Della (presunta) fine del mondo. E di nient’altro (21 dicembre 2012)

Poteva essere l’ultima puntata del nostro Zibaldone. E invece no. Siamo ancora qui, belli e snelli. E soprattutto: alive & kicking. Come ha dichiarato in un momento di gioia post concerto Paolo Rigotto: “Fanculo ai Maya”. Tutto questo per dire, cari aficionados e care aficionadas di Zibaldone che la puntata del 21 dicembre, l’ultima puntata in diretta del 2012, è stata dedicata a questa possibile conclusione delle nostre vite e del nostro programma radiofonico. Non a caso l’ospite d’onore è stato Paolo Rigotto che un paio d’anni fa incise una canzone intitolata La fine del mondo. Ma chi è Paolo Rigotto?

Paolo Rigotto è un musicista, cantante e performer torinese. Rigotto nasce come batterista. E lo è ancora, partecipando in vari progetti, come quello della Banda Elastica Pellizza, premiata recentemente con la Targa Tenco. Ma nell’ultimo triennio Rigotto ha iniziato seriamente anche una carriera in solitario con un paio d’album di grande qualità. Il primo, Corpi Celesti, è uscito nel 2010. Il secondo è uscito a metà del 2012 e il titolo è Uomo Bianco. Definire la musica di Rigotto è cosa complessa. C’è del rock, c’è del pop, c’è dell’ironia che a volte si tramuta in qualcosa di simile alla demenzialità, c’è dell’elettronica. Ma c’è soprattutto molta creatività e un grande coraggio di mettersi in discussione e di far pensare. Perché con pezzi come Uomo Bianco, English Soup, È successo, Quasi quasi, Cambiare musica quello che Rigotto ci dice è che si può ridere e pensare allo stesso tempo. E anche fare della critica sociale. Una caratteristica presente già nel precedente Corpi Celesti, con canzoni come Scheda Madre o Madama Dorè, di cui vi consigliamo anche i videoclip. Di tutto questo abbiamo parlato con Rigotto, oltre che di tante altre cose: della vita, soprattutto (con i Pink Floyd come sottofondo). Manca solo un dato: Rigotto era a Barcellona per la sua prima tournée spagnola: un concerto unplugged al Bar Pastis e una performance nel nuovissimo Milingo Loft. Dopo aver visto il secondo spettacolo di Rigotto quello che vi diciamo è solo: RIGOTTO SANTO SUBITO. Date un’occhiata alla sua web: cliccate qui.

Maya o non Maya, eccovi l’ultima puntata dell’anno per la Repressione Today dell’imperscrutabile Banzo: e se nel 2013 questa rubrica non dovesse più esistere ci auguriamo che sia per un’improvvisa e sorprendente mancanza di notizie e non per la sparizione cruenta del mondo universo. Nel frattempo, quest’oggi parliamo di un recentissimo sondaggio tra i senzatetto spagnoli, incaricato dall’Instituto Nacional de Estadística, che conferma il violento impatto della crisi nella vita dei cittadini spagnoli. Torniamo poi a occuparci di Hervé Falciani, l’informatico che col suo apporto ha dato un contributo decisivo alla lotta contro la grande evasione fiscale, ma che la Svizzera vuole processare per violazione di segreto bancario: detenuto in Spagna dal 1 luglio, Falciani dovrebbe essere uscito di prigione da circa una settimana, anche se il governo spagnolo non si è ancora pronunciato sulla sua estradizione alla Svizzera. Torniamo anche a parlare di proiettili di gomma, uno dei temi ricorrenti della nostra rubrica, ma questa settimana ci spostiamo dalla nostra Catalogna al Messico, dove la pericolosa arma sarebbe stata usata contro i manifestanti nel corso delle proteste contro l’insediamento del nuovo presidente Enrique Peña Nieto. In chiusura, torniamo in Italia per occuparci della fondazione di Alba Dorata Italia, filiale indipendente del partito filonazista greco, che ha appena celebrato la sua assemblea costituente nel disinteresse generale e si segnala finora per le pittoresche e confusionarie dichiarazioni dei suoi altrettanto pittoreschi e confusionari promotori.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata oggi ad una peculiare figura di giardiniere cantante che ci ha ammorbato con una serie di noiosissimi programmiriguardanti il giardinaggio. Luca Sardella, che sfoggiava un look a dir poco agghiacciante fatto di scoppole dai colori pastello camicie a quadrettini e vestiti da campagnolo, non contento del suo pollice verde ha deciso di torturarci concentrandosi anche su un’altra passione: la musica. Da paroliere a interprete Luca Sardella comincia a produrre tutta una serie di orrendi pezzi musicali. Da ricordare sono un reggae dal titolo improbabile Mi rode e mi scoppia, e poi Un coccodrillo dentro me, ma soprattutto ci sembra degno di nota Pace e Libertà , l’inno dell’Udc che con impareggiabile lungimiranza ha deciso di affidargli Pier Ferdinando Casini. E per dimostrarvi che non è vero che a natale siamo tutti più buoni abbiamo voluto costringervi ad ascoltarlo.

Tra serio e faceto, non potevano mancare le interruzioni di due personaggi che, da vicino o da lontano, si sono convertiti malgrè nous, in ospiti fissi del nostro programma radiofonico. Già sapete di chi stiamo parlando: la signora Gina che ci ha raccontato avventure e disavventure del presepio condominiale e quel fanfarone di comico serio che si presenta con il nome di Bruno, che ha continuato con le solite fregnacce, questa volta con un tocco natalizio. Ridere non serve però per scacciare le brutte notizie di questi tempi bui e selvaggi. Vi abbiamo infatti informato della chiusura, con la fine del 2012, di Info Idiomes di Barcelona Televisiò (BTV), un programma televisivo in cui si dava voce a 18 comunità straniere residenti a Barcellona, tra cui quella italiana. Un programma che esisteva da oltre 13 anni e che, tra l’altro, non comportava costi rilevanti per BTV. Strano dunque che la chiusura di questa bella esperienza di integrazione e di informazione in differenti lingue sia motivata da ragioni economiche. Ci sembra poco credibile, a dire il vero. E ci sembra, purtroppo, che le motivazioni politiche siano la vera ragione di questa decisione. Un’altra pessima notizia per chiudere questo duro 2012 che dimostra come l’integrazione delle comunità straniere a Barcellona stia diventando un’utopia in una società sempre più chiusa su se stessa.

E in questo clima di apocalissi annunciata (come dice Max Manfredi,  I segni della fine non mancano, ma la fine non c’è mai) torniamo a dedicarci, per l’último trago nel fondo della puntata, a un Grande Vecchio della musica italiana, uno di quelli che in questo fertile autunno hanno deciso di mettere al mondo un disco nuovo. Che in questo caso è anche l’ultimo, come già si scorge dal titolo, come s’odora dalle canzoni che ci sono dentro, come l’autore stesso ha dichiarato. L’ultima Thule di Francesco Guccini, uscito un mesetto fa, ha infatti tutta l’aria di essere un commiato: già aveva deciso, quarant’anni fa, di chiamare così il suo ultimo disco, senza immaginare i lunghi anni di concerti e canzoni che sarebbero venuti appresso. Guccini torna a raccontare se stesso e l’incedere del tempo, canta la notte e la memoria insieme al controcanto dell’oblio, con quello sguardo nostalgico ed intimo che gli conosciamo. E in questo costante mettere il punto finale, c’è il ritratto farsesco del mondo attorno (Il  testamento di un pagliaccio) e il racconto della guerra e della Resistenza (c’ascoltiamo in sottofondo Quel giorno d’aprile). Per concludere, ritorniamo indietro di molto, ritorniamo su un esordio: siamo nel 1967, il giovane Francesco (pettinato e senza barba) incide il suo primo disco. La prima canzone diventerà famosissima e si scalfirà nella memoria di tutti, ma lui ancora non lo sa: per ora ci racconta della fine del mondo, che arriverà, certo, ma molto probabilmente Noi non ci saremo.

Buone feste, cari aficionados di Zibaldone! Ci risentiamo per la prossima diretta venerdì 11 gennaio. Ma non perdetevi, nel frattempo, i due speciali di Zibaldone per le vacanze di Natale, al miglior stile vanziniano. Di cosa parleremo? Non vi diciamo nulla… a venerdì prossimo!

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Di cinema italiano, di poncharelos e del piccolo Lucio (14 dicembre 2012)

Ci stiamo avvicinando alla fine del mondo. Almeno così dicono i Maya e molti altri ciarlatani che popolano questo nostro povero pazzo globo terracqueo. Noi zibaldoniani però non ci pieghiamo, né ci spezziamo: continuiamo imperturbabili sulle barricate di Barcellona, informando, contro-informando, scherzando, ridendo e proponendo della gran bella musica. La prossima settimana, in barba ai Maya e ai ciarlatani di cui sopra, abbiamo deciso di intervistare qui nei nostri piccoli studi Paolo Rigotto, musicista, cantante e performer torinese che alla fine del mondo aveva dedicato proprio una canzone qualche tempo fa. E alla fine del mondo dedicherà uno spettacolo qui a Barcellona…

Questo venerdì abbiamo voluto fare un tuffo nella settima arte, ossia nel cinema. E più in concreto nel cinema italiano che si proietta a Barcellona. Sì, perché tra il 14 e il 18 dicembre si tiene nella ciudad condal la prima edizione della Mostra de Cinema Italià de Barcelona (MCIB), organizzata dall’Istituto Luce e dal Ministero Italiano della Cultura. Un incontro davvero interessante che permetterà a catalani e spagnoli di conoscere le ultime novità del cinema italiano, come Magnifica presenza di Ferzan Özpetek, È stato il figlio di Daniele Ciprì, Pinocchio di Enzo d’Alò o Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana. Non ci saranno solo lungometraggi di registi affermati, ma anche lavori di artisti emergenti, cortometraggi di grande qualità e la copia restaurata di Stromboli di Roberto Rossellini. E molto di più. Come la presenza di quasi tutti i registi e dell’attore Elio Germano. Di tutto questo abbiamo parlato con Daniela Aronica,  responsabile del progetto a Barcellona e presidente del Centro di Studi sul Cinema Italiano (CSCI). Per maggiori informazioni sul MCIB, cliccate qui.

Dopo una settimana di malanni, torna l’incoercibile Banzo con la sua Repressione Today, la rubrica di controinformazione più amata dagli zibaldoniani. Il Banzo riprende le fila del caso di Ester Quintana, la più recente vittima dei famigerati proiettili di gomma dei Mossos d’esquadra, sviscerando la spy story di rapporti confidenziali occultati, smentite, controsmentite e mezze verità che hanno caratterizzato le ultime apparizioni dell’ineffabile conseller d’interior Felip Puig, chiamato a pronunciarsi in più d’un occasione sull’operato della polizia in occasione dello sciopero generale del 14 novembre e sulle controverse circostanze del ferimento di Ester. Ma si è parlato anche delle proteste degli ospedali catalani contro i tagli alla sanità, guidate dal personale dell’Hospital Sant Pau, che da oltre due settimane porta avanti una serrata di protesta con la partecipazione massiccia degli abitanti del quartiere. Non è mancato anche uno sguardo all’Italia, con il caso della nuova sede di Casa Pound a Bologna, fatta oggetto del lancio di una bottiglia molotov solo alcuni giorni dopo una grande manifestazione di protesta pacifica per le vie della città, azioni tra le quali sembra non sussistere nessun vincolo. Il gesto ha suscitato polemiche tra le forze politiche del quartiere, divise tra una ragionevole condanna della violenza e i rischi di legittimazione di una organizzazione dichiaratamente neofascista quale è appunto Casa Pound.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata oggi al piccolo Lucio una sorta di Pierino napoletano ciccione ed arrapato. In realtà, la sua linea stilistica, oltre all’estetica assolutamente trash dei suoi video ed allo stile neomelodico, non è altro che una rassegna gastronomica di cibi escludendo tutti quelli più salutari e dichiarando il proprio amore per quelli più grassi e ipercalorici. Il suoi pezzi più famosi: A me me piace a nutella e Coca cola e patatine sono un vero inno alla sregolatezza alimentare ed all’obesità, mentre in Donna bambina e Mi chiami o non mi chiami la celebrazione del cibo viene messa in correlazione con la conquista sentimentale di bambine dodicenni ammiccanti che imparano ad essere donne dalla televisione. Un spaccato sociale trash grottesco ed agghiacciante sui figli malati del berlusconismo.

Sapete che Zibaldone è un porto di mare e in studio da noi passano davvero tutti i matti. La settimana scorsa abbiamo avuto la visita di Don Cosimo, che questa settimana non è apparso. Chissà cosa sarà successo al prelato calabrese in fuga dalla sua terra dopo aver fatto pubblicamente outing… immancabile, invece, Bruno, il comico serio, che è apparso poco prima della fine della trasmissione. Speravamo di essercelo tolto dalle scatole, ma invece, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato, riuscendo ancora una volta a farsi aprire la porta di Radio Contrabanda… ma i matti se non arrivano direttamente in studio, ci chiamano per telefono… E così è stato anche questa volta con la signora Gina che si sta preparando per le feste in attesa del suo dolce pargolo, quel Dani che abbiamo scoperto essere un riconosciuto attore porno residente ormai da parecchi anni qui a Barcellona…

Ma tra uno scherzo e l’altro, c’è stato il tempo anche di una bella intervista con due membri di un gruppo davvero promettente. E soprattutto divertente. Ritmi latini, ma non solo. Loro lo definiscono latin-ska-funk. Fa ballare, questo non c’è dubbio. Il loro nome? The Poncharelos, in onore a quel poliziotto dei Chips che gironzolava per le strade di Los Angeles in sella a una motocicletta con degli occhiali da sole a goccia e lo stile di un vero latin lover. In studio sono venuti a trovarci due membri di questa composita e numerosa band: l’italiano Nico Di Tullio (pianista) e il venezuelano Ángel Rodríguez (bassista). Ma i Poncherelos sono addirittura sette e quasi tutti di paesi diversi: oltre a Nico e Ángel, ci sono un altro venezuelano, un greco, un francese, un argentino e un catalano. Una vera amanida musical, come si dice alle volte qui in Catalogna. Con Nico e Ángel abbiamo parlato della storia di questo gruppo, nato qualche anno fa, e del loro nuovo album, uscito a fine novembre, di cui vi abbiamo proposto tre pezzi. Per saperne di più sui Poncharelos, schiacciate qui.

Ci sono i gruppi e ci sono i Supergruppi, quelli con il mantello e la calzamaglia che accorrono a sgominare i malandrini, quelli che sono formati dei personaggi di altri gruppi e che si uniscono solo per dare il meglio di loro stessi, solo per giocare, solo per una volta. L’último trago di oggi si dedica a uno di questi, di cui già si dovrebbe parlare al passato, come dichiarano nel loro comunicato stampa perché già non esistono più: si presentano con il nome (audace, a dire il vero) di Craxi, con un disco dalla copertina monocolore (rosso), con sonorità da rock sperimentale che sa di new wave. C’è chi viene dai Mariposa, chi dai Calibro 35, qualcuno è passato anche dagli Afterhours e dagli Zeus! Il curriculum c’è tutto, per un disco che suona bene, che ammicca e provoca, dai testi giocosi e contorti. E c’ascoltiamo allora Dentro i battimenti delle rondini, canzone che da il titolo a quest’album appena fatto che vale la pena di ascoltare con attenzione.

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Di morti per la patria, di imprecazioni e di strade (7 dicembre 2012)

È arrivato il freddo inverno anche qui sul litorale catalano, cari aficionados di Zibaldone. Oramai è tempo di sciarpe, guanti di lana e cappotti. E di un buon whisky, piuttosto che la birra fresca che siamo soliti scolarci prima di salire in trasmissione. Ma è tempo anche di nuove uscite musicali e di concerti. Abbiamo voluto iniziare con questi ultimi qui a Zibaldone per informarvi di due prossimi incontri musicali che si svolgeranno nella ciudad condal. Innanzitutto il terzo appuntamento con il Festival di canzone d’autore Cose di Amilcare, che dopo Jarek Nohavica e gli Agricantus, porta a Barcellona un’accoppiata di grandi cantautori italiani: il piacentino Dente e il calabrese Peppe Voltarelli. Il concerto si terrà al C.A.T. di Gràcia sabato 15 dicembre. E poi il torinese Paolo Rigotto che suonerà per la prima volta a Barcellona in due locali underground, come lo storico Bar Pastis e il Milingo Loft del Poble Nou, il 19 e il 21 dicembre.

Per quanto riguarda invece le uscite musicali di quest’inizio di dicembre vi abbiamo proposto il nuovo lavoro dei Fuzz Orchestra. Rock duro e molta politica, se dovessimo riassumerlo in quattro parole. Partendo dall‘improvvisazione radicale, la band, nata nel 2006 e che ha già al suo attivo due album e oltre 200 concerti tra l’Europa e gli Stati Uniti, è arrivata alla definizione di un sound basato su strutture di matrice heavy rock, prodotte da batteria e chitarra, su cui si innestano flussi noise ed audio samples tratti da film, documentari e vecchi vinili. Il loro terzo album, Morire per la patria, ci è piaciuto molto. Per la musica e, ancora di più, per il messaggio in esso contenuto, che di questi tempi cade come il cacio sulle pere. Oltre al singolo che dà il titolo all’album, ci siamo sentiti anche la graffiante In verità vi dico. Se ne volete sapere qualcosa di più, entrate qui.

Le uscite musicali sono davvero molte in questa fine 2012 e non ce l’avremmo fatta a farcela da soli. Abbiamo pensato bene di farci aiutare dal nostro Berardo Staglianò,anima e voce del programma Sentieri Sonori della lussemburghese Radio Ara. Berardo è sempre molto attento al panorama musicale italiano, soprattutto al mondo dell’indie. Oltre a farci un ripasso delle ultime uscite di quest’autunno, Berardo ci ha fatto conoscere due artisti di grande qualità, come il romano Massimo Giangrande, attivo sulle scene da parecchi anni, e una vera novità dal nome cortissimo: Ed. Sentiteveli, perché meritano davvero! E ricordatevi che Sentieri Sonori va in onda ogni sabato dalle 11.30 alle 13.00 e che lo potete sentire dovunque voi siate dalla pagina web di Radio Ara.

Il Banzo, care amiche e cari amici, questa volta è stato colpito dai mali di stagione. Noi abbiamo cercato di fare il possibile anche in sua assenza. E vi abbiamo proposto una versione ridotta della Repressione Today, o come l’ha voluta chiamare il Banzo, unaViral Edition. Dal suo computer, l’incombustibile ed ergonomico nostro collaboratore ci ha mandato una breve panoramica di quel che è successo in quest’ultima settimana, tra le dichiarazioni inaccettabili del conseller catalano Felip Puig sull’incidente a Ester Quintana e la manifestazione dei No TAV a Lione. E molto altro. Ma molto altro è anche quello che vi proponiamo noi dagli studi di Radio Contrabanda affacciati sulla Plaza Reial di Barcellona. In questa puntata le sorprese sono state molte. Come gli ospiti. Innanzitutto, abbiamo ricevuto di nuovo una telefonata della signora Gina con cui abbiamo parlato del suo caro figlio Dani (e del suo lavoro, che potremmo definire, “piccante”…). Poi è ricomparso, immancabile e puntualissimo, quello strano personaggio che si fa chiamare Bruno e che dice di essere un comico serio. Ma poi, udite, udite, abbiamo ricevuto la visita, del tutto inattesa, di Don Cosimo, un prete calabrese che parecchi mesi fa ci chiamò in diretta e fece outing… pare che la sua sincerità gli sia costata cara…

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata oggi al tema: Giornalismo ed imprecazioni ed in particolare al mai troppo compianto Germano Mosconi,giornalista e conduttore televisivo veronese che con il suo look elegante, riporto ed occhiali a goccia ci ha regalato ben più di un sorriso. Se dovessimo dedicargli il titolo di un film sarebbe senza dubbio alcuno Non aprite quella porta! Porte chiuse male, rumori molesti e qualsiasi cosa determinasse il fermo delle riprese sembravano estenuare il povero Mosconi generando in lui una genuina tendenza all’imprecazione. Non lasciandoci condizionare da ipocrisie post mortem  ricordiamo i suoi fuorionda e le sue bestemmie con immutato affetto.

Di solito, l’ùltimo trago delle nostre puntate tenta di affacciarsi sulle novità musicali, sugli esordi, sui gruppi che si stanno facendo le ossa e le corde vocali negli scantinati e nei furgoni in trasferta. Ma quest’oggi speriamo ci concederete l’eccezione di dedicarci invece a un gigante già consacrato: Laura è andata in Italia apposta, per acciuffare l’ultimo disco di Francesco De Gregori, uscito qualche settimana fa e pronto qui per snocciolarsi alle vostre orecchie. S’intitola Sulla strada, come quei romanzi che leggevamo negli anni Sessanta, e al solito si presenta in una cornice rock che ormai conosciamo: da una ventina d’anni ormai il Principe racconta il mondo condendolo del suono di bassi e batterie, un po’ per farcelo mandar giù meglio, un po’ per far la linguaccia a quell’etichetta che vuole i cantautori seduti sullo sgabello con una chitarra acustica a piangere su se stessi. Questo è invece un disco che arriva leggero, vivace, critico. «Non si riesce a vedere cos’è, ma deve essere strada», gli sentiamo dire nella canzone d’esordio, una strada che non è in discesa, da percorrere «a passo d’uomo» («altra misura non conosco, altra parola non suono») , dove s’affacciano i fantasmi sghignazzanti del passato («fischia il sasso fischia il vento, sta arrivando il Novecento» recita il bellissimo pezzo Belle Epoque che ci ascoltiamo oggi) ma dove il futuro si vede e manda segnali. De Gregori è ironico, intimo e sa vivere nel proprio tempo. Non c’è più il giovane Nino della classe ’68 che cammina con le sue scarpette di gomma dura, c’è invece una Ragazza del ’95 che s’imbarca su un aereo low-cost e prende il volo verso nuovi lidi e nuove speranze. Come dire, ascoltiamoci questo disco, che ha qualcosa da raccontare.

Noi, invece, ci riascoltiamo venerdì prossimo!

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Di Sandy, di Robert e di Busy Family (30 novembre 2012)

Anche in questa puntata di Zibaldone abbiamo iniziato con un’interessante uscita musicale. Si chiamano Busy Family e sono una band composta da cinque musicisti di diversa estrazione: Simone Zampieri (voce e chitarre), Marco Corsi (voce e tastiere), Giorgio Pacileo (chitarre), Mauro Da Rold (basso) e Gabriele Starini (batteria). Pochi mesi fa sono usciti con il loro album d’esordio, Advice for your next failure, un album che ingloba svariati generi musicali che spaziano dal pop più spensierato al folk più intimista: Beatles, tromboni, Wilco, chitarre, fisarmoniche, Badly Drawn Boy, bassi e batterie acustiche ed è interamente autoprodotto. Un album che sfuma dal pop più allegro della prima parte al folk più introspettivo/intimista della seconda. Ve li abbiamo presentati con l’aiuto di Doris Zaccone (Radio Capital), di passaggio da Barcellona e dalla nostra radio per un interessante progetto sugli italiani che vivono all’estero. E da Advice for your next failure ci siamo ascoltati The Busy Family e Clyde Beatty.

Era da un mese e mezzo oramai che non sentivamo la sua voce durante le nostre due ore settimanali di Zibaldone. Ed era proprio ora di sapere come se la stava passando nellaGrande Mela. Stiamo parlando del grande Ricky Russo, autore e speaker di In Orbita, storico programma di Radio Capodistria. In questi mesi Ricky Russo si trova a New York, dove sta seguendo la scena musicale ed artistica di una città ricca di sorprese. In questo collegamento ci ha raccontato di Sandy, della rielezione di Obama e di tante altre cose… da non perdere! E a proposito di viaggiatori per le Americhe, non potevamo non collegarci anche con il nostro giramondo, Carlo Taglia, che da oltre un anno sta viaggiando senza aerei. Dal Nepal da dove è partito nell’autunno del 2011, Carlo è ora arrivato in Argentina. E pare che nella bella Córdoba voglia stabilirsi per un bel po’…

Puntata densissima questa settimana per la Repressione Today del nostro ignifugo Banzo: si comincia con lo sciopero della fame di cinque dipendenti di Telefónica contro i licenziamenti per malattia agevolati dalla riforma del lavoro del 2010, giunto a conclusione dopo 23 giorni lo scorso 27 novembre, purtroppo senza riuscire a ottenere la riassunzione di uno dei cinque lavoratori, ragione originaria della protesta. Si prosegue con la notizia del secondo indulto concesso a quattro Mossos d’Esquadra ripetutamente condannati per aver torturato un cittadino rumeno innocente scambiato per un rapinatore ricercato, indulto che ha suscitato l’indignazione di circa duecento giudici che hanno pubblicato un manifesto contro l’uso strumentale e opportunista di questa misura. Una menzione per la riapertura del caso di Juan Pablo Torroija, cittadino argentino morto a Girona lo scorso luglio in circostanze misteriose mentre si trovava sotto custodia della polizia e le prime dichiarazioni pubbliche di Ester Quintana, la più recente vittima dei famigerati proiettili di gomma della polizia catalana. In conclusione, un flash sulle polemiche legate alle annunciate celebrazioni del centoventesimo anniversario della nascita di Francisco Franco, duramente criticate dalle associazioni per la memoria come offesa alle vittime della dittatura.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini dopo aver accolto tra le sue braccia materne ogni sorta di caso umano – cantanti, attori, maghi, pseudo artisti incompresi che popolano o hanno popolato il sordido mondo del tubo catodico italiota – dedica lapuntata di oggi a Giuseppe Giralico. Il predicatore di Veroli, portato alla ribalta da Mai dire tv,  conduceva la trasmissione La Fonte della Vita sull’emittente privata Spazio TV.  Punti salienti delle sue prediche religiose erano il pesante accento del frosinate, le evidenti difficoltà di composizione della frase e il ricorso a litanie in pseudo- aramaico per sottolineare i punti salienti.  La sua visione genuinamente retrograda, la sua ingenua avversione per i fedeli di altre religioni, gli omosessuali, le donne e le targhe alterne e le parolacce lo rende perfetto per infondere un po’ di morale trash nei nostri animi immondi e peccaminosi. Ammen Ammen ola shikiria assaianda!

Dopo parecchi mesi è ritornato a farci visita con la sua bella rubrica Volatili perDiabetici il nostro caro Angelo Scimia. Accompagnato, come sempre, da un’accurata selezione musicale, questa volta il nostro caro Angelo – come dicevano Mogol e Battisti – ci ha parlato dei fumetti di Robert Crumb. O sarebbe meglio dire, della figura di Robert Crumb, classe 1943, considerato il padre del fumetto underground americano. Angelo ci ha letto alcuni passi dell’intervista curata da Robert Poplaski sulla formazione, l’infanzia e l’adolescenza di Crumb. Il titolo? The Robert Crumb Handbook. Godetevelo!

Come al solito, non poteva mancare nemmeno Bruno, il comico serio che ogni settimana si impossessa del microfono e inizia a raccontare barzellette, storielle, frizzi, lazzi e chi più ne ha più ne metta. In quest’occasione, attenzione attenzione, si è gettato di petto sul catalano… della signora Gina invece non abbiamo avuto notizie… però abbiamo fortunosamente ritrovato un cellulare e curiosando, ci siamo permessi di ascoltare la segreteria telefonica…

La nostra cara Laura è assente giustificata per alcune puntate e, almeno per oggi, il Consiglio Musicale della Settimana tocca al Banzo, che accetta felice questo ruolo di supplente precario per parlarci dei manzOni: questo gruppo veneto che lo scorso ottobre ha pubblicato per Garrincha Dischi il suo secondo album, Cucina Povera, cipropone un affascinante post-rock dal passo pensoso e dai toni intimi, ma che a volte non disdegna le asperità del noise. Le trame avvolgenti dei brani accolgono la voce spaesata e spaesante di Gigi Tenca, che parla, parlotta, biascica, e a volte cerca timidamente di seguire la musica mentre racconta storie di amara quotidianità, costruite su impressioni visive nitide, trasfigurate da metafore impreviste. I nomi che quasi inevitabilmente vengono alla mente durante l’ascolto sono i Massimo Volume e Piero Ciampi, che la voce dolente di Tenca richiama in più di una circostanza, ma aldilà del gioco dei riferimenti, la musica dei manzOni è perfettamente autosufficiente nella sua straordinaria forza evocativa. Il brano che vi facciamo ascoltare è la malinconica In Toscana. Alla prossima settimana!

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Di Pino Piras, di Jimi Hendrix e di Aspromonte (23 novembre 2012)

Abbiamo iniziato forte qui a Zibaldone per questa puntata di fine novembre. E lo abbiamo fatto con la musica. Quella dei Quintorigo, band romagnola attiva da quasivent’anni, che ritornano in pole position con un album meraviglioso in uscita in questi giorni in Italia. Si intitola Quintorigo experience ed è un tributo alle migliori canzoni di Jimi Hendrix. O meglio, una rilettura dei pezzi di Hendrix che hanno fatto la storia del rock: da Foxy Lady a Hey Joe, da Voodoo Child a Purple Haze. Una rilettura particolare con le sonorità che hanno reso unici i Quintorigo. E con alcune novità: la voce di Moris Pradella e la collaborazione di alcuni ospiti di lusso, come Vincenzo Vasi (ossia, Vinicio Capossela), Michele Francesconi e Eric Mingus.

Dalla musica alla politica il passo è breve, lo sapete bene. A tenere banco in questa nuova puntata della Repressione Today è l’onda lunga di eventi e mobilitazioni che ha seguito lo sciopero generale del 14 novembre. Il nostro incoercibile Banzo ci parla della campagna Ojo con tu ojo, nata a sostegno di Ester Quintana, l’ennesima e più recente vittima dei famigerati proiettili di gomma della polizia catalana, e che in pochissimi giorni ha ricevuto l’appoggio di vari esponenti del mondo dello spettacolo e di moltissimi cittadini: la concentrazione del 21 novembre davanti alla Conselleria d’Interior, il «ministero degli interni» catalano, ha infatti radunato circa cinquecento persone, moltissime delle quali con una benda sull’occhio, simbolo della protesta. Affluenza simile per la manifestazione che il giorno dopo si è proposta di denunciare la corruzione di Convergència i Uniò, il partito di governo che si candida a rivincere le prossime imminenti elezioni. Si è parlato anche della controversa azione di Anonymous, che come ritorsione per l’aggressione di due minorenni a Tarragona lo scorso 14 novembre, ha pubblicato i nomi di 41 presunti agenti antisommossa dei Mossos d’Esquadra: ma l’autenticità dei dati è fortemente contestata dalle autorità competenti. Sotto i riflettori anche l’episodio che ha dato il via ai disordini alla manifestazione barcellonese, l’incendio di due camionette della Policía Nacional, che ha originato un’aspra polemica tra il governo catalano e la delegazione del governo centrale. E per questa settimana è davvero tutto.

È poi tornata a farci visita la bravissima cantautrice catalana Rusò Sala. Accompagnata dalla sua chitarra, Rusò ci ha proposto due meravigliosi pezzi dal vivo. Il primo è unavera perla. Si intitola La casa ed è una poesia di Cesare Pavese che Rusò ha musicato e che si trova all’interno di Cose di Amilcare, il doppio cd che accompagna l’omonimo festival di canzone d’autore che si sta svolgendo in questi mesi a Barcellona e a cui parteciperà a metà gennaio insieme al triestino Toni Bruna. Con Rusò abbiamo parlato anche del Premio Pino Piras, una rassegna musicale arrivata alla sua quintaedizione – vinta proprio da Rusò Sala – e dedicata a questo straordinario cantautore, poeta e scrittore algherese scomparso nel 1989. Della figura di Pino Piras e di questo premio ne abbiamo parlato anche in un collegamento telefonico con Claudia Crabuzza, cantautrice, musicista e organizzatrice della rassegna, che ci ha proposto alcuni pezzi di Pino Piras nella versione che ha interpretato con Claudio Gabriel Sanna.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata  oggi a Truce Baldazzi. Mito assoluto del web, fisico imponente e sguardo incazzato è un ragazzo di  Pianoro di 22 anni originario dello Sri Lanka. Pessimo rapper dotato di una genuina grossolanità, disarmante e sincera come un cazzotto in faccia. Truce Baldazzi  è semplicemente unsostenitore del pensiero negativo, odio e rabbia sbraitati in un microfono senza alcuna finalità se non quella di sfogarsi per le sofferenze “Minorili” subite tanto da desiderare di lanciare una bomba sulla scuola media di Rastignano. Truce Baldazzi, si sente uno sfigato e lo urla al mondo, mandando a fare in culo la sua ex ragazza, i suoi professori ed allo stesso tempo il ritmo e la grammatica italiana con dei pezzi che sono ormai degli slogan. Dietro a tanto sbraitare il suo grido tuttavia non può non suscitare una certa tenerezza, quella del ragazzino che si ingozza di merendine a lezione e viene sgridato dalla maestra.

Prima e dopo Truce Baldazzi non poteva mancare dell’altra satira e dell’altra comicità, come quella della signora Gina, immancabilmente alla ricerca del figlio che non da segnali di vita, e quella di Bruno, il comico serio che oramai si è piazzato in pianta stabile negli studi di Contrabanda e ci tormenta con il suo repertorio di barzellette, canzoni e… questa volta pure di serenate!

Una scimmia rossa accovacciata su un ramo che fuma e fa le boccacce fa da controcanto all’ultimo trago di oggi. Per l’ultimo sorso nel fondo della puntata Laura è tornata a rovistare nella brulicante piazza palermitana, ultimamente molto fertile di novità. L’etichetta rock che più rock non si può (ovvero, La Tempesta, che spesso chiude le nostre puntate) ha pubblicato qualche mese fa Piombo, polvere e carbone, secondo album del trio Pan del Diavolo: disco arrabbiato e denso, gridato, una carica di aria in viso in questi tempi annaspati. E diamo voce allora a questa Scimmia urlatore che si agita dentro al petto. A venerdì prossimo!

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Di racconti del mare, di pastori sardi e di betoniere di polenta (16 novembre 2012)

È uno Zibaldone dedicato soprattutto alla musica quello di questa settimana, con la presentazione in anteprima mondiale di un album e la presenza in studio di una meravigliosa cantante. Abbiamo pensato dunque di scaldare i motori con un grande del passato, con la sua voce inconfondibile: Barry White. Non siamo però riusciti a toglierci di dosso la visita dell’ormai immancabile Bruno, il comico serio, che questa volta ci ha raccontato della sua infanzia e della sua fuga da casa…

Lasciatoci alle spalle Bruno, arriva il piatto forte della puntata. È con grande piacere che vi presentiamo in anteprima l’ultimo lavoro degli Agricantus, una delle più famose band di world e ethno music italiane. Questa volta siamo stati noi ad andare a trovare Tonj Acquaviva e Rosie Wiederkehr nello studio del gruppo, dove è stato prodotto questo meraviglioso Kuntarimari, un concept album dedicato agli oceani e soprattutto al nostro Mediterraneo. Kuntarimari in siciliano significa infatti “Racconti del mare”. Dieci pezzi ispirati a storie reali e a favole di mare, ai quali, oltre agli altri tre membri della band (Lutte Berg, Mauro Sigura, Guille Mokotoff) hanno partecipato artisti di diverse parti del mondo, come la cantante neozelandese Tamar McLeod Sinclair, il cantante sufi tunisino Mounir Troudi, il cantautore turco Onur Erbas, il rapper siciliano Jaka e il flautista nepalese Binod Katuwal. Kuntarimari verrà presentato dal vivo proprio a Barcellona nel concerto che gli Agricantus daranno giovedì 22 novembre nell’ambito del Festival Cose di Amilcare. Per maggiori informazioni, cliccate qui.

La Repressione Today era nata lo scorso aprile sull’onda lunga dello sciopero generale del 29 marzo, come spazio di controinformazione, minuscolo ma tenace, davanti alla criminalizzazione del dissenso e, appunto, alla sua repressione da parte della polizia catalana, i Mossos d’Esquadra. Ora, dopo il 14 novembre, secondo sciopero generale del 2012, l’incoercibile Banzo prova a mettere un po’ di ordine nell’alluvione di dati, immagini e impressioni che hanno inevitabilmente fatto seguito alla manifestazione. Purtroppo, anche stavolta non sono mancati episodi incresciosi, dall’ingiustificabile aggressione di un ragazzino di tredici anni a Tarragona, le cui conseguenze potete vedere nell’immagine, ai nuovi casi di ferite da proiettile di gomma: il 29 marzo, tra gli altri, avevano perso un occhio due nostri concittadini, mentre ora si aggiunge a questa triste contabilità una donna di 42 anni, colpita in pieno centro intorno alle 21.00, quando la manifestazione volgeva al termine. Sono poi stati registrati i casi di un ragazzo ferito alla bocca e un giornalista dell’Agència 29 ferito alla gamba nonostante portasse evidenti segni di riconoscimento. Anche questa volta, come sempre cercheremo di aggiornarvi sugli sviluppi di questi casi che, con le elezioni catalane alle porte, si annunciano convulsi..

In questa puntata non è stata con noi la nostra carissima Eva Vignini e dunque abbiamo dovuto fare a meno del consueto appuntamento con la Trash Zone. Abbiamo però pensato di telefonare direttamente noi alla signora Gina, che, come è oramai tradizione zibaldoniana, ci ha raccontato tutto quel che ha fatto durante la settimana e ci ha aggiornato sulla ricerca del figlio “scomparso” nelle notti barcellonesi…

Nella seconda parte del programma è venuta a trovarci una cantante che avevate già conosciuto qualche tempo fa e che ha partecipato al nostro album The Zibaldone Radio Experience. E di cui, tra l’altro, abbiamo parlato indirettamente anche nella prima parte del programma, avendo collaborato all’ultimo lavoro degli Agricantus. Stiamo parlando di Tamar McLeod Sinclair, cantante e musicista neozelandese, installatasi a Barcellona da poco più di un anno. Tamar ci ha parlato dei suoi nuovi progetti e dei suoi concerti. Come quello di venerdì 16 novembre, nell’ambito dell’importante 44 Voll Damm Festival Internacional de Jazz de Barcelona. Abbiamo approfittato per farvi sentire qualche altro pezzo del suo bellissimo album, The Heart Notes, che raccoglie le esperienze umane ed artistiche di Tamar nei suoi sei anni in giro per l’Europa.

E per l’último trago di oggi ci troviamo a rovistare, come spesso capita, tra le parole strimpellate di un cantautore. Questa volta arriviamo ancor prima dell’esordio, ancor prima del primo disco: lui si chiama Boris e sta per ora mettendo in circolo canzoni sparse, in attesa che ne sorga l’album d’inizio.  Viene da Sestri Levante, paesino della costa ligure a cui Vecchioni dedicò la fine di un amore, c’è un po’ di luce del mediterraneo e un po’ di malinconia sottile ed autoironica, c’è una chitarra da menestrello e una voce che punzecchia. E tra queste canzoni «facili facili, di pratico consumo», come le descrive l’autore, ripeschiamo per voi un pezzo fuori luogo e fuori tempo: Temporali estivi.

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Di Balcani, di sfratti e di mozzarelle di bufala (9 novembre 2012)

Ormai sta diventando tradizione: ogni puntata di Zibaldone si apre con la presentazione di un nuovo album. Musica fresca e artisti generalmente emergenti, ma non solo. Inquesto caso abbiamo voluto iniziare con un gruppo che a febbraio de 2012 ha fatto uscire il suo primo album. Si chiamano FlyZone e il loro primo lavoro si intitola Hard Day’s Morning. È un indie rock senza tanti fronzoli, senza gel e senza hipster tra i piedi quello di questa band romana che si sta facendo conoscere un po’ in tutta Italia. Niente male. Ci siamo sentiti il singolo In My Opinion e la bella A Clockwork Orange.

E abbiamo continuato con la musica, annunciandovi alcuni concerti, come quello degli Agricantus e di Mariona Sagarra nell’ambito del Festival Cose di Amilcare e quello della bravissima Tamar McLeod Sinclair nel 44 VollDamm Festival Internacional de Jazz de Barcelona. Ma soprattutto con un’intervista telefonica con Pasquale Demis Posadinu, cantante della band indie sassarese Primochef del Cosmo. Ne abbiamo parlato in studio anche con il nostro mitico inviato nelle terre di Sardegna, l’ottimo Giovanni Vargiu (Juan Vargas per gli amici iberici). E vi abbiamo fatto sentire in anteprima una delle canzoni del prossimo album dei Primochef del Cosmo, che dovrebbe uscire in primavera: Monotonia.

E mentre ci avviciniamo allo sciopero generale del 14 novembre, riecco suo malgrado, come ogni settimana, la Repressione Today dell’incoercibile Banzo. Questa settimana parliamo di clausole abusive nelle ipoteche immobiliari, che violerebbero unadirettiva europea in materia, non tutelando adeguatamente i diritti dei consumatori (o, in parole povere, degli sfrattati), e del vertice tra PP e PSOE per giungere all’approvazione immediata di una legge contro gli sfratti, vertice criticato dalla Plataforma Afectados por la Hipoteca, per la sua autoreferenzialità e per la deliberata esclusione degli altri partiti e dei movimenti sociali attivamente operativi sul tema. Spazio anche alla campagna Stop Deshaucios. Concludiamo con la riapertura dell’inchiesta per lo sgombero di Plaça Catalunya il 27 maggio dello scorso anno, il caso di Pau Andaluz, un ragazzo che lo scorso 12 ottobre ha riportato seri danni all’occhio sinistro per via della manganellata di un Mosso d’Esquadra, e per l’aggressione della Policía Nacional ai danni di un gruppo di studenti in sciopero della Complutense di Madrid, che ha portato alla momentanea detenzione di un ragazzo reo unicamente di riprendere i fatti con una telecamera. La temperatura di questo autunno 2012 non accenna a diminuire…

La Trash zone della carissima Eva Vignini si addentra questa volta nel meccanismo perverso dello zapping notturno sulle libere emittenti capitoline e di uno dei prodotti più sinceri del criminale panorama catodico nostrano. Massimo Marino conduttore “porcino”con i suoi lunghi capelli ricci impomatati, occhiali da sole a goccia, orecchino e pizzetto, camicie improponibili, stivali in stile coatto western e l’immancabile sigaretta si aggira nei locali più trash della movida romana e  tra una palpata di culo a una spogliarellista e una chiacchiera con il dj di turno, lancia appelli contro “l’oscurazione d’a ricerca su e cellule staminali”.

Nella seconda parte della puntata abbiamo fatto un salto nei Balcani per vedere che cosa sta succedendo all’altro lato dell’Adriatico a vent’anni dalla guerra civile che dilaniò la ex Jugoslavia, tra situazione politica, cultura, musica e politiche di memoria. Ne abbiamo voluto parlare con quattro amici che si interessano al passato e al presente di quelle terre: due ricercatori in storia contemporanea, Marco Abram, esperto della Serbia e redattore di DiacronieAlfredo Sasso, esperto di Bosnia e redattore di East Journal, e il giornalista Angelo Attanasio e il fotografo Marco Ansaloni, rientrati da pochissimo da Mostar e Mitrovica per un progetto che stanno portando avanti da qualche tempo e che è davvero di grande interesse: Living on the Edge.

Ormai sono degli appuntamenti fissi anche quelli con la signora Gina, attivissima mamma sempre preoccupata per il figlio perso nelle notti barcellonesi, e con Bruno, il comico serio, che, non sappiamo come, è riuscito ancora una volta ad entrare nei nostri studi e a raccontarci una barzelletta… ma in questo finale di puntata ci lasciamoammiccare da un rock- blues arrabbiato e ironico, condito di parole che sanno infilzarsi di poesia e scivolano giù bene. Proprio come l’último trago di oggi: loro si chiamano Guignol, come le marionette francesi che fanno pernacchie al mondo, dal 2008 hanno messo nei loro dischi (quattro: l’ultimo, Addio, Cane! è proprio nuovo nuovo) una critica graffiata e lucida, burlesca, un canto al malessere che si fa protesta. Una risata… ci seppellirà, recita il titolo del penultimo album, e da lì andiamo a pescare il pezzo di oggi: Il Paradosso. A venerdì prossimo!

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Di Balcani, di sfratti e di mozzarelle di bufala (9 novembre 2012)

Ormai sta diventando tradizione: ogni puntata di Zibaldone si apre con la presentazione di un nuovo album. Musica fresca e artisti generalmente emergenti, ma non solo. In questo caso abbiamo voluto iniziare con un gruppo che a febbraio de 2012 ha fatto uscire il suo primo album. Si chiamano FlyZone e il loro primo lavoro si intitola Hard Day’s Morning. È un indie rock senza tanti fronzoli, senza gel e senza hipster tra i piedi quello di questa band romana che si sta facendo conoscere un po’ in tutta Italia. Niente male. Ci siamo sentiti il singolo In My Opinion e la bella A Clockwork Orange.

E abbiamo continuato con la musica, annunciandovi alcuni concerti, come quello degli Agricantus e di Mariona Sagarra nell’ambito del Festival Cose di Amilcare e quello della bravissima Tamar McLeod Sinclair nel 44 Voll Damm Festival Internacional de Jazz de Barcelona. Ma soprattutto con un’intervista telefonica con Pasquale Demis Posadinu, cantante della band indie sassarese Primochef del Cosmo. Ne abbiamo parlato in studio anche con il nostro mitico inviato nelle terre di Sardegna, l’ottimo Giovanni Vargiu (Juan Vargas per gli amici iberici). E vi abbiamo fatto sentire in anteprima una delle canzoni del prossimo album dei Primochef del Cosmo, che dovrebbe uscire in primavera: Monotonia.

E mentre ci avviciniamo allo sciopero generale del 14 novembre, riecco suo malgrado, come ogni settimana, la Repressione Today dell’incoercibile Banzo. Questa settimana parliamo di clausole abusive nelle ipoteche immobiliari, che violerebbero unadirettiva europea in materia, non tutelando adeguatamente i diritti dei consumatori (o, in parole povere, degli sfrattati), e del vertice tra PP e PSOE per giungere all’approvazione immediata di una legge contro gli sfratti, vertice criticato dalla Plataforma Afectados por la Hipoteca, per la sua autoreferenzialità e per la deliberata esclusione degli altri partiti e dei movimenti sociali attivamente operativi sul tema. Spazio anche alla campagna Stop Deshaucios. Concludiamo con la riapertura dell’inchiesta per lo sgombero di Plaça Catalunya il 27 maggio dello scorso anno, il caso di Pau Andaluz, un ragazzo che lo scorso 12 ottobre ha riportato seri danni all’occhio sinistro per via della manganellata di un Mosso d’Esquadra, e per l’aggressione della Policía Nacional ai danni di un gruppo di studenti in sciopero della Complutense di Madrid, che ha portato alla momentanea detenzione di un ragazzo reo unicamente di riprendere i fatti con una telecamera. La temperatura di questo autunno 2012 non accenna a diminuire…

La Trash zone della carissima Eva Vignini si addentra questa volta nel meccanismo perverso dello zapping notturno sulle libere emittenti capitoline e di uno dei prodotti piùsinceri del criminale panorama catodico nostrano. Massimo Marino conduttore “porcino”con i suoi lunghi capelli ricci impomatati, occhiali da sole a goccia, orecchino e pizzetto, camicie improponibili, stivali in stile coatto western e l’immancabile sigaretta si aggira nei locali più trash della movida romana e  tra una palpata di culo a una spogliarellista e una chiacchiera con il dj di turno, lancia appelli contro “l’oscurazione d’a ricerca su e cellule staminali”.

Nella seconda parte della puntata abbiamo fatto un salto nei Balcani per vedere che cosa sta succedendo all’altro lato dell’Adriatico a vent’anni dalla guerra civile che dilaniòla ex Jugoslavia, tra situazione politica, cultura, musica e politiche di memoria. Ne abbiamo voluto parlare con quattro amici che si interessano al passato e al presente di quelle terre: due ricercatori in storia contemporanea, Marco Abram, esperto della Serbia e redattore di Diacronie e Alfredo Sasso, esperto di Bosnia e redattore di East Journal, e il giornalista Angelo Attanasio e il fotografo Marco Ansaloni, rientrati da pochissimo da Mostar e Mitrovica per un progetto che stanno portando avanti da qualche tempo e che è davvero di grande interesse: Living on the Edge.

Ormai sono degli appuntamenti fissi anche quelli con la signora Gina, attivissima mamma sempre preoccupata per il figlio perso nelle notti barcellonesi, e con Bruno, il comico serio, che, non sappiamo come, è riuscito ancora una volta ad entrare nei nostri studi e a raccontarci una barzelletta… ma in questo finale di puntata ci lasciamoammiccare da un rock- blues arrabbiato e ironico, condito di parole che sanno infilzarsi di poesia e scivolano giù bene. Proprio come l’último trago di oggi: loro si chiamano Guignol, come le marionette francesi che fanno pernacchie al mondo, dal 2008 hanno messo nei loro dischi (quattro: l’ultimo, Addio, Cane! è proprio nuovo nuovo) una critica graffiata e lucida, burlesca, un canto al malessere che si fa protesta. Una risata… ci seppellirà, recita il titolo del penultimo album, e da lì andiamo a pescare il pezzo di oggi: Il Paradosso. A venerdì prossimo!

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Di tropicalismo, di etichette nere e di amari rock (2 novembre 2012)

È arrivato l’autunno e sta per arrivare il secondo sciopero generale qui in Spagna. Sarà il 14 novembre. Zibaldone è pronto da un pezzo e sarà sulle barricate in questo autunno caldo spagnolo. La puntata di questo venerdì è iniziata con una perla musicale, una nuova uscita che ci è arrivata direttamente da Madrid. Si tratta del secondo lavoro dei Sinouj, una formazione musicale che unisce musicisti di vari paesi europei e americani. È un jazz dalle forti influenze quello dei Sinouj, influenze funk e soul, ma anche della musica tradizionale africana e di un poco di elettronica. Sinouj si è fatto conoscere nel 2009 con un bel live, ha girato mezzo mondo in tournée nell’ultimo triennio e ora ci presenta Were, album in cui hanno collaborato oltre ai membri di questa eterogenea formazione (il sassofonista madrileno Pablo Hernández, il violinista tunisino Larbi Sassi, il batterista Akin Onasanya, il tastierista napoletano Sergio Salvi e, al basso, il nigeriano Kayode Kuti, il cubano Damián Nueva e l’argentino Pablo Alfieri) anche musicisti del calibro di Jorge Pardo, el Guadiana, Javier Paxariño, Adedeji Adetayo o Fabrizio Cassol. Per maggiori informazioni, date un’occhiata al loro myspace.

Zibaldone non segue solo le ultime novità del panorama musicale italiano e spagnolo, ma anche i festival e le attività culturali che si organizzano e si portano avanti qui a Barcellona, come il Beefeater In-Edit 2012, il festival di documentari musicali che èarrivato alla sua decima edizione e ci si è svolto nella ciudad condal dal 25 ottobre al 4 novembre. Ne abbiamo parlato già la settimana scorsa, ma vale la pena ripeterlo perché l’In-Edit ci sembra uno dei migliori incontri nati in questo inizio di terzo millennio. In questa puntata vi abbiamo segnalato alcuni dei documentari musicali di maggiore qualità che sono stati presentati in questi giorni, come Tropicália di Marcelo Machado (2012), The Rolling Stones. Charlie is My Darling – Ireland 1965 di Mick Gochanour e Peter Whitehead (1965/2012) o Je Suis Venu vu Dire… Gainsbourg par Ginzburg di Pierre-Henry Salfati (2011). Alcune delle canzoni di questi artisti come Os Mutantes, The Rolling Stones e Serge Gainsbourg ci hanno fatto da colonna sonora nelle due ore del nostro programma radiofonico.

Ascoltare Os Mutantes ci ha immerso nella musica brasiliana. E lo abbiamo voluto fare anche qui in studio con un ospite come Serginho Vasconcelos, musicista brasiliano chesta vivendo a Barcellona in questi mesi. Nato come bassista, Serginho è poi passato alla chitarra e da ormai una quarantina d’anni compone e interpreta canzoni. Ce ne ha suonate alcune in un’intensa sessione live davanti ai microfoni di Zibaldone, accompagnato alla chitarra e alle seconde voci da Joan Delgado, musicista catalano amante della rumba e delle rancheras, che negli ultimi due anni ha suonato per mezza Barcellona con la cantante Raissa Avilés nel duo che si è chiamato Sin Complejos. Ma con Serginho abbiamo parlato di molte altre cose: della storia del Brasile, del movimento Tropicalia di Gilberto Gil, Caetano Veloso e de Os Mutantes, della bossa nova e di Chico Buarque, dell’attuale musica brasiliana e, non poteva essere altrimenti, della vita.

Dopo tanta musica, riecco anche la Repressione Today del nostro Banzo, incombustibile e ergonomico in pari misura. In questa puntata abbiamo parlato ancora del movimento 25-S, e dei procedimenti per sanzioni amministrative (leggasi: multe)che sono partiti a pioggia dopo l’ultima settimana di mobilitazioni, spesso con motivazioni quantomeno pretestuose. Spazio anche per la presunta talpa del movimento al Congreso, una esponente di Amaiur (sinistra indipendentista basca) che secondo il quotidiano El Mundo sarebbe rea di avere fornito al 25-S informazioni confidenziali sull’agenda parlamentare e gli orari di alcuni onorevoli. Per concludere, si è parlato di evasione fiscale internazionale con le vicende del giornalista greco Kostas Vaxevanis, processato e assolto per violazione della privacy dopo avere pubblicato i nomi di 2.059 cittadini greci proprietari di conti bancari in Svizzera, e di Hervé Falciani, informatico italo-francese ricercato dalla giustizia svizzera per violazione del segreto bancario, le cui «soffiate», fonte primaria dello stesso Vaxevanis, hanno aiutato i governi di vari paesi europei nella lotta ai grandi evasori fiscali: anche in questo caso non mancheranno aggiornamenti.

I legami tra la situazione politica e il trash italiano non sono generalmente molti. É più che altro un volo pindarico il nostro, per farvi dimenticare il peggio che stiamo vivendo inquesta “grande crisi” e farvi ricordare il peggio del peggio che la cultura italiota ha prodotto nell’ultimo trentennio. Siamo sadici? Mah… Comunque, in questo caso la nostra carissima Eva Vignini ha saputo trovare il nesso e ci ha riportato alla mente un grandissimo personaggio del Trash italiano dei primi anni Novanta: Lorenz. Scoperto dalla Gialappa’s ai tempi di Mai Dire TV, Lorenz è stato il miglior esempio dell’Elvis Presley delle Romagne, con i suoi pezzi dedicati a donne, amori e problemi sociali. Come quando è finito in prigione per aver fatto pipì per strada… Ma Lorenz, personaggio indimenticabile, ha fatto molto altro. Che cosa? Ricordate la pubblicità dell’Amaro Rock, un amaro per veri duri della bassa?

Nella seconda parte della puntata è tornato con noi Luigi Cojazzi, per raccontarci ancora alcune cose di quello che ha visto a inizio ottobre nel bel Festival della rivista Internazionale che si è tenuto a Ferrara. In quest’occasione ci ha parlato di una delle riviste più cool del momento: la peruviana Etiqueta Negra. Fondata dieci anni fa dall’attuale direttore Juan Villanueva Chang, Etiqueta Negraè una rivista dedicata alla non fiction o al «nuovo giornalismo», ispirato al giornalismo narrativo statunitense. Il suo segreto è l’uso di diversi stili narrativi, per raccontare le storie più sorprendenti. Come ha detto Villanueva Chang, un editore deve saper intuire cos¹è che un lettore non sapeva di volere.

Immancabile ormai anche la telefonata della signora Gina, questa mamma milanese in cerca del figlio (il Dani), che noi non conosciamo assolutamente, ma che – ne siamo certi – sta gozzovigliado e sta la sta passando molto bene a Barcellona, lontano dalle braccia materne. E immancabile è anche l’appuntamento con Bruno, il comico serio. Un signore che passa in trasmissione e che ha una gran voglia e un gran bisogno di parlare e di raccontarci cosa fa e cosa non fa. Pare che non ci libereremo tanto facilmente di lui.

E sulle note del De Profundis di Giorgio Conte, si apre il sipario del «último trago», l’ultimo sorso di musica prima di andare via servito per voi da Laura. Questi son giorni in cui «si festeggiano i morti», dal Messico a Catania –  passando per New York -,  siimbandiscono altarini e si fanno danzare i fantasmi tra le nebbie. E in questo clima di zucche e scheletri, cade a proposito l’ultimo singolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, la storica band di Pordenone che sta preparando proprio ora il suo settimo disco Il giardino dei fantasmi, in attesa per l’8 dicembre. Tre teschi sul palco che spaziano dal dub alla new wave, fondatori di un’etichetta rock che più rock non si può (l’imprescindible Tempesta Dischi), animatori di un’estetica spettrale e notturna tracciata dalla matita del chitarrista/fumettista Davide Toffolo: gustiamoci allora questo regalino in anteprima, La fine del giorno (canto numero 3).

A venerdì prossimo! E ricordate: spassatevela!

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Di tropicalismo, di etichette nere e di amari rock (2 novembre 2012)

È arrivato l’autunno e sta per arrivare il secondo sciopero generale qui in Spagna. Sarà il 14 novembre. Zibaldone è pronto da un pezzo e sarà sulle barricate in questo autunno caldo spagnolo. La puntata di questo venerdì è iniziata con una perla musicale, una nuova uscita che ci è arrivata direttamente da Madrid. Si tratta del secondo lavoro dei Sinouj, una formazione musicale che unisce musicisti di vari paesi europei e americani. È un jazz dalle forti influenze quello dei Sinouj, influenze funk e soul, ma anche della musica tradizionale africana e di un poco di elettronica. Sinouj si è fatto conoscere nel 2009 con un bel live, ha girato mezzo mondo in tournée nell’ultimo triennio e ora ci presenta Were, album in cui hanno collaborato oltre ai membri di questa eterogenea formazione (il sassofonista madrileno Pablo Hernández, il violinista tunisino Larbi Sassi, il batterista Akin Onasanya, il tastierista napoletano Sergio Salvi e, al basso, il nigeriano Kayode Kuti, il cubano Damián Nueva e l’argentino Pablo Alfieri) anche musicisti del calibro di Jorge Pardo, el Guadiana, Javier Paxariño, Adedeji Adetayo o Fabrizio Cassol. Per maggiori informazioni, date un’occhiata al loro myspace.

Zibaldone non segue solo le ultime novità del panorama musicale italiano e spagnolo, ma anche i festival e le attività culturali che si organizzano e si portano avanti qui a Barcellona, come il Beefeater In-Edit 2012, il festival di documentari musicali che èarrivato alla sua decima edizione e ci si è svolto nella ciudad condal dal 25 ottobre al 4 novembre. Ne abbiamo parlato già la settimana scorsa, ma vale la pena ripeterlo perché l’In-Edit ci sembra uno dei migliori incontri nati in questo inizio di terzo millennio. In questa puntata vi abbiamo segnalato alcuni dei documentari musicali di maggiore qualità che sono stati presentati in questi giorni, come Tropicália di Marcelo Machado (2012), The Rolling Stones. Charlie is My Darling – Ireland 1965 di Mick Gochanour e Peter Whitehead (1965/2012) o Je Suis Venu vu Dire… Gainsbourg par Ginzburg di Pierre-Henry Salfati (2011). Alcune delle canzoni di questi artisti come Os Mutantes, The Rolling Stones e Serge Gainsbourg ci hanno fatto da colonna sonora nelle due ore del nostro programma radiofonico.

Ascoltare Os Mutantes ci ha immerso nella musica brasiliana. E lo abbiamo voluto fare anche qui in studio con un ospite come Serginho Vasconcelos, musicista brasiliano che sta vivendo a Barcellona in questi mesi. Nato come bassista, Serginho è poi passato alla chitarra e da ormai una quarantina d’anni compone e interpreta canzoni. Ce ne ha suonate alcune in un’intensa sessione live davanti ai microfoni di Zibaldone, accompagnato alla chitarra e alle seconde voci da Joan Delgado, musicista catalano amante della rumba e delle rancheras, che negli ultimi due anni ha suonato per mezza Barcellona con la cantante Raissa Avilés nel duo che si è chiamato Sin Complejos. Ma con Serginho abbiamo parlato di molte altre cose: della storia del Brasile, del movimento Tropicalia di Gilberto Gil, Caetano Veloso e de Os Mutantes, della bossa nova e di Chico Buarque, dell’attuale musica brasiliana e, non poteva essere altrimenti, della vita.

Dopo tanta musica, riecco anche la Repressione Today del nostro Banzo, incombustibile e ergonomico in pari misura. In questa puntata abbiamo parlato ancora del movimento 25-S, e dei procedimenti per sanzioni amministrative (leggasi: multe) che sono partiti a pioggia dopo l’ultima settimana di mobilitazioni, spesso con motivazioni quantomeno pretestuose. Spazio anche per la presunta talpa del movimento al Congreso, una esponente di Amaiur (sinistra indipendentista basca) che secondo il quotidiano El Mundo sarebbe rea di avere fornito al 25-S informazioni confidenziali sull’agenda parlamentare e gli orari di alcuni onorevoli. Per concludere, si è parlato di evasione fiscale internazionale con le vicende del giornalista greco Kostas Vaxevanis, processato e assolto per violazione della privacy dopo avere pubblicato i nomi di 2.059 cittadini greci proprietari di conti bancari in Svizzera, e di Hervé Falciani, informatico italo-francese ricercato dalla giustizia svizzera per violazione del segreto bancario, le cui «soffiate», fonte primaria dello stesso Vaxevanis, hanno aiutato i governi di vari paesi europei nella lotta ai grandi evasori fiscali: anche in questo caso non mancheranno aggiornamenti.

I legami tra la situazione politica e il trash italiano non sono generalmente molti. É più che altro un volo pindarico il nostro, per farvi dimenticare il peggio che stiamo vivendo in questa “grande crisi” e farvi ricordare il peggio del peggio che la cultura italiota ha prodotto nell’ultimo trentennio. Siamo sadici? Mah… Comunque, in questo caso la nostra carissima Eva Vignini ha saputo trovare il nesso e ci ha riportato alla mente un grandissimo personaggio del Trash italiano dei primi anni Novanta: Lorenz. Scoperto dalla Gialappa’s ai tempi di Mai Dire TV, Lorenz è stato il miglior esempio dell’Elvis Presley delle Romagne, con i suoi pezzi dedicati a donne, amori e problemi sociali. Come quando è finito in prigione per aver fatto pipì per strada… Ma Lorenz, personaggio indimenticabile, ha fatto molto altro. Che cosa? Ricordate la pubblicità dell’Amaro Rock, un amaro per veri duri della bassa?

Nella seconda parte della puntata è tornato con noi Luigi Cojazzi, per raccontarci ancora alcune cose di quello che ha visto a inizio ottobre nel bel Festival della rivistaInternazionale che si è tenuto a Ferrara. In quest’occasione ci ha parlato di una delle riviste più cool del momento: la peruviana Etiqueta Negra. Fondata dieci anni fa dall’attuale direttore Juan Villanueva Chang, Etiqueta Negra è una rivista dedicata alla non fiction o al «nuovo giornalismo», ispirato al giornalismo narrativo statunitense. Il suo segreto è l’uso di diversi stili narrativi, per raccontare le storie più sorprendenti. Come ha detto Villanueva Chang, un editore deve saper intuire cos¹è che un lettore non sapeva di volere.

Immancabile ormai anche la telefonata della signora Gina, questa mamma milanese in cerca del figlio (il Dani), che noi non conosciamo assolutamente, ma che – ne siamo certi – sta gozzovigliado e sta la sta passando molto bene a Barcellona, lontano dalle braccia materne. E immancabile è anche l’appuntamento con Bruno, il comico serio. Un signore che passa in trasmissione e che ha una gran voglia e un gran bisogno di parlare e di raccontarci cosa fa e cosa non fa. Pare che non ci libereremo tanto facilmente di lui.

E sulle note del De Profundis di Giorgio Conte, si apre il sipario del «último trago«, l’ultimo sorso di musica prima di andare via servito per voi da Laura. Questi son giorni in cui «si festeggiano i morti», dal Messico a Catania –  passando per New York -,  siimbandiscono altarini e si fanno danzare i fantasmi tra le nebbie. E in questo clima di zucche e scheletri, cade a proposito l’ultimo singolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, la storica band di Pordenone che sta preparando proprio ora il suo settimo disco Il giardino dei fantasmi, in attesa per l’8 dicembre. Tre teschi sul palco che spaziano dal dub alla new wave, fondatori di un’etichetta rock che più rock non si può (l’imprescindible Tempesta Dischi), animatori di un’estetica spettrale e notturna tracciata dalla matita del chitarrista/fumettista Davide Toffolo: gustiamoci allora questo regalino in anteprima, La fine del giorno (canto numero 3).

A venerdì prossimo! E ricordate: spassatevela!

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Di In-Edit(i) musicali, di Obama e di poesia politica (26 ottobre 2012)

Zibaldone inizia sempre con la musica. Questo ormai lo sapete. Quello che non potete sapere è con che musica abbiamo iniziato oggi. Si chiamano Soap Trip, è un progettomusicale made in Italy definito  di recente «un mélange di melodia, avant-garde e melanconia mediterranea». Soap Trip è un duo formato da Marta dell’Anno (violino elettrico e voce) e da Natale La Riccia (percussioni e tuboing). Ci siamo ascoltati due pezzi, davvero belli, uno in italiano Perdo ed uno in spagnolo Formas de suicidio, di cui vi consigliamo anche di vedere il videoclip.

Ma la musica è stata il filo conduttore di tutta la puntata del nostro programma. Anche perché giovedì 25 ottobre è iniziato qui a Barcellona il festival internazionale di documentari musicali Beefeater In-Edit, giunto con successo alla sua decimaedizione. Dieci giorni di proiezioni di documentari e di film sul mondo della musica, oltre ad incontri, conferenze e dibattiti. Un evento davvero unico. L’edizione di quest’anno propone oltre sessanta documentari di tutti i generi musicali, dal rock al punk, dalla canzone d’autore al folk, dal rap all’hip hop. Tra le molte sezioni, vale la pena ricordare il tributo a Julien Temple con la proiezione di ben otto documentari del regista britannico (da Joe Strumer: the future is inwritten a London: the Modern Babylon), la selezione dei dieci migliori documentari musicali della storia – come Don’t Look Back di D.A. Pennebaker, Gimme Shelter di A. Maysles, D. Maysles e C. Zwerin, Let’s Get Lost di B. Weber o The Last Waltz di M. Scorsese – e la sessione speciale con la proiezione del recente documentario di Michael Gochanour The Rolling Stones – Charlie is My Darling – Ireland 1965 che raccoglie le immagini e le interviste inedite della tournée irlandese degli Stones nel 1965. Per saperne di più sull’In-Edit e poter conoscere il programma del festival, entrate qui.

Il nostro primo ospite è stato un aficionado di Zibaldone. Sergio Sivori è passato dai microfoni del nostro piccolo studio sopra la Plaza Reial di Barcellona già alcune volte.Recentemente era stato con noi, accompagnato da Cristina Giordana, per parlarci della mostra Estrellas del cine italiano, che si è tenuta nel mese di settembre all’Anaglifos Art Factory. In quest’occasione è venuto a raccontarci i nuovi progetti di Laboratorium Teatro, tra laboratori teatrali che si organizzeranno qui a Barcellona, la messa in scena di varie opere teatrali, una intensa tournée italiana tra Napoli, Avellino e Treviso e molte altre cose. Per saperne di più su Laboratorium Teatro, potete dare un’occhiata qui.

Dal teatro alla politica il passo è breve, soprattutto quando ci si trova in una trasmissione radiofonica. Con il sottofondo di The Band, Bob Dylan e Morphine, è venuto a trovarciAndreu Espasa, storico e filologo, che è stato per quattro anni professore all’Harvard University. Con Andreu abbiamo parlato delle prossime elezioni negli Stati Uniti e delle non troppo lontane possibilità di una vittoria di Romney, ma anche dei pro e dei contro dei primi quattro anni di amministrazione Obama tra politica interna e politica estera, con le poche realizzazioni pratiche delle molte speranze lanciate dal Yes, we can del 2008. La situazione della sinistra statunitense, indebolita dalla figura carismatica di Obama ma rinvigorita dal movimento di Occupy Wall Street nato un anno fa a New York, è stata al centro della chiacchierata con Andreu.

Dopo una settimana di pausa, torna la Repressione Today dell’incombustibile Banzo, perché i fatti incalzano. Al centro del proscenio, il ritorno del movimento 25-S, che lo scorso 23 ottobre si è ripresentato al parlamento senza riuscire a circondarlo, malasciando le transenne di protezione piene di messaggi e proposte per il futuro del paese. Fortunatamente, questa volta non si sono registrati episodi di violenza e non ci sono stati arresti. Nella prossima puntata vi racconteremo gli sviluppi  del fine settimana. Si è anche parlato del tema a noi caro dell’identificazione della polizia: mentre in Francia il ministro dell’interno Valls medita di reintrodurre un numero identificativo per gli antisommossa, in Spagna si discute un progetto di legge che potrebbe portare al divieto di catturare e diffondere immagini di poliziotti, siano esse foto o video, nell’esercizio delle loro funzioni, fatto che determinerebbe l’impossibilità di denunciare eventuali abusi, come era successo proprio il 25-S. Ne riparleremo.

La trash zone della carissima Eva Vignini ci introduce nel sordido mondo delle nuovepromesse della poesia trash contemporanea. Lory del Santo attrice e showgirl italiana si scopre nostro malgrado poetessa. La sua poetica asciutta ed essenziale, originale e profonda come una pozzanghera d’acqua sporca è caratterizzata da concetti banali e rime inserite a caso in componimenti d’ispirazione bondiana. L’enfasi con la quale la Del Santo legge le sue “poesie” ci pone di fronte ad un interrogativo capace di tormentare le nostre notti: Cos’è la poesia? Come abbiamo potuto sopravvivere agli anni ’80 ed ai loro innumerevoli e velenosi frutti?

Ma la satira e l’ironia continua a conquistarsi nuovi spazi su Zibaldone. Pare ormai immancabile l’appuntamento con la signora Gina, una madre moderna – sa usare i social network e l’UPS – e preoccupata delle peripezie barcellonesi del figlio. Anche questa volta ci ha chiamato in diretta raccontandoci dei suoi mille corsi e dandoci le solite raccomandazioni materne. Poteva essere altrimenti? Ma la signora Gina pare abbia trovato del filo da torcere. Nel nostro studio, infatti, è comparso anche uno strano personaggio. Dice di chiamarsi Bruno e di fare il comico, ma non è ben chiara la relazione con il fratello gemello e con il pubblico. Vediamo se anche Bruno comincia ad essere un aficionado del nostro Zibaldone…

Nella seconda parte del programma abbiamo avuto ospite per la seconda volta Berardo Staglianò, autore e speaker di Sentieri Sonori, programma radiofonico in italiano della lussemburghese Radio Ara. Berardo ci tiene sempre al corrente delle nuove uscite della musica italiana. E, da quel che pare, l’autunno di questo 2012 si annuncia davvero caldo, grazie a delle interessanti nuove uscite. Berardo ce ne ha fatte scoprire tre: Una buona idea, l’ultimo singolo di Niccolò Fabi, sulle scene ormai da un ventennio, e due gruppi giovani e promettenti, come gli Honeybird and the Birdies e i Criminal Jokers.

y en el último trago nos vamos, diceva Chavela Vargas. E anche oggi alla fine della puntata arriva Laura a portarci l’ultima canzonetta, l’ultimo sorso prima di andare via.Ritorniamo a rovistare nel fertile mondo dei dischi d’esordio, quelli che fanno odore di cellophan e di sale prove improvvisate, quelli che aprono porte nuove: Profumi d’epoca dei brindisini Lenula è un album proprio appena sfornato, ed é carico d’atmosfere fumose e notturne, di blues rock che si vena di psichedelico e a volte scivola nel rock’n’roll . E di questo gruppo, il cui nome omaggia una portentosa radice in uso nei banchetti dall’antica Roma, c’ascoltiamo un pezzo ritmato e denso: Modellando la notte. Per saperne di più sui Lenula, cliccate qui.

Che altro dirvi? Alla prossima settimana!!!

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Di Onlus, di informazione e di licantropi (19 ottobre 2012)

Altra puntata, altro regalo, cari aficionados di Zibaldone! In questo piovoso venerdì di metà ottobre abbiamo iniziato, come è ormai consuetudine, con la musica. E con un artista che vi abbiamo presentato nelle scorse settimane: il cantautore ceco Jaromír Nohavica che giovedì 18 ottobre ha aperto la rassegna di canzone d’autore Cose di Amilcare. Nel C.A.T. del quartiere di Gracia, Nohavica ha dimostrato di essere un grandissimo musicista, un poeta raffinato e un vero animale da palcoscenico. Notevole anche la partecipazione di Roger Mas, giovane cantautore catalano dalla voce meravigliosa. Un ottimo inizio, dunque, per questo festival di canzone d’autore che si propone come punto di incontro di culture diverse qui a Barcellona. Il prossimo concerto sarà il 22 novembre con gli Agricantus e Mariona Sagarra. Se volete saperne di più, cliccate qui. Ma non temete, vi terremo informati!

In questa puntata di Zibaldone non è stato con noi l’incombustibile Banzo, ma di sociale e di politica ne abbiamo parlato parecchio con gli ospiti che sono venuti a trovarci nel nostro piccolo studio affacciato sulla Plaza Reial di Barcellona. Francesco Petrone ci ha presentato Quando la Onlus diventa un guadagno. Tecniche per arricchirsi sfruttando i bambini (Aracne, 2012). Un libro interessante e che tocca una questione all’ordine del giorno: le Onlus e il loro modus operandi. Un libro che mette il dito nella piaga e da la possibilità di aprire un dibattito. Così abbiamo voluto fare anche noi qui a Zibaldone, sentendo opinioni diverse da quelle di Francesco. Ne hanno parlato con noi Luigi Cojazzi, scrittore, giornalista free lance e attivista di AltraItalia, e Andrea Lepore, che ha lavorato per parecchio tempo con Greenpeace Italia. Se volete saperne di più sul libro di Francesco Petrone, potete dare un’occhiata qui.

La canzone d’autore, non solo di Nohavica, ma anche di Dente, Alberto Patrucco e Miquel Pujadó ci ha accompagnato in questa prima parte del programma. Ma la nostra «colonna sonora» non è stata solo la canzone d’autore. Vi abbiamo presentato, infatti, anche due interessantissime e piacevoli ultime uscite di artisti italiani: Numero 6 con il suo ultimo lavoro Dio c’è e Gli Sportivi con Black Sheep. Dopo tanta musica toccava alla satira e all’ironia. E per la nuova rubrica Salutamm’a Sorreta abbiamo avuto di nuovo con noi la preoccupatissima signora Gina, una mamma milanese in cerca di suo figlio, «il Dani» come lo chiama lei. Una mamma che ha una gran voglia di chiacchierare e che dimostra di conoscere e di saper usare le nuove tecnologie. Questa volta la signora Gina ci ha preparato una sorpresa…

Non poteva mancare poi la Trash Zone, che da oltre un anno ci accompagna qui a Zibaldone. La nostra carissima Eva Vignini ci introduce negli anfratti del trash nostrano con un personaggio davvero speciale verso cui vale la pena nutrire unincondizionato affetto. È Donato Mitola uno dei numerosi fenomeni scoperti da “Mai dire Tv” trasmissione culto dei primi anni ’90. Personaggio incontenibile dall’aspetto spiritato, si autodefinisce cantautore Horror ed interpreta di volta in volta: Il vampiro, il maniaco, il licantropo, il sadico. Un occhialuto ometto sulla cinquantina lascia le vesti di impiegato per indossare un mantello nero e deliziarci con videoclip di fattura casereccia e canzoni spassosissime, bizzarro mix di temi gotico-mistici e allusioni sessuali.

Nella seconda parte della puntata è rimasto con noi Luigi Cojazzi che è stato l’inviato di Zibaldone al Festival di Internazionale, che si è tenuto, come ogni anno, a Ferrara. Tra il 5 e l’8 ottobre nella città emiliana si sono riunite 66.000 persone per la sesta edizione di questo Festival, per lo più lettori e fan di questa magnifica rivista italiana, ma anche moltissimi giornalisti, scrittori e attivisti italiani e stranieri. Luigi ci ha proposto un’ottima panoramica di quel che ha visto a Ferrara, soffermandosi su alcuni incontri tenuti dai redattori di Internazionale e dal direttore Giovanni De Mauro. E soprattutto sull’intervento del corrispondente di guerra americano Philip Gurevich riguardo al genocidio in Ruanda del 1994. Dove sta andando l’informazione? Questa è stata la domanda centrale a cui hanno cercato di rispondere gli invitati di questo bel Festival. Per saperne di più, cliccate qui.

Dopo una lunga assenza, dopo la ben allenata e ineccepibile supplenza di Banzo, ritorna nella sua originaria veste el último trago musicale, l’ultima canzonetta servita per voi da Laura di ritorno da viaggi per l’italica penisola. Concludiamo questa puntata con un pezzo molto surf e scanzonato, decisamente irriverente nel suo mascherarsi di frivolezza: L’Amore in città, dall’album Balera metropolitana dei messinesi Maisie. Gruppo nato nel 1995 il cui nome omaggia una canzone di Syd Barret, dopo dieci anni di mescolanze tra l’elettronica e il jazz, tra il folk e il pop più sfacciato, hanno deciso di passare alla lingua italiana vantandosi della collaborazione di artisti come Bugo e Mario Castelnuovo. Dedichiamo questo finale di puntata all’unione europea, mirabilmente insignita del nobel per la pace… a venerdì prossimo!

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Di mamme milanesi, di chitarristi triestini e di fetish nostrano (12 ottobre 2012)

Sono arrivate le prime piogge qui sul litorale catalano. Sta arrivando ormai l’autunno, come ogni anno. Ma Zibaldone non molla. Anzi, è più scoppiettante che mai. Abbiamo iniziato con la grande canzone d’autore. Quella di Jaromír Nohavica, il più rinomato cantautore e poeta ceco, che vi abbiamo fatto conoscere prima dell’estate e che suonerà proprio a Barcellona questo giovedì 18 ottobre, accompagnato sul palco del C.A.T. dal giovane catalano Roger Mas. Nohavica aprirà Cose di Amilcare, un festival dedicato alla canzone d’autore internazionale che si terrà nella ciudad condal nei prossimi mesi e che vedrà la partecipazione di artisti del calibro di Mauro Pagani, Eugenio Finardi, gli Agricantus, Sérgio Godinho, Maria del Mar Bonet e Amancio Prada, tra i tanti. Per saperne di più su questa interessante rassegna musicale – che proporrà anche open meeting con gli artisti, presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche e mostre e che avrà in primavera anche un’appendice milanese – date un’occhiata a questa pagina web o alla pagina di facebook.

Con la musica abbiamo iniziato e con la musica abbiamo continuato. Questa volta con il primo ospite: Luca Lucchesi. Chitarrista eccezionale e ottimo cantante, Luca è venuto a presentarci il suo ultimo album, Bad Days Are Gone, uscito nel giugno di quest’anno. Un album di grande qualità dalle sonorità rock & blues e ricco di influenze e richiami alla musica anglosassone e a quella italiana. Con Luca abbiamo parlato però di tante altre cose: della realtà della sua Trieste, del momento di stallo della musica in Italia e della sua carriera, dai tempi mitici del rock dei Max Berlin sull’onda lunga dei Litfiba agli ottimi successi degli ZeroNoveMilligrammi. Esperienza di vita e di musica, tra pub fumosi e piazze gremite. E con aneddoti indimenticabili. Come quando un parroco di Trieste chiamò la polizia…

Era da ormai un mese che non sapevamo più nulla di lui. Di chi? Ma del nostro CarloTaglia, il giramondo zibaldoniano! Carlo sta facendo il giro del mondo non in 80 giorni e non in mongolfiera, ma con calma, senza fretta e soprattutto senza utilizzare aerei. Si muove a piedi, in autobus o in nave. E da un anno a questa parte è passato dal Nepal all’America Latina. Il mese scorso l’avevamo lasciato in Perù. Ora lo abbiamo ritrovato a Santiago del Cile, dopo varie settimane in Bolivia. E dello stato andino governato da Evo Morales, della sua situazione sociale e politica e delle sue meraviglie naturali ne abbiamo parlato con Carlo. Se volete seguire il suo viaggio, cliccate qui.

L’Unione Europea tutta intera ha appena vinto il Premio Nobel per la pace e in studio si registra una caciara da record, ma anche stavolta il nostro incombustibile Banzo prova a portare a casa una puntata di Repressione Today. Tema della giornata, la campagna promossa da alcune associazioni di commercianti e residenti del Barri Gòtic (e della nostra amata Plaça Reial!) contro i venditori ambulanti di birra, Tria la teva cervesa, che raffigura i cerveza-beer come braccia anonime che spuntano da tombini e cassonetti a tentare con birre igienicamente carenti l’assetato cittadino catalano, mentre i bar de toda la vida chiudono sotto la pressione della concorrenza sleale. Per fortuna è già stata aperta una petizione che chiede il ritiro immediato della campagna e ne denuncia gli stereotipi razzisti e le palesi banalizzazioni. Potete firmarla qui.

Zibaldone non si ferma mai, questo lo sapete. Ma non sapete una cosa. Che siamo una fucina di idee. E, direbbe qualcuno, di cazzate. Beh, quel qualcuno non sbaglierebbe affatto… Comunque, al di là del bene e del male, sappiate una cosa: ci sono grosse e golose novità. Ossia? Una nuova rubrica. Sì, avete sentito bene! Non ci bastava la Repressione Today, non ci bastava la Trash Zone, non ci bastava l’ultimo trago musicale. E allora ecco a voi: Salutamm’a Sorreta. Una rubrica che vuole essere un punto di incontro e un crocevia di esperienze di vita. Per dirla in parole povere: se vivete in Spagna e volete salutare qualcuno in Italia o se vivete in Italia e volete salutare qualcuno che vive qui, potete farlo attraverso Zibaldone. Come? Chiamando in diretta allo (0034) 933177366 o, ancora più facilmente, chattando con noi o scrivendo sul nostro muro di facebook. Vi ricordiamo che ci potete trovare come Zibaldone RadioContrabanda. Questa settimana ci ha chiamato la signora Gina, mamma dal forte accento milanese, preoccupata perché non aveva notizie del figlio, il suo piccolo Dani…

La Trash Zone della carissima Eva Vignini dedica una seconda battuta ad Andrea Diprè critico d’arte d’origini trentine, tossicomane dispensatore di linguaggi artefatti e sommamente trash. Vi abbiamo già parlato di Osvaldo Paniccia e Guido de Michelis, Franca Kodi e Fabrizio Spagiari ma non potevamo esaurire in pochi minuti un excursus tanto sorprendente e ricco di artisti derelitti e grotteschi. Le sorelle Poliseno ci introducono in una dimensione artistica del tutto nuova: il sesso con gli alieni. Azora Rais coscia in vista e labbra a canotto esponente della dancemusic Italo-bulgara. E per concludere Lady Fetishdea e Mistress artiste performative rivestite di lattice si muovono tra uomini a quattro zampe, guinzagli, scotch e cera bollente.

Dopo il fetish e il trash italico ci voleva uno sguardo internazionale. E con un volo pindarico siamo finiti a New York. O più precisamente nel Queens. Proprio lì, in uno dei cinque quartieri della Grande Mela, Ricky Russo ci ha aggiornato sul suo soggiorno americano. Concerti e ancora concerti, dal rock alla musica d’autore. E poi pellegrinaggi nei luoghi sacri del punk, sulle orme dei Ramones e dei Clash. E molto altro. Non vi anticipiamo nulla. Vi ricordiamo però una cosa: il programma culto che Ricky porta avanti da ormai otto anni su Radio Capodistria: In Orbita.

Mentre aspettiamo il ritorno da terre sicule della nostra cara Laura, è ancora il Banzo a farsi carico del Consiglio musicale della settimana. Oggi, la Paolino PaperinoBand, mitica band di punk rock demenziale proveniente dalla provincia di Modena, attiva tra il 1987 e il 1994 e arrivata all’epoca a un tale livello di culto nell’underground italiano pre-internet da favorire la diffusione di varie leggende urbane sul suo conto. La notizia clamorosa e inattesa è che, a 25 anni esatti dalla fondazione, il gruppo è tornato in attività e si prepara a pubblicare a inizio 2013 un album di inediti intitolato Uguali a noi umani. Il brano che vi facciamo ascoltare, estratto dallo storico Pislas del 1993 è una esilarante e tragicomica storia di pornografia familiare, Porno tu. Il modo migliore per chiudere una puntata così piacevolmente assurda.

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Di Rocco, di Pastis e di anestesie totali (5 ottobre 2012)

In una settimana di grandi eventi musicali qui a Barcellona, con il ritorno di due icone della canzone d’autore e del punk, rispettivamente, come Leonard Cohen e Jello Biafra, noi zibaldoniani non potevamo proprio non darvi qualche gran bella pillola di musica di qualità. E l’abbiamo fatto fin dal primo minuto del programma, proponendovi tre canzoni del nuovo album di Valentino Corvino: Anestesia Totale. Un album che è frutto della collaborazione tra Valentino Corvino e molti esponenti della canzone e della musica italiana, come Lucio Dalla, Simone Cristicchi, Antonella Ruggiero, Daniele Silvestri, Paola Turci, Franco Battiato, Petra Magoni e Caparezza. Un album che è anche, e soprattutto, il filo rosso musicale dell’omonimo spettacolo, Anestesia totale appunto, di e con Marco Travaglio ed Isabella Ferrari.

Dalla musica al cinema il passo è breve. Soprattutto se al microfono abbiamo un attore, sceneggiatore, scrittore e regista del calibro e della simpatia di Angelo Orlando. Da qualche anno ormai residente a Barcellona, Angelo Orlando sta portando avanti vari progetti, tra cui un nuovo film, girato proprio nella ciudad condal: Rocco tiene tu nombre. Un film «a mezzo tra Totò e David Lynch», come lo definisce Angelo. Una commedia surreale alla Jodorowsky, che vedrà la luce la prossima primavera. Un film che è stato autoprodotto grazie al crowfounding e alla disponibilità di attori (come Michele Venitucci e Fabio Ferri), troupe e collaboratori. In studio sono venuti a trovarci anche altri due attori di Rocco tiene tu nombre: Daniele Ridolfi e Esther Cuspinera Ramos, le cui voci ai nostri aficionados non dovrebbero essere nuove. Ma dall’ultimo film abbiamo fatto anche più d’un salto indietro nella ormai ventennale carriera di Angelo Orlando in una gran bella chiacchierata: dalla partecipazione in film diretti da Fellini e da Troisi alle molte presenze come comico e cabarettista in tivù e nei teatri, fino alle tre precedenti esperienze dietro la macchina da presa… Per saperne di più su Rocco tiene tu nombre e per poter aiutare questo progetto, date un’occhiata qui.

Torna implacabile la Repressione Today dell’incombustibile Banzo, che riprende esattamente dove si era interrotta la settimana scorsa, col racconto delle vicende successive alla manifestazione del 25-S di Madrid: la grande mobilitazione del 29-S con due nuovi arresti, la medaglia al merito conferita a Javier Nogueroles, capo degli antisommossa proprio il 25-S, il nuovo alterco con la polizia di Alberto Casillas Asenjo, il gerente del bar del Paseo del Prado diventato suo malgrado uno dei simboli della protesta, e soprattutto l’archiviazione delle gravi accuse contro gli otto promotori della manifestazione madrilena da parte del giudice dell’Audiencia Nacional Santiago Pedraz, che ha suscitato le reazioni furibonde di vari esponenti del PP, primo fra tutti il portavoce aggiunto alla Camera Rafael Hernando, che ha definito Pedraz «fighetto anarcoide». E per oggi può bastare.

E come di consueto passiamo al momento della Trash zone con la carissima Eva Vignini ed un personaggio davvero speciale. Andrea Dipré di origini trentine, arriva dalla politica e dalla militanza cattolica per approdare alla carriera di critico d’arteinsinuandosi nel tubo catodico attraverso televendite di improbabili artisti disperati e casi umani scelti con una cura inimmaginabile degna di un vero re del trash. Ospite delle squallide dimore degli artisti, Dipré mira al riscatto di realtà esuberanti, come lui ama definirle, muovendosi al loro interno con ritmi blandi e divertiti, un look da ragioniere spento, cravatte a buon mercato carnagione pallida e occhiaie profonde. Innumerevoli perle trash ci regalano i suoi artisti svogliati allucinati o semplicemente maniaci del sesso. Ricordiamo, soprattutto, il grande Osvaldo Paniccia che ci ricorda con sguardo inquietante e voce roca che : “L’arte è una cosa seria!”. Insomma un mondo incantato galleria inesauribile di spunti trash che meriterebbe ancora moltissimo spazio.

Dopo Diprè riprendere le fila del discorso e ritornare alla canzone d’autore non è stato facile. Per fortuna che nel piccolo studio di Radio Contrabanda c’erano due giovani e davvero bravi cantautori trentini e una altrettanto brava violinista, trentina anche lei. Luca Porcelluzzi l’avevate già conosciuto qualche tempo fa, era passato a Zibaldone a farci sentire alcune delle sue canzoni ed ha partecipato anche nel nostro The Zibaldone Radio Experience. Questa volta è ritornato, in occasione di un bel concerto tenutosi al Bar Pastis, per proporci tre nuove canzoni (una proprio dedicata allo storico locale del barrio chino di Barcellona). Ed è venuto accompagnato da Francesca Ferrai e soprattutto da Luciano Forlese, che ci ha deliziato con altri due pezzi in una meravigliosa live session condita da una chiacchierata sulla musica, la poesia e la vita. Se volete conoscere la musica e i progetti di Luciano Forlese, cliccate qui.

Le sorprese di questa puntata di Zibaldone però non finiscono qui… è tornato infatti a farci visita anche il grandissimo Roberto Fenocchio, il creatore di questo programma radiofonico in italiano 15 anni fa, nel novembre del 1997. «Dalle langhe con furore», avrebbe detto qualche regista italiano. Lui ci dice invece, con la sua ironia, «Dalla provincia di California con furore»…

Con la cara Laura ancora in patria, anche questa volta El último trago, ossia il consiglio musicale della settimana, tocca al Banzo che, ben contento, ci proponegli X-Mary, quartetto lodigiano che ridendo e scherzando ha già pubblicato sei album (l’ultimo, Green Tuba è uscito lo scorso febbraio) zeppi di pezzi tanto brevi quanto concitati, all’insegna di una disarmante varietà stilistica che li porta a spaziare impunemente tra rock, pop, funk, punk, hardcore, samba, bossa nova. A quest’ultimo genere appartiene il brano selezionato, Alle 18 le capre bevono che, fin dal titolo, ci lascia intuire l’unico vero collante dello schizofrenico suono del gruppo: Oun’ironia surreale e disarmante. Gustateveli.

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Del grande Leo, dei SUV e dell’autunno caldo (28 settembre 2012)

Non c’è miglior modo di iniziare Zibaldone che presentando un album fresco fresco come quello degli Hoosh, un gruppo nato nel 2008 nel nord est italiano e formato da Eryx e The Jab. Sonorità che ricordano la new wave dei primi anni Ottanta, mischiata però al rock e al punk del nuovo millennio. Ed una carica di rabbia politica ed esistenziale non indifferente. L’album si chiama proprio come loro, Hoosh, un nome che prende spunto dai versetti satanici. Non vi diciamo nulla più. Ascoltatevi questi due pezzi: Selfish e Man in the rain. E capirete tutto. Per saperne di più degli Hoosh, date un’occhiata qui.

Dal Friuli Venezia Giulia alla Catalogna il passo è stato breve per noi che siamo in uno studio radiofonico. E l’abbiamo fatto in compagnia di Ester Formosa, bravissima cantante ed attrice catalana. Ester era già passata dai nostri microfoni qualche mese fa in compagnia di Nico Casu che era venuto a presentarci il suo nuovo progetto, Elva Lutza, un duo sardo di altissimo livello. Questa volta Ester è ritornata per parlarci dei suoi progetti, passati e futuri. E soprattutto di due di questi: il meraviglioso album live Thank you Satan con il suo Ester Formosa Quartet, registrato nell’ottobre del 2011 al Teatre Lliure di Barcellona e dedicato al grandissimo Leo Ferré, tradotto al catalano da Joan Casas. Tredici pezzi arrangiati dal pianista Maurici Villavecchia. E poi il suo nuovo progetto, che è stato presentato a metà settembre qui a Barcellona e che vede Ester al lato di un altro grande della musica catalana: Adolfo Osta. Un omaggio alla canzone d’autore internazionale. Per saperne di più di Ester e dei suoi interessanti progetti, potete entrare nel suo sito.

Per la Repressione Today di questa puntata occhi prevedibilmente puntati sulla Manifestazione del 25-S e sul brutale apparato di repressione (valga la ridondanza) messo in atto dalla Policía Nacional. Difficile orientarsi nell’alluvione di dati, immagini, commenti e reazioni che hanno accompagnato questo giorno oscuro della storia spagnola recente. Il nostro incombustibile Banzo ci prova, ricostruendo le vicende che hanno preceduto la mobilitazione e le sue drammatiche conseguenze, tra feriti, arrestati e infiltrati. La rubrica di oggi ha poi avuto un’inattesa appendice a fine puntata, con la partecipazione dell’amico Nicola Tanno, fondatore di Stop Bales de Goma, che ha fatto un rapido punto della situazione sulle attività della sua associazione e ha commentato l’uso dei proiettili di gomma, sia da parte della Policía Nacional il 25-S, sia da parte della Ertzaintza durante lo sciopero generale dei Paesi Baschi il giorno seguente. Ne riparleremo…

Dopo tre settimane è ritornata finalmente nel nostro piccolo studio la carissima EvaVignini per il consueto appuntamento con la Trash Zone, che come sapete è dedicata al peggio del peggio che la cultura italiana ha prodotto negli ultimi decenni. Questa volta Eva è andata a pescare dal baule dei ricordi uno di quei personaggi davvero fastidiosi. Chi? Enzo Ghinazzi, in arte Pupo. La sua traiettoria è scandita da grandi successi trash, come Gelato al cioccolato e Su di noi. Ma anche da molti pettegolezzi, come quelli legati al poker e ai debiti (e ai prestiti del buon Gianni Morandi…) e (come no!) a Sanremo. Ricordate quella perla infelice di qualche anno fa insieme al principe Emanuele Filiberto di Savoia intitolata Italia amore mio?

Il nostro studio era pienissimo di amici, aficionados ed altri ospiti, come il grandissimo Alfri, in arte Dj ICE. Alfri è il gestore di un gran bel ristorante italiano e luogo di incontro qui a Barcellona, il Bacaro, ma oltre a tutto ciò è anche un personaggio conosciuto nel mondo televisivo italiano. Ve lo ricorderete senza dubbio per uno spot che ha avuto un immenso successo qualche anno fa: un rap ironico sui SUV che hanno invaso Milano (e non solo Milano) nell’ultimo decennio. E che ha avuto un sequel tirolese poco dopo. El ga el suv? Dj ICE ci racconta il come e il perché di tutto ciò!

La nostra Laura è lontana, impegnata nella vendemmia in terre confiscate alla mafia, e quindi il Consiglio musicale della settimana tocca al Banzo, che ci propone il catanese Enrico Lanza, in arte Mapuche. Autore finora di due sole pubblicazioni ufficiali, uscite entrambe nel 2011, il mini «Anima Latrina» e l’album «L’uomo nudo», Mapuche è un cantautore dedito a un indie-folk in bassa fedeltà permeato di ironia amara e surreale in pari misura. Con voce indisciplinata e impietosa, Mapuche tratteggia storie e riflessioni stranianti e scazzate che brillano di una luce poetica tutta particolare, evocando tra le righe lo spettro ingombrante di un grandissimo della nostra canzone, Rino Gaetano. Una proposta forse non per tutti, ma da seguire con interesse.

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