Di luci e ombre brassensiane e di magagne elettriche (21 giugno 2013)

Tanta musica, ma non solo per questa puntata di Zibaldone che apre la stagione estiva. Abbiamo iniziato con l’ultimo disco di Mimì Sterrantino, siciliano nato nella fredda Svezia. Un album, dove il cantautore e musicista di Castel Mola è accompagnato dagli SterrantinoAccusati, il cui titolo è tutto un programma (che condividiamo): Spegni il televisore. Un album ricco e profondo, scanzonato e vario, che si snoda tra ritmi e sonorità provenienti dall’America, dai Balcani e dal Sud Italia. Ci siamo ascoltati il bel blues contestatario di In questo mondo di multinazionali e il rock d’autore di Mentre gli alberi chiedono il silenzio. Per seguire le novità di Mimì, entrate qui. Ma con l’estate alle porte non potevamo non lanciarvi anche due pezzi che, per quanto diversi, vi faranno ballare tra spritz al tramonto e tequila bum bum a notte fonda, Cammaratacome My Salvation, il nuovo singolo molto soul di Fabrizio Cammarata & Paolo Fuschi (anteprima dell’album Skint and Golden che uscirà in autunno) e la nuova canzone che sa di un’estate piuttosto new wave degli Elettromagagna, Sassari Night Fever.

Abbiamo poi virato sulla meravigliosa canzone d’autore di Miquel Pujadó, che è venuto a trovarci nel nostro piccolo studio di Radio Contrabanda per presentarci il suo ultimo disco, Brassens, llum i ombra (Columna Musica, 2013). Un album in cui il cantautore, scrittore e filologo catalano riscopre alcuni dei più grandi successi e alcune MiquelPujadoperle sconosciute di Georges Brassens e le ripropone in catalano, grazie a delle magnifiche traduzioni. Non è la prima volta che Pujadó dedica un lavoro al cantautore francese. Dieci anni fa infatti era uscito El temps no té cap importància. Una visita a Georges Brassens (Columna Musica, 2003) e dieci anni prima, nel 1992, La mala herba, il primo lavoro in cui Pujadó proponeva delle versioni in catalano di Brassens. Un album, quest’ultimo, praticamente introvabile, che Pujadó ha pensato di includere in Brassens, llum i ombra insieme a delle bonus track. In compagnia di Miquel Brassens,llum_i_ombraci siamo ascoltati alcune delle canzoni di questo nuovo album, come La mala reputació, Penèlope, El barret de la Núria ed Enriqueta. Un ascolto condito da racconti ed aneddoti di tutti i tipi, in cui sono finiti anche i nostri Nanni Svampa e Alberto Patrucco, anche loro innamorati di Brassens. E proprio con Patrucco, Pujadó ha condiviso il palcoscenico della sala Luz de Gas nell’aprile scorso in una serata omaggio al cantautore di Sète organizzata nell’ambito del Festival Cose di Amilcare. Per saperne di più, vi consigliamo di cliccare qui.

Inizia l’estate, non si ferma la repressione e la Repressione Today dell’inarrestabile Banzo prova a tenerle il passo. Cominciamo con il caso di «censura pubblicitaria» che ha interessato il libro Artur Mas: on són els meus diners? («Artur Mas: dove sono i miei soldi?»), che affonda il coltello nella piaga degli scandali sanitari catalani: l’agenzia Yo soy terrorista 1Promedios, che doveva garantirne la copertura pubblicitaria su un paio di linee urbane di autobus ha ritrattato la sua parola all’ultimo momento, adducendo come motivazione un provvedimento di legge che vieta la «pubblicità ideologica». Da notare che gli autori/editori del libro sono gli stessi della rivista di Girona Café amb Llet, già processati in passato per le loro inchieste sulla malversazione sanitaria catalana. Proseguiamo con l’arresto e il pestaggio di Bertran Cazorla, giornalista de La Directa, trattenuto per svariate ore in una caserma dei Mossos d’Esquadra dalla quale è uscito sospettosamente malconcio. Torniamo a parlare di Pau Andaluz, il cui occhio sinistro è stato quasi accecato da un colpo di manganello a una manifestazione il 12 ottobre dello scorso anno: due Mossos d’Esquadra sono stati indagati per lesioni e dovranno presentarsi davanti al giudice il Yo soy terrorista 3prossimo 23 luglio. Spazio anche per i cinque anarchici arrestati a Avinyonet del Penedès e a Sabadell con le imputazioni di apologia di terrorismo e appartenenza a banda armata: i cinque sono attualmente in regime d’isolamento in cinque diversi carceri spagnoli e la rete esprime la sua solidarietà attraverso una serie di foto riunite sotto l’hashtag #yosoyterrorista, geniali parodie dell’immagine che mostrava i normalissimi oggetti requisiti ai militanti dopo uno degli arresti. Ne trovate un paio di esempi qui a fianco. Chiudiamo spostandoci in Italia per le ultime evoluzioni della battaglia legale sorta intorno all’uccisione di Federico Aldrovandi, tra querele e controquerele, che questa volta vedono imputati per diffamazione l’ineffabile Carlo Giovanardi e il segretario del COISP Franco Maccari, e inspiegabili permessi accordati ai due agenti attualmente in carcere per l’omicidio (colposo…) dello stesso Aldro.

Abbiamo poi continuato con la politica e l’informazione in compagnia di Claudio Venza, docente di storia contemporanea all’Università di Trieste, co-direttore della M5Srivista Spagna Contemporanea e direttore di Germinal. Claudio era già stato nostro ospite nella precedente puntata di Zibaldone dove avevamo iniziato un’interessante chiacchierata sul Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. In questa seconda parte della chiacchierata Claudio analizza l’ultimo periodo della breve ma intensa storia del MoVimento, dalle elezioni politiche del 24-25 febbraio agli ultimi giorni.

In questa puntata, per cause di forza maggiore, abbiamo dovuto fare a meno della Trash zone della carissima Eva Vignini, ma non sono mancate dosi di satira e di comicità, grazie alle visite e ai collegamenti telefonici con quelli che, malgrado noi, sono diventati dei collaboratori a tutti gli effetti del nostro programma. Parliamo della precisa e puntuale Signora Gina, del giornalista sportivo (così pare) Adolfo Hitler, in collegamento costante dal campo della Propatria a Busto Arsizio e di quel fanfarone insopportabile e sempre più arrogante di Bruno, il comico serio (ma non troppo). Non è mancata nemmeno quella che si è trasformata in una nostra nuova rubrica, Vogliamo i Nomi, in cui Claudio Cardone, esperto in medicina cinese e simbologia, ci spiega il significato dei nomi. Questa volta è toccato a Vittorio/a e Claudio/a. Vi ricordiamo che se volete sapere il significato del vostro nome, basta che ci scriviate un messaggio sul nostro camillaprofilo di facebook.

E dopo un po’ di settimane d’assenza, ricompare tra noi la nostra cara Laura, per un último trago rapidissimo in chiusura: un sorso di rock e punk, dai testi di rabbia e impegno, quel che ci portano Gli amanti di Camilla, gruppo veneziano che ha da poco messo al mondo il suo secondo album, Santi di quartiere. Buone batterie e venature ska, critica sociale e prese di posizione: eccoci qua con la Ballata all’italiana dal suono ruvido e incalzante. Ci risentiamo venerdì prossimo!

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Di Amanda Jayne, di Beppe Grillo e di Gezi Park (14 giugno 2013)

Questa volta iniziamo con due buone notizie, cari aficionados di Zibaldone. La prima: questa settimana non dobbiamo ricordare nessun cantautore, musicista, artista o attivista che ci ha lasciato. La seconda: è arrivata finalmente l’estate. Il che significa che nei nostri studi è iniziata la stagione della sauna. Ma tant’è. Questo venerdì abbiamo Maxigrossiniziato con una nuova uscita proveniente dall’Italia, o, per essere più precisi, dai monti della Lessinia. Sono un collettivo di folk psichedelico, hanno un nome particolarissimo (e difficilissimo da pronunciare), ossia C+C=Maxigross e cantano in più lingue: italiano, inglese, spagnolo e… cimbro, antichissima lingua della Lessinia. Che, detto en passant, è quella zona delle Prealpi situata a nord di Verona. Due anni fa era uscito il loro primo EP, Singar, che in cimbro significa “cantare”, poi i C+C=Maxigross sono stati ininterrottamente in tournée per tutta la penisola italiana e pure negli States, mentre all’inizio di aprile di quest’anno è uscito il loro nuovo disco, intitolato, Ruvain, che in cimbro significa “rumoreggiare”. Un album dal suono tutto particolare, poiché alcuni brani sono stati registrati con un registratore analogico su 8 piste, mentre altri brani sono stati registrati e mixati in presa diretta nella casa studio di montagna usata dalla band. Un album di grande qualità, davvero, da cui vi abbiamo fatto ascoltare L’attesa di Maicol e Charleroi Poulet. Se volete saperne di più, schiacciate qui.

Abbiamo poi avuto il piacere di riavere con noi Claudio Venza, professore di storia contemporanea all’Università di Trieste, co-direttore di Spagna Contemporanea e >>>ANSA/ GRILLO-BERSANI RISSA CONTINUA, 'FALLITO AMICO DI PIDUISTI'direttore di Germinal, che nell’autunno del 2011 ci aveva parlato della vita del fabbro anarchico triestino Umberto Tommasini. Questa volta con Claudio Venza abbiamo invece parlato di una tematica di grande attualità: il Movimento 5 Stelle. In questa prima, e per forza di cose breve, chiacchierata abbiamo affrontato le prime tappe del Movimento, dal Vaffanculo Day del 2007 alle elezioni politiche del febbraio di quest’anno. Nella puntata di venerdì prossimo affronteremo invece gli avvenimenti più recenti che hanno visto protagonista il movimento guidato dall’ex comico genovese Beppe Grillo.

Dall’Italia siamo poi passati alla Turchia. Abbiamo infatti avuto in collegamento telefonico da Istanbul Filippo Fiorini, direttore di Pangea News, piccola agenzia di GeziParkstampa indipendente con sede a Buenos Aires. Filippo Fiorini si trova in questi giorni nella metropoli turca per seguire le proteste iniziate lo scorso 31 maggio e che stanno continuando, nonostante la dura repressione delle forze dell’ordine. Filippo ci ha offerto una testimonianza diretta  di quel che sta succedendo al Gezi Park e nella piazza Taksim di Istanbul, soffermandosi sull’eterogeneità del movimento che ha occupato le piazze turche e sulla repressione della polizia.

Non potevamo chiudere la parte di informazione sulla politica e i movimenti sociali di Zibaldone senza la Repressione Today dell’infrangibile Banzo. In primo piano, questa settimana, l’associazione Stop Bales de Goma, che ha presentato, presso la Facoltà di Storia e Geografia dell’Università di Barcellona il suo documentatissimo Rapporto 2013, che potete consultare qui (per il momento il testo è disponibile solo in catalano). Rapporto che è stato prevedibilmente contestato dal direttore generale dei Mossos d’Esquadra, Manel Prat che, nell’ambito della sua dichiarazione di fronte alla manel-pratcommissione parlamentare per la gestione dell’ordine pubblico, ha annunciato che non solo non saranno abbandonati i proiettili di gomma, ma che saranno affiancati da una nuova misura di sicurezza, un camion attrezzato con cannoni ad acqua con una gittata di circa 60 metri e una capacità di circa 3500 litri. Nel frattempo, si apre un altro fronte giudiziario per i fatti dello sciopero del 29 marzo 2012, quando due nostri connazionali persero un occhio per via dell’impatto con un proiettile di gomma, con quattordici agenti antisommossa indagati per uno dei due ferimenti, in seguito alla riapertura del caso su istanza dell’Audiencia Provincial de Barcelona. Ci spostiamo in Italia per parlare del sindacato di polizia Coisp, già tristemente noto per alcune polemiche iniziative in difesa dei poliziotti condannati per il caso Aldrovandi, e che ora cerca nuovamente la ribalta denunciando per diffamazione, tra gli altri, Ilaria Cucchi, coraggiosa sorella di Stefano e Checchino Antonini, giornalista di Liberazione e Globalist in prima linea nella denuncia dei casi di malapolizia. In chiusura ancora Spagna, con la notizia del recente accordo commerciale tra Vodafone e la metropolitana madrilena per la sponsorizzazione della fermata di Sol («Vodafone Sol», no comment), proprio nella piazza che vide nascere il movimento 15M. Ancora una volta: o tempora o mores…

La buona musica è di casa a Zibaldone, questo ormai lo sapete. E in questa puntata ve ne abbiamo dato un assaggio. Non solo con i C+C=Maxigross, ma anche, e soprattutto, con la seconda ospite di questo venerdì: Amanda Jayne. Bravissima cantautrice e AmandaJaynepolistrumentista americana residente da anni a Barcellona, Amanda si era fatta conoscere nel 2007 con il suo album di debutto, Swoon. Un disco difficilmente catalogabile, che si muove tra lo swing, il folk, la canzone d’autore e il pop di qualità. Per tre anni Amanda ha suonato a Barcellona, in Spagna e all’estero, riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica. Poi il silenzio. Ma solo fino a poche settimane fa, quando è uscito il suo secondo attesissimo album, Lunatics In Bloom, prodotto, come il precedente da Dave Bianchi e dalla Whatabout Music. Un disco maturo, intenso, dolce in cui Amanda, accompagnata da musicisti straordinari come Paolo Angeli, Claudia Gomez, Paco Mendez, Miguel Serna, Oriol Roca e Sasha Agranov, conduce l’ascoltatore in un mondo di fiaba, tra sonnambuli e mostri, tra amori e sogni. Lunatics In Bloom è stato presentato SamanthaDeSienanella sala affollatissima del Tinta Roja di Barcellona giovedì 13 giugno. Un concerto indimenticabile, che, ci auguriamo, sarà solo il primo di molti. Vi consigliamo di seguire questa giovane artista perché, ne siamo convinti, ne farà di strada… E se volete seguire un’altra bellissima voce femminile attiva qui a Barcellona vi consigliamo Samantha De Siena, che presenterà il prossimo giovedì 20 giugno, alle 21.00, nel Dostrece del Raval il suo secondo disco, Lifting in the Veil, da cui ci siamo sentiti in anteprima il singolo Time to Dance.

Oggi non abbiamo avuto con noi i nostri cari Claudio Cardone e Laura Orlandini e non siamo riusciti a sentire nemmeno il nostro corrispondente da Busto Arsizio e ultras della Pro Patria Adolfo Hitler, però non sono mancate né la telefonata dell’immarcescibile Signora Gina che ci ha consigliato cosa portarci ad un matrimonio né l’incursione di quel fanfarone galattico e sempre più altezzoso di Bruno, il comico serio, con le sue boutade, i suoi frizzi e i suoi lazzi. E per concludere, prima di salutarci, non poteva ClaraLaVongolanemmeno mancare la Trash Zone della nostra carissima Eva Vignini che è andata a scovare nei torbidi archivi del Trash nostrano una chicca musicale pressoché sconosciuta. Un pezzo del 2011 intitolato La vongola, scritto da Alberto Solfrini e cantato da una non meglio identificata cantante rispondente al nome di Clara. Prendete un testo nonsense, onde marine in sottofondo, una voce sensuale degna dei migliori b-movie anni ’70 ed avrete La vongola, un pezzo affascinante con tutte le caratteristiche del tormentone estivo dedicato ad un sublime mollusco e a un amore misterioso che muovendosi come una vongola sparisce nell’oscurità. Alla prossima settimana!

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Vittorio Cane is back in town (7 giugno 2013)

Comincia purtroppo ad essere una triste abitudine quella di aprire una nuova puntata di Zibaldone con degli addii. La primavera di questo 2013 è stata un periodo nero, lo Franca Ramericordavamo anche la settimana scorsa. Dopo Georges Moustaki, Don Gallo e Little Tony, questo venerdì era doveroso aprire con un ultimo saluto a un simbolo: Franca Rame. La drammaturga, attrice e attivista italiana, compagna per una vita di Dario Fo, si è spenta lo scorso 29 maggio. Abbiamo voluto ricordarla con La Mamma Fricchettona, un frammento di un suo meraviglioso spettacolo di tanti anni fa, che toccava i punti deboli della cultura del nostro paese e che ci ha fatto fare un salto nel tempo nel mezzo degli anni Settanta. Accanto a Franca Rame abbiamo voluto ricordare anche un altro grande musicista che se n’è andato all’inizio di giugno in un incidente stradale a Palm Spring, dove viveva da tempo. Parliamo di Joey Covington, conosciuto soprattutto per essere stato il batterista dei Jefferson Airplane nell’epoca Covingtondorata di fine anni Sessanta-inizio anni Settanta. Proprio per questo abbiamo voluto aprire la puntata con Volunteers e abbiamo voluto continuare con qualche altra canzone della storica band statunitense tratta dallo stupendo Live at Fillmore East del 1971, quando Covington suonava ancora insieme a Jack Casady e Jorma Kaukonen. In questa primavera nera rischiavamo davvero di veder scomparire un altro maestro, forse il più grande di tutti: Lou Reed. Il cantautore, musicista e poeta di New York è infatti stato salvato per miracolo, como lui stesso ha dichiarato e come ha Lou-reedconfermato Laurie Anderson in una recente intervista, grazie a un trapianto del fegato. Non potevamo non ascoltarci una canzone del fondatore dei Velvet Underground, una delle più belle, una delle più positive: I believe in love dall’album Rock’n’roll Heart del 1976.

Abbiamo continuato con la musica in questa puntata di Zibaldone con un graditissimo ritorno, quello di Vittorio Cane. Il cantautore e musicista torinese è infatti tornato a farci visita, approfittando di una mini tournée a Barcellona. Avevamo conosciuto Vittorio nel marzo del 2012 in occasione dei suoi primi VittorioCaneconcerti in terra di Spagna e, siamo sinceri, era stato amore a prima vista. Tanto che da quella sua prima visita era nata una collaborazione che aveva portato alla pubblicazione di Domingo, un suo mini EP, uscito a fine maggio del 2012, che conteneva la versione spagnola della sua Domenica, pezzo forte del suo secondo album uscito nel 2008. Ora Vittorio è tornato in città, come si suol dire. E, oltre ad una sua intervista laconica a Zibaldone, ci ha offerto due concerti. Il primo, giovedì 6 giugno al Milingo Loft. Il secondo, proprio venerdì 7 giugno, subito dopo la diretta radiofonica, nel mitico Bar Pastis del barrio chino.

E dopo un primo brainstorming con Vittorio Cane è arrivata la Repressione Today dell’incombustibile Banzo, questa settimana interamente incentrata su notizie italiane, con la promessa di dedicare uno spazio più ampio alle drammatiche vicende che vedono attualmente interessata la Turchia. Cominciamo con un ricordo della grande Franca Rame, scomparsa a fine maggio, ripescando dallo sterminato dimenticatoio italico notizie assodate che indicherebbero il coinvolgimento indiretto di alcuni esponenti dell’arma dei carabinieri nel tristemente famoso stupro di cui fu vittima la coraggiosa Stefano Cucchiattrice e attivista nel 1973. Proseguiamo con il processo per l’omicidio di Stefano Cucchi, conosciutissimo caso di malapolizia che la sentenza di primo grado emessa nel corso della settimana, ha vergognosamente trasformato in un caso di malasanità, scagionando da ogni responsabilità le tre guardie penitenziarie imputate per il furibondo pestaggio che lo ridusse in fin di vita. Proseguiamo con il caso del catanese Francesco Puglisi, condannato nel luglio 2012 a oltre dieci anni di reclusione per reati contro il patrimonio nell’ambito del G8 genovese, e catturato di recente nella nostra Barcellona dopo quasi un anno di latitanza. Spazio anche al movimento No TAV con la notizia della condanna a cinque mesi di reclusione per Luca Abbà, l’attivista valsusino già protagonista a inizio 2012 di un drammatico incidente poco meno che mortale, maturato in un momento di tensione con le forze dell’ordine. I reati che gli si contestano risalgono al 2010 e una volta di più sembrano appoggiarsi su prove quantomeno lacunose. Concludiamo con la protesta dei lavoratori delle acciaierie di Terni, il cui futuro è messo a repentaglio da un possibile cambio di proprietà: la manifestazione nel capoluogo umbro è stata funestata da una violenta e ingiustificata carica della polizia che ha visto tra i feriti anche il sindaco della città Leopoldo Di Girolamo: nonostante i tentativi di depistaggio da parte delle forze di polizia, che hanno cercato di attribuire la responsabilità a un manifestante armato di… ombrello, sembra ormai accertato che l’arma responsabile del ferimento del primo cittadino sia un manganello.

La Trash zone della carissima Eva Vignini attinge in questa puntata al vasto panorama trash degli opinionisti calcistici televisivi con un personaggio vulcanico e sincero: Gianfranco Semproni. Semproni, opinionista in un’emittente televisiva abruzzese, Semproniappassionato di calcio e tifosissimo del suo Pescara sogna da sempre una squadra totalmente abruzzese che possa andare in serie A. È un personaggio unico, dispensatore di commenti coloriti e graffianti e soprattutto autore di ardite metafore sul calcio che sembrano fondersi totalmente con le vicende della sua vita privata, vicende che vanno dalla cacca di piccione sull’automobile sino al figlio scapestrato che passa le serate nei night lasciandosi influenzare dalle cattive compagnie, diventano argomento di conversazioni calcistiche dando vita ad un teatro esilarante espresso in un verace dialetto abruzzese.

E come sempre, malgré-nous, non sono mancate le incursioni in studio e le chiamate telefoniche con la signora Gina, sempre più attenta e preoccupata alla situazione politica internazionale, con quel fanfarone di comico serio che si fa chiamare Bruno e con il nostro inviato Adolfo Hitler, in collegamento da Busto Arsizio, dove segue vita, morte e miracoli della squadra di calcio Pro Patria. Non è mancato nemmeno il nostro collaboratore Claudio Cardone, esperto di medicina cinese e di simbologia, che ci spiega il significato dei nomi. Una rubrica, questa di Cluadio, a cui ancora non abbiamo dato un nome… Questa volta è toccato a Franca, in onore a Franca Rame. Vi ricordiamo che se volete sapere il significato del vostro nome non vi resta che farcelo sapere scrivendoci una mail o contattandoci in facebook.

Non sono mancate nemmeno delle nuove uscite provenienti dal Belpaese. Vi abbiamo MARGHERITAVICARIOFOTO2presentato: il nuovo singolo di Giovanni Truppi, La Domenica, di cui vi consigliamo anche il videoclip; El Sonambulista, la canzone che apre il nuovo album dell’americana Amanda Jayne, che avremo ospite venerdì prossimo qui a Zibaldone; e la bella Nota Bene di Margherita Vicario, finalista a Musicultura 2013. E per concludere in bellezza, per l’último trago musicale (la nostra Laura Orlandini è un’altra volta in viaggio) vi abbiamo fatto ascoltare anche il nuovo singolo di Paolo Rigotto, artista torinese che abbiamo avuto ospite qui a Zibaldone in dicembre durante la sua prima tournée in Spagna. Il nuovo album di Rigotto uscirà il prossimo 21 giugno. Un album geniale come non poteva essere altrimenti per questo artista che ci ha abituato a lavori nonviolenzadavvero visionari, come il suo ultimo Uomo Bianco (ControRecords, 2012). Un album che ancora non abbiamo ben capito di cosa parlerà: critica sociale? ironia post-atomica? filosofia orientale? relazioni interpersonali? O forse di tutto un po’? Lo scopriremo solamente tra qualche settimana. Nel frattempo godetevi il primo assaggio con questa (Cosa) Cerchi Nel Grano? A venerdì prossimo!

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Ciao Georges, ciao Tony… (31 maggio 2013)

Questo 2013 si sta convertendo in un annus horribilis. Una generazione ci sta lasciando con un ritmo indiavolato. È vero che non sono i soli. Di certo non rimpiangeremo Giulio Andreotti, Margaret Thatcher o Jorge Rafael Videla. Rimpiangiamo invece i molti cantautori, Moustakimusicisti, uomini di cultura ed intellettuali che se ne sono andati in questi ultimi mesi: da Kevin Ayers a Richie Havens, da Enzo Jannacci a Franco Califano, da Ray Manzarek a Don Gallo… basta scorrere le puntate di Zibaldone per rendersene conto. E questa settimana dobbiamo aggiungere altri tre nomi. Quelli di Georges Moustaki, di Little Tony e di Franca Rame. Siamo rimasti di sasso, siamo sinceri. Cosa dobbiamo fare? Aprire una nuova rubrica di Zibaldone, Necrologica, dedicata a chi ci lascia settimana dopo settimana? La domanda non è fuori luogo. E a che pro? Ricordarli in che modo? A cosa servirebbe? Non abbiamo ancora trovato una risposta. Per il momento li vogliamo ricordare così, LitleTonydedicandogli la puntata di questo venerdì. Almeno a Georges Moustaki, cantautore greco naturalizzato francese, e a Little Tony, l’Elvis nostrano. A Franca Rame dedicheremo la prossima puntata. Alla nostra Franca. Pensiamo che ricordare significa ridare vita a chi ha riempito la nostra vita di colori e di emozioni. Riascoltare alcune delle loro canzoni. Così è stato questo venerdì per Little Tony, di cui vi abbiamo fatto sentire Cuore Matto e Riderà, e di Moustaki, di cui ci siamo riascoltati Lo straniero, Ma Liberté e Milord, in un meraviglioso duetto live con Milva del 1983.

Un altro filo rosso di questa puntata di Zibaldone è stato il Primavera Sound 2013 conJohn_Waterhouse i suoi top e i suoi flop, le belle scoperte (Ethan Johns, Omar Souleyman e John Waterhouse) e i grandi big che hanno dato quel che ci si aspettava da loro (Nick Cave & the Bad Seeds, Mulatu Astatké). E soprattutto la presenza dei tre gruppi italiani che vi abbiamo presentato in queste ultime settimane a Zibaldone e che abbiamo intervistato in più d’una occasione: parliamo degli Honeybird & the birdies, dei Foxhound e dei Blue Willa. Gran bei concerti i loro!

Moustaki, Little Tony e le scoperte del Primavera Sound 2013 ci hanno fatto compagnia Barcelona_Cojazzidurante tutta la puntata ed hanno introdotto il nostro ospite. Una voce non nuova per gli ascoltatori di Zibaldone. Parliamo di Luigi Cojazzi, scrittore e giornalista free lance, che in autunno ci aveva parlato del Festival di Internazionale a Ferrara e a gennaio era stato il protagonista di uno speciale dedicato al mondo del porno iberico. Questa volta Luigi è venuto a presentarci la sua nuova fatica: 101 cose da fare a Barcellona almeno una volta nella vita (Newton Compton, 2012). Una guida dedicata al capoluogo catalano diversa dalle altre, risultato di un lavoro durato anni. Una guida che evita il già noto e propone percorsi differenti, prestando attenzione alla memoria della Barcellona anarchica e della Barcellona della Guerra Civile. Una guida completa, ben scritta, pensata a lungo. Luigi ce ne ha dato un assaggio, quel tanto che Encuentro_Boxeo_Literariobasta per farci venire la voglia di andare subito a comprarla e passare la nottata leggendola. Nei prossimi giorni la presenterà in due occasioni a Barcellona: mercoledì 5 giugno alle 19.00 sarà all’Istituto Italiano di Cultura (in un dialogo con lo scrittore Francesco Luti) e sabato 15 giugno alle 19.30 sarà alla Libreria Italiana Le Nuvole in un evento davvero unico nel suo genere: il primo incontro internazionale di boxe letteraria che vedrà Luigi sfidare il temerario Vasco Rialzo e la sua Barcellona senza vie di mezzo (Pendragon, 2012), che Vasco aveva presentato qualche mese fa qui a Zibaldone. Saranno cazzotti veri o cazzotti prosaici? Vi invitiamo a scoprirlo. L’ingresso è libero e ci è giunta voce che ci saranno anche arbitri d’eccezione, ring-girls, broker che si muovono nei bassifondi e un aperitivo omaggio della casa.

E riecco come ogni settimana anche la Repressione Today dell’incoercibile Banzo. Questa settimana torniamo a parlare di proiettili di gomma, a seguito della SAMSUNGpubblicazione, con alcuni mesi di ritardo sulla data prevista, del rapporto sulla gestione dell’ordine pubblico in Catalogna da parte del dipartimento d’interni del governo catalano: un documento di 111 pagine che lascia interdetti per l’elusività e la parzialità dei contenuti e l’assoluta assenza di riferimenti alle vittime dei famigerati proiettili. Rimaniamo in Catalogna con alcune intercettazioni telefoniche nell’ambito del cosiddetto «Caso Macedonia», un’indagine su un caso di corruzione dei vertici della polizia locale, che rivelano che vari agenti antisommossa hanno fatto regolarmente uso di droga durante l’esercizio delle loro funzioni. Spostandoci a Madrid scopriamo invece che nessuna delle 447 persone arrestate nella capitale per il suo coinvolgimento nel movimento degli Indignados, come ha recentemente reso noto la commissione legale della Acampada Sol. Dall’Italia, invece una notizia riguardante il movimento No TAV: come rivelato da Anonymous, il sindacato di polizia SAP aveva preparato moduli prestampati di denunce per lesioni da distribuire presso le forze Borghezio-Kyengedell’ordine dispiegate in Val di Susa tra giugno e luglio del 2011. Chiudiamo con l’impresentabile esponente leghista Mario Borghezio, che è stato recentemente sospeso dal suo gruppo di appartenenza presso il parlamento europeo in seguito alle sue dichiarazioni razziste e misogine contro Cecile Kyenge, ministro dell’integrazione del governo Letta. Sapremo soltanto a metà giugno se questa sospensione sarà viatico alla sua definitiva espulsione o se sarà invece riammesso nei ranghi.

La Trash zone della carissima Eva Vignini è dedicata oggi all’incontro tra due personaggi davvero unici. Il nostro critico d’arte preferito Andrea Di Prè, dopo averci presentato artisti come Osvaldo Paniccia, Fabrizio Spagiari e le opere d’arte mobili DiPre_SimoneFranca Kodi e le sorelle Poliseno, si reca in Puglia per incontrare Giuseppe Simone, disoccupato di Casarano, che passa le sue giornate a caricare video su youtube. Nella speciale sezione: “Di Prè per il sociale”, Giuseppe Simone “persona straordinaria che versa in una condizione economica disastrosa” lancia un accorato appello al fine di trovare un’occupazione lavorativa, ed altresì trovare una donna che sia disponibile a restare “in intimità” con lui.

Zibaldone, non c’è ormai, bisogno di dirlo, è uno Zibaldone. Nomen omen, appunto. E se la nostra cara Eva Vignini ci parla di trash nostrano, Claudio Cardone ci spiega il significato dei nomi, mentre gli ospiti inattesi (ma, ormai, come negarlo, anche molto attesi) ci disturbano con una risata burlona o con un collegamento improbabile. Parliamo della signora Gina, di Bruno, il comico serio, e di Adolfo Hitler, giornalista sportivo che segue per noi le partite e gli allenamenti della Propatria, la squadra di calcio di Busto Arsizio. Logicamente, i nostri collegamenti non si dimenticano mai della musica. Artisti, Diodatoorganizzatori e colleghi di onde radio. Quest’ultimo è il caso dei nostri compagni Berardo Staglianò (Sentieri Sonori – Radio Ara – Lussemburgo) e di Ricky Russo (In Orbita – Trieste), che una volta al mese sono con noi a Zibaldone con nuove proposte musicali e news molto interessanti. Berardo ci ha presentato due nuove uscite provenienti dal Belpaese: si tratta di Diodato di cui ci siamo sentiti il singolo Ubriaco (dal nuovo disco Forse sono pazzo) e di Jacopo Falchi con la sua bella Adulcorata Per Bon for Real(dall’album Danza del Ventre). Ricky Russo ci ha proposto due classici (i Clash e il nostro “primo amore”, le Formigole di Toni Bruna), ma ci ha presentato il suo ultimo libro: Per Bon, For Real (Nativi, 2013), il cui sottotitolo spiega tutto (o quasi): Monade, robe serie e riflessioni rock’n’roll de un DJ triestin a New York, El Grande Pomo in La Merica. Una piccola perla frutto della sua esperienza a New York dell’autunno scorso. Un libro che è un diario di viaggio, uno zibaldone di pensieri e di riflessioni, un box di emozioni, ricordi e sentimenti, accompagnato da molta musica e  da molti amici come La Sista Boba, Big Nonno Nino e, come no, Toni Bruna. Un libro in cui non mancano gli ospiti d’onore, come Diego Manna, “El Duka” Vittorio Bongiorno e il “Totem” Gianfranco Franchi. Un libro che si legge tutto d’un fiato e che fa venir una gran voglia di prendere e partire, di mettersi in discussione e alla prova. E di ascoltare della gran buona musica. Per saperne di più e per ordinare il libro di Ricky, date un’occhiata qui.

D’elezioni amministrative disertate ha già parlato la stampa italica, s’affollano gli schermi e i manifesti d’aspiranti sindaci e di volti incravattati. Vi serviamo allora un  último trago elettorale: dietro a una copertina di colori sgranati e sedie a sdraio si cela il il-sindaco-cover2013-250x250recentissimo esordio de il Sindaco, un ente immaginario che si dedica al cantautorato. Al secolo Fabio Dondelli, attivo e suonante in quel di Brescia, già membro degli Annie Hall, ci sfodera un album in pieno stile Picicca Dischi: romantico, sottile, ben arrangiato e ben musicato, accogliente. E d’amori (falliti) in provincia narra la canzone che ci fa da saluto finale: eccovi La vita in centro, dove le storie finite si dimenticano al bancone del bar, tra giri di birra e grandi discorsi. Alla prossima settimana!

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Tra volpi e uccellini… (24 maggio 2013)

In questo maggio così volubile noi siamo invece imperterriti e puntuali, in questo nuovo venerdì bardati di microfoni e cuffie per navigare due ore nelle onde di RadioContrabanda… si parte!

Un’altra settimana è passata, e c’ha lasciato Don Andrea Gallo, il prete sempre presente nelle piazze a fianco dei movimenti, che ha saputo farsi voler bene anche dai laici intransigenti, per l’umanità e l’impegno. A Zibaldone l’abbiam voluto salutare e ricordare, così come abbiamo omaggiato un’icona della musica scomparso da poco: Ray Manzarek, fondatore insieme a Jim Morrison dei DoorsRay_Manzarek e compositore dei pezzi più storici del gruppo. Abbiam farcito la puntata di musiche dei Doors (come “The Changeling”, “Love Me Two Times” e “Backdoor man”) e dei mitici X, la band promossa da Manzarek e guidata da John Doe che portò il punk a Los Angeles.

Dopo questo tributo necessario e doveroso a uno dei maestri della musica rock, abbiamo fatto un tuffo in avanti e vi abbiamo presentato un giovane e talentuoso artista italiano. Si chiama Manuel Volpe, ha 25 anni ed è di origini siciliane. Il mese scorso è uscito il suo ultimo disco, dal titolo lunghissimo: Gloom Lies Beside Me as I turn my face towards the light (Goat Man Records). Un disco dolce e profondo che arriva dritto al cuore e in cui si vede la maturità di Manuel Volpe, che per quanto così giovane, ha alle spalle collaborazioni di tutto rispetto (con Steve Albini, Rob Ellis, Josh Klinghoffer, Luke Smith…) e una formazione che spazia dal jazz al noise. A tutto questo aggiungeteci il Mediterraneo, la tradizione musicale latinoamericana e un tocco di balcanico ed otterrete questo splendido album, da cui ci siamo sentiti The Latest Rose e Maria Magdalena.

FoxhoundSiamo rimasti in Italia per un altro gruppo che sta piacendo molto e che, ne siamo certi, farà parlare di sé nel futuro vicino e lontano. Ve li abbiamo presentati in apertura della scorsa puntata di Zibaldone. Si chiamano Foxhound, vengono da Torino, sono giovanissimi, ma dimostrano una maturità invidiabile. L’estate scorsa è uscito il loro ultimo album, Concordia, che hanno presentato nei più importanti festival italiani durante tutto il 2012 e che in questi giorni hanno presentato anche qui a Barcellona. I Foxhound sono infatti la terza band italiana invitata a questa edizione del Primavera Sound, insieme ai bravissimi Honeybird & the birdies e ai Blue Willa. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Masoero, cantante e bassista dei Foxhound. E vi abbiamo fatto sentire due bei pezzi dal loro Concordia: Poser e Please, please you.

HoneybirdEn passant, non potevamo non farvi sentire qualche altro pezzo di alcuni degli artisti che hanno partecipato in questi giorni al Primavera Sound 2013. Iniziando dai già citati Honeybird & the birdies e dai Blue Willa e passando a due mostri sacri, forse i due artisti più attesi di quest’edizione: Nick Cave & the Bad Seeds e Mulatu Astatke.

Questa settimana la Repressione Today dell’ignifugo Banzo comincia con un ricordo di Don Andrea Gallo, spentosi il 22 maggio nella sua Genova a 84 anni, una figura controcorrente di ecclesiastico in prima linea con i movimenti sociali. Molta Italia in questa don-andrea-galloedizione della nostra rubrica: ci spostiamo a Pescara, in cui il sindaco di centrodestra Luigi Albore Mascia ha gravemente censurato a mezzo stampa il comportamento della direttrice di una scuola elementare della sua città, rea di avere fatto cantare «Bella ciao» lo scorso 25 aprile. Curiosamente, l’istituto in questione è intitolato alla memoria di un episodio della resistenza locale. Proseguiamo con notizie da Torino, dove si sta attivando un movimento contro gli sfratti per certi versi assimilabile alla piattaforma Afectados por la Hipoteca alla quale tanta attenzione abbiamo dedicato. È poi la volta di Bologna, da dove arriva la condanna a un anno e quattro mesi per l’agente di polizia Pasquale Bonfiglio, reo di avere rotto quattro denti con una manganellata alla studentessa Martina Fabbri il 12 dicembre 2011. Non mancano però le notizie dalla Spagna: spazio alla proposta di legge avanzata da Izquierda Plural per l’istituzione di una giornata di condanna del franchismo, affossata dall’opposizione compatta del Partido Popular. Chiudiamo con l’arresto dei fotoreporter Raúl Capín e Adolfo Luján incarcerati per una notte sulla base di opache accuse di «aggressione a pubblico ufficiale».

La trash zone della carissima Eva Vignini è dedicata oggi a Giuliano Ferrara, noto giornalista, conduttore televisivo e politico italiano. Questo personaggio, che dopo la militanza nel PCI e nel PSI  è diventato, negli anni Novanta, un sostenitore di Silvio Berlusconi e del centro-destra e infine uno degli intellettuali di riferimento del movimento Teocon italiano, è sempre stato caratterizzato dalla camaleontica capacità di cambiare colore e pelle adattandosi alle situazioni più diverse in base a quelli che sono gli interessi politici del momento. Abbiamo deciso però di occuparci di lui concentrandoci soltanto su una delle sue infinite e variegate sfumature trash. Giuliano Ferrara infatti, con l’arroganza che lo contraddistingue, si lascia contagiare a sessant’anni suonati dalla moda di You Tube passando dalle vesti di giornalista a quelle di rapper improvvisato, cantando invettive contro i bersagli politici di turno con dei risultati talmente agghiaccianti da offendere persino il cattivo gusto.

GIULIANO-FERRARA-ILDA-BOCCASSINI-770x5281Un anno fa ci aveva già deliziato con un malriuscito rap dedicato a Monti che speravamo essere un’opera unica, ma purtroppo decide di regalarci un bis dilettandosi, con tanto di parrucca, in un brano di ispirazione lirica sulle note del Rigoletto di Verdi, intitolato “Ilda la rossa di procura”, in occasione della requisitoria della Boccassini contro Berlusconi. Il risultato, oltre che essere inascoltabile, ha la patetica presunzione di essere divertente e di risultare soltanto ridicolo. Vi consigliamo, per comprenderne appieno la portata, la visione del video.

Sappiam bene che Zibaldone attrae i soggetti più improbabili, riceve incursioni e telefonate di vario tipo che ormai sono un’abitudine: anche oggi il comico serio Bruno Adolfo_ProPatria_Figoè riuscito a corrompere qualcuno alla porta e a intrufolarsi con in suoi frizzi e lazzi; per non parlare della Signora Gina, che al solito ha telefonato in cerca del figlio sempre più sfuggente. C’ha chiamato il nostro corrispondente Adolfo per aggiornarci sui risultati della squadra di calcio Propatria, ovviamente vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

Dopo l’arrivo di Claudio Cardone,  che ci illumina sulla simbologia che sta dietro ai nomi (oggi si parla di cabala, di cultura cinese e di Elisa), si conclude questa puntata densa con el último trago di musica servito per voi da Laura. Oggi sfoderiamo un disco di quelli appena fatti, un album che sembra una racconto cantato, registrato quasi in presa diretta. Arguto e grezzo, spigoloso e saltellante, Il mondo è come te lo metti in testa del cantautore Giovanni Truppi  giovanni-truppi-570x383sembra un gioco, un esperimento che diventa ritratto del presente. Un po’ swing, un po’ teatrale, molto giocoso e variegato. E ci lasciamo con Cambio sesso per un po’,.. d’altronde, perchè no?

Buon ascolto e alla prossima!

 

 

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Di bordelli poetici e di storie di camorra (17 maggio 2013)

Non potevamo cominciare una nuova puntata di Zibaldone senza delle nuove uscite musicali. E lo abbiamo fatto con due proposte che ci sono arrivate fresche fresche negli ultimi giorni. La prima viene da Torino. È un gruppo di cui sentiremo parlare a lungo, Foxhoundsenza ombra di dubbio. Si chiamano Foxhound e parteciperanno la prossima settimana al Primavera Sound 2013 proprio qui a Barcellona. E proprio per questo non vi diciamo molto di più perché li intervisteremo nella puntata della prossima settimana. Per questa volta vi diamo solo un assaggio, tanto per farvi venire l’acquolina in bocca, facendovi ascoltare la loro Movin’ back. La seconda proposta è quella di Rokia Traoré, artista maliana di fama internazionale, che sa unire il rock con le tradizioni musicali della sua terra. Dopo le recenti collaborazioni con artisti del calibro di Damon Albarn, Paul McCartney e John RokiaTraorePaul Jones e dopo aver girato in lungo e in largo l’Inghilterra con il suo treno denominato “Africa Express”, esce ora il suo nuovo disco: Beautiful Africa. Un album denso di significati e in cui si percepisce l’influenza di grandi classici del rock come i Pink Floyd e i Dire Straits, un album in cui partecipa anche il chitarrista italiano Stefano Pilia dei Massimo Volume. Un album in cui l’Africa, con le sue tragedie e la sua musica, è al centro della poetica di Rokia. Ci siamo sentiti il pezzo che dà il titolo all’album, Beautiful Africa, e Lalla. Per saperne di più, date un’occhiata qui.

Dalla musica abbiamo fatto un volo pindarico per passare alla poesia. Sì, perché nel nostro piccolo studio abbiamo avuto una delegazione del Prostíbulo Poético, esperienza singolare ed interessantissima di performance poetica mischiata al teatro, al cabaret e alla provocazione. Dovete immaginarvi un bordello degli anni Venti, una Prostibulo_Poeticoventina di poetesse (e qualche poeta), un pianista, delle ballerine… e una maitresse: Madame Taxi. Ed è stata proprio Madame Taxi ad accompagnarci in questo viaggio radiofonico in un mondo di poesia e di tempi passati. E a presentarci alcune delle prostitute-poetesse che partecipano al Prostíbulo Poético a Barcellona. Una poesia che può essere provocazione politica, come quella della poetessa Apala, che ci ha letto una composizione dedicata al ministro Gallardón; una poesia che può trasformarsi in racconto, dove il sesso e l’immaginazione la fanno da padroni, come quella di Vahído; una poesia infine che può muoversi tra la lirica, il sogno e l’ironia come quella di Dante Alarido. Dopo aver ascoltato la voce di queste poetesse non vi resta altro che andare a Prostibulovedere dal vivo uno spettacolo del Postríbulo Poético. Ogni sabato, alle 23h30, al Teatre Neu di Gracia (C/Terol 26). Qui trovate tutte le informazioni per poter prenotare. Vi ricordiamo, tra l’altro, che Madame Taxi ha offerto a tutti gli ascoltatori di Zibaldone alcuni biglietti a prezzo ridottissimo per i prossimi due spettacoli del 18 e del 25 maggio. Scriveteci alla nostra mail (zibaldonecontrabanda@gmail.com) per maggiori dettagli. Ma il Prostíbulo Poético è itinerante da cinque anni a questa parte ed ogni mese organizza spettacoli ed iniziative in diversi locali e nei posti più impensabili di Barcellona. Vi consigliamo di dare un’occhiata alla loro pagina facebook, dove trovate tutte le informazioni utili.

Dalla poesia siamo ritornati alla musica con un’intervista a Michelle Davis di A Buzz Supreme che ci ha fatto il punto della situazione sulla prossima edizione del Primavera MulatuSound, che si terrà a Barcellona dal 22 al 26 maggio. Moltissimi concerti ed avvenimenti segneranno la settimana, da incontri e dibattiti a proiezioni cinematografiche, dai moltissimi concerti nel Parc del Forum e nel Parc de la Ciutadella ad altre iniziative gratuite in vari spazi della città. Oltre ai grandi nomi (Blur, Nick Cave & The Bad Seeds, Mulatu Astatké), parteciperanno anche tre band italiane: gli Honeybird & the birdies, i Blue Willa e i Foxhound. Per farvi venire voglia di tutti questi concerti, vi abbiamo fatto ascoltare Shut Up dei Savages e Youth dei Daughters.

Dopo la musica si è passati alla Repressione Today dell’ignifugo Banzo, pronto a informarvi su una settimana davvero densa di eventi. Novità innanzitutto sul fronte dei proiettili di gomma, con l’imputazione di 22 mossos d’esquadra per un incidente accaduto nell’ambito dello sciopero generale del 29 marzo 2012, e che costò a un passante l’estirpazione della milza, probabilmente a causa dell’impatto con un proiettile di CSOA Barricadasgomma. L’alto numero di imputati si deve attribuire all’impossibilità di determinare, per il momento, responsabilità più circoscritte. Proseguiamo con l’escrache femminista contro varie sedi del Partido Popular in tutta la Spagna per protestare contro i propositi di riforma della legislazione in materia d’aborto espressi a più riprese del ministro di giustizia Alberto Ruiz-Gallardón. Parleremo poi di sgomberi, con i casi del CSOA Barricadas nel Casc Antic di Barcellona, occupato da appena una settimana e di Can Piella, storico casale ecologico antagonista situato a Montcada i Reixach. Spazio anche all’irruzione dei Mossos d’Esquadra nella sede dell’Ateneu Llibertari de Sabadell. Ci sposteremo poi in Italia per parlarvi di un progetto di legge presentato da alcuni deputati leghisti teso proprio all’inasprimento delle pene per le occupazioni. In conclusione, le ultime dal fronte No TAV, con una settimana di grande tensione dopo l’incursione notturna contro il cantiere di Chiomonte del 13 maggio scorso.

Nella seconda parte del programma abbiamo avuto come ospite lo scrittore napoletano Pino Imperatore, a Barcellona per la presentazione del suo nuovo romanzo: Bentornati in casa Esposito (Giunti, 2013). Un libro che continua la saga della famiglia Esposito, iniziata nel precedente Benvenuti in casa Esposito. Un libro che, Pino_Imperatoreunendo consapevolmente l’umorismo con il noir, tratta in maniera nuova una tematica drammatica come quella della camorra. Le disavventure del boss Tonino Esposito, incapace e sfigato, succube della moglie Patty e delle femmine della famiglia, non sono altro che il pretesto per parlare della camorra. Ma farlo come lo fa Pino Imperatore è segno di grande maturità, ridendo in faccia allo strapotere criminale e mettendo in luce la tristezza delle vite di molti di questi uomini. Bentornati in casa Esposito è un libro carico di speranza. La speranza che questo cancro un giorno si possa debellare e che i primi a combatterlo possano essere proprio i giovani. Di tutto questo e di molto altro abbiamo parlato con Pino. Per saperne di più, basta cliccare qui.

Non potevano poi mancare i collegamenti con i nostri incredibili inviati, come Adolfo, corrispondente dallo stadio della Propatria, o Piero Angela da Cape Canaveral, o ProPatrial’incursione di quel fanfarone di Bruno, il comico serio che ci fa visita ormai da parecchi mesi con le sue fregnacce, i suoi frizzi, i suoi lazzi e le storie tragicomiche di un’infanzia passata tra gli orfanotrofi, le fughe e le donne di facili costumi. Questa volta invece non abbiamo ricevuto la telefonata della signora Gina, che solitamente non manca mai all’appuntamento. Che sarà successo alla gentile signora sempre in cerca del figlio, il Dani, un attore porno che pare risiedere a Barcellona? Non è invece mancato l’intervento del nostro nuovo collaboratore, Claudio Cardone, esperto in medicina cinese e in simbologia, che ci ha spiegato il significato del nome Adolfo.

La chiusura, questa volta, è stata diversa dal solito. Un consiglio della settimana che di musicale ha davvero poco. Mancava infatti la nostra Laura, in viaggio nella penisola italiana. Ci ha pensato, dunque, la nostra carissima Eva Vignini che ci ha regalato una pillola di Trash italiano. Dal baule dei ricordi è andata a ripescare Flavia Vento. FlaviaVentoBionda e accattivante show girl, attiva da oltre un decennio, la Vento ne ha combinate di cotte e di crude. E non tanto, o non solo, per le sue comparsate televisive, come nel programma Libero di Teo Mammuccari, quando se ne stava tutto il tempo in una scatola di vetro. La sua discesa in politica è da antologia del trash, tra cambi di gabbana, dichiarazioni ambigue, scelte insulse e chi più ne ha più ne metta. E per salutarvi vi facciamo sentire anche una chicca della sua produzione musicale: Moreno. A venerdì prossimo!

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Di Tenedle, di Fan Chaabi e di… Giulio Andreotti (10 maggio 2013)

Dopo Cossiga e la Thatcher è toccato pure a lui. Pensavamo fosse immortale. Un giulio-andreottihighlander democristiano con troppi segreti e le mani sempre in pasta, un genio del male nostrano travestito da esile vecchietto che tutte le mattine va a messa. Il 6 maggio è morto a 94 anni Giulio Andreotti. E noi zibaldoniani non potevamo non parlarne. Che se ne sia andato tre giorni prima del 35esimo anniversario della morte di Aldo Moro e di quella di Peppino Impastato, compagno di onde nell’importante esperienza di Radio Aut, ammazzato dalla mafia e dimenticato per troppo tempo, è uno strano scherzo della storia. Andreotti, in un certo senso, è stato il filo conduttore della nostra puntata tra la canzone di apertura – Giulio Andreotti di Francesco Baccini -, uno spezzone del film Il divo di Paolo Sorrentino e un intervento-spiegazione del nome Peppino_ImpastatoGiulio del nostro nuovo collaboratore, Claudio Cardone, esperto di medicina cinese e di simbologia.

Una puntata che, come di consueto, ha avuto al suo interno moltissima musica. Abbiamo iniziato difatti con un’intervista telefonica con Monique Mizrahi, leader della band italo-americana Honeybird & the birdies, che vi abbiamo presentato qualche tempo fa. Gli Honeybird saranno a breve qui a Barcellona per un doppio intervento all’interno del Primavera Honeybird
Sound (venerdì 24 e domenica 26 maggio) e per un altro concerto in un locale del Raval, il Titty Twister (domenica 26 maggio alle 19h30). Dal loro ultimo album, You Should Reproduce, uscito alla fine del 2012, ci siamo sentiti due pezzi che rappresentano bene la visione del mondo degli Honeybird & the birdies: To the Earth’s Core e Perejil, che racconta la drammatica vicenda del genocidio degli immigrati haitiani nella Repubblica Dominicana del 1937. Canzone di cui è uscito anche recentemente il videoclip. Per saperne di più su questa interessantissima band e sulle loro prossime date, cliccate qui.

Per continuare abbiamo avuto in studio un gradito ritorno. Quello di Dimitri Niccolai, in arte Tenedle, artista fiorentino residente da qualche tempo in Olanda. Lo avevamo avuto ai nostri microfoni proprio un anno fa durante la sua prima tournée a Barcellona. TenedleQuest’anno, sempre nel mese di maggio, Tenedle ha voluto ripetere l’esperienza con il suo Egocentrifugo tour e con due date live. La prima per uno showcase alla Libreria Italiana Le Nuvole di Gracia venerdì 10 maggio; la seconda, sabato 11 maggio, all’interno del Festival Ornitorrinco organizzato a Can Battló, a fianco di artisti locali come gli Ualla e Jordi Pélach, con il quale Tenedle sta lavorando ad un nuovo album. Questa volta, però, Tenedle non è venuto solo, ma è stato accompagnato dal bassista olandese Jos Caspers e ci ha proposto un percorso all’interno della sua decennale produzione musicale, passando dalle ultime composizioni contenute nel suo Grancassa (2010) a canzoni dei suoi precedenti lavori, come Luminal (2004) ed Alter (2007). Per saperne di più su Tenedle, potete dare un’occhiata qui.

E dopo una settimana di stop, riecco in postazione l’ergonomico Banzo con la sua Sciopero educazioneRepressione Today. Cominciamo con una panoramica sulla giornata di sciopero della scuola, promosso in tutta Spagna contro i tagli all’educazione e la legge di riforma del sistema educativo proposta dall’attuale ministro José Ignacio Wert, che ha suscitato più di una perplessità anche all’interno della stessa maggioranza. Proseguiamo con le iniziative previste per il secondo anniversario del 15-M, nel cui ambito si può ascrivere il cosiddetto Toque a Bankia, una giornata di azioni di disturbo pacifico e «creativo» contro l’istituto bancario riscattato dallo stato spagnolo proprio un anno fa. Parleremo poi degli esiti giudiziari di alcune azioni simili: la protesta di gruppi ecologisti contro una sede di CaixaBank nel dicembre 2011, la scalata all’edificio del parlamento spagnolo da parte di alcuni attivisti di Greenpeace per protestare HuelgaEducacióncontro l’approvazione della nuova legge coste, e l’escrache contro Soraya Sáenz de Santamaría, vicepresidente del governo, risalente allo scorso 5 aprile, che ha visto proclamare l’innocenza dei 27 imputati coinvolti perché «il fatto non sussiste». In chiusura, una notizia sul processo per reati di tortura contro nove carcerieri della prigione di Quatre Camins, le cui udienze sono state «chiuse», apparentemente per ragioni di spazio, ai giornalisti, che saranno costretti a seguire le dichiarazioni degli imputati e dei testimoni attraverso uno schermo al plasma in un’altra sala del palazzo di giustizia. E per questa settimana è davvero tutto.

Nella seconda parte del programma abbiamo continuato con la musica e abbiamo ricevuto la visita di un gruppo giovane e di grande qualità di passaggio da Barcellona per una piccola tournée. Si chiamano Fan Chaabi, sono nati a Trento, ma vengono da varie Fan Chaabiparti della penisola italiana e propongono un folk mediterraneo ricco di influenze, dove la tradizione popolare si unisce a nuove proposte musicali. Quello che propongono i Fan Chaabi, gruppo formato da sei musicisti, di cui ne abbiamo avuti quattro ospiti in radio (Daniele Saguto alla chitarra, Silvia Lo Sapio alla voce, Jacopo Roncone alle percussioni e Giuliano Fontana al basso), è un viaggio nel nostro piccolo grande Mediterraneo, dalla Sicilia al Nord Africa, passando per i Balcani, la Francia, la Spagna e il Portogallo. Tarantelle e pizziche, ritmi africani e cover di canzoni famose e indimenticabili, come Les Tziganes di Léo Ferré, sono alcune delle proposte dei Fan Chaabi. Proposte di cui ci hanno anche dato prova nella seconda live session della puntata. Per saperne di più, date un’occhiata qui.

E dopo le consuete interruzioni telefoniche o fisiche, direttamente in studio, della signora Gina che ci ha snocciolato consigli sulla vita e sulle lasagne e di quel fanfarone di comico serio che si fa chiamare Bruno con i suoi frizzi, lazzi e racconti di infanzia tra suore cattive, fughe dall’orfanotrofio e donne bellissime, è toccato all’último trago. Ed è toccato ad una giovane artista e cantautrice italiana: Marzia Stano in arte UNA. Front woman e fondatrice della band Jolaurlo, Marzia ha collaborato con persone attive nel Unapanorama indipendente italiano come Vinci Acunto e Daniele Grasso ed ha ottenuto ottimi riscontri di pubblico e di critica con i suoi tre primi album: D’Istanti del 2005, InMediatamente del 2007 e Meccanica e Natura del 2011. Marta sta lavorando ora al suo primo album da solista che esce proprio in questi giorni. Per farvi venire voglia di andare subito a cercarlo, vi abbiamo fatto sentire in anteprima il singolo, Molto bello. Buon ascolto e a venerdì prossimo!

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Di nuove uscite musicali italiane e di assistenza sanitaria gratuita nel Raval (3 maggio 2013)

Dal nostro piccolo studio sopra la Plaza Reial di Barcellona non potevamo proprio non ricordare il Primo Maggio, data simbolo per le lavoratrici ed i lavoratori di tutto il ElioStorieTesemondo. E lo abbiamo voluto fare in un modo comunque particolare facendovi ascoltare una canzone che è stata sulla bocca di tutti in Italia nelle ultime settimane, Il complesso del Primo Maggio degli Elio e le Storie Tese. Che, detto en passant, al concertone del Primo Maggio di Roma ci sono poi finiti a suonare. Sono cose della vita, come cantava tempo fa Ramazzotti.

Nella puntata di Zibaldone di questo venerdì vi abbiamo proposto molta musica, e soprattutto molte nuove uscite musicali provenienti dal Belpaese. Abbiamo iniziato Publicsubito con i  Public band nata nel 2008 che se ne è giustamente infischiata degli stereotipi attuali e ha appena fatto uscire un nuovo 45 giri in vinile. Bella scelta. E bei pezzi, soprattutto. Ce li siamo sentiti entrambi: Tutte le donne e Cinema. Un’anticipazione del loro prossimo album, dopo i bei lavori degli ultimi anni: Lunario (autoprodotto, 2008) e Oracolo (Lavorare Stanca, 2010). Per saperne di più sui Public e seguirli, date un’occhiata qui.

Siamo rimasti in Italia con un’altra nuova uscita di cui avevamo parlato qualche tempo fa. Si tratta degli Elio Petri, band romana che si muove tra il rock, il post rock, la new wave e molto altro. E che ha pubblicato da poco un nuovo lavoro, Il bello e il cattivo CapraAstraletempo, acclamato giustamente da gran parte della critica. Ma a piacere non è stato solo il disco, bensì anche il videoclip di Alga, “sponsorizzato” direttamente da Rockit. Non potevamo non farvi ascoltare proprio Alga e poi la canzone che chiude l’album, Capra astrale, dove ha partecipato anche Marco Parente. Ne abbiamo parlato con Emiliano Angelelli, leader della band, che ci ha anticipato anche alcune news. Per seguire gli Elio Petri, cliccate qui.

Dall’Italia siamo passati al piccolo Lussemburgo per il collegamento mensile con il nostro compagno di onde Berardo Staglianò (Sentieri Sonori – Radio Ara). Ma lo CesareMalfattiabbiamo fatto in fin dei conti per rimanere sempre in Italia, però con uno sguardo attento a ciò che di interessante si produce al di sotto delle Alpi in quanto a musica indipendente. Berardo ci ha infatti proposto due news di grande qualità: i Perturbazione, di cui ci siamo ascoltati La vita davanti, e Cesare Malfatti, grande musicista che molti ricorderanno per i suoi anni nei La Crus, che ci ha regalato un nuovo disco, Due anni dopo, da cui Berardo ci ha proposto la meravigliosa A te.

Dal Lussemburgo siamo viaggiati fino a Trieste dove abbiamo ritrovato il nostro caro Ricky Russo (In Orbita), altro compagno di onde, ormai a metà strada tra il nord est italiano e New York. Il prossimo sarà infatti l’ultimo collegamento da Trieste per Ricky Dekoche è sul punto di trasferirsi nella Grande Mela, da cui continuerà a informarci sulle sue mille attività. E a proposito di New York sta per uscire il libro-diario che Ricky ha scritto sulla sua esperienza dell’autunno scorso nella grande metropoli statunitense. Il titolo? Per Bon For Real. Ma di questo parleremo il mese prossimo. In questo collegamento Ricky ci ha proposto due musicisti davvero di alto livello. Il primo si chiama Enrico Cortellino, in arte Cortex, e dal suo ultimo disco Cinico Romantico ci siamo ascoltati Complicare, di cui vi consigliamo anche il divertente videoclip. A proposito di videoclip, vi consigliamo anche quello di un altro triestino che amiamo molto noi zibaldoniani. Parliamo di Formigole del bravissimo Toni Bruna, che potete vedere qui. Il secondo consiglio musicale di Ricky Russo è stato quello di un altro artista proveniente dal Friuli Venezia Giulia, ma residente da qualche tempo a Berlino. Si chiama Enrico Decolle, in arte Deko, e dal suo ultimo lavoro, E. D. Berlin Seasons, composto con l’australiana Edwina Dunn, ci siamo sentiti Leo.

In questa puntata non abbiamo avuto ai nostri microfoni (per assenze giustificate) il caro Banzo e la carissima Eva Vigini, ma non sono mancati né la ormai consueta telefonata della signora Gina che ci ha raccontato la sua esperienza al concertone del Primo Maggio di Piazza San Giovanni a Roma né la solita capatina di quel comico da strapazzo che si fa passare sotto il nome di Bruno, che ha cercato ancora una volta di mostrarci quel che sa fare tra frizzi, lazzi, freddure, imitazioni, ricordi d’infanzia e interpretazioni penose di canzoni altrui. Tra le sorprese della puntata, oltre a collegamenti piuttosto strampalanti con degli inviati altrettanto strampalati, c’è stato anche l’intervento di Claudio Cardone, esperto di medicina cinese e di simbologia, che ci ha spiegato brevemente una cosa molto interessante: il significato dei nomi. E ce ne ha dato prova con un nome, quello di Aldo, che è parso ricorrente nella puntata di Zibaldone.

Abbiamo poi continuato con la parte più seria della trasmissione e abbiamo fatto posto nel nostro studio a due ospiti venuti a raccontarci di come è cambiato nell’ultimo anno in Spagna il diritto alla salute. Estefania e Davide fanno parte di un collettivo che ha deciso di offrire assistenza sanitaria alla fascia sociale più colpita dall’ultima «riforma», ovvero gli emigranti irregolari, completamente tagliati fuori, con il «real decreto» dell’aprile espacio_inmigrante
2012 e le successive modifiche, dal servizio sanitario pubblico. Dopo il ritiro di un milione di tessere sanitarie lo scorso settembre, la perdita del lavoro o una irregolarità amministrativa possono significare per molte persone il divieto di ammalarsi: dal C.S.O.A. El Hotel, ogni venerdì dalle 17 alle 19 il collettivo Espacio Inmigrante si oppone all’apartheid sanitario in corso offrendo assistenza medica gratuita a chi ne ha bisogno, informando le persone sui loro diritti e tentando di garantire a ognuno l’accesso alle cure ospedaliere. Il tutto mentre lo smantellamento del diritto alla salute procede a vele spiegate, con il chiaro obiettivo di emarginare prima, e privatizzare poi: la resistenza è necessaria.

E per chiudere non poteva mancare una rentrée musicale, quella del consiglio della settimana delal nostra cara Laura. “Questo è il budello che uso io» dice il cantante, in tenuta rossoblu come il giullare delle carte, «che toglie le malattie del mondo». In alto, come un’ostia, un preservativo: «prendetene e usatene tutti» l’invito rivolto alla folla, managementeprima di togliersi il cappuccio e mostrare la chierica da frate. Siamo a Roma nel ben noto palco di Piazza San Giovanni, durante il concerto del primo maggio, e loro sono i Management del dolore post operatorio, gruppo rock abruzzese che si sta facendo conoscere dopo aver esordito nel 2012 con l’album Auff!!!. Lo «scandaloso» gesto è valso al gruppo l’interruzione della diretta Rai e la rapida rimozione dal palco con intervento della security, con successiva condanna (quasi) unanime da parte della stampa e degli organizzatori. El último trago di oggi è dedicato a questa band a cui vorremmo dimostrare tutta la nostra solidarietà: anche noi scandalizzati, eccome, dal moralismo conservatore imperante, che tratta una battaglia civile espressa con creatività come fosse una volgare provocazione, persino su un palco come quello del primo maggio. E giacchè si parla di crisi e di lavoro, ci salutiamo con la canzone dedicata a Norman, simbolo del suicidio disperato di fronte alla mancanza di prospettive: siamo così piccoli che quando cadiamo non ci sente nessuno… noi non lo facciamo quel boato che fa l’impresario, che fa l’uomo di stato!

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Della Banda Stern e di capitani della notte di Austin (26 aprile 2013)

Non potevamo non aprire la puntata di Zibaldone con un tributo al 25 aprile, il giorno in cui in Italia ricordiamo la liberazione dal nazifascismo e in Portogallo si ricorda la Rivoluzione dei Garofani del 1974. Un giorno da ricordare ancora più oggi, mentre c’è chi, come gli Alemanno e la destra postfascista, il 25 aprile non lo ha mai festeggiato e chi, 25 aprilecome Beppe Grillo, il 25 aprile non lo vuole proprio festeggiare. E mentre un altro governo democristiano si sta insediando, con l’imprimatur dei poteri forti e delle istituzioni che stanno imponendoci un’austerità massacrante. Un giorno e un messaggio, quello dei partigiani che hanno lottato per quasi due anni sulle montagne, nelle città e nelle campagne della penisola italiana per un futuro migliore e una società più giusta, che è doveroso ricordare oggi. E lo abbiamo fatto con un pezzo in apertura, la versione di Fischia il vento degli Skiantos, e con un pezzo in chiusura, Quel giorno di aprile di Francesco Guccini, contenuto nel suo ultimo disco.

Ma la puntata di questo venerdì di Zibaldone non poteva non essere dedicata ad un altro grandissimo musicista che ci ha lasciato pochi giorni fa: Richie Havens. In queste Havensultime settimane, purtroppo, stiamo ricordando alcuni musicisti e cantautori che ci hanno accompagnato nella seconda metà del Novecento con le loro canzoni e con la loro musica. Il mese scorso abbiamo dedicato un’intera puntata a Enzo Jannacci e poi a Franco Califano. In quella di oggi ci ha accompagnato con le sue canzoni un musicista di grande qualità e di grande cuore, ricordato dai più per aver aperto il Festival di Woodstock nel lontano 1969. E di Richie Havens abbiamo voluto farvi ascoltare Woodstockproprio quella meravigliosa versione live di Freedom, una libera interpretazione del musicista di Brooklyn del brano Motherless Child, il simbolo di un’epoca. E abbiamo continuato con altre perle della sua lunga carriera, tra il folk, il rock e il soul, come la sua versione di Here Comes The Sun dei Beatles e di Just Like a Woman di Bob Dylan, o ancora la sua potente Going Back to My Roots, canzone tratta da Connections del 1980, o la sua Gay Cavalier, frutto della collaborazione con Pino Daniele del 1983.

La musica è spesso il nostro filo conduttore. E lo è stato anche questa volta con il primo ospite. Un giovane musicista americano in tournée qui a Barcellona per due date all’Harlem Jazz Club e allo storico Bar Pastis. Si chiama Andrew Bennett aka Captain Captainof the A.M. È attivo a Austin, capitale musicale del Texas, e propone un folk-rock con molte influenze che vanno dal blues e dal pop fino alla fusion e alla canzone d’autore. Qualche mese fa è uscito il suo ultimo EP che contiene cinque canzoni. Ve ne abbiamo proposte due, Last Train e Mi Reina (feat. El Pulgoso), nella versione contenuta nell’EP, mentre altre due, Frozen e Eastside, Andrew Bennett ce le ha suonate in studio dimostrando le sue grandi doti di chitarrista. Una bella live session con un musicista di grande qualità che siamo sicuri farà parlare molto di sé negli anni a venire. Se volete saperne di più di Captain of the A.M., date un’occhiata qui.

Dopo la musica ci voleva anche un poca di informazione. E difatti, al segnale convenuto, entra in studio come un sol uomo l’incoercibile Banzo, e comincia la Repressione Today. Partiamo con una estemporanea dichiarazione di María de los Llanos de Luna, delegata del governo spagnolo in Catalogna, che ci parla della necessità di «ricchi e Concentrazione 25-Afighetti» per la tenuta dell’economia in tempi di crisi e disoccupazione. Ci riprendiamo dallo sconcerto per raccontarvi del tentativo di accerchiamento del parlamento spagnolo del 25 aprile, che era stato accolto con perplessità da vari movimenti sociali e che si è concluso con violenti scontri tra polizia e manifestanti, una quindicina di arresti e una trentina di feriti lievi. Proseguiamo con le ultime novità sui cosiddetti escraches della Plataforma Afectados por la Hipoteca, e sulla Brimo, la brigata antisommossa dei Mossos d’Esquadra. Chiudiamo con una notizia dall’Italia, riguardante il Movimento No MUOS e il gravissimo conflitto istituzionale tra il governo regionale siciliano, che aveva ordinato circa un mese fa la revoca delle autorizzazioni per la costruzione del sistema satellitare dell’esercito americano e il ministero della difesa italiano che ha fatto ricorso al Tar di Palermo per impugnare questa decisione.

Tra l’informazione e la parte più propriamente satirica e comica di Zibaldone, dove ci hanno fatto compagnia come ormai tradizione vuole la signora Gina e quel fanfarone di comico serio conosciuto con il nome di Bruno, abbiamo avuto con noi il secondo ospite della puntata. Parliamo di Claudio Stassi, bravo fumettista siciliano residente da Claudio Stassiqualche anno qui a Barcellona e che era già stato ospite del nostro programma nel 2009 e nel 2010. Autore di Brancaccio – Storie di mafia quotidiana su testi di Giovanni Di Gregorio, Pour la vie su testi di Jacky Goupil  e Per questo mi chiamo Giovanni, adattamento a fumetti dell’omonimo romanzo di Luigi Garlando dedicato alla figura del magistrato antimafia Giovanni Falcone, Claudio Stassi ha da poco pubblicato un nuovo lavoro, La Banda Stern, su testi di Luca Enoch. Il libro, appena uscito in Spagna per Norma Editorial, è stato pubblicato a fine 2012 in Italia da Rizzoli e uscirà a breve anche in Germania. Una storia praticamente sconosciuta e di grandissimo interesse che ha portato Claudio in una terra lontana dalla sua Sicilia natale. La Banda Stern racconta difatti la storia dell’IZL, nato nel 1940 in Israele, un gruppo armato di matrice sionista che dopo la sua morte si trasformò nel Lehi, conosciuto appunto anche con il nome di Banda Stern. “Militi ignoti senza uniforme”, così si autodefinivano i suoi seguaci, uniti nel nome di uno Stato ebraico, il “sogno di una nazione” che presto si trasformò in un incubo scaturito da un perverso, devastante contagio ideologico – non troppo lontano dal fanatismo. Terroristi per gli avversari, patrioti per pochi sostenitori, gli uomini della Banda Stern si accanirono contro gli stranieri oppressori – gli inglesi del regime mandatario – e avvolsero la Palestina in un cerchio di fuoco, fatto di minacce, assassinii, rapine a mano armata, massacri e ordigni esplosivi come quelli che rasero al suolo l’Ambasciata britannica a Roma. Una storia avvincente che ha come protagonista anche l’ex primo ministro israeliano Ariel Sharon e che è stata disegnata con grande maestria da Claudio Stassi. Ma i progetti di Claudio sono davvero molti; per seguirli vi consigliamo il suo bel blog Nero su Bianco.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini ci riporta ancora una volta a riscoprire le più infime memorie trash degli anni ’90. La risposta italiana al fenomeno delle boy bands, che raggiunge il suo apice verso la metà degli anni ’90  con Take That, Backstreet boys, New Kids on the block, East 17, sono i Ragazzi Italiani, ennesimo prodotto Ragazzi_Italianiprefabbricato e patetico della nostra televisione. La formazione era composta da sei ragazzetti romani di bell’aspetto ospiti fissi della trasmissione Amici di Maria de Filippi che  si muovevano al ritmo di coreografie stereotipate conformandosi ai gusti del pubblico con canzoni smielate e prive di contenuti, ancora più ridicoli in quanto versione de “noantri”  ed imitazione di un modello che di suo ha già tutte le caratteristiche di fenomeno Trash. Un vero incubo: il Trash che imita il Trash. Nel 1997, all’apice della loro notorietà, I ragazzi Italiani,partecipano al Festival di Sanremo con Vero amore brano su di cui non occorre neppure sottolineare la banalità che ottiene però un buon successo di vendite e addirittura un Disco d’oro. Di questa boy band de “noantri” per fortuna sembrano perdersi tutte le tracce dopo il 2004 che li vede partecipare alla trasmissione Libero di Teo Mammuccari e poi dissolversi nel nulla.

Ed eccoci arrivati nel fondo della puntata, dove ci attende el último trago di musica prima d’andar via. Arriviamo questa volta prima ancora dell’esordio, prima ancora del primo Ep (in uscita l’1 di maggio): si chiamano Zivago e sono cresciuti nel sottobosco zivago-300x255milanese, formatisi una decina d’anni fa e poi ritrovati dopo varie peregrinazioni e autonomie. Ora il duo si riforma e canta di Franco e di tutti coloro che portano dentro di sé «una debolezza, una follia, come fosse un’estigmate». Tradizione melodica da songwriter accompagnata da chitarre rock, echi elettronici anni ’90 e new wave anni ’80, una malinconia amara appoggiata su un sottobosco di suoni e rievocazioni. E non ci sarà supporto materiale a sostenere le sei canzoni dell’Ep, bensí solo il formato elettronico: cercateli on-line, attraverso la label indipendente I dischi del minollo, e loro vi troveranno.

Purtroppo questa puntata non è disponibile in podcast per dei problemi tecnici che hanno colpito Radio Contrabanda venerdì scorso. Chiediamo venia agli aficionados di Zibaldone ed ai nostri ospiti. Sarà una puntata che rimarrà nella memoria di chi l’ha ascoltata in diretta e di chi l’ha fatta e l’ha vissuta nel piccolo studio di Plaza Reial. Siamo riusciti a salvare dall’oblio solo l’intervento di Bruno (schiacciate qui per ascoltare), il comico serio. Una piccola pillola di comicità per accompagnarvi in questa settimana, in attesa della prossima puntata di Zibaldone e in attesa del prossimo podcast. Vogliamo però salutarvi con alcuni versi della canzone di Francesco Guccini dedicata al 25 aprile affinché il 25 aprile non si perda nell’oblio ma rimanga sempre, e sempre di più, presente nei nostri cuori e nelle nostre menti:

“…l’Italia cantando ormai libera allaga le strade
sventolando nel cielo bandiere impazzite di luce
e tua madre prendendoti in braccio piangendo sorride
mentre attorno qualcuno una storia o una vita ricuce…”

 

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Tra Napoli, elezioni di presidenti della Repubblica e Flyzone (19 aprile 2013)

In un giorno come questo, con l’elezione del Presidente della Repubblica in diretta, non potevamo non iniziare la puntata del nostro Zibaldone con un pensierino a Montecitorio e al possibile nuovo inquilino del Quirinale. E abbiamo voluto aprire con un pezzo di Solo Jah Gunt, Mr Le Président. Non è Boris Vian, è tutt’altro. Ma merita comunque. E il messaggio è più che condivisibile.

Mentre 101 franchi tiratori del PD impallinavano Romano Prodi, noi si è continuato imperterriti dagli studi di Contrabanda con due proposte musicali davvero interessanti. Si tratta di due artisti che gli aficionados di Zibaldone conoscono bene; due italiani SamueleArbaresidenti da tempo qui in Catalogna. Il primo è Samuele Arba, che venne a trovarci a settembre dell’anno scorso che ha da poco concluso la registrazione del suo nuovo album, Por encima de las palabras, che sarà presentato in due concerti, lunedì 22 aprile a Cambrils e venerdì 26 aprile a Tarragona, sotto il titolo Yo soy yo, uno spettacolo che unisce il teatro alla musica, nel miglior stile di Giorgio Gaber. E per l’occasione ci sarà anche il cantautore catalano Joan Isaac. Per maggiori informazioni potete cliccare qui Dal suo nuovo album ci siamo sentiti in anteprima una canzone adatta a questi tempi di crisi e disoccupazione, Buscando trabajo.

Il secondo è un giovane artista napoletano, residente da tempo qui a Barcellona: Alessio Arena. Anche lui è passato dai microfoni di Zibaldone qualche tempo fa, proprio lo stesso giorno in cui venne a trovarci Joan Isaac. Storie che si incrociano, musiche che si AlessioArenauniscono, lingue che comunicano tra loro. E infatti, come Samuele Arba, anche Alessio Arena canta in italiano, in catalano, in castigliano. E nel suo napoletano. Sta per uscire il suo nuovo album, Bestiari(o) familiar(e), e noi vi abbiamo proposto in anteprima il primo singolo di questo intenso disco, Tutto quello che so dei satelliti di Urano. Una canzone, tra l’altro, che è tra le finaliste dell’edizione 2013 di Musicultura – Festival per la canzone popolare e d’autore. La potete votare da qui, mentre qui potete vedere il bel videoclip uscito da poche settimane.

La puntata di quest’oggi di Zibaldone è dedicata alla città di Napoli. E non solo per la colonna sonora che abbiamo scelto e che ci ha accompagnato in queste due ore di programma, dall’Edoardo Bennato di Ma che bella città ai Napoli Centrale di Mattanza, passando per il primo Pino Daniele e l’Enzo Avitabile più soul. Ma soprattutto per un’iniziativa di grande spessore fatta con il cuore da un gruppo di napoletani residenti qui nella ciudad condal: “Ricomincio da te. Da Barcellona per città della Scienza”. Abbiamo avuto in studio con noi due degli organizzatori, Marco Rossano e Matteo RicomincioDaTeManfredi. L’evento, che si è tenuto il giorno successivo alla nostra diretta radiofonica, sabato 20 aprile presso il centro civico Pou de la Figuera del Born di Barcellona, è stato benefico con l’obiettivo della raccolta di fondi da destinare alla ricostruzione di Città della Scienza di Napoli. Per tutto il pomeriggio si sono alternati attori, musicisti e artisti di varie nazionalità in un evento gioioso, all’insegna della musica, del teatro, della buona cucina e della solidarietà, accompagnata da qualche spunto di riflessione. Tra gli ospiti ci sono stati proprio Alessio Arena e altri amici di Zibaldone, come le Questioni Meridionali di Piero Pesce, il Laboratorium Teatro di Sergio Sivori, il Teatro Stabile di Barcellona di Marco Barlocci, i Fly Zone, Jordi Pélach e molti altri. Senza contare che il ruolo di Pippo Baudo della serata è stato ricoperto dal nostro incommensurabile Banzo, in una veste surreale, ma sempre molto professionale.

Si parla del Diavolo e… spunta la Repressione Today. Questa settimana il caro Banzo si concentra sulla Spagna e sul combattutissimo fronte della lotta contro gli sfratti: il parlamento spagnolo ha infatti approvato da pochissimo, con i voti del solo Partido Popular e senza nessun margine agli emendamenti dell’opposizione, una proposta di legge in materia totalmente contraria all’iniziativa legislativa popolare promossa dalla PAH Escrache Montoropiattaforma Afectados por la Hipoteca: manovra estremamente controversa perché il testo approvato è il risultato di una fusione proprio tra la già citata legge d’iniziativa popolare e la precedente proposta in solitaria dei popolari, prevedibilmente a scapito della prima. La piattaforma ha reagito chiedendo simbolicamente il ritiro della proposta di legge, mentre alti vertici del partito di governo, come la segretaria generale María Dolores de Cospedal, proseguivano imperterriti in una discutibile campagna di demonizzazione della piattaforma stessa. Abbiamo poi parlato della grande manifestazione dei minatori a Mieres (Asturie) e del prossimo assedio del parlamento, convocato non senza polemiche interne ai movimenti per il prossimo 25 aprile, e che ha già portato a una sospensione cautelare di gran parte delle attività parlamentari previste per quel giorno.

Per la seconda parte della puntata di questo venerdì siamo volati da Napoli a Roma per farvi conoscere i Flyzone, gruppo rock nato qualche anno fa nella realtà capitolina. A Barcellona per una mini tournée, i Flyzone si sono presentati in formato ridotto, con tre dei quattro membri della band –Danilo Garcia Di Meo (chitarra), Giovanni Iurisci (voce e chitarra) e Paolo Garofalo (basso)–, che ci hanno proposto alcuni dei loro pezzi in FlyZoneversione unplugged. Tutti i pezzi, tranne un inedito, sono contenuti nel loro primo disco, Hard Day’s Morning, uscito nel gennaio del 2012. Un album, come ci spiegano i Flyzone,  “urbano, che narra della vita di chi cresce in città e vuole diventare come l’idolo dei cartelloni e quindi dei suoi sogni infranti, delle felicità rotte all’improvviso e delle gabbie quotidiane, ma anche di quella luce, l’unica stella nel cielo notturno, guida ed obiettivo da non perdere mai di vista”. Per saperne di più dei Flyzone, cliccate qui.

I Flyzone ci hanno fatto compagnia durante tutta la trasmissione, cantandoci qualche altro pezzo unplugged e chiacchierando con noi tra uno sketch comico e l’intervento più o meno inaspettato di personaggi ormai conosciuti dai nostri aficionados, come la signora Gina –quest’oggi abbiamo scovato il cellulare del suo amato Dani e ci siamo ascoltati i messaggi registrati in segreteria– e quel fanfarone di Bruno, il comico serio tra fizzi, BrunoOrlandolazzi, gag e tristi racconti d’infanzia. Non poteva mancare poi la puntualissima Trash Zone della nostra Eva Vignini, sempre immancabile nello scovare per noi icone improponibili della cultura italica. Il personaggio di oggi si chiama Bruno Orlando ed è un salentino Doc, camicia bianca annodata sulla pancia e sguardo fiero verso il mare, che ha raccolto successi entusiasmanti con il tormentone Cozze e pirati, presentato in una delle tante fucine trash della televisione italiana. Genuino e grossolano, riassume per noi i piaceri della vita dell’uomo da spiaggia, canta la cozza nelle sue molteplici sfaccettature, muove le anche ritmicamente come vuole l’implacabile legge dei balli di gruppo. Speriamo che prima di sprofondare nell’oblio ci conceda qualche altra perla all’altezza del suo ruolo.

E oggi con el último trago musicale andiamo a ripescare uno di quei gruppi sorprendenti e indefinibili che a volte si affacciano a mo’ di sberleffo sul finale delle nostre puntate. Perché I Camillas non si prendono mai sul serio, raccontano d’esser nati nel 1964 e d’aver atteso che il rock’n’roll avesse bisogno di loro,  oscillano tra il zombie_camillasdemenziale e il naif con grande stile e chitarre distorte, giocano con le parole e con le pretese artistiche e san deridere tutto, con tanto di xilofoni e dolcezza. Dall’ultimo album Costa Brava, del 2012, c’ascoltiamo il pezzo Rovi, e ne approfittiamo per mettere sul piatto un esperimento: dall’amore tra i Camillas e gli X-Mary è nato un Ep, una fusione temporanea chiamata X-Marillas, di cui il nostro caro Banzo ci offrì una puntuale e appassionata recensione. Come non amarli d’altronde, se san cantare di Pattini e di «piccoli colpi di stato» con tale disinvoltura?

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Con il Califfo e con… Vasco Rialzo (12 aprile 2013)

La settimana scorsa abbiamo dedicato la puntata del nostro Zibaldone a Enzo Jannacci. Questa volta abbiamo deciso di omaggiare un altro grande che ci ha lasciato recentemente: Franco Califano, meglio conosciuto come il Califfo. Era nato a Tripoli nel 1938 e al suo attivo aveva oltre trenta album, vari libri e un numero impressionante Franco Califanodi aneddoti da raccontare. Storie di seduzione e storie di vita, molte delle quali avevano a che fare con le centinaia o migliaia di donne che sono passate tra le sue braccia. Scegliere all’interno della sua vasta produzione solo alcune canzoni per ricordarlo non era cosa facile. Abbiamo pensato bene dunque di chiedere a voi. E grazie ai vostri suggerimenti, durante le due ore del nostro programma, vi abbiamo dato un piccolo assaggio della musica dell’homme couvert de femmes per eccellenza, da Un’estate fa a Io me ‘mbriaco, da Tutto il resto è noia a La mia libertà fino all’imitazione satirica dei Latte e i suoi Derivati… E se la signora Gina non si è spinta fino a raccontare qualche segreto della sua gioventù proprio insieme al Califfo, ma ci ha invece propinato un rap da buona massaia, quel fanfarone insopportabile di Bruno, il comico serio, tra frizzi, lazzi, gag, freddure, imitazioni mal riuscite e storie di un’infanzia dramamatica ha ripescato dal baule dei ricordi proprio una canzone del Maestro, come Vivere.

Passare dal Califfo al grandissimo Javier Krahe non è stata cosa facile, siamo sinceri. JavierKraheMa ci siamo riusciti comunque. Ci ha aiutato una canzone dedicata a una relazione di coppia, Donde se habrá metido esta mujer, tratta da Valle de lágrimas, il primo album di Krahe, registrato insieme ad Alberto Pérez nel lontano 1980. Erano gli anni dorati degli spettacoli con Joaquín Sabina nella Mandragora. Ma con gli anni Krahe non ha perso assolutamente la sua ironia e la sua innata capacità di raccontare la vita. Ne ha dato prova proprio venerdì scorso in un memorabile concerto alle Cotxeres de Sants nell’ambito del Festival BarnaSants. Ma Krahe non è stato il solo mito vivente ad esibirsi a Barcellona in quei giorni. Giovedì 11 aprile, infatti, mauro_pagani-16Mauro Pagani, storico fondatore della Premiata Forneria Marconi e collaboratore di Fabrizio De Andrè, ha suonato per la chiusura del Festival Cose di Amilcare. Accompagnato dal pianista Eros Cristiani e dal batterista Joe Damiani, Pagani ha ripercorso la sua ormai quarantennale carriera, duettando con amici come il cantante senegalese Badara Seck e i catalani Joan Isaac e Maria del Mar Bonet e chiamando sul palco per il gran finale – Creüza de Ma – anche altri due cantautori catalani del calibro di Marina Rossell e Roger Mas. Oltre a Creüza de Ma, nella versione incisa da Pagani nel 2004, per i vent’anni dello storico disco di De Andrè, del musicista bresciano vi abbiamo fatto sentire anche la bellissima Domani.

E se dal Califfo a Krahe e Pagani il passo è stato arduo, immaginatevi il passo successivo che ci ha trasportato direttamente a Vasco Rialzo. Anzi, sarebbe meglio dire che ha trasportato lui da noi, visto che Vasco ci è venuto a trovare in studio e ci ha fatto compagnia durante tutto il programma. Nato a Bologna nel 1970, Vasco Rialzo è scrittore, giornalista e BarcellonaSenzaViediMezzointrepido agitatore culturale. Autore di tre romanzi – Chilliens (donne), Tipo fratello e sorella e Adéu. Romanzo techno, usciti rispettivamente nel 2008, nel 2010 e nel 2012 – Vasco è stato co-autore insieme a Daniele Masotti anche della guida Bologna senza vie di mezzo (Pendragon, 2011) e pochi mesi fa del sequel barcellonese di quella guida, se così possiamo definirlo. Stiamo parlando di Barcellona senza vie di mezzo, pubblicata sempre dalla casa editrice bolognese Pendragon. Una guida particolare e molto interessante, assolutamente non canonica, dove la ciudad condal viene descritta con dei “sì” e dei “no” molto soggettivi, conditi, se non bastasse, dal linguaggio spiccio, fresco e diretto di Vasco, ricco di espressioni bolognesi. Ne abbiamo parlato a lungo con Vasco, tra cazzotti, ganci e sgambetti metaforici, risate e qualche birra o chupito di ron. Noi ci siamo divertiti parecchio nei piccoli studi di Contrabanda. Di voi non sappiamo. Beh, se volete saperne di più di Vasco Rialzo e seguire le sue molte attività, date un’occhiata al suo blog.

E al momento giusto, come ogni venerdì riappare l’ergonomico Banzo con la sua Repressione Today. Nell’edizione di oggi riprendiamo in esame il caso di Giuseppe Uva del quale avevamo parlato diffusamente la settimana scorsa per aggiornarvi sulle ultimissime novità di questa dura battaglia per la giustizia ingaggiata dalla sorella della carcere-campagna-farfallavittima, Lucia Uva. Rimaniamo in Italia per parlarvi della raccolta firme per tre leggi di iniziativa popolare riguardanti torture, carcere e droghe: tre proposte assolutamente meritorie che speriamo arrivino felicemente alla conclusione del loro iter. Qui trovate ulteriori informazioni. Torniamo in Spagna per una ricognizione sul caldissimo tema degli escraches, le mobilitazioni promosse dalla Plataforma Afectados por la Hipoteca davanti ai domicili di deputati del Partito Popolare. Aggiornamenti anche sulla vicenda di Ester Quintana, che ha visto questa settimana le dichiarazioni di due Mossos d’Esquadra imputati per il suo ferimento il 14 novembre dello scorso anno. In chiusura, parliamo del leader della sezione cretese del nefando partito neonazista greco Alba Dorata, gettato in mare al termine di una provocatoria manifestazione a Chania lo scorso 2 aprile da un estemporaneo gruppo di militanti comunisti, immigrati e tifosi dell’AEK Atene. Un piccolo aneddoto comico e simbolico al tempo stesso.

 

La Trash Zone della carissima Eva Vignini, andando a rovistare come di consueto nei pertugi più torbidi del passato italico, è incappata in un seduttore all’italiana dal fisico palestrato e lunghi capelli ossigenati. Davide Fabbri detto il Vikingo è un aitante IlVichingoquarantenne romagnolo pronipote niente popodimeno che di Benito Mussolini. In questi tempi difficili dove persino il maschio italiano è in crisi il Vikingo ha deciso di arginare questa terribile tendenza mettendo a frutto la sua inclinazione di latin lover da spiaggia. Dopo aver iniziato a lavorare nelle discoteche della riviera ed aver partecipato a tutte le più agghiaccianti trasmissioni televisive si è sentito in dovere, come moderno erede dei vitelloni romagnoli, di fondare addirittura una Scuola di seduzione in quel di Cervia dove esercita la bizzarra professione di personal trainer della seduzione. Per farvi gustare le sue preziose doti più in profondità siamo dunque andati a ripescare un pezzo inascoltabile dell’estate 2008 che lo vede diffondere con entusiasmo i suoi insegnamenti: La Kukka Dance!

Nella seconda parte del programma abbiamo sentito in collegamento telefonico Carlo Taglia, il nostro giramondo. Partito dal Nepal oltre un anno e mezzo fa, Carlo ha viaggiato da solo e senza l’uso di aerei ed ha attraversato l’Asia, ha attraversato l’oceano Pacifico, ha viaggiato molti mesi in America Latina, dalla Colombia al Cile fino a CarloTagliaraggiungere il Brasile… nell’ultimo collegamento con Zibaldone l’avevamo lasciato proprio sulle coste brasiliane in procinto di imbarcarsi per l’Europa. Ora lo ritroviamo a Torino, il suo viaggio pare essersi concluso, almeno per il momento. L’ultimo mese è stato difatti per Carlo un periodo frenetico di viaggi, dalla Spagna a Berlino e poi a Mosca e con la Transiberiana fino ad arrivare a Vladivostok… Di tutto questo ci ha parlato Carlo e dei suoi nuovi progetti. Vi ricordiamo che potete seguire il viaggio di Carlo Taglia dal suo blog.

Oggi ci dedichiamo per l’último trago di musica a un gruppo dal nome decisamente stridente, soprattutto in questi tempi di crisi e caos istituzionali: I Ministri, band milanese molto rock di cui parlammo già qualche tempo fa ha appena sfoderato un disco nuovo, contrariato lucido e dissacrante, ben apparecchiato sulla classica triade di basso ministrichitarra e batteria. Dopo tante battaglie perse per salvare il futuro, la nuova lotta necessaria dovrà essere Per un passato migliore , e tutto l’album è una vivisezione spietata della realtà, che affonda le radici nel grunge e si spoglia di orpelli e divagazioni. Scarni, arrabbiati, scomposti, I Ministri usano il pessimismo come arma per punzecchiare e vanno direttamente al punto che duole. Anche se disguidi tecnici c’hanno impedito di farvi ascoltare qualche canzone in più, consigliamo il bel video del singolo Comunque, e ci lasciamo con un invito: «ora che è la più stupida, ora che puoi inventartela, segui La pista anarchica«!

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Tra Silvano, Armando e… Alberto Patrucco (5 aprile 2013)

Il 29 marzo ci ha lasciato un grande della musica e della cultura italiana: Enzo Jannacci. Cantautore, cabarettista, attore, persona impegnata politicamente, amico e collaboratore di Giorgio Gaber con quasi trenta album all’attivo tra la fine degli anni JannacciCinquanta e l’inizio di questo XXI secolo. A lui abbiamo voluto dedicare questa puntata di Zibaldone ricordandolo con alcune sue canzoni che ci hanno accompagnato nel passato e che, siamo sicuri, ci accompagneranno anche negli anni a venire. Le abbiamo scelte anche grazie a voi ed ai vostri suggerimenti, da Ci vuole orecchio a Silvano, da La luna è una lampadina a El purtava i scarp de tennis, da Vivere alla versione interpretata da Cochi e Renato di La vita l’è bela. Jannacci è stato il filo conduttore della nostra trasmissione, tanto che anche la Signora Gina e quel fanfarone di Bruno, il comico serio, ce ne hanno parlato…

E con la canzone d’autore, la comicità e il cabaret abbiamo voluto continuare questa puntata di Zibaldone. E lo abbiamo fatto in compagnia di un altro milanese, Alberto Patrucco, a Barcellona in questi giorni per un concerto-omaggio a Georges Brassens patrucco_hernàez -juan miguel moralesnell’ambito del Festival Cose di Amilcare, dove è stato accompagnato al piano da Daniele Caldarini e dove ha duettato con i cantautori catalani Enric Hernàez e Miquel Pujadó, e per un incontro alla Libreria Italiana Le Nuvole di Gracia dove ha presentato il suo ultimo libro-cd Necrologica, un libro lapidario illustrato da Sergio Staino. In studio abbiamo avuto il piacere di avere anche Sergio Secondiano Sacchi, organizzatore del Festival Cose di Amilcare e traduttore delle canzoni di Brassens all’italiano. Alberto Patrucco fa satira politica feroce giocando su un linguaggio frenetico e turbinoso. Nato nel 1957, si è formato nei cabaret milanesi nella seconda parte degli anni ’70 per entrare poi nella scuderia di Zelig. Da qui si trasferisce a Colorado Cafè. Suona pianoforte e chitarra e le sue passione per la musica e per la ricerca lessicale trovano nelle canzoni di Georges Brassens lo sbocco quasi naturale. Inizia a proporre patrucco_pujadó-juan miguel moralesversioni italiane delle canzoni del cantautore francese andando ad attingere nel repertorio meno visitato, quello relativo all’ultima parte della carriera. Incide un disco dal titolo Chi non la pensa come noi dove la scrupolosa cura per la metrica, versificazione e i giochi di rima, si accompagnano felicemente all’imprevedibilità degli arrangiamenti mostrandoci così un Brassens inedito. E proprio da quest’album ci siamo sentiti un paio di canzoni, come Don Giovanni e Ventinove volte su trenta, oltre a La primera noia, versione catalana di Miquel Pujadó di un altro pezzo del cantautore francese.

Tocca poi all’incombustibile Banzo con una nuova edizione della Repressione Today ancora una volta a metà strada tra Spagna e Italia. Cominciamo con un ricordo di Iñigo Cabacas, il ventottenne di Bilbao morto il nove aprile dello scorso anno in seguito Iñigo Cabacasall’impatto con un proiettile di gomma sparato dall’Ertzaintza, la polizia basca, durante i disordini seguiti a una partita di Europa League dell’Athletic alcuni giorni prima: a un anno di distanza le indagini per accertare la reale dinamica dei fatti e eventuali responsabilità penali sono ancora alle battute iniziali. Torniamo in Catalogna per la notizia della possibile imputazione di ventidue persone per l’assedio del parlamento catalano del 15 giugno 2011, quando i manifestanti cercarono di impedire l’ingresso dei deputati che dovevano discutere l’approvazione di importanti tagli alla Giuseppe Uvaspesa pubblica. Passiamo alle notizie italiane con un rapido aggiornamento sulla lotta del movimento No Muos, dopo la grande manifestazione di Niscemi dello scorso 30 marzo. Chiudiamo con un lungo excursus sulla drammatica vicenda di Giuseppe Uva, un caso di «malapolizia» risalente al giugno del 2008 e  per certi versi avvicinabile a quello di Federico Aldrovandi, che vede ora Lucia Uva, coraggiosa sorella della vittima, indagata per diffamazione delle forze dell’ordine, in una situazione assolutamente kafkiana.

Ritorna dopo due settimane di assenza la Trash Zone della carissima Eva Vignini dedicata ad un duo di cantautori romani pressoché sconosciuti ripescati fortuitamente da un polveroso scatolone di 45 giri in un mercatino di seconda mano a Roma. Si tratta di Saverio e Lele e il titolo è : Che cotta! Saverio Pitarrese e Lele Fragione, duo di cantautori originari di Trevignano Romano, Saverio_Lelecompongono  diversi brani dal sapore ironico e genuino colonna sonora perfetta per quella Roma degli anni ’70 in tutto il suo fascino ruvido e dolce. Che cotta !, 10 anni in piu’, La mortadella, Fortuna che magno da mi’ madre, questi alcuni titoli della loro produzione musicale che definiscono rock umoristica. E poi dopo 25 anni di eclissi il successo inaspettato di un loro vecchio brano: Nando discoteca cantato da Teo Mammuccari nella trasmissione Libero senza concedere ai due autori nemmeno la gentilezza di essere nominati come autori del brano. Saverio e Lele meritavano  più che mai uno spazio tutto loro in questa rubrica!

Nella seconda parte di Zibaldone abbiamo avuto un altro ospite. Si tratta di Simone Martelli, giovane italiano residente qui a Barcellona che ha da poco fondato l’ONG Help Children Barcelona. L’importanza della cultura e la necessità di aiutare i più deboli, in HCB tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, sono stati gli stimoli fondamentali per far nascere questo progetto. La ONG Help Children Barcelona infatti nasce da un sogno: sostenere concretamente la crescita degli esseri umani più indifesi e vulnerabili, i bambini, e stare attivamente dalla parte dei più bisognosi tra essi, ossia i bambini con problemi fisici, mentali o familiari. Le difficoltà sono sempre molte, ma Simone e gli amici che con lui hanno dato vita a questo progetto non vogliono mollare. Se volete saperne di più e appoggiare questo progetto, potete dare un’occhiata qui.

E se brucia la ferita delle morti impunite, delle torture perpetrate da forze dell’ordine consapevoli della loro impunità, dedichiamo el último trago di oggi a Stefano Cucchi, morto per esser finito nelle mani dello Stato il 22 ottobre del 2009. L’artista, nella d'ambrosiofattispecie, si chiama Massimiliano D’Ambrosio, cantautore romano che si fece le ossa nel rinomato Folkstudio e che ha all’attivo tre album, di cui l’ultimo, Novembre, risale all’autunno del 2012. Un disco malinconico e colto che riverbera echi jazz e folk, che mescola ballate politiche e filastrocche, che s’apre con una poesia musicata del poeta Sanguineti. E che racconta, nella canzone Scese lenta l’ultima neve, il dramma intollerabile vissuto da Cucchi e da tutti coloro che hanno subito sulla propria pelle l’ingiustizia. Ci lasciamo con questo omaggio delicato e commosso, in solidarietà a tutte le battaglie che in questi anni si stanno portando avanti con tenacia e coraggio in difesa della verità.

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Dellera, Giacomo Toni, Paletti, Selton e Frankie Magellano (29 marzo 2013)

È venerdì santo, Gesù viene crocifisso sul monte Calvario e noi zibaldoniani siamo come ogni venerdì nei piccoli studi di Radio Contrabanda a Barcellona per due ore di un programma in italiano non solo per italiani. Un venerdì dedicato essenzialmente alle nuove uscite musicali provenienti dall’Italia e non solo, grazie alle due collaborazioni che portiamo avanti da alcuni mesi con i nostri compagni di onde: Berardo Staglianò (Sentieri Sonori – Radio Ara – Lussemburgo) e Ricky Russo (In Orbita – Trieste).

Abbiamo iniziato con due nuove uscite della MArteLabel: Il ragazzo in motocicletta di DelleraDellera, autore, cantante, polistrumentista e membro dal 2006 degli Afterhours, e L’autoambulanza di Giacomo Toni, pianista romagnolo frontman della 900band da
lui fondata nel 2005. Siamo poi passati, grazie ai suggerimenti di Berardo Staglianò, a Cambiamento estratta da Ergo Sum, il disco appena uscito del bresciano Paletti e a Piccola sbronza, una collaborazione molto primaverile dei Selton accompagnati da Dente. Infine, con Ricky Russo, siamo passati a due Palettimeravigliose nuove uscite a mezzo tra il funky e il soul proveniente da Trieste e dagli States: Temporary Happiness dei friulani W.I.N.D. e Strictly Reserved for You del sessantenne di Brooklyn Charles Bradley, noto come The Screaming Eagle of Soul e considerato il discepolo di Otis Redding.

Ma la musica è stata un leitmotiv costante per condire le nostre rubriche e le improvvisate di ospiti che sono diventati ormai una presenza costante a Zibaldone, come la simpatica Signora Gina, che ci ha raccontato Bradleyla sua speciale via Crucis, e come quel fanfarone di Bruno, il comico serio con i suoi frizzi e i sui lazzi, le sue freddure e le sue storie d’infanzia, tra orfanotrofi e suore cattive. Vi abbiamo proposto É terça-feira, una delle canzoni più amate del cantautore portoghese Sérgio Godinho; Lo scrutatore non votante di Samuele Bersani nella versione di Rossana Taddei, contenuta nell’ultimo album della cantante uruguayana Bandalegre, uscito poche settimane fa; La falsaria, versione italiana della nota canzone di Georges Brassens interpretata da Alberto Patrucco, che suonerà il Alberto Patruccoprossimo 4 aprile alle 21.30 qui a Barcellona, nella sala Luz de Gas nell’ambito del Festival di canzone d’autore Cose di Amilcare / Festival BarnaSants. E poi, tra un gospel e due rimandi al venerdì santo, come Superstar dalla colonna sonora di Jesus Christ Superstar e Drinkin’ with me Jesus di Jello Biafra & Mojo Nixon, due pezzi di due giovani cantautori: Ensayo y error del granadino Alberto Alcalá e Continuare a vendere oro del siracusano Alì.

Dopo la scorsa puntata interamente dedicata al movimento No TAV, il nostro ergonomico Banzo prepara un’altra edizione della Repressione Today prevalentemente incentrata su vicende italiane. A tenere banco sono soprattutto gli ultimi velenosi strascichi del caso di Federico Aldrovandi, a oltre sette anni dalla morte e a circa nove mesi dalla sentenza definitiva che ha portato alla condanna di quattro agenti di polizia Patrizia Moretti al sit-in del Coispper omicidio colposo. A destare sgomento è una polemica manifestazione di solidarietà con gli agenti stessi indetta dal sindacato di polizia Coisp lo scorso 27 febbraio a Ferrara, città di Federico, proprio sotto gli uffici comunali dove lavora Patrizia Moretti, la coraggiosa madre del ragazzo, che ha risposto a una situazione così delicata con l’ennesima prova di dignità e integrità. Torniamo poi a parlare di No TAV per un rapido aggiornamento sull’ennesima manifestazione moltitudinaria del movimento, che il 23 febbraio ha portato in Val di Susa oltre 80.000 manifestanti in un clima in ugual misura rivendicativo e pacifico. Torniamo in Catalogna con importanti novità riguardanti Ester Quintana, ultima vittima in ordine di tempo dei famigerati proiettili di gomma e le indagini relative al suo ferimento. Chiudiamo con il muro contro muro che vede contrapposti la Plataforma Afectados por la Hipoteca e il Partido Popular, che ha risposto molto duramente alla campagna di pressione pacifica messa in atto dalla piattaforma per convincere i suoi deputati a votare in favore dell’iniziativa legislativa popolare contro gli sfratti attualmente in discussione in parlamento. Come sempre, vi terremo al corrente degli sviluppi.

E non potevamo lasciarci senza concludere con el último trago, l’ultimo consiglio di musica prima d’andare, servito per voi da Laura. Il cantautore di oggi è un’istrionico solcatore di palchi, che mescola musica scrittura e teatro. E’ un personaggio barbuto che porta il nome di Frankie Magellano: nasce nel 1995 da una brillante intuizione del suo frankiemagellano_2012creatore (ovvero, Matteo Morgotti) e da allora ha deciso di cantare il grottesco, il sinuoso e il sudicio, il desiderio nascosto e il viaggio impossibile. Dopo un po’ di anni di digestione e sotterranei, c’ha fabbricato due dischi di fila, tutti densi d’irriverenza. E dopo aver messo musica alle parole di Tondelli (c’ascoltiamo Amore mio fallimentare) se ne torna a decantare Adulterio e porcherie (2012): un disco che è «tango feroce, è est sanguinoso, è Emilia, è la donna giusta». E ci salutiamo con La zanzara, insetto ribelle e molesto che disturba il sonno del re. Alla prossima settimana!

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Del Duca Bianco, di telefonate dal Bosforo e di discografia italiana (22 marzo 2013)

Inizio epico dello Zibaldone di questa settimana. Un inizio dedicato a una delle pietre miliari della musica internazionale: David Bowie. Qualche giorno fa è uscito il suo nuovo album, The Next Day. Non smetterà mai di stupirci il Duca Bianco. Dopo dieci anni di silenzio – l’ultimo lavoro pubblicato era Reality del 2003 – e quando tutti pensavano TheNextDayche non avremmo più potuto godere di altre perle musicali del fu Ziggy Stardust, a inizio gennaio abbiamo avuto come regalo un nuovo singolo, Where Are We Now. O meglio, un regalo che Bowie faceva a se stesso per i suoi 66 anni. Era il primo segnale di questo nuovo album. A fine febbraio è uscito il secondo singolo: The Stars (Are Out Tonight). E l’11 marzo The Next Day era in vendita in tutto il mondo. Prodotto da Tony Visconti, The Next Day – composto da 14 nuove canzoni (e tre bonus track) di grande qualità – è un album estremamente rock e un viaggio nel passato di Bowie ricco di spunti e di riferimenti. A partire proprio dalla copertina, che è una versione riadattata della copertina di Heroes del 1977. Ci siamo ascoltati il pezzo che apre e dà il titolo all’album, The Next Day, e il secondo singolo, The Stars (Are Out Tonight). Godetevelo!

Grazie alla voce di un altro mostro sacro della musica anglosassone, Tom Waits e la sua Telephone Call From Istanbul, siamo riusciti a fare un volo pindarico per arrivare sul Bosforo con un collegamento telefonico con Alberto Tetta, giornalista free lance italiano Siriaresidente nella capitale turca ed esperto di Medio Oriente. Alberto ci ha presentato un’interessante panoramica di quello che sta succedendo sulla costa est del Mediterraneo grazie a dei recenti viaggi che ha compiuto in Libano ed in Palestina. Con lui abbiamo parlato della situazione in Cisgiordania, della guerra in Siria – che sta dilaniando il paese da ormai tre anni –, della situazione dei campi di rifugiati siriani in Turchia e della questione curda, che è tornata di nuovo d’attualità dopo le recenti dichiarazioni di Oçalan e la proposta di una tregua. Potete seguire le novità da Turchia, Siria e Palestina sia sulla pagina web di Alberto Tetta sia su twitter.

E con la musica di Sérgio Godinho che ha suonato a Barcellona nell’ambito del Festival Cose di Amilcare proprio poche ore dopo la nostra diretta radiofonica e con la musica della bravissima Rossana Taddei che ha suonato in due occasioni nella Ciudad Condal in questo fine settimana, abbiamo voluto continuare con l’informazione politica. Con questa puntata, il nostro incombustibile Banzo festeggia un anno ai microfoni di Zibaldone: la sua prima apparizione risale infatti al 23 marzo dell’anno scorso. Da lì a poche settimane sarebbe nata spontaneamente la rubrica di attualità e Manifestazione No Tav 23 Marzocontroinformazione che è ormai uno degli appuntamenti fissi del nostro programma, la Repressione Today. Quest’oggi una puntata monografica interamente dedicata al Movimento No TAV alla viglia di una nuova grande manifestazione in valle contro l’alta velocità Torino-Lione, che quando leggerete queste righe si sarà già svolta. Ne approfittiamo per fare il punto della situazione sullo stato dei lavori al cantiere di Chiomonte, ancora in fase altamente preliminare, sulle ultime notizie dalla Francia, visto che il governo transalpino pare guardare al progetto con crescente diffidenza, e sulle dubbie dichiarazioni di Mario Virano, commissario straordinario del governo per la TAV. Parleremo inoltre di Luca Abbà, il tenace attivista che lo scorso 27 febbraio 2012 era rimasto in coma dopo un incidente avvenuto durante lo sgombero di parte dei terreni dove oggi sorge il cantiere, e che a un anno di distanza dall’incidente ha pubblicato un video e un comunicato sulla sua vicenda. Non manca neanche un aggiornamento sul maxiprocesso contro 53 militanti del movimento che si sta svolgendo attualmente a Torino e che ha visto addirittura la Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme ai ministeri dell’interno, della difesa e dell’economia costituirsi come parte civile. Come sempre, cercheremo di mantenervi aggiornati sugli sviluppi.

Questa settimana abbiamo dovuto fare a meno dell’appuntamento con la Trash Zone della nostra carissima Eva Vignini. In compenso però non sono mancate le incursioni telefoniche e fisiche di due personaggi che malgrè nous sono diventati degli ospiti fissi della nostra trasmissione: la signora Gina, fondatrice dell’Associazione di Madri Preoccupate per i Figli in Spagna, e Bruno, il comico serio.

Dalla comicità alle novità musicali procedenti dalla penisola italiana il passo è breve in una trasmissione radiofonica come al nostra. E allora ecco a voi un artista emergente con un progetto molto interessante: Io Non Sono Bogte. Il gruppo nasce a Roma e si presenta al pubblico nel settembre 2011 con un primo singolo, La musica italiana & altre IoNonSonoBogtestragi. Dopo un anno di intensa attività live, nell’autunno 2012 esce l’album d’esordio dal titolo accattivante, La discografia è morta e io non vedevo l’ora. Un album in cui gli elementi autobiografici si confrontano con i disastri della situazione sociale e culturale attuale, mentre la discografia diventa simbolo di un intero mondo passato che muore. L’autore e cantante della band, Daniele Coluzzi, ha pubblicato nel 2011 per le edizioni Effequ il libro Rock In Progress – Promuovere, distribuire, far conoscere la vostra musica, che contiene interviste ai più importanti giornalisti, tecnici e artisti della scena rock italiana. La discografia è morta e io non vedevo l’ora esprime un’esigenza di rinnovamento: viene pubblicato infatti in un formato del tutto nuovo rispetto al vecchio cd, ovvero su scheda USB. Di tutto ciò ne abbiamo parlato in un collegamento telefonico con Daniele Coluzzi. E, oltre al singolo che ha fatto conoscere al pubblico italiano questa nuova band, vi abbiamo fatto sentire un altro pezzo: Il mercato nero delle ostie. Per seguire Io Non Sono Bogte, date un’occhiata qui.

Zibaldone non può finire senza un consiglio musicale della settimana. Per l’último trago di oggi scartiamo un album nuovo nuovo che promette davvero bene: annunciato con un video, il 5 marzo scorso è uscito Il testamento, primo lavoro da solista di Andrea Appino, voce chitarra e autore degli Zen Circus. Un disco carico d’energia dove il rock si accompagna alla ricerca di testi e parole che tocchino le corde sensibili del tempo appino_2012presente. Una «terapia collettiva», un canto cupo e disilluso, una storia di famiglia che a tutti ci accomuna (e c’ascoltiamo intanto 1983, fotografia spietata e commossa di una deriva generazionale) dove si sente la musica che suona bene: il noise intenso made in Teatro degli Orrori (il bassista e il batterista ci sono dentro fino al collo), l’eredità cantautoriale, l’apparizione di archi e violini (c’è lo zampino di Rodrigo D’Erasmo). Ci salutiamo con la canzone che da il titolo al disco: Il testamento di un suicida che sta per lanciarsi nel vuoto (chiaro omaggio a Monicelli) che difende il diritto alla scelta e guarda soddisfatto verso la vita. Per quanto spietato, Appino mette in quest’album una sferzata di speranza: davvero una bella notizia, da ascoltare a fondo.

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Di Mala Testa, di Gitanes e dei Blue Willa (15 marzo 2013)

Non potevamo non aprire il nostro Zibaldone con una attesissima uscita musicale: Mala Testa, il nuovo album di Alessio Lega. Lo aspettavamo da un po’ e avevamo l’acquolina in bocca da quando Alessio, in tournée a Barcellona ed ospite del nostro programma, ce ne aveva parlato e ci aveva suonato in anteprima qualche pezzo. Uscito ufficialmente lo scorso 11 marzo, prodotto dalla Obst und Gemüse di Rocco Marchi, Mala Testa è il sestoAlessio Lega disco inciso da Alessio Lega. Dopo il premiatissimo Resistenza e amore, (Targa Tenco Miglior Opera Prima 2004) Alessio si era dedicato alla rilettura del patrimonio musicale francofono e internazionale, riadattando per la lingua italiana e per il nostro presente capolavori misconosciuti, testimoniati nei suoi dischi successivi. Mala Testa ha una gestazione quasi decennale, attentissima al presente e ai suoi suoni, alla ricerca di una strada e di una musica adatta alla rinascita della canzone narrativa. E Mala Testa è soprattutto un disco di resistenza; al logorio della memoria, alla normalizzazione, alle nuove schiavitù, alle prepotenze, di qualsiasi tipo e in qualunque latitudine si manifestino. Delle diciotto canzoni dell’album noi ve ne abbiamo fatte sentire tre: Frizullo, pezzo che apre il disco e che è dedicato a Dino Frisullo, bravo giornalista che aveva messo al servizio degli ultimi, dei migranti, dei Kurdi tutta la sua vita; La scoperta di Milano e Canzoni da amare, un manifesto programmatico in forma di canzone, cantata da Paolo Pietrangeli. Un album di grande qualità, con altre bellissime collaborazioni – con Ascanio Celestini che ha scritto Monte Calvario e con Paolo Ciarchi alle percussioni –, con canzoni di resistenza, d’amore e di lotta, come Spartaco, Risaie, Matteotti, Difendi l’allegria o La Piazza, la loggia, la gru, canzone che intreccia le storie e i nomi intrecciati delle vittime della strage fascista del 28 maggio del ’74 con gli immigrati saliti su una gru a Brescia nel novembre del 2010.

Abbiamo voluto continuare con la musica e la canzone d’autore, proponendovi un’intervista accompagnata da una bella live session insieme a due giovani musicisti in tournée a Barcellona. Si tratta di Luciano Forlese, che era passato dai nostri studi Luciano Forlese 17 marzoall’inizio di ottobre insieme al bravo Luca Porcelluzzi, e di Andrea Musio. Luciano (Lucio) Forlese è probabilmente una delle più interessanti voci della giovane canzone d’autore italiana. Attivo tra Trento e Torino, Lucio si ispira ai grandi classici della canzone d’autore italiana ed europea – Piero Ciampi, tra gli altri –, ma allo stesso tempo ha il coraggio di rompere schemi, proponendo tematiche nuove. Nelle sue canzoni si trovano la poesia, il viaggio e il sogno, ma anche la protesta, l’allegria e quella sana voglia di vivere senza limiti e senza barriere. Ci siamo sentiti Gitanes, il suo cavallo di battaglia registrato qualche tempo fa in un piccolo studio di Trento, ma anche tre pezzi live: Per una donna e per un mare, Rafael e Forse non sono io. Per saperne di più della musica di Lucio Forlese, date un’occhiata qui.

Vi abbiamo poi ricordato alcuni concerti che ci saranno a Barcellona nei prossimi giorni, come quelli di due rinomati musicisti ed interpreti italiani, come Franco Battiato Sérgio Godinho(mercoledì 20 marzo, alle 21.00 all’Auditori) e di Ludovico Einaudi (giovedì 21 marzo, alle 21.00, al Palau della Musica Catalana), di uno storico cantautore catalano come Joan Isaac (sabato 16 marzo alle 20.00 al Teatre Joventut) e di un mitico cantautore portoghese come Sérgio Godinho (venerdì 22 marzo alle 21.00 al Teatre Joventut). Un concerto, quest’ultimo, assolutamente unico perché il più importante cantore della rivoluzione dei garofani sarà accompagnato sul palco da una delle più belle voci della canzone catalana, Marina Rossell.

Un’altra settimana densissima per la Repressione Today dell’inafferrabile Banzo. Cominciamo con una notizia sui Mossos d’Esquadra, la famigerata polizia catalana, che ha annunciato la creazione di un nuovo codice d’identificazione per gli agenti antisommossa, curiosamente in contemporanea con il lancio di una campagna della piattaforma Rereguarda en Moviment che si batte proprio per quest’obiettivo e contro le identificazioni arbitrarie dei manifestanti. Il nuovo codice, denominato NOP, non sostituirà quello esistente, il cosiddetto TIP, che gli agenti non esibivano quasi mai nonostante chiare disposizioni di legge in materia, ma verrà «sincronizzato» con l’altro, in modo che a ogni agente corrisponda un numero solo per ciascuno dei due codici. Proseguiamo con le ultime Buche Lettere PPnovità sulla piattaforma Afectados por la Hipoteca, che ha iniziato una campagna di pressione «porta a porta», per spingere i deputati del PP a votare favorevolmente l’iniziativa legislativa popolare contro gli sfratti che sarà presto discussa in parlamento, proprio mentre il Tribunale di Giustizia dell’Unione Europea dichiara la legge spagnola in materia incompatibile con la normativa comunitaria per la difesa dei diritti dei consumatori. Parleremo poi anche delle ultime evoluzioni del caso di Enric Duran, il cosiddetto «Robin Bank» sotto processo per frode bancaria per aver ottenuto prestiti per 492.000 euro con i quali ha poi finanziato vari movimenti sociali e le loro attività. Riflettori poi sui movimenti sociali di Siviglia, che hanno allo studio un interessante progetto di candidatura popolare dal basso con l’obiettivo di presentarsi a future elezioni. In chiusura, una notizia per tutti i postini di Madrid: il comune sta provvedendo a sostituire o ridipingere varie buche delle lettere cittadine, che erano state dipinte d’azzurro con tanto di logo del PP, con divertito riferimento al vorticoso giro di buste e bustarelle emerso con l’ultimo scandalo corruzione nel Partido Popular. Nella foto potete osservare il «prima» e il «dopo». Se volete donare due spicci a Rajoy e compagnia sapete dove andare, ma fate in fretta, potrebbe essere già troppo tardi!

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata all’approfondimento di una delle sue categorie trash preferite ovvero quella dei maghi cartomanti con marcate inflessioni Mama Orsoladialettali. Mamma Orsola è una sensitiva del Beneventano dall’aspetto bonaccione e materno che esercita da più di 50 anni da La Spezia ad Avellino da Salerno a Roma. La particolarità più evidente di Mamma Orsola è il marcato accento ciociaro-campano-molisano, una sorta di esperanto meridionale indefinibile caratterizzato dall’artificio linguistico di chiudere quasi tutte le parole con la vocale sbagliata. “Mamma Orsola vi spiega tutto  minute per minute e Virgolo per Virgolo!”

Siamo poi ritornati alla musica con un’altra intervista. Qualche tempo fa, se ricordate, vi avevamo presentato gli Honeybird & the Birdies, uno dei tre gruppi italiani che parteciperanno al Primavera Sound di quest’anno. Bene, oggi vi presentiamo il secondo gruppo che verrà qui sul litorale catalano alla fine di maggio. Si tratta dei Blue Willa, una creatura che nasce dalla lunga militanza underground di quattro musicisti (Serena Alessandra Altavilla, Mirko Maddaleno, Lorenzo Maffucci, Graziano Ridolfo) che col Blue Willanome Baby Blue per sette anni, tre dischi e centinaia di concerti si sono fatti le ossa nella scena musicale italiana. Per questo album, che si intitola proprio Blue Willa, la band ha cercato di coinvolgere un’artista con un orizzonte visionario stupefacente come Carla Bozulich, già alla testa di progetti ambiziosi come Evangelista, The Geraldine Fibbers, Scarnella, Ethyl Meatplow. Le affinità tra la band e Carla tracciano un percorso trasversale in costante movimento in una terra di mezzo tra Pixies e Diamanda Galás, Kurt Weill e Iggy Pop, echi di torride melodie mediterranee e richiami di nativi americani, paesaggi sonori solcati dalle fantasticherie di Edgar Allan Poe o Italo Calvino, rumori inquietanti, animali, campane, gitani, punk. Ne abbiamo parlato con Mirko Maddaleno, il chitarrista della band. E vi abbiamo fatto sentire due pezzi del loro ultimo album, uscito poche settimane fa: Eyes Attention e Tambourine.

Questa volta siamo riusciti a scampare la telefonata della signora Gina, però in compenso ci è capitato di nuovo tra le mani il telefonino del Dani, il figlio della signora, e abbiamo pensato bene di farvi ascoltare i messaggi registrati sulla sua segreteria telefonica. Non siamo invece riusciti a liberarci della visita di quel fanfarone di Bruno, il comico serio, che ci disturba con le sue incursioni di freddure, canzoncine, frizzi, lazzi e strane storie di una difficile infanzia. Non resta che salutarci con el último trago, l’ultima parentesi di musica prima d’andare, la nostra ciliegina da mettere sulla torta Eildentroeilfuorieilbox84della puntata. Stavolta c’è lo zampino della Famosa Etichetta Trovarobato, che s’affaccia spesso su questa rubrica finale con il suo spirito ludico e farsesco, con la sua attenzione verso chi sperimenta parole e sonorità. Il nome del gruppo è già una presa in giro delle leggi del mercato: sono un trio romano suonante dal 2005, e si chiamano Eildentroeilfuorieilbox84 (tutto attaccato, senza remore). Un gruppo di batteria bassi e campionatori, che mescola il rock con l’ossessivo suono elettronico, che con fare giullaresco porta sul palco testi impegnati e visioni del mondo. C’ascoltiamo La fine del potere, canzone che dà il titolo al quarto ed ultimo album, uscito nel 2012: un bel video e un augurio per tutti, il racconto di un «pic nic con l’umanità» che porterà alla fine del dominio dell’uomo sull’uomo: c’è qualcosa di meglio in cui sperare?

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