quanto miserabili siano le vostre peccaminose esistenze. Neppure gli atei possono evitare di esclamare, ascoltandoli: “Oh mio Dio..! Ma perché?”

Oggi la signora Gina non ha telefonato, impegnata di certo in qualche cenacolo di comari (si sarà forse dimenticata di noi?) ma oramai ci siamo affezionati alla sua voce stridula e siamo andati a spiare nel cellulare che suo figlio Dani perse qui, non si sa come, un po’ di tempo fa. Scopriamo sempre nuove cose sulla vita di questo misterioso figlio ingrato che non si fa trovare mai… Non è mancata invece, ahinoi, l’incursione di Bruno, il comico serio che vuol raccontare barzellette, deve aver corrotto qualcuno alla porta perché altrimenti non si spiega la sua costanza nell’interrompere il programma coi suoi frizzi e lazzi. Di certo è tenace, se continua così rischiamo di affezionarci anche a lui…

E per l’ último trago di oggi andiamo a sbirciare dentro i meandri del GattiMezzi vernacolo toscano, in qualche taverna fumosa condita di swing, dalle parti di Pisa per la precisione, dove si narra che  in tempi scabrosi e lontani ci fossero gatti fradici (gatti mézzi, dice il proverbio) a scantonare tra i vicoli. Il duo pisano I gatti mézzi (e ormai sono un quartetto, ché ai due autori con voce e pianoforte si sono aggiunti contrabbasso e percussioni) sanno creare, con il loro jazz un po’ sgraziato e molto tenero, atmosfere da cenacolo famigliare: scanzonati e buffi, san fare ironia dell’umano e della morte (c’ascoltiamo oggi Morirò d’incidente stradale), ammiccano all’amore e alla dolcezza, dan voce agli impulsi molteplici e aggrovigliati di questa nostra specie. Siam Berve fra le berve, dice il titolo del loro quarto disco (2011), e da lì preleviamo il singolo Nella borsa delle donne. Il tutto avviene rigorosamente sulle rive dell’Arno, dove fioriscono parole misteriose e dove alcune consonanti sono scomparse da tempo.

Buon ascolto e ci risentiamo venerdì prossimo!

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Di emigranti, imbonitori e divinità del rock (11 gennaio 2013)

Cari aficionados di Zibaldone, rieccoci qui dopo la pausa natalizia. Se ci avete seguito, vi siete resi conto che non vi abbiamo lasciato soli in queste settimane di vacanze, viaggi, pranzi e cene, famiglia ed amici, ma vi abbiamo preparato due puntate speciali dedicate a temi diversi, come la canzone d’autore e la pornografia. Insomma, per grandi e piccini,avrebbero detto un tempo… ma questo venerdì siamo rientrati negli studi di Radio Contrabanda per la prima puntata in diretta del 2013. Toni Bruna_Ruso Sala E abbiamo voluto riprendere con una piccola dedica al Duca Bianco che pochi giorni fa ci ha fatto conoscere il suo nuovo singolo e ha annunciato l’uscita del nuovo album per il mese di marzo, dopo quasi un decennio di silenzio. La notizia vale l’apertura di una puntata di Zibaldone! E per continuare con la musica abbiamo poi voluto farvi ascoltare l’ospite della prossima settimana: il triestino Toni Bruna, che è stato da noi già in un paio di occasioni negli ultimi due anni, e che sarà il protagonista anche del prossimo incontro del Festival Cose di Amilcare. Si esibirà difatti il prossimo giovedì 17 gennaio, alle 20.30, con la cantautrice catalana Rusó Sala nella sala Tinta Roja del quartiere barcellonese del Poble Sec.

E visto che abbiamo iniziato con delle voci conosciute, abbiamo voluto continuare con il nostro caro Marco Barlocci che mancava effettivamente da un po’ ai nostri microfoni. Marco è venuto accompagnato dell’attrice italiana Fabrizia Martano per presentarci il prossimo spettacolo del Teatro Stabile di Barcellona, uno spettacolo dedicato all’emigrazione. Una tematica che ci tocca effettivamente molto da vicino. E lo sguardo del Teatro Stabile di Barcellona non si concentra solo sul presente ma guarda indietro, anche al passato, sbirciando in quell’America terra di emigrazione di tanti italiani a fine Ottocento e ad inizio Novecento… e a molto altro. Siete dunque tutti invitati il prossimo martedì 22 gennaio, alle 20.30, alla Casa degli Italiani di Barcellona (Pasaje Méndez Vigo, 8 ) per poter assistere alla prima de Il cielo e l’animo. Lo spettacolo del Teatro Stabile di Barcellona fa parte di un’intera giornata dedicata alla tematica della migrazione organizzata dalla Casa degli Italiani sotto il titolo Migrazione, alla ricerca di una vita migliore.Ritorna dopo le feste, un filino ingrassata ma sempre combattiva, anche la Repressione Today del nostro incoercibile Banzo, la rubrica di controinformazione più amata dagli zibaldoniani.

Felip Puig Molte le notizie, come è prevedibile: cominciamo con l’insediamento del secondo governo di  Artur Mas lo scorso 27 dicembre, che registra un importante cambio della guardia alla Conselleria d’Interior: il mai troppo esecrato Felip Puig passa a Empresa i Ocupació (ed è già il quarto ministero che ricopre), sostituito dal compagno di partito Ramon Espadaler. Vedremo in che modo ne sará influenzata la gestione dell’ordine pubblico in Catalogna. Ma la notizia più importante è senz’altro la liberazione, dopo 56 giorni di carcere preventivo, di Alfonso Fernández, a tutti noto come Alfon. Alfon sale de la cárcel Fernández, un ventunenne di Vallecas, era stato accusato della detenzione di materiale per la fabbricazione di esplosivi, era recluso in un severo regime d’isolamento ed è stato l’ultimo dei circa 140 arrestati per lo sciopero generale dello scorso 14 novembre. Prevedibilmente, il caso presenta molte incongruenze e dettagli oscuri. Spazio anche al caso dell’utente di Twitter interrogata dalla polizia per il presunto contenuto violento dei suoi tweet, in realtà citazioni di pensatori come Gramsci, per le pericolose scorribande di un gruppetto di neonazisti a Barcellona e dintorni e, tornando in Italia, per le curiose «convergenze parallele» tra il Movimento 5 Stelle e Casa Pound.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini, croce e delizia degli ascoltatori di Zibaldone, ritorna nel 2013 più scoppiettante che mai a tormentarci con la sua spazzatura mediatica ed è dedicata oggi  a Gennaro D’Auria, celebre mago e sensitivo napoletano che non è passato inosservato ai veri cultori del trash tanto da meritare la dedica dell’album Cicciput dai grandissimi Elio e le Storie Tese. Il mago di Torre del Greco diffonde le sue profezie su radio ed emittenti private campane sin dai primi anni Settanta in trasmissioni surreali dove, al telefono con i consultanti, mette in atto peculiari esercizi di divinazione casereccia non perdendo tra l’altro occasione di “cazziare”  coloritamente i malcapitati che non confermano le sue previsioni. Gennaro D’Auria, mago poliedrico non privo di una certa tendenza gotica, legge il futuro con l’ausilio di particelle, ci descrive le virtù naturopatiche del succo di fagioli ed improvvisa strani esperimenti di teletrasporto aprendoci un mondo davvero sconfinato tutto da scoprire. E visto che di trash si è parlato non potevano mancare nemmeno le comparsate di quelli che sono diventati – nostro malgrado – degli ospiti fissi del nostro Zibaldone. Immancabile e precisa come un orologio svizzero, abbiamo ricevuto la telefonata della signora Gina che ci ha raccontato tutte le avventure natalizie, tra cenone di Natale, messa e pranzi vari. E poi, proprio in zona Cesarini, anche l’arrivo di quel fanfarone di Bruno che, ancora una volta, è riuscito ad entrare in studio ed occupare per dieci minuti buoni i nostri microfoni…

E in quest’anno appena cominciato, scampati tutti dal fragore della fine del mondo (che nemmeno ha lasciato qualche segno, qualche fuoco d’artificio, nulla) mentre riassestiamo pezzo a pezzo tutte le rubriche, torna in studio anche l’ultimo sorso di musica, el último trago nel fondo della puntata servito per voi da Laura. Si tratta quest’oggi di un discodevocka  piuttosto notturno e cupo, adatto per l’inverno, fabbricato da poco dai ferraresi Devocka (il nome viene da Arancia Meccanica), gruppo noise rock che si barda di post punk e scivola spesso verso la new wave. Attivi e suonanti dal 2003, dopo aver spartito il palco con i Santo Niente e i Perturbazione, dopo aver collaborato con Giulio Favero (bassista storico del Teatro degli Orrori, attivo ed attento produttore di quel che cresce nel sottosuolo musicale italiano), i Devocka danno alla luce La morte del sole, terzo album uscito nell’autunno del 2012. Disco rabbioso, introspettivo ed acceso, a tratti gridato (come si sente nel pezzo Non solamente un’apertura mentale, chiaramente influenzato dal noise italiano più recente), che riflette sulla fine e sull’identità, registrato quasi esclusivamente in orari notturni: perfetto per questi tempi di ripensamento, perfetto per le lunghe notti di gennaio.

Buona settimana e… a venerdì prossimo!

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Zibaldone Speciale Vacanze di Natale numero 2 (4 gennaio 2013)

Per queste vacanze di natale Zibaldone vi ha preparato un doppio regalo. Due puntate speciali, dai toni e dai gusti diversi. Due puntate completamente differenti dal solito Zibaldone. Due speciali per finire in dolcezza il 2012 e per iniziare in modo piccante il 2013. In queste due occasioni, lo studio di Zibaldone non sarà il solito porto di mare, ripieno di collaboratori, ospiti, amici, infiltrati e strani personaggi. Nello studio ci sarà un solo ospite che in due ore di trasmissione avrà il tempo di raccontarci molte cose, di approfondire, di spiegare, di perdersi nei ricordi e negli aneddoti. E ci sarà (come no?!) parecchia buona musica.

Dopo la puntata dedicata alla canzone d’autore ed alla traduzione in compagnia di Sergio Secondiano Sacchi, abbiamo pensato di iniziare il 2013 in modo estremamente piccante. E lo abbiamo fatto insieme a Luigi Cojazzi, giornalista free lance, traduttore e scrittore – tra i suoi ultimi lavori ricordiamo il bel romanzo Alluminio (Hacca, 2007) e la guida 101 cose da fare a Barcellona almeno una volta nella vita (Newton Compton, 2012) – friulano d’origine e padovano d’adozione. Luigi era già stato nei nostri studi qualche mese fa per parlarci del Festival di Internazionale tenutosi ad inizio ottobre a Ferrara. Questa volta la tematica è stata tutt’altra: il mondo della pornografia. Ma il taglio che abbiamo dato a questa lunga chiacchierata è stato particolare. Sia perché con Luigi abbiamo voluto parlare delle riflessioni filosofiche e delle interpretazioni che offrono una diversa visione del porno, come quelle della svedese Erika Lust, creatrice di porno per un pubblico femminile, o soprattutto della spagnola Beatriz Preciado, che con il suo ultimo libro, tradotto anche in italiano, Pornotopia. Playboy: architettura e sessualità, ha offerto un’analisi molto interessante delle relazioni tra società e pornografia. Sia perché Luigi ci ha raccontato la maniera in cui si è avvicinato a questo mondo: attraverso una ricerca giornalistica in compagnia di un altro scrittore italiano, Davide Musso. Le domande alle quali i due scrittori e giornalisti italiani hanno cercato di dare una risposta sono state: come funziona il mondo della pornografia? E cosa sta diventando? Chi ci lavora? E per quali ragioni? Una delle idee di fondo, poi confermata dalla ricerca sul campo, era infatti che quello dell’attore/attrice porno fosse un lavoro come un altro, soprattutto nel contesto del precariato di quest’inizio di terzo millennio.

Luigi ci ha quindi raccontato i grandi cambi che ha vissuto il mondo della pornografia in Spagna negli ultimi decenni, dall’ingresso dell’home video negli anni Ottanta e del DVD negli anni Novanta alla più recente rivoluzione informatica e la diffusione di internet, Dunia Montenegro che hanno quasi messo la parola fine al porno concepito solo nella sua forma cinematografica. La diversificazione della produzione è diventata una realtà, con le molte pagine web e i video di breve durata allo stile di youtube. Luigi ci ha guidato in un mondo sconosciuto ai più, tra incontri particolari e molti aneddoti. Tra i personaggi che ci ha presentato in questa chiacchierata abbiamo incontrato Torbe, creatore della pagina web putalocura.com e autore del libro omonimo, oltre che responsabile del cambiamento generazionale del mondo del Nacho Vidal porno spagnolo con l’uso dei video on demand ed introduttore in Spagna del famoso bukkake. Ma anche la ninfa tutelare del mondo del porno e regina della doppia penetrazione anale, la brasiliana di Rio de Janeiro Dunia Montenegro, nel cui sito campeggia la scritta “Attrice porno bisessuale e ninfomane”. O il Rocco Siffredi della penisola iberica: Nacho Vidal con i suoi 27 cm di talento incontestabile. Il finale non poteva essere altro che il set di un film. Quale? Quello del Kubrick del porno: il regista Roberto Valtueña. Direi che non posso aggiungere nient’altro: buon ascolto!

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Zibaldone Speciale Vacanze di Natale numero 1 (28 dicembre 2012)

Per queste vacanze di natale Zibaldone vi ha preparato un doppio regalo. Due puntate speciali, dai toni e dai gusti diversi. Due puntate completamente differenti dal solito Zibaldone. Due speciali per finire in dolcezza il 2012 e per iniziare in modo piccante il 2013. In queste due occasioni, lo studio di Zibaldone non sarà il solito porto di mare, ripieno di collaboratori, ospiti, amici, infiltrati e strani personaggi. Nello studio ci sarà un solo ospite che in due ore di trasmissione avrà il tempo di raccontarci molte cose, di approfondire, di spiegare, di perdersi nei ricordi e negli aneddoti. E ci sarà (come no?!) parecchia buona musica.

Per questo primo speciale di Zibaldone abbiamo pensato di invitare una delle figure di maggior rilievo del mondo della canzone d’autore italiana degli ultimi quarant’anni: Sergio Secondiano Sacchi. Sergio è già stato ospite del nostro programma in altre occasioni, come quando nel luglio scorso ci fece conoscere il cantautore ceco Jarek Nohavica. Forse non c’è nemmeno bisogno di presentarlo, ma due parole vanno dette. Nel 1972, insieme ad Amilcare Rambaldi, Sergio è stato uno dei fondatori del Club Tenco di Sanremo, che è diventato il luogo di incontro per eccellenza della canzone d’autore italiana ed internazionale. In quasi quarant’anni di vita il Tenco ha valorizzato e fatto conoscere agli addetti ai lavori ed al grande pubblico vecchi e giovani cantautori e musicisti, molti dei quali sono diventati delle icone in Italia e nel mondo. Qualche nome? Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Vinicio Capossela, Leo Ferré, Tom Waits, Joni Mitchell e un largo eccetera che potrebbe riempire varie pagine di questo blog.

Però in questa puntata Sergio non è venuto a parlarci del Club Tenco o della canzone d’autore in sé e per sé. Beh, anche di questo, senza dubbio. Ma la prospettiva è stata un’altra. In queste due ore insieme abbiamo voluto approfondire una determinata questione: la relazione tra canzone d’autore e traduzione. Sergio Secondiano Sacchi, difatti, è uno dei più rinomati traduttori di canzoni all’italiano e ne ha dato prova in questi ultimi decenni con diversi progetti – sempre in collaborazione con il Club Tenco – che hanno avuto un importante successo di critica. Alla fine degli anni Ottanta si iniziò con la riscoperta del cantautore russo Vladimir Vysotsky, scomparso nel 1980. All’inizio degli anni Novanta ci fu l’operazione incentrata sul cantautore cubano Pablo Milanés. E nel 2012 l’operazione incentrata sul cantautore spagnolo Joaquín Sabina. Ma dei progetti più recenti dobbiamo ricordarne altri due. Nel 2008 il doppio cd intitolato Quelle piccole cose, uscito sotto il nome Pan Brumisti, che contiene oltre una dozzina di canzoni tradotte all’italiano di cantautori francesi, spagnoli, catalani e brasiliani. E, alla fine del 2012, il doppio cd intitolato Cose di Amilcare, contenente una decina di canzoni tradotte all’italiano di cantautori catalani. Chi ne sono gli interpreti? A volte gli stessi cantautori, che per l’occasione cantano in italiano, come nei casi di Maria del Mar Bonet, Joan Isaac, Joan Manuel Serrat, Luis Eduardo Aute, Amancio Prada… Altre volte, cantautori italiani del calibro di Francesco Guccini, Vinicio Capossela, Massimo Ranieri, Lu Colombo, Eugenio Finardi, Cristiano De Andrè…

Non vi resta che ascoltare questa puntata, che ne dite?

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Della (presunta) fine del mondo. E di nient’altro (21 dicembre 2012)

Poteva essere l’ultima puntata del nostro Zibaldone. E invece no. Siamo ancora qui, belli e snelli. E soprattutto: alive & kicking. Come ha dichiarato in un momento di gioia post concerto Paolo Rigotto: “Fanculo ai Maya”. Tutto questo per dire, cari aficionados e care aficionadas di Zibaldone che la puntata del 21 dicembre, l’ultima puntata in diretta del 2012, è stata dedicata a questa possibile conclusione delle nostre vite e del nostro programma radiofonico. Non a caso l’ospite d’onore è stato Paolo Rigotto che un paio d’anni fa incise una canzone intitolata La fine del mondo. Ma chi è Paolo Rigotto?

Paolo Rigotto è un musicista, cantante e performer torinese. Rigotto nasce come batterista. E lo è ancora, partecipando in vari progetti, come quello della Banda Elastica Pellizza, premiata recentemente con la Targa Tenco. Ma nell’ultimo triennio Rigotto ha iniziato seriamente anche una carriera in solitario con un paio d’album di grande qualità. Il primo, Corpi Celesti, è uscito nel 2010. Il secondo è uscito a metà del 2012 e il titolo è Uomo Bianco. Definire la musica di Rigotto è cosa complessa. C’è del rock, c’è del pop, c’è dell’ironia che a volte si tramuta in qualcosa di simile alla demenzialità, c’è dell’elettronica. Ma c’è soprattutto molta creatività e un grande coraggio di mettersi in discussione e di far pensare. Perché con pezzi come Uomo Bianco, English Soup, È successo, Quasi quasi, Cambiare musica quello che Rigotto ci dice è che si può ridere e pensare allo stesso tempo. E anche fare della critica sociale. Una caratteristica presente già nel precedente Corpi Celesti, con canzoni come Scheda Madre o Madama Dorè, di cui vi consigliamo anche i videoclip. Di tutto questo abbiamo parlato con Rigotto, oltre che di tante altre cose: della vita, soprattutto (con i Pink Floyd come sottofondo). Manca solo un dato: Rigotto era a Barcellona per la sua prima tournée spagnola: un concerto unplugged al Bar Pastis e una performance nel nuovissimo Milingo Loft. Dopo aver visto il secondo spettacolo di Rigotto quello che vi diciamo è solo: RIGOTTO SANTO SUBITO. Date un’occhiata alla sua web: cliccate qui.

Maya o non Maya, eccovi l’ultima puntata dell’anno per la Repressione Today dell’imperscrutabile Banzo: e se nel 2013 questa rubrica non dovesse più esistere ci auguriamo che sia per un’improvvisa e sorprendente mancanza di notizie e non per la sparizione cruenta del mondo universo. Nel frattempo, quest’oggi parliamo di un recentissimo sondaggio tra i senzatetto spagnoli, incaricato dall’Instituto Nacional de Estadística, che conferma il violento impatto della crisi nella vita dei cittadini spagnoli. Torniamo poi a occuparci di Hervé Falciani, l’informatico che col suo apporto ha dato un contributo decisivo alla lotta contro la grande evasione fiscale, ma che la Svizzera vuole processare per violazione di segreto bancario: detenuto in Spagna dal 1 luglio, Falciani dovrebbe essere uscito di prigione da circa una settimana, anche se il governo spagnolo non si è ancora pronunciato sulla sua estradizione alla Svizzera. Torniamo anche a parlare di proiettili di gomma, uno dei temi ricorrenti della nostra rubrica, ma questa settimana ci spostiamo dalla nostra Catalogna al Messico, dove la pericolosa arma sarebbe stata usata contro i manifestanti nel corso delle proteste contro l’insediamento del nuovo presidente Enrique Peña Nieto. In chiusura, torniamo in Italia per occuparci della fondazione di Alba Dorata Italia, filiale indipendente del partito filonazista greco, che ha appena celebrato la sua assemblea costituente nel disinteresse generale e si segnala finora per le pittoresche e confusionarie dichiarazioni dei suoi altrettanto pittoreschi e confusionari promotori.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata oggi ad una peculiare figura di giardiniere cantante che ci ha ammorbato con una serie di noiosissimi programmiriguardanti il giardinaggio. Luca Sardella, che sfoggiava un look a dir poco agghiacciante fatto di scoppole dai colori pastello camicie a quadrettini e vestiti da campagnolo, non contento del suo pollice verde ha deciso di torturarci concentrandosi anche su un’altra passione: la musica. Da paroliere a interprete Luca Sardella comincia a produrre tutta una serie di orrendi pezzi musicali. Da ricordare sono un reggae dal titolo improbabile Mi rode e mi scoppia, e poi Un coccodrillo dentro me, ma soprattutto ci sembra degno di nota Pace e Libertà , l’inno dell’Udc che con impareggiabile lungimiranza ha deciso di affidargli Pier Ferdinando Casini. E per dimostrarvi che non è vero che a natale siamo tutti più buoni abbiamo voluto costringervi ad ascoltarlo.

Tra serio e faceto, non potevano mancare le interruzioni di due personaggi che, da vicino o da lontano, si sono convertiti malgrè nous, in ospiti fissi del nostro programma radiofonico. Già sapete di chi stiamo parlando: la signora Gina che ci ha raccontato avventure e disavventure del presepio condominiale e quel fanfarone di comico serio che si presenta con il nome di Bruno, che ha continuato con le solite fregnacce, questa volta con un tocco natalizio. Ridere non serve però per scacciare le brutte notizie di questi tempi bui e selvaggi. Vi abbiamo infatti informato della chiusura, con la fine del 2012, di Info Idiomes di Barcelona Televisiò (BTV), un programma televisivo in cui si dava voce a 18 comunità straniere residenti a Barcellona, tra cui quella italiana. Un programma che esisteva da oltre 13 anni e che, tra l’altro, non comportava costi rilevanti per BTV. Strano dunque che la chiusura di questa bella esperienza di integrazione e di informazione in differenti lingue sia motivata da ragioni economiche. Ci sembra poco credibile, a dire il vero. E ci sembra, purtroppo, che le motivazioni politiche siano la vera ragione di questa decisione. Un’altra pessima notizia per chiudere questo duro 2012 che dimostra come l’integrazione delle comunità straniere a Barcellona stia diventando un’utopia in una società sempre più chiusa su se stessa.

E in questo clima di apocalissi annunciata (come dice Max Manfredi,  I segni della fine non mancano, ma la fine non c’è mai) torniamo a dedicarci, per l’último trago nel fondo della puntata, a un Grande Vecchio della musica italiana, uno di quelli che in questo fertile autunno hanno deciso di mettere al mondo un disco nuovo. Che in questo caso è anche l’ultimo, come già si scorge dal titolo, come s’odora dalle canzoni che ci sono dentro, come l’autore stesso ha dichiarato. L’ultima Thule di Francesco Guccini, uscito un mesetto fa, ha infatti tutta l’aria di essere un commiato: già aveva deciso, quarant’anni fa, di chiamare così il suo ultimo disco, senza immaginare i lunghi anni di concerti e canzoni che sarebbero venuti appresso. Guccini torna a raccontare se stesso e l’incedere del tempo, canta la notte e la memoria insieme al controcanto dell’oblio, con quello sguardo nostalgico ed intimo che gli conosciamo. E in questo costante mettere il punto finale, c’è il ritratto farsesco del mondo attorno (Il  testamento di un pagliaccio) e il racconto della guerra e della Resistenza (c’ascoltiamo in sottofondo Quel giorno d’aprile). Per concludere, ritorniamo indietro di molto, ritorniamo su un esordio: siamo nel 1967, il giovane Francesco (pettinato e senza barba) incide il suo primo disco. La prima canzone diventerà famosissima e si scalfirà nella memoria di tutti, ma lui ancora non lo sa: per ora ci racconta della fine del mondo, che arriverà, certo, ma molto probabilmente Noi non ci saremo.

Buone feste, cari aficionados di Zibaldone! Ci risentiamo per la prossima diretta venerdì 11 gennaio. Ma non perdetevi, nel frattempo, i due speciali di Zibaldone per le vacanze di Natale, al miglior stile vanziniano. Di cosa parleremo? Non vi diciamo nulla… a venerdì prossimo!

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Di cinema italiano, di poncharelos e del piccolo Lucio (14 dicembre 2012)

Ci stiamo avvicinando alla fine del mondo. Almeno così dicono i Maya e molti altri ciarlatani che popolano questo nostro povero pazzo globo terracqueo. Noi zibaldoniani però non ci pieghiamo, né ci spezziamo: continuiamo imperturbabili sulle barricate di Barcellona, informando, contro-informando, scherzando, ridendo e proponendo della gran bella musica. La prossima settimana, in barba ai Maya e ai ciarlatani di cui sopra, abbiamo deciso di intervistare qui nei nostri piccoli studi Paolo Rigotto, musicista, cantante e performer torinese che alla fine del mondo aveva dedicato proprio una canzone qualche tempo fa. E alla fine del mondo dedicherà uno spettacolo qui a Barcellona…

Questo venerdì abbiamo voluto fare un tuffo nella settima arte, ossia nel cinema. E più in concreto nel cinema italiano che si proietta a Barcellona. Sì, perché tra il 14 e il 18 dicembre si tiene nella ciudad condal la prima edizione della Mostra de Cinema Italià de Barcelona (MCIB), organizzata dall’Istituto Luce e dal Ministero Italiano della Cultura. Un incontro davvero interessante che permetterà a catalani e spagnoli di conoscere le ultime novità del cinema italiano, come Magnifica presenza di Ferzan Özpetek, È stato il figlio di Daniele Ciprì, Pinocchio di Enzo d’Alò o Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana. Non ci saranno solo lungometraggi di registi affermati, ma anche lavori di artisti emergenti, cortometraggi di grande qualità e la copia restaurata di Stromboli di Roberto Rossellini. E molto di più. Come la presenza di quasi tutti i registi e dell’attore Elio Germano. Di tutto questo abbiamo parlato con Daniela Aronica,  responsabile del progetto a Barcellona e presidente del Centro di Studi sul Cinema Italiano (CSCI). Per maggiori informazioni sul MCIB, cliccate qui.

Dopo una settimana di malanni, torna l’incoercibile Banzo con la sua Repressione Today, la rubrica di controinformazione più amata dagli zibaldoniani. Il Banzo riprende le fila del caso di Ester Quintana, la più recente vittima dei famigerati proiettili di gomma dei Mossos d’esquadra, sviscerando la spy story di rapporti confidenziali occultati, smentite, controsmentite e mezze verità che hanno caratterizzato le ultime apparizioni dell’ineffabile conseller d’interior Felip Puig, chiamato a pronunciarsi in più d’un occasione sull’operato della polizia in occasione dello sciopero generale del 14 novembre e sulle controverse circostanze del ferimento di Ester. Ma si è parlato anche delle proteste degli ospedali catalani contro i tagli alla sanità, guidate dal personale dell’Hospital Sant Pau, che da oltre due settimane porta avanti una serrata di protesta con la partecipazione massiccia degli abitanti del quartiere. Non è mancato anche uno sguardo all’Italia, con il caso della nuova sede di Casa Pound a Bologna, fatta oggetto del lancio di una bottiglia molotov solo alcuni giorni dopo una grande manifestazione di protesta pacifica per le vie della città, azioni tra le quali sembra non sussistere nessun vincolo. Il gesto ha suscitato polemiche tra le forze politiche del quartiere, divise tra una ragionevole condanna della violenza e i rischi di legittimazione di una organizzazione dichiaratamente neofascista quale è appunto Casa Pound.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata oggi al piccolo Lucio una sorta di Pierino napoletano ciccione ed arrapato. In realtà, la sua linea stilistica, oltre all’estetica assolutamente trash dei suoi video ed allo stile neomelodico, non è altro che una rassegna gastronomica di cibi escludendo tutti quelli più salutari e dichiarando il proprio amore per quelli più grassi e ipercalorici. Il suoi pezzi più famosi: A me me piace a nutella e Coca cola e patatine sono un vero inno alla sregolatezza alimentare ed all’obesità, mentre in Donna bambina e Mi chiami o non mi chiami la celebrazione del cibo viene messa in correlazione con la conquista sentimentale di bambine dodicenni ammiccanti che imparano ad essere donne dalla televisione. Un spaccato sociale trash grottesco ed agghiacciante sui figli malati del berlusconismo.

Sapete che Zibaldone è un porto di mare e in studio da noi passano davvero tutti i matti. La settimana scorsa abbiamo avuto la visita di Don Cosimo, che questa settimana non è apparso. Chissà cosa sarà successo al prelato calabrese in fuga dalla sua terra dopo aver fatto pubblicamente outing… immancabile, invece, Bruno, il comico serio, che è apparso poco prima della fine della trasmissione. Speravamo di essercelo tolto dalle scatole, ma invece, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato, riuscendo ancora una volta a farsi aprire la porta di Radio Contrabanda… ma i matti se non arrivano direttamente in studio, ci chiamano per telefono… E così è stato anche questa volta con la signora Gina che si sta preparando per le feste in attesa del suo dolce pargolo, quel Dani che abbiamo scoperto essere un riconosciuto attore porno residente ormai da parecchi anni qui a Barcellona…

Ma tra uno scherzo e l’altro, c’è stato il tempo anche di una bella intervista con due membri di un gruppo davvero promettente. E soprattutto divertente. Ritmi latini, ma non solo. Loro lo definiscono latin-ska-funk. Fa ballare, questo non c’è dubbio. Il loro nome? The Poncharelos, in onore a quel poliziotto dei Chips che gironzolava per le strade di Los Angeles in sella a una motocicletta con degli occhiali da sole a goccia e lo stile di un vero latin lover. In studio sono venuti a trovarci due membri di questa composita e numerosa band: l’italiano Nico Di Tullio (pianista) e il venezuelano Ángel Rodríguez (bassista). Ma i Poncherelos sono addirittura sette e quasi tutti di paesi diversi: oltre a Nico e Ángel, ci sono un altro venezuelano, un greco, un francese, un argentino e un catalano. Una vera amanida musical, come si dice alle volte qui in Catalogna. Con Nico e Ángel abbiamo parlato della storia di questo gruppo, nato qualche anno fa, e del loro nuovo album, uscito a fine novembre, di cui vi abbiamo proposto tre pezzi. Per saperne di più sui Poncharelos, schiacciate qui.

Ci sono i gruppi e ci sono i Supergruppi, quelli con il mantello e la calzamaglia che accorrono a sgominare i malandrini, quelli che sono formati dei personaggi di altri gruppi e che si uniscono solo per dare il meglio di loro stessi, solo per giocare, solo per una volta. L’último trago di oggi si dedica a uno di questi, di cui già si dovrebbe parlare al passato, come dichiarano nel loro comunicato stampa perché già non esistono più: si presentano con il nome (audace, a dire il vero) di Craxi, con un disco dalla copertina monocolore (rosso), con sonorità da rock sperimentale che sa di new wave. C’è chi viene dai Mariposa, chi dai Calibro 35, qualcuno è passato anche dagli Afterhours e dagli Zeus! Il curriculum c’è tutto, per un disco che suona bene, che ammicca e provoca, dai testi giocosi e contorti. E c’ascoltiamo allora Dentro i battimenti delle rondini, canzone che da il titolo a quest’album appena fatto che vale la pena di ascoltare con attenzione.

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Di morti per la patria, di imprecazioni e di strade (7 dicembre 2012)

È arrivato il freddo inverno anche qui sul litorale catalano, cari aficionados di Zibaldone. Oramai è tempo di sciarpe, guanti di lana e cappotti. E di un buon whisky, piuttosto che la birra fresca che siamo soliti scolarci prima di salire in trasmissione. Ma è tempo anche di nuove uscite musicali e di concerti. Abbiamo voluto iniziare con questi ultimi qui a Zibaldone per informarvi di due prossimi incontri musicali che si svolgeranno nella ciudad condal. Innanzitutto il terzo appuntamento con il Festival di canzone d’autore Cose di Amilcare, che dopo Jarek Nohavica e gli Agricantus, porta a Barcellona un’accoppiata di grandi cantautori italiani: il piacentino Dente e il calabrese Peppe Voltarelli. Il concerto si terrà al C.A.T. di Gràcia sabato 15 dicembre. E poi il torinese Paolo Rigotto che suonerà per la prima volta a Barcellona in due locali underground, come lo storico Bar Pastis e il Milingo Loft del Poble Nou, il 19 e il 21 dicembre.

Per quanto riguarda invece le uscite musicali di quest’inizio di dicembre vi abbiamo proposto il nuovo lavoro dei Fuzz Orchestra. Rock duro e molta politica, se dovessimo riassumerlo in quattro parole. Partendo dall‘improvvisazione radicale, la band, nata nel 2006 e che ha già al suo attivo due album e oltre 200 concerti tra l’Europa e gli Stati Uniti, è arrivata alla definizione di un sound basato su strutture di matrice heavy rock, prodotte da batteria e chitarra, su cui si innestano flussi noise ed audio samples tratti da film, documentari e vecchi vinili. Il loro terzo album, Morire per la patria, ci è piaciuto molto. Per la musica e, ancora di più, per il messaggio in esso contenuto, che di questi tempi cade come il cacio sulle pere. Oltre al singolo che dà il titolo all’album, ci siamo sentiti anche la graffiante In verità vi dico. Se ne volete sapere qualcosa di più, entrate qui.

Le uscite musicali sono davvero molte in questa fine 2012 e non ce l’avremmo fatta a farcela da soli. Abbiamo pensato bene di farci aiutare dal nostro Berardo Staglianò,anima e voce del programma Sentieri Sonori della lussemburghese Radio Ara. Berardo è sempre molto attento al panorama musicale italiano, soprattutto al mondo dell’indie. Oltre a farci un ripasso delle ultime uscite di quest’autunno, Berardo ci ha fatto conoscere due artisti di grande qualità, come il romano Massimo Giangrande, attivo sulle scene da parecchi anni, e una vera novità dal nome cortissimo: Ed. Sentiteveli, perché meritano davvero! E ricordatevi che Sentieri Sonori va in onda ogni sabato dalle 11.30 alle 13.00 e che lo potete sentire dovunque voi siate dalla pagina web di Radio Ara.

Il Banzo, care amiche e cari amici, questa volta è stato colpito dai mali di stagione. Noi abbiamo cercato di fare il possibile anche in sua assenza. E vi abbiamo proposto una versione ridotta della Repressione Today, o come l’ha voluta chiamare il Banzo, unaViral Edition. Dal suo computer, l’incombustibile ed ergonomico nostro collaboratore ci ha mandato una breve panoramica di quel che è successo in quest’ultima settimana, tra le dichiarazioni inaccettabili del conseller catalano Felip Puig sull’incidente a Ester Quintana e la manifestazione dei No TAV a Lione. E molto altro. Ma molto altro è anche quello che vi proponiamo noi dagli studi di Radio Contrabanda affacciati sulla Plaza Reial di Barcellona. In questa puntata le sorprese sono state molte. Come gli ospiti. Innanzitutto, abbiamo ricevuto di nuovo una telefonata della signora Gina con cui abbiamo parlato del suo caro figlio Dani (e del suo lavoro, che potremmo definire, “piccante”…). Poi è ricomparso, immancabile e puntualissimo, quello strano personaggio che si fa chiamare Bruno e che dice di essere un comico serio. Ma poi, udite, udite, abbiamo ricevuto la visita, del tutto inattesa, di Don Cosimo, un prete calabrese che parecchi mesi fa ci chiamò in diretta e fece outing… pare che la sua sincerità gli sia costata cara…

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata oggi al tema: Giornalismo ed imprecazioni ed in particolare al mai troppo compianto Germano Mosconi,giornalista e conduttore televisivo veronese che con il suo look elegante, riporto ed occhiali a goccia ci ha regalato ben più di un sorriso. Se dovessimo dedicargli il titolo di un film sarebbe senza dubbio alcuno Non aprite quella porta! Porte chiuse male, rumori molesti e qualsiasi cosa determinasse il fermo delle riprese sembravano estenuare il povero Mosconi generando in lui una genuina tendenza all’imprecazione. Non lasciandoci condizionare da ipocrisie post mortem  ricordiamo i suoi fuorionda e le sue bestemmie con immutato affetto.

Di solito, l’ùltimo trago delle nostre puntate tenta di affacciarsi sulle novità musicali, sugli esordi, sui gruppi che si stanno facendo le ossa e le corde vocali negli scantinati e nei furgoni in trasferta. Ma quest’oggi speriamo ci concederete l’eccezione di dedicarci invece a un gigante già consacrato: Laura è andata in Italia apposta, per acciuffare l’ultimo disco di Francesco De Gregori, uscito qualche settimana fa e pronto qui per snocciolarsi alle vostre orecchie. S’intitola Sulla strada, come quei romanzi che leggevamo negli anni Sessanta, e al solito si presenta in una cornice rock che ormai conosciamo: da una ventina d’anni ormai il Principe racconta il mondo condendolo del suono di bassi e batterie, un po’ per farcelo mandar giù meglio, un po’ per far la linguaccia a quell’etichetta che vuole i cantautori seduti sullo sgabello con una chitarra acustica a piangere su se stessi. Questo è invece un disco che arriva leggero, vivace, critico. «Non si riesce a vedere cos’è, ma deve essere strada», gli sentiamo dire nella canzone d’esordio, una strada che non è in discesa, da percorrere «a passo d’uomo» («altra misura non conosco, altra parola non suono») , dove s’affacciano i fantasmi sghignazzanti del passato («fischia il sasso fischia il vento, sta arrivando il Novecento» recita il bellissimo pezzo Belle Epoque che ci ascoltiamo oggi) ma dove il futuro si vede e manda segnali. De Gregori è ironico, intimo e sa vivere nel proprio tempo. Non c’è più il giovane Nino della classe ’68 che cammina con le sue scarpette di gomma dura, c’è invece una Ragazza del ’95 che s’imbarca su un aereo low-cost e prende il volo verso nuovi lidi e nuove speranze. Come dire, ascoltiamoci questo disco, che ha qualcosa da raccontare.

Noi, invece, ci riascoltiamo venerdì prossimo!

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Di Sandy, di Robert e di Busy Family (30 novembre 2012)

Anche in questa puntata di Zibaldone abbiamo iniziato con un’interessante uscita musicale. Si chiamano Busy Family e sono una band composta da cinque musicisti di diversa estrazione: Simone Zampieri (voce e chitarre), Marco Corsi (voce e tastiere), Giorgio Pacileo (chitarre), Mauro Da Rold (basso) e Gabriele Starini (batteria). Pochi mesi fa sono usciti con il loro album d’esordio, Advice for your next failure, un album che ingloba svariati generi musicali che spaziano dal pop più spensierato al folk più intimista: Beatles, tromboni, Wilco, chitarre, fisarmoniche, Badly Drawn Boy, bassi e batterie acustiche ed è interamente autoprodotto. Un album che sfuma dal pop più allegro della prima parte al folk più introspettivo/intimista della seconda. Ve li abbiamo presentati con l’aiuto di Doris Zaccone (Radio Capital), di passaggio da Barcellona e dalla nostra radio per un interessante progetto sugli italiani che vivono all’estero. E da Advice for your next failure ci siamo ascoltati The Busy Family e Clyde Beatty.

Era da un mese e mezzo oramai che non sentivamo la sua voce durante le nostre due ore settimanali di Zibaldone. Ed era proprio ora di sapere come se la stava passando nellaGrande Mela. Stiamo parlando del grande Ricky Russo, autore e speaker di In Orbita, storico programma di Radio Capodistria. In questi mesi Ricky Russo si trova a New York, dove sta seguendo la scena musicale ed artistica di una città ricca di sorprese. In questo collegamento ci ha raccontato di Sandy, della rielezione di Obama e di tante altre cose… da non perdere! E a proposito di viaggiatori per le Americhe, non potevamo non collegarci anche con il nostro giramondo, Carlo Taglia, che da oltre un anno sta viaggiando senza aerei. Dal Nepal da dove è partito nell’autunno del 2011, Carlo è ora arrivato in Argentina. E pare che nella bella Córdoba voglia stabilirsi per un bel po’…

Puntata densissima questa settimana per la Repressione Today del nostro ignifugo Banzo: si comincia con lo sciopero della fame di cinque dipendenti di Telefónica contro i licenziamenti per malattia agevolati dalla riforma del lavoro del 2010, giunto a conclusione dopo 23 giorni lo scorso 27 novembre, purtroppo senza riuscire a ottenere la riassunzione di uno dei cinque lavoratori, ragione originaria della protesta. Si prosegue con la notizia del secondo indulto concesso a quattro Mossos d’Esquadra ripetutamente condannati per aver torturato un cittadino rumeno innocente scambiato per un rapinatore ricercato, indulto che ha suscitato l’indignazione di circa duecento giudici che hanno pubblicato un manifesto contro l’uso strumentale e opportunista di questa misura. Una menzione per la riapertura del caso di Juan Pablo Torroija, cittadino argentino morto a Girona lo scorso luglio in circostanze misteriose mentre si trovava sotto custodia della polizia e le prime dichiarazioni pubbliche di Ester Quintana, la più recente vittima dei famigerati proiettili di gomma della polizia catalana. In conclusione, un flash sulle polemiche legate alle annunciate celebrazioni del centoventesimo anniversario della nascita di Francisco Franco, duramente criticate dalle associazioni per la memoria come offesa alle vittime della dittatura.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini dopo aver accolto tra le sue braccia materne ogni sorta di caso umano – cantanti, attori, maghi, pseudo artisti incompresi che popolano o hanno popolato il sordido mondo del tubo catodico italiota – dedica lapuntata di oggi a Giuseppe Giralico. Il predicatore di Veroli, portato alla ribalta da Mai dire tv,  conduceva la trasmissione La Fonte della Vita sull’emittente privata Spazio TV.  Punti salienti delle sue prediche religiose erano il pesante accento del frosinate, le evidenti difficoltà di composizione della frase e il ricorso a litanie in pseudo- aramaico per sottolineare i punti salienti.  La sua visione genuinamente retrograda, la sua ingenua avversione per i fedeli di altre religioni, gli omosessuali, le donne e le targhe alterne e le parolacce lo rende perfetto per infondere un po’ di morale trash nei nostri animi immondi e peccaminosi. Ammen Ammen ola shikiria assaianda!

Dopo parecchi mesi è ritornato a farci visita con la sua bella rubrica Volatili perDiabetici il nostro caro Angelo Scimia. Accompagnato, come sempre, da un’accurata selezione musicale, questa volta il nostro caro Angelo – come dicevano Mogol e Battisti – ci ha parlato dei fumetti di Robert Crumb. O sarebbe meglio dire, della figura di Robert Crumb, classe 1943, considerato il padre del fumetto underground americano. Angelo ci ha letto alcuni passi dell’intervista curata da Robert Poplaski sulla formazione, l’infanzia e l’adolescenza di Crumb. Il titolo? The Robert Crumb Handbook. Godetevelo!

Come al solito, non poteva mancare nemmeno Bruno, il comico serio che ogni settimana si impossessa del microfono e inizia a raccontare barzellette, storielle, frizzi, lazzi e chi più ne ha più ne metta. In quest’occasione, attenzione attenzione, si è gettato di petto sul catalano… della signora Gina invece non abbiamo avuto notizie… però abbiamo fortunosamente ritrovato un cellulare e curiosando, ci siamo permessi di ascoltare la segreteria telefonica…

La nostra cara Laura è assente giustificata per alcune puntate e, almeno per oggi, il Consiglio Musicale della Settimana tocca al Banzo, che accetta felice questo ruolo di supplente precario per parlarci dei manzOni: questo gruppo veneto che lo scorso ottobre ha pubblicato per Garrincha Dischi il suo secondo album, Cucina Povera, cipropone un affascinante post-rock dal passo pensoso e dai toni intimi, ma che a volte non disdegna le asperità del noise. Le trame avvolgenti dei brani accolgono la voce spaesata e spaesante di Gigi Tenca, che parla, parlotta, biascica, e a volte cerca timidamente di seguire la musica mentre racconta storie di amara quotidianità, costruite su impressioni visive nitide, trasfigurate da metafore impreviste. I nomi che quasi inevitabilmente vengono alla mente durante l’ascolto sono i Massimo Volume e Piero Ciampi, che la voce dolente di Tenca richiama in più di una circostanza, ma aldilà del gioco dei riferimenti, la musica dei manzOni è perfettamente autosufficiente nella sua straordinaria forza evocativa. Il brano che vi facciamo ascoltare è la malinconica In Toscana. Alla prossima settimana!

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Di Pino Piras, di Jimi Hendrix e di Aspromonte (23 novembre 2012)

Abbiamo iniziato forte qui a Zibaldone per questa puntata di fine novembre. E lo abbiamo fatto con la musica. Quella dei Quintorigo, band romagnola attiva da quasivent’anni, che ritornano in pole position con un album meraviglioso in uscita in questi giorni in Italia. Si intitola Quintorigo experience ed è un tributo alle migliori canzoni di Jimi Hendrix. O meglio, una rilettura dei pezzi di Hendrix che hanno fatto la storia del rock: da Foxy Lady a Hey Joe, da Voodoo Child a Purple Haze. Una rilettura particolare con le sonorità che hanno reso unici i Quintorigo. E con alcune novità: la voce di Moris Pradella e la collaborazione di alcuni ospiti di lusso, come Vincenzo Vasi (ossia, Vinicio Capossela), Michele Francesconi e Eric Mingus.

Dalla musica alla politica il passo è breve, lo sapete bene. A tenere banco in questa nuova puntata della Repressione Today è l’onda lunga di eventi e mobilitazioni che ha seguito lo sciopero generale del 14 novembre. Il nostro incoercibile Banzo ci parla della campagna Ojo con tu ojo, nata a sostegno di Ester Quintana, l’ennesima e più recente vittima dei famigerati proiettili di gomma della polizia catalana, e che in pochissimi giorni ha ricevuto l’appoggio di vari esponenti del mondo dello spettacolo e di moltissimi cittadini: la concentrazione del 21 novembre davanti alla Conselleria d’Interior, il «ministero degli interni» catalano, ha infatti radunato circa cinquecento persone, moltissime delle quali con una benda sull’occhio, simbolo della protesta. Affluenza simile per la manifestazione che il giorno dopo si è proposta di denunciare la corruzione di Convergència i Uniò, il partito di governo che si candida a rivincere le prossime imminenti elezioni. Si è parlato anche della controversa azione di Anonymous, che come ritorsione per l’aggressione di due minorenni a Tarragona lo scorso 14 novembre, ha pubblicato i nomi di 41 presunti agenti antisommossa dei Mossos d’Esquadra: ma l’autenticità dei dati è fortemente contestata dalle autorità competenti. Sotto i riflettori anche l’episodio che ha dato il via ai disordini alla manifestazione barcellonese, l’incendio di due camionette della Policía Nacional, che ha originato un’aspra polemica tra il governo catalano e la delegazione del governo centrale. E per questa settimana è davvero tutto.

È poi tornata a farci visita la bravissima cantautrice catalana Rusò Sala. Accompagnata dalla sua chitarra, Rusò ci ha proposto due meravigliosi pezzi dal vivo. Il primo è unavera perla. Si intitola La casa ed è una poesia di Cesare Pavese che Rusò ha musicato e che si trova all’interno di Cose di Amilcare, il doppio cd che accompagna l’omonimo festival di canzone d’autore che si sta svolgendo in questi mesi a Barcellona e a cui parteciperà a metà gennaio insieme al triestino Toni Bruna. Con Rusò abbiamo parlato anche del Premio Pino Piras, una rassegna musicale arrivata alla sua quintaedizione – vinta proprio da Rusò Sala – e dedicata a questo straordinario cantautore, poeta e scrittore algherese scomparso nel 1989. Della figura di Pino Piras e di questo premio ne abbiamo parlato anche in un collegamento telefonico con Claudia Crabuzza, cantautrice, musicista e organizzatrice della rassegna, che ci ha proposto alcuni pezzi di Pino Piras nella versione che ha interpretato con Claudio Gabriel Sanna.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata  oggi a Truce Baldazzi. Mito assoluto del web, fisico imponente e sguardo incazzato è un ragazzo di  Pianoro di 22 anni originario dello Sri Lanka. Pessimo rapper dotato di una genuina grossolanità, disarmante e sincera come un cazzotto in faccia. Truce Baldazzi  è semplicemente unsostenitore del pensiero negativo, odio e rabbia sbraitati in un microfono senza alcuna finalità se non quella di sfogarsi per le sofferenze “Minorili” subite tanto da desiderare di lanciare una bomba sulla scuola media di Rastignano. Truce Baldazzi, si sente uno sfigato e lo urla al mondo, mandando a fare in culo la sua ex ragazza, i suoi professori ed allo stesso tempo il ritmo e la grammatica italiana con dei pezzi che sono ormai degli slogan. Dietro a tanto sbraitare il suo grido tuttavia non può non suscitare una certa tenerezza, quella del ragazzino che si ingozza di merendine a lezione e viene sgridato dalla maestra.

Prima e dopo Truce Baldazzi non poteva mancare dell’altra satira e dell’altra comicità, come quella della signora Gina, immancabilmente alla ricerca del figlio che non da segnali di vita, e quella di Bruno, il comico serio che oramai si è piazzato in pianta stabile negli studi di Contrabanda e ci tormenta con il suo repertorio di barzellette, canzoni e… questa volta pure di serenate!

Una scimmia rossa accovacciata su un ramo che fuma e fa le boccacce fa da controcanto all’ultimo trago di oggi. Per l’ultimo sorso nel fondo della puntata Laura è tornata a rovistare nella brulicante piazza palermitana, ultimamente molto fertile di novità. L’etichetta rock che più rock non si può (ovvero, La Tempesta, che spesso chiude le nostre puntate) ha pubblicato qualche mese fa Piombo, polvere e carbone, secondo album del trio Pan del Diavolo: disco arrabbiato e denso, gridato, una carica di aria in viso in questi tempi annaspati. E diamo voce allora a questa Scimmia urlatore che si agita dentro al petto. A venerdì prossimo!

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Di racconti del mare, di pastori sardi e di betoniere di polenta (16 novembre 2012)

È uno Zibaldone dedicato soprattutto alla musica quello di questa settimana, con la presentazione in anteprima mondiale di un album e la presenza in studio di una meravigliosa cantante. Abbiamo pensato dunque di scaldare i motori con un grande del passato, con la sua voce inconfondibile: Barry White. Non siamo però riusciti a toglierci di dosso la visita dell’ormai immancabile Bruno, il comico serio, che questa volta ci ha raccontato della sua infanzia e della sua fuga da casa…

Lasciatoci alle spalle Bruno, arriva il piatto forte della puntata. È con grande piacere che vi presentiamo in anteprima l’ultimo lavoro degli Agricantus, una delle più famose band di world e ethno music italiane. Questa volta siamo stati noi ad andare a trovare Tonj Acquaviva e Rosie Wiederkehr nello studio del gruppo, dove è stato prodotto questo meraviglioso Kuntarimari, un concept album dedicato agli oceani e soprattutto al nostro Mediterraneo. Kuntarimari in siciliano significa infatti “Racconti del mare”. Dieci pezzi ispirati a storie reali e a favole di mare, ai quali, oltre agli altri tre membri della band (Lutte Berg, Mauro Sigura, Guille Mokotoff) hanno partecipato artisti di diverse parti del mondo, come la cantante neozelandese Tamar McLeod Sinclair, il cantante sufi tunisino Mounir Troudi, il cantautore turco Onur Erbas, il rapper siciliano Jaka e il flautista nepalese Binod Katuwal. Kuntarimari verrà presentato dal vivo proprio a Barcellona nel concerto che gli Agricantus daranno giovedì 22 novembre nell’ambito del Festival Cose di Amilcare. Per maggiori informazioni, cliccate qui.

La Repressione Today era nata lo scorso aprile sull’onda lunga dello sciopero generale del 29 marzo, come spazio di controinformazione, minuscolo ma tenace, davanti alla criminalizzazione del dissenso e, appunto, alla sua repressione da parte della polizia catalana, i Mossos d’Esquadra. Ora, dopo il 14 novembre, secondo sciopero generale del 2012, l’incoercibile Banzo prova a mettere un po’ di ordine nell’alluvione di dati, immagini e impressioni che hanno inevitabilmente fatto seguito alla manifestazione. Purtroppo, anche stavolta non sono mancati episodi incresciosi, dall’ingiustificabile aggressione di un ragazzino di tredici anni a Tarragona, le cui conseguenze potete vedere nell’immagine, ai nuovi casi di ferite da proiettile di gomma: il 29 marzo, tra gli altri, avevano perso un occhio due nostri concittadini, mentre ora si aggiunge a questa triste contabilità una donna di 42 anni, colpita in pieno centro intorno alle 21.00, quando la manifestazione volgeva al termine. Sono poi stati registrati i casi di un ragazzo ferito alla bocca e un giornalista dell’Agència 29 ferito alla gamba nonostante portasse evidenti segni di riconoscimento. Anche questa volta, come sempre cercheremo di aggiornarvi sugli sviluppi di questi casi che, con le elezioni catalane alle porte, si annunciano convulsi..

In questa puntata non è stata con noi la nostra carissima Eva Vignini e dunque abbiamo dovuto fare a meno del consueto appuntamento con la Trash Zone. Abbiamo però pensato di telefonare direttamente noi alla signora Gina, che, come è oramai tradizione zibaldoniana, ci ha raccontato tutto quel che ha fatto durante la settimana e ci ha aggiornato sulla ricerca del figlio “scomparso” nelle notti barcellonesi…

Nella seconda parte del programma è venuta a trovarci una cantante che avevate già conosciuto qualche tempo fa e che ha partecipato al nostro album The Zibaldone Radio Experience. E di cui, tra l’altro, abbiamo parlato indirettamente anche nella prima parte del programma, avendo collaborato all’ultimo lavoro degli Agricantus. Stiamo parlando di Tamar McLeod Sinclair, cantante e musicista neozelandese, installatasi a Barcellona da poco più di un anno. Tamar ci ha parlato dei suoi nuovi progetti e dei suoi concerti. Come quello di venerdì 16 novembre, nell’ambito dell’importante 44 Voll Damm Festival Internacional de Jazz de Barcelona. Abbiamo approfittato per farvi sentire qualche altro pezzo del suo bellissimo album, The Heart Notes, che raccoglie le esperienze umane ed artistiche di Tamar nei suoi sei anni in giro per l’Europa.

E per l’último trago di oggi ci troviamo a rovistare, come spesso capita, tra le parole strimpellate di un cantautore. Questa volta arriviamo ancor prima dell’esordio, ancor prima del primo disco: lui si chiama Boris e sta per ora mettendo in circolo canzoni sparse, in attesa che ne sorga l’album d’inizio.  Viene da Sestri Levante, paesino della costa ligure a cui Vecchioni dedicò la fine di un amore, c’è un po’ di luce del mediterraneo e un po’ di malinconia sottile ed autoironica, c’è una chitarra da menestrello e una voce che punzecchia. E tra queste canzoni «facili facili, di pratico consumo», come le descrive l’autore, ripeschiamo per voi un pezzo fuori luogo e fuori tempo: Temporali estivi.

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Di Balcani, di sfratti e di mozzarelle di bufala (9 novembre 2012)

Ormai sta diventando tradizione: ogni puntata di Zibaldone si apre con la presentazione di un nuovo album. Musica fresca e artisti generalmente emergenti, ma non solo. Inquesto caso abbiamo voluto iniziare con un gruppo che a febbraio de 2012 ha fatto uscire il suo primo album. Si chiamano FlyZone e il loro primo lavoro si intitola Hard Day’s Morning. È un indie rock senza tanti fronzoli, senza gel e senza hipster tra i piedi quello di questa band romana che si sta facendo conoscere un po’ in tutta Italia. Niente male. Ci siamo sentiti il singolo In My Opinion e la bella A Clockwork Orange.

E abbiamo continuato con la musica, annunciandovi alcuni concerti, come quello degli Agricantus e di Mariona Sagarra nell’ambito del Festival Cose di Amilcare e quello della bravissima Tamar McLeod Sinclair nel 44 VollDamm Festival Internacional de Jazz de Barcelona. Ma soprattutto con un’intervista telefonica con Pasquale Demis Posadinu, cantante della band indie sassarese Primochef del Cosmo. Ne abbiamo parlato in studio anche con il nostro mitico inviato nelle terre di Sardegna, l’ottimo Giovanni Vargiu (Juan Vargas per gli amici iberici). E vi abbiamo fatto sentire in anteprima una delle canzoni del prossimo album dei Primochef del Cosmo, che dovrebbe uscire in primavera: Monotonia.

E mentre ci avviciniamo allo sciopero generale del 14 novembre, riecco suo malgrado, come ogni settimana, la Repressione Today dell’incoercibile Banzo. Questa settimana parliamo di clausole abusive nelle ipoteche immobiliari, che violerebbero unadirettiva europea in materia, non tutelando adeguatamente i diritti dei consumatori (o, in parole povere, degli sfrattati), e del vertice tra PP e PSOE per giungere all’approvazione immediata di una legge contro gli sfratti, vertice criticato dalla Plataforma Afectados por la Hipoteca, per la sua autoreferenzialità e per la deliberata esclusione degli altri partiti e dei movimenti sociali attivamente operativi sul tema. Spazio anche alla campagna Stop Deshaucios. Concludiamo con la riapertura dell’inchiesta per lo sgombero di Plaça Catalunya il 27 maggio dello scorso anno, il caso di Pau Andaluz, un ragazzo che lo scorso 12 ottobre ha riportato seri danni all’occhio sinistro per via della manganellata di un Mosso d’Esquadra, e per l’aggressione della Policía Nacional ai danni di un gruppo di studenti in sciopero della Complutense di Madrid, che ha portato alla momentanea detenzione di un ragazzo reo unicamente di riprendere i fatti con una telecamera. La temperatura di questo autunno 2012 non accenna a diminuire…

La Trash zone della carissima Eva Vignini si addentra questa volta nel meccanismo perverso dello zapping notturno sulle libere emittenti capitoline e di uno dei prodotti più sinceri del criminale panorama catodico nostrano. Massimo Marino conduttore “porcino”con i suoi lunghi capelli ricci impomatati, occhiali da sole a goccia, orecchino e pizzetto, camicie improponibili, stivali in stile coatto western e l’immancabile sigaretta si aggira nei locali più trash della movida romana e  tra una palpata di culo a una spogliarellista e una chiacchiera con il dj di turno, lancia appelli contro “l’oscurazione d’a ricerca su e cellule staminali”.

Nella seconda parte della puntata abbiamo fatto un salto nei Balcani per vedere che cosa sta succedendo all’altro lato dell’Adriatico a vent’anni dalla guerra civile che dilaniò la ex Jugoslavia, tra situazione politica, cultura, musica e politiche di memoria. Ne abbiamo voluto parlare con quattro amici che si interessano al passato e al presente di quelle terre: due ricercatori in storia contemporanea, Marco Abram, esperto della Serbia e redattore di DiacronieAlfredo Sasso, esperto di Bosnia e redattore di East Journal, e il giornalista Angelo Attanasio e il fotografo Marco Ansaloni, rientrati da pochissimo da Mostar e Mitrovica per un progetto che stanno portando avanti da qualche tempo e che è davvero di grande interesse: Living on the Edge.

Ormai sono degli appuntamenti fissi anche quelli con la signora Gina, attivissima mamma sempre preoccupata per il figlio perso nelle notti barcellonesi, e con Bruno, il comico serio, che, non sappiamo come, è riuscito ancora una volta ad entrare nei nostri studi e a raccontarci una barzelletta… ma in questo finale di puntata ci lasciamoammiccare da un rock- blues arrabbiato e ironico, condito di parole che sanno infilzarsi di poesia e scivolano giù bene. Proprio come l’último trago di oggi: loro si chiamano Guignol, come le marionette francesi che fanno pernacchie al mondo, dal 2008 hanno messo nei loro dischi (quattro: l’ultimo, Addio, Cane! è proprio nuovo nuovo) una critica graffiata e lucida, burlesca, un canto al malessere che si fa protesta. Una risata… ci seppellirà, recita il titolo del penultimo album, e da lì andiamo a pescare il pezzo di oggi: Il Paradosso. A venerdì prossimo!

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Di Balcani, di sfratti e di mozzarelle di bufala (9 novembre 2012)

Ormai sta diventando tradizione: ogni puntata di Zibaldone si apre con la presentazione di un nuovo album. Musica fresca e artisti generalmente emergenti, ma non solo. In questo caso abbiamo voluto iniziare con un gruppo che a febbraio de 2012 ha fatto uscire il suo primo album. Si chiamano FlyZone e il loro primo lavoro si intitola Hard Day’s Morning. È un indie rock senza tanti fronzoli, senza gel e senza hipster tra i piedi quello di questa band romana che si sta facendo conoscere un po’ in tutta Italia. Niente male. Ci siamo sentiti il singolo In My Opinion e la bella A Clockwork Orange.

E abbiamo continuato con la musica, annunciandovi alcuni concerti, come quello degli Agricantus e di Mariona Sagarra nell’ambito del Festival Cose di Amilcare e quello della bravissima Tamar McLeod Sinclair nel 44 Voll Damm Festival Internacional de Jazz de Barcelona. Ma soprattutto con un’intervista telefonica con Pasquale Demis Posadinu, cantante della band indie sassarese Primochef del Cosmo. Ne abbiamo parlato in studio anche con il nostro mitico inviato nelle terre di Sardegna, l’ottimo Giovanni Vargiu (Juan Vargas per gli amici iberici). E vi abbiamo fatto sentire in anteprima una delle canzoni del prossimo album dei Primochef del Cosmo, che dovrebbe uscire in primavera: Monotonia.

E mentre ci avviciniamo allo sciopero generale del 14 novembre, riecco suo malgrado, come ogni settimana, la Repressione Today dell’incoercibile Banzo. Questa settimana parliamo di clausole abusive nelle ipoteche immobiliari, che violerebbero unadirettiva europea in materia, non tutelando adeguatamente i diritti dei consumatori (o, in parole povere, degli sfrattati), e del vertice tra PP e PSOE per giungere all’approvazione immediata di una legge contro gli sfratti, vertice criticato dalla Plataforma Afectados por la Hipoteca, per la sua autoreferenzialità e per la deliberata esclusione degli altri partiti e dei movimenti sociali attivamente operativi sul tema. Spazio anche alla campagna Stop Deshaucios. Concludiamo con la riapertura dell’inchiesta per lo sgombero di Plaça Catalunya il 27 maggio dello scorso anno, il caso di Pau Andaluz, un ragazzo che lo scorso 12 ottobre ha riportato seri danni all’occhio sinistro per via della manganellata di un Mosso d’Esquadra, e per l’aggressione della Policía Nacional ai danni di un gruppo di studenti in sciopero della Complutense di Madrid, che ha portato alla momentanea detenzione di un ragazzo reo unicamente di riprendere i fatti con una telecamera. La temperatura di questo autunno 2012 non accenna a diminuire…

La Trash zone della carissima Eva Vignini si addentra questa volta nel meccanismo perverso dello zapping notturno sulle libere emittenti capitoline e di uno dei prodotti piùsinceri del criminale panorama catodico nostrano. Massimo Marino conduttore “porcino”con i suoi lunghi capelli ricci impomatati, occhiali da sole a goccia, orecchino e pizzetto, camicie improponibili, stivali in stile coatto western e l’immancabile sigaretta si aggira nei locali più trash della movida romana e  tra una palpata di culo a una spogliarellista e una chiacchiera con il dj di turno, lancia appelli contro “l’oscurazione d’a ricerca su e cellule staminali”.

Nella seconda parte della puntata abbiamo fatto un salto nei Balcani per vedere che cosa sta succedendo all’altro lato dell’Adriatico a vent’anni dalla guerra civile che dilaniòla ex Jugoslavia, tra situazione politica, cultura, musica e politiche di memoria. Ne abbiamo voluto parlare con quattro amici che si interessano al passato e al presente di quelle terre: due ricercatori in storia contemporanea, Marco Abram, esperto della Serbia e redattore di Diacronie e Alfredo Sasso, esperto di Bosnia e redattore di East Journal, e il giornalista Angelo Attanasio e il fotografo Marco Ansaloni, rientrati da pochissimo da Mostar e Mitrovica per un progetto che stanno portando avanti da qualche tempo e che è davvero di grande interesse: Living on the Edge.

Ormai sono degli appuntamenti fissi anche quelli con la signora Gina, attivissima mamma sempre preoccupata per il figlio perso nelle notti barcellonesi, e con Bruno, il comico serio, che, non sappiamo come, è riuscito ancora una volta ad entrare nei nostri studi e a raccontarci una barzelletta… ma in questo finale di puntata ci lasciamoammiccare da un rock- blues arrabbiato e ironico, condito di parole che sanno infilzarsi di poesia e scivolano giù bene. Proprio come l’último trago di oggi: loro si chiamano Guignol, come le marionette francesi che fanno pernacchie al mondo, dal 2008 hanno messo nei loro dischi (quattro: l’ultimo, Addio, Cane! è proprio nuovo nuovo) una critica graffiata e lucida, burlesca, un canto al malessere che si fa protesta. Una risata… ci seppellirà, recita il titolo del penultimo album, e da lì andiamo a pescare il pezzo di oggi: Il Paradosso. A venerdì prossimo!

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Di tropicalismo, di etichette nere e di amari rock (2 novembre 2012)

È arrivato l’autunno e sta per arrivare il secondo sciopero generale qui in Spagna. Sarà il 14 novembre. Zibaldone è pronto da un pezzo e sarà sulle barricate in questo autunno caldo spagnolo. La puntata di questo venerdì è iniziata con una perla musicale, una nuova uscita che ci è arrivata direttamente da Madrid. Si tratta del secondo lavoro dei Sinouj, una formazione musicale che unisce musicisti di vari paesi europei e americani. È un jazz dalle forti influenze quello dei Sinouj, influenze funk e soul, ma anche della musica tradizionale africana e di un poco di elettronica. Sinouj si è fatto conoscere nel 2009 con un bel live, ha girato mezzo mondo in tournée nell’ultimo triennio e ora ci presenta Were, album in cui hanno collaborato oltre ai membri di questa eterogenea formazione (il sassofonista madrileno Pablo Hernández, il violinista tunisino Larbi Sassi, il batterista Akin Onasanya, il tastierista napoletano Sergio Salvi e, al basso, il nigeriano Kayode Kuti, il cubano Damián Nueva e l’argentino Pablo Alfieri) anche musicisti del calibro di Jorge Pardo, el Guadiana, Javier Paxariño, Adedeji Adetayo o Fabrizio Cassol. Per maggiori informazioni, date un’occhiata al loro myspace.

Zibaldone non segue solo le ultime novità del panorama musicale italiano e spagnolo, ma anche i festival e le attività culturali che si organizzano e si portano avanti qui a Barcellona, come il Beefeater In-Edit 2012, il festival di documentari musicali che èarrivato alla sua decima edizione e ci si è svolto nella ciudad condal dal 25 ottobre al 4 novembre. Ne abbiamo parlato già la settimana scorsa, ma vale la pena ripeterlo perché l’In-Edit ci sembra uno dei migliori incontri nati in questo inizio di terzo millennio. In questa puntata vi abbiamo segnalato alcuni dei documentari musicali di maggiore qualità che sono stati presentati in questi giorni, come Tropicália di Marcelo Machado (2012), The Rolling Stones. Charlie is My Darling – Ireland 1965 di Mick Gochanour e Peter Whitehead (1965/2012) o Je Suis Venu vu Dire… Gainsbourg par Ginzburg di Pierre-Henry Salfati (2011). Alcune delle canzoni di questi artisti come Os Mutantes, The Rolling Stones e Serge Gainsbourg ci hanno fatto da colonna sonora nelle due ore del nostro programma radiofonico.

Ascoltare Os Mutantes ci ha immerso nella musica brasiliana. E lo abbiamo voluto fare anche qui in studio con un ospite come Serginho Vasconcelos, musicista brasiliano chesta vivendo a Barcellona in questi mesi. Nato come bassista, Serginho è poi passato alla chitarra e da ormai una quarantina d’anni compone e interpreta canzoni. Ce ne ha suonate alcune in un’intensa sessione live davanti ai microfoni di Zibaldone, accompagnato alla chitarra e alle seconde voci da Joan Delgado, musicista catalano amante della rumba e delle rancheras, che negli ultimi due anni ha suonato per mezza Barcellona con la cantante Raissa Avilés nel duo che si è chiamato Sin Complejos. Ma con Serginho abbiamo parlato di molte altre cose: della storia del Brasile, del movimento Tropicalia di Gilberto Gil, Caetano Veloso e de Os Mutantes, della bossa nova e di Chico Buarque, dell’attuale musica brasiliana e, non poteva essere altrimenti, della vita.

Dopo tanta musica, riecco anche la Repressione Today del nostro Banzo, incombustibile e ergonomico in pari misura. In questa puntata abbiamo parlato ancora del movimento 25-S, e dei procedimenti per sanzioni amministrative (leggasi: multe)che sono partiti a pioggia dopo l’ultima settimana di mobilitazioni, spesso con motivazioni quantomeno pretestuose. Spazio anche per la presunta talpa del movimento al Congreso, una esponente di Amaiur (sinistra indipendentista basca) che secondo il quotidiano El Mundo sarebbe rea di avere fornito al 25-S informazioni confidenziali sull’agenda parlamentare e gli orari di alcuni onorevoli. Per concludere, si è parlato di evasione fiscale internazionale con le vicende del giornalista greco Kostas Vaxevanis, processato e assolto per violazione della privacy dopo avere pubblicato i nomi di 2.059 cittadini greci proprietari di conti bancari in Svizzera, e di Hervé Falciani, informatico italo-francese ricercato dalla giustizia svizzera per violazione del segreto bancario, le cui «soffiate», fonte primaria dello stesso Vaxevanis, hanno aiutato i governi di vari paesi europei nella lotta ai grandi evasori fiscali: anche in questo caso non mancheranno aggiornamenti.

I legami tra la situazione politica e il trash italiano non sono generalmente molti. É più che altro un volo pindarico il nostro, per farvi dimenticare il peggio che stiamo vivendo inquesta “grande crisi” e farvi ricordare il peggio del peggio che la cultura italiota ha prodotto nell’ultimo trentennio. Siamo sadici? Mah… Comunque, in questo caso la nostra carissima Eva Vignini ha saputo trovare il nesso e ci ha riportato alla mente un grandissimo personaggio del Trash italiano dei primi anni Novanta: Lorenz. Scoperto dalla Gialappa’s ai tempi di Mai Dire TV, Lorenz è stato il miglior esempio dell’Elvis Presley delle Romagne, con i suoi pezzi dedicati a donne, amori e problemi sociali. Come quando è finito in prigione per aver fatto pipì per strada… Ma Lorenz, personaggio indimenticabile, ha fatto molto altro. Che cosa? Ricordate la pubblicità dell’Amaro Rock, un amaro per veri duri della bassa?

Nella seconda parte della puntata è tornato con noi Luigi Cojazzi, per raccontarci ancora alcune cose di quello che ha visto a inizio ottobre nel bel Festival della rivista Internazionale che si è tenuto a Ferrara. In quest’occasione ci ha parlato di una delle riviste più cool del momento: la peruviana Etiqueta Negra. Fondata dieci anni fa dall’attuale direttore Juan Villanueva Chang, Etiqueta Negraè una rivista dedicata alla non fiction o al «nuovo giornalismo», ispirato al giornalismo narrativo statunitense. Il suo segreto è l’uso di diversi stili narrativi, per raccontare le storie più sorprendenti. Come ha detto Villanueva Chang, un editore deve saper intuire cos¹è che un lettore non sapeva di volere.

Immancabile ormai anche la telefonata della signora Gina, questa mamma milanese in cerca del figlio (il Dani), che noi non conosciamo assolutamente, ma che – ne siamo certi – sta gozzovigliado e sta la sta passando molto bene a Barcellona, lontano dalle braccia materne. E immancabile è anche l’appuntamento con Bruno, il comico serio. Un signore che passa in trasmissione e che ha una gran voglia e un gran bisogno di parlare e di raccontarci cosa fa e cosa non fa. Pare che non ci libereremo tanto facilmente di lui.

E sulle note del De Profundis di Giorgio Conte, si apre il sipario del «último trago», l’ultimo sorso di musica prima di andare via servito per voi da Laura. Questi son giorni in cui «si festeggiano i morti», dal Messico a Catania –  passando per New York -,  siimbandiscono altarini e si fanno danzare i fantasmi tra le nebbie. E in questo clima di zucche e scheletri, cade a proposito l’ultimo singolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, la storica band di Pordenone che sta preparando proprio ora il suo settimo disco Il giardino dei fantasmi, in attesa per l’8 dicembre. Tre teschi sul palco che spaziano dal dub alla new wave, fondatori di un’etichetta rock che più rock non si può (l’imprescindible Tempesta Dischi), animatori di un’estetica spettrale e notturna tracciata dalla matita del chitarrista/fumettista Davide Toffolo: gustiamoci allora questo regalino in anteprima, La fine del giorno (canto numero 3).

A venerdì prossimo! E ricordate: spassatevela!

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Di tropicalismo, di etichette nere e di amari rock (2 novembre 2012)

È arrivato l’autunno e sta per arrivare il secondo sciopero generale qui in Spagna. Sarà il 14 novembre. Zibaldone è pronto da un pezzo e sarà sulle barricate in questo autunno caldo spagnolo. La puntata di questo venerdì è iniziata con una perla musicale, una nuova uscita che ci è arrivata direttamente da Madrid. Si tratta del secondo lavoro dei Sinouj, una formazione musicale che unisce musicisti di vari paesi europei e americani. È un jazz dalle forti influenze quello dei Sinouj, influenze funk e soul, ma anche della musica tradizionale africana e di un poco di elettronica. Sinouj si è fatto conoscere nel 2009 con un bel live, ha girato mezzo mondo in tournée nell’ultimo triennio e ora ci presenta Were, album in cui hanno collaborato oltre ai membri di questa eterogenea formazione (il sassofonista madrileno Pablo Hernández, il violinista tunisino Larbi Sassi, il batterista Akin Onasanya, il tastierista napoletano Sergio Salvi e, al basso, il nigeriano Kayode Kuti, il cubano Damián Nueva e l’argentino Pablo Alfieri) anche musicisti del calibro di Jorge Pardo, el Guadiana, Javier Paxariño, Adedeji Adetayo o Fabrizio Cassol. Per maggiori informazioni, date un’occhiata al loro myspace.

Zibaldone non segue solo le ultime novità del panorama musicale italiano e spagnolo, ma anche i festival e le attività culturali che si organizzano e si portano avanti qui a Barcellona, come il Beefeater In-Edit 2012, il festival di documentari musicali che èarrivato alla sua decima edizione e ci si è svolto nella ciudad condal dal 25 ottobre al 4 novembre. Ne abbiamo parlato già la settimana scorsa, ma vale la pena ripeterlo perché l’In-Edit ci sembra uno dei migliori incontri nati in questo inizio di terzo millennio. In questa puntata vi abbiamo segnalato alcuni dei documentari musicali di maggiore qualità che sono stati presentati in questi giorni, come Tropicália di Marcelo Machado (2012), The Rolling Stones. Charlie is My Darling – Ireland 1965 di Mick Gochanour e Peter Whitehead (1965/2012) o Je Suis Venu vu Dire… Gainsbourg par Ginzburg di Pierre-Henry Salfati (2011). Alcune delle canzoni di questi artisti come Os Mutantes, The Rolling Stones e Serge Gainsbourg ci hanno fatto da colonna sonora nelle due ore del nostro programma radiofonico.

Ascoltare Os Mutantes ci ha immerso nella musica brasiliana. E lo abbiamo voluto fare anche qui in studio con un ospite come Serginho Vasconcelos, musicista brasiliano che sta vivendo a Barcellona in questi mesi. Nato come bassista, Serginho è poi passato alla chitarra e da ormai una quarantina d’anni compone e interpreta canzoni. Ce ne ha suonate alcune in un’intensa sessione live davanti ai microfoni di Zibaldone, accompagnato alla chitarra e alle seconde voci da Joan Delgado, musicista catalano amante della rumba e delle rancheras, che negli ultimi due anni ha suonato per mezza Barcellona con la cantante Raissa Avilés nel duo che si è chiamato Sin Complejos. Ma con Serginho abbiamo parlato di molte altre cose: della storia del Brasile, del movimento Tropicalia di Gilberto Gil, Caetano Veloso e de Os Mutantes, della bossa nova e di Chico Buarque, dell’attuale musica brasiliana e, non poteva essere altrimenti, della vita.

Dopo tanta musica, riecco anche la Repressione Today del nostro Banzo, incombustibile e ergonomico in pari misura. In questa puntata abbiamo parlato ancora del movimento 25-S, e dei procedimenti per sanzioni amministrative (leggasi: multe) che sono partiti a pioggia dopo l’ultima settimana di mobilitazioni, spesso con motivazioni quantomeno pretestuose. Spazio anche per la presunta talpa del movimento al Congreso, una esponente di Amaiur (sinistra indipendentista basca) che secondo il quotidiano El Mundo sarebbe rea di avere fornito al 25-S informazioni confidenziali sull’agenda parlamentare e gli orari di alcuni onorevoli. Per concludere, si è parlato di evasione fiscale internazionale con le vicende del giornalista greco Kostas Vaxevanis, processato e assolto per violazione della privacy dopo avere pubblicato i nomi di 2.059 cittadini greci proprietari di conti bancari in Svizzera, e di Hervé Falciani, informatico italo-francese ricercato dalla giustizia svizzera per violazione del segreto bancario, le cui «soffiate», fonte primaria dello stesso Vaxevanis, hanno aiutato i governi di vari paesi europei nella lotta ai grandi evasori fiscali: anche in questo caso non mancheranno aggiornamenti.

I legami tra la situazione politica e il trash italiano non sono generalmente molti. É più che altro un volo pindarico il nostro, per farvi dimenticare il peggio che stiamo vivendo in questa “grande crisi” e farvi ricordare il peggio del peggio che la cultura italiota ha prodotto nell’ultimo trentennio. Siamo sadici? Mah… Comunque, in questo caso la nostra carissima Eva Vignini ha saputo trovare il nesso e ci ha riportato alla mente un grandissimo personaggio del Trash italiano dei primi anni Novanta: Lorenz. Scoperto dalla Gialappa’s ai tempi di Mai Dire TV, Lorenz è stato il miglior esempio dell’Elvis Presley delle Romagne, con i suoi pezzi dedicati a donne, amori e problemi sociali. Come quando è finito in prigione per aver fatto pipì per strada… Ma Lorenz, personaggio indimenticabile, ha fatto molto altro. Che cosa? Ricordate la pubblicità dell’Amaro Rock, un amaro per veri duri della bassa?

Nella seconda parte della puntata è tornato con noi Luigi Cojazzi, per raccontarci ancora alcune cose di quello che ha visto a inizio ottobre nel bel Festival della rivistaInternazionale che si è tenuto a Ferrara. In quest’occasione ci ha parlato di una delle riviste più cool del momento: la peruviana Etiqueta Negra. Fondata dieci anni fa dall’attuale direttore Juan Villanueva Chang, Etiqueta Negra è una rivista dedicata alla non fiction o al «nuovo giornalismo», ispirato al giornalismo narrativo statunitense. Il suo segreto è l’uso di diversi stili narrativi, per raccontare le storie più sorprendenti. Come ha detto Villanueva Chang, un editore deve saper intuire cos¹è che un lettore non sapeva di volere.

Immancabile ormai anche la telefonata della signora Gina, questa mamma milanese in cerca del figlio (il Dani), che noi non conosciamo assolutamente, ma che – ne siamo certi – sta gozzovigliado e sta la sta passando molto bene a Barcellona, lontano dalle braccia materne. E immancabile è anche l’appuntamento con Bruno, il comico serio. Un signore che passa in trasmissione e che ha una gran voglia e un gran bisogno di parlare e di raccontarci cosa fa e cosa non fa. Pare che non ci libereremo tanto facilmente di lui.

E sulle note del De Profundis di Giorgio Conte, si apre il sipario del «último trago«, l’ultimo sorso di musica prima di andare via servito per voi da Laura. Questi son giorni in cui «si festeggiano i morti», dal Messico a Catania –  passando per New York -,  siimbandiscono altarini e si fanno danzare i fantasmi tra le nebbie. E in questo clima di zucche e scheletri, cade a proposito l’ultimo singolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, la storica band di Pordenone che sta preparando proprio ora il suo settimo disco Il giardino dei fantasmi, in attesa per l’8 dicembre. Tre teschi sul palco che spaziano dal dub alla new wave, fondatori di un’etichetta rock che più rock non si può (l’imprescindible Tempesta Dischi), animatori di un’estetica spettrale e notturna tracciata dalla matita del chitarrista/fumettista Davide Toffolo: gustiamoci allora questo regalino in anteprima, La fine del giorno (canto numero 3).

A venerdì prossimo! E ricordate: spassatevela!

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