Di nuove uscite musicali italiane e di assistenza sanitaria gratuita nel Raval (3 maggio 2013)

Dal nostro piccolo studio sopra la Plaza Reial di Barcellona non potevamo proprio non ricordare il Primo Maggio, data simbolo per le lavoratrici ed i lavoratori di tutto il ElioStorieTesemondo. E lo abbiamo voluto fare in un modo comunque particolare facendovi ascoltare una canzone che è stata sulla bocca di tutti in Italia nelle ultime settimane, Il complesso del Primo Maggio degli Elio e le Storie Tese. Che, detto en passant, al concertone del Primo Maggio di Roma ci sono poi finiti a suonare. Sono cose della vita, come cantava tempo fa Ramazzotti.

Nella puntata di Zibaldone di questo venerdì vi abbiamo proposto molta musica, e soprattutto molte nuove uscite musicali provenienti dal Belpaese. Abbiamo iniziato Publicsubito con i  Public band nata nel 2008 che se ne è giustamente infischiata degli stereotipi attuali e ha appena fatto uscire un nuovo 45 giri in vinile. Bella scelta. E bei pezzi, soprattutto. Ce li siamo sentiti entrambi: Tutte le donne e Cinema. Un’anticipazione del loro prossimo album, dopo i bei lavori degli ultimi anni: Lunario (autoprodotto, 2008) e Oracolo (Lavorare Stanca, 2010). Per saperne di più sui Public e seguirli, date un’occhiata qui.

Siamo rimasti in Italia con un’altra nuova uscita di cui avevamo parlato qualche tempo fa. Si tratta degli Elio Petri, band romana che si muove tra il rock, il post rock, la new wave e molto altro. E che ha pubblicato da poco un nuovo lavoro, Il bello e il cattivo CapraAstraletempo, acclamato giustamente da gran parte della critica. Ma a piacere non è stato solo il disco, bensì anche il videoclip di Alga, “sponsorizzato” direttamente da Rockit. Non potevamo non farvi ascoltare proprio Alga e poi la canzone che chiude l’album, Capra astrale, dove ha partecipato anche Marco Parente. Ne abbiamo parlato con Emiliano Angelelli, leader della band, che ci ha anticipato anche alcune news. Per seguire gli Elio Petri, cliccate qui.

Dall’Italia siamo passati al piccolo Lussemburgo per il collegamento mensile con il nostro compagno di onde Berardo Staglianò (Sentieri Sonori – Radio Ara). Ma lo CesareMalfattiabbiamo fatto in fin dei conti per rimanere sempre in Italia, però con uno sguardo attento a ciò che di interessante si produce al di sotto delle Alpi in quanto a musica indipendente. Berardo ci ha infatti proposto due news di grande qualità: i Perturbazione, di cui ci siamo ascoltati La vita davanti, e Cesare Malfatti, grande musicista che molti ricorderanno per i suoi anni nei La Crus, che ci ha regalato un nuovo disco, Due anni dopo, da cui Berardo ci ha proposto la meravigliosa A te.

Dal Lussemburgo siamo viaggiati fino a Trieste dove abbiamo ritrovato il nostro caro Ricky Russo (In Orbita), altro compagno di onde, ormai a metà strada tra il nord est italiano e New York. Il prossimo sarà infatti l’ultimo collegamento da Trieste per Ricky Dekoche è sul punto di trasferirsi nella Grande Mela, da cui continuerà a informarci sulle sue mille attività. E a proposito di New York sta per uscire il libro-diario che Ricky ha scritto sulla sua esperienza dell’autunno scorso nella grande metropoli statunitense. Il titolo? Per Bon For Real. Ma di questo parleremo il mese prossimo. In questo collegamento Ricky ci ha proposto due musicisti davvero di alto livello. Il primo si chiama Enrico Cortellino, in arte Cortex, e dal suo ultimo disco Cinico Romantico ci siamo ascoltati Complicare, di cui vi consigliamo anche il divertente videoclip. A proposito di videoclip, vi consigliamo anche quello di un altro triestino che amiamo molto noi zibaldoniani. Parliamo di Formigole del bravissimo Toni Bruna, che potete vedere qui. Il secondo consiglio musicale di Ricky Russo è stato quello di un altro artista proveniente dal Friuli Venezia Giulia, ma residente da qualche tempo a Berlino. Si chiama Enrico Decolle, in arte Deko, e dal suo ultimo lavoro, E. D. Berlin Seasons, composto con l’australiana Edwina Dunn, ci siamo sentiti Leo.

In questa puntata non abbiamo avuto ai nostri microfoni (per assenze giustificate) il caro Banzo e la carissima Eva Vigini, ma non sono mancati né la ormai consueta telefonata della signora Gina che ci ha raccontato la sua esperienza al concertone del Primo Maggio di Piazza San Giovanni a Roma né la solita capatina di quel comico da strapazzo che si fa passare sotto il nome di Bruno, che ha cercato ancora una volta di mostrarci quel che sa fare tra frizzi, lazzi, freddure, imitazioni, ricordi d’infanzia e interpretazioni penose di canzoni altrui. Tra le sorprese della puntata, oltre a collegamenti piuttosto strampalanti con degli inviati altrettanto strampalati, c’è stato anche l’intervento di Claudio Cardone, esperto di medicina cinese e di simbologia, che ci ha spiegato brevemente una cosa molto interessante: il significato dei nomi. E ce ne ha dato prova con un nome, quello di Aldo, che è parso ricorrente nella puntata di Zibaldone.

Abbiamo poi continuato con la parte più seria della trasmissione e abbiamo fatto posto nel nostro studio a due ospiti venuti a raccontarci di come è cambiato nell’ultimo anno in Spagna il diritto alla salute. Estefania e Davide fanno parte di un collettivo che ha deciso di offrire assistenza sanitaria alla fascia sociale più colpita dall’ultima «riforma», ovvero gli emigranti irregolari, completamente tagliati fuori, con il «real decreto» dell’aprile espacio_inmigrante
2012 e le successive modifiche, dal servizio sanitario pubblico. Dopo il ritiro di un milione di tessere sanitarie lo scorso settembre, la perdita del lavoro o una irregolarità amministrativa possono significare per molte persone il divieto di ammalarsi: dal C.S.O.A. El Hotel, ogni venerdì dalle 17 alle 19 il collettivo Espacio Inmigrante si oppone all’apartheid sanitario in corso offrendo assistenza medica gratuita a chi ne ha bisogno, informando le persone sui loro diritti e tentando di garantire a ognuno l’accesso alle cure ospedaliere. Il tutto mentre lo smantellamento del diritto alla salute procede a vele spiegate, con il chiaro obiettivo di emarginare prima, e privatizzare poi: la resistenza è necessaria.

E per chiudere non poteva mancare una rentrée musicale, quella del consiglio della settimana delal nostra cara Laura. “Questo è il budello che uso io» dice il cantante, in tenuta rossoblu come il giullare delle carte, «che toglie le malattie del mondo». In alto, come un’ostia, un preservativo: «prendetene e usatene tutti» l’invito rivolto alla folla, managementeprima di togliersi il cappuccio e mostrare la chierica da frate. Siamo a Roma nel ben noto palco di Piazza San Giovanni, durante il concerto del primo maggio, e loro sono i Management del dolore post operatorio, gruppo rock abruzzese che si sta facendo conoscere dopo aver esordito nel 2012 con l’album Auff!!!. Lo «scandaloso» gesto è valso al gruppo l’interruzione della diretta Rai e la rapida rimozione dal palco con intervento della security, con successiva condanna (quasi) unanime da parte della stampa e degli organizzatori. El último trago di oggi è dedicato a questa band a cui vorremmo dimostrare tutta la nostra solidarietà: anche noi scandalizzati, eccome, dal moralismo conservatore imperante, che tratta una battaglia civile espressa con creatività come fosse una volgare provocazione, persino su un palco come quello del primo maggio. E giacchè si parla di crisi e di lavoro, ci salutiamo con la canzone dedicata a Norman, simbolo del suicidio disperato di fronte alla mancanza di prospettive: siamo così piccoli che quando cadiamo non ci sente nessuno… noi non lo facciamo quel boato che fa l’impresario, che fa l’uomo di stato!

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Della Banda Stern e di capitani della notte di Austin (26 aprile 2013)

Non potevamo non aprire la puntata di Zibaldone con un tributo al 25 aprile, il giorno in cui in Italia ricordiamo la liberazione dal nazifascismo e in Portogallo si ricorda la Rivoluzione dei Garofani del 1974. Un giorno da ricordare ancora più oggi, mentre c’è chi, come gli Alemanno e la destra postfascista, il 25 aprile non lo ha mai festeggiato e chi, 25 aprilecome Beppe Grillo, il 25 aprile non lo vuole proprio festeggiare. E mentre un altro governo democristiano si sta insediando, con l’imprimatur dei poteri forti e delle istituzioni che stanno imponendoci un’austerità massacrante. Un giorno e un messaggio, quello dei partigiani che hanno lottato per quasi due anni sulle montagne, nelle città e nelle campagne della penisola italiana per un futuro migliore e una società più giusta, che è doveroso ricordare oggi. E lo abbiamo fatto con un pezzo in apertura, la versione di Fischia il vento degli Skiantos, e con un pezzo in chiusura, Quel giorno di aprile di Francesco Guccini, contenuto nel suo ultimo disco.

Ma la puntata di questo venerdì di Zibaldone non poteva non essere dedicata ad un altro grandissimo musicista che ci ha lasciato pochi giorni fa: Richie Havens. In queste Havensultime settimane, purtroppo, stiamo ricordando alcuni musicisti e cantautori che ci hanno accompagnato nella seconda metà del Novecento con le loro canzoni e con la loro musica. Il mese scorso abbiamo dedicato un’intera puntata a Enzo Jannacci e poi a Franco Califano. In quella di oggi ci ha accompagnato con le sue canzoni un musicista di grande qualità e di grande cuore, ricordato dai più per aver aperto il Festival di Woodstock nel lontano 1969. E di Richie Havens abbiamo voluto farvi ascoltare Woodstockproprio quella meravigliosa versione live di Freedom, una libera interpretazione del musicista di Brooklyn del brano Motherless Child, il simbolo di un’epoca. E abbiamo continuato con altre perle della sua lunga carriera, tra il folk, il rock e il soul, come la sua versione di Here Comes The Sun dei Beatles e di Just Like a Woman di Bob Dylan, o ancora la sua potente Going Back to My Roots, canzone tratta da Connections del 1980, o la sua Gay Cavalier, frutto della collaborazione con Pino Daniele del 1983.

La musica è spesso il nostro filo conduttore. E lo è stato anche questa volta con il primo ospite. Un giovane musicista americano in tournée qui a Barcellona per due date all’Harlem Jazz Club e allo storico Bar Pastis. Si chiama Andrew Bennett aka Captain Captainof the A.M. È attivo a Austin, capitale musicale del Texas, e propone un folk-rock con molte influenze che vanno dal blues e dal pop fino alla fusion e alla canzone d’autore. Qualche mese fa è uscito il suo ultimo EP che contiene cinque canzoni. Ve ne abbiamo proposte due, Last Train e Mi Reina (feat. El Pulgoso), nella versione contenuta nell’EP, mentre altre due, Frozen e Eastside, Andrew Bennett ce le ha suonate in studio dimostrando le sue grandi doti di chitarrista. Una bella live session con un musicista di grande qualità che siamo sicuri farà parlare molto di sé negli anni a venire. Se volete saperne di più di Captain of the A.M., date un’occhiata qui.

Dopo la musica ci voleva anche un poca di informazione. E difatti, al segnale convenuto, entra in studio come un sol uomo l’incoercibile Banzo, e comincia la Repressione Today. Partiamo con una estemporanea dichiarazione di María de los Llanos de Luna, delegata del governo spagnolo in Catalogna, che ci parla della necessità di «ricchi e Concentrazione 25-Afighetti» per la tenuta dell’economia in tempi di crisi e disoccupazione. Ci riprendiamo dallo sconcerto per raccontarvi del tentativo di accerchiamento del parlamento spagnolo del 25 aprile, che era stato accolto con perplessità da vari movimenti sociali e che si è concluso con violenti scontri tra polizia e manifestanti, una quindicina di arresti e una trentina di feriti lievi. Proseguiamo con le ultime novità sui cosiddetti escraches della Plataforma Afectados por la Hipoteca, e sulla Brimo, la brigata antisommossa dei Mossos d’Esquadra. Chiudiamo con una notizia dall’Italia, riguardante il Movimento No MUOS e il gravissimo conflitto istituzionale tra il governo regionale siciliano, che aveva ordinato circa un mese fa la revoca delle autorizzazioni per la costruzione del sistema satellitare dell’esercito americano e il ministero della difesa italiano che ha fatto ricorso al Tar di Palermo per impugnare questa decisione.

Tra l’informazione e la parte più propriamente satirica e comica di Zibaldone, dove ci hanno fatto compagnia come ormai tradizione vuole la signora Gina e quel fanfarone di comico serio conosciuto con il nome di Bruno, abbiamo avuto con noi il secondo ospite della puntata. Parliamo di Claudio Stassi, bravo fumettista siciliano residente da Claudio Stassiqualche anno qui a Barcellona e che era già stato ospite del nostro programma nel 2009 e nel 2010. Autore di Brancaccio – Storie di mafia quotidiana su testi di Giovanni Di Gregorio, Pour la vie su testi di Jacky Goupil  e Per questo mi chiamo Giovanni, adattamento a fumetti dell’omonimo romanzo di Luigi Garlando dedicato alla figura del magistrato antimafia Giovanni Falcone, Claudio Stassi ha da poco pubblicato un nuovo lavoro, La Banda Stern, su testi di Luca Enoch. Il libro, appena uscito in Spagna per Norma Editorial, è stato pubblicato a fine 2012 in Italia da Rizzoli e uscirà a breve anche in Germania. Una storia praticamente sconosciuta e di grandissimo interesse che ha portato Claudio in una terra lontana dalla sua Sicilia natale. La Banda Stern racconta difatti la storia dell’IZL, nato nel 1940 in Israele, un gruppo armato di matrice sionista che dopo la sua morte si trasformò nel Lehi, conosciuto appunto anche con il nome di Banda Stern. “Militi ignoti senza uniforme”, così si autodefinivano i suoi seguaci, uniti nel nome di uno Stato ebraico, il “sogno di una nazione” che presto si trasformò in un incubo scaturito da un perverso, devastante contagio ideologico – non troppo lontano dal fanatismo. Terroristi per gli avversari, patrioti per pochi sostenitori, gli uomini della Banda Stern si accanirono contro gli stranieri oppressori – gli inglesi del regime mandatario – e avvolsero la Palestina in un cerchio di fuoco, fatto di minacce, assassinii, rapine a mano armata, massacri e ordigni esplosivi come quelli che rasero al suolo l’Ambasciata britannica a Roma. Una storia avvincente che ha come protagonista anche l’ex primo ministro israeliano Ariel Sharon e che è stata disegnata con grande maestria da Claudio Stassi. Ma i progetti di Claudio sono davvero molti; per seguirli vi consigliamo il suo bel blog Nero su Bianco.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini ci riporta ancora una volta a riscoprire le più infime memorie trash degli anni ’90. La risposta italiana al fenomeno delle boy bands, che raggiunge il suo apice verso la metà degli anni ’90  con Take That, Backstreet boys, New Kids on the block, East 17, sono i Ragazzi Italiani, ennesimo prodotto Ragazzi_Italianiprefabbricato e patetico della nostra televisione. La formazione era composta da sei ragazzetti romani di bell’aspetto ospiti fissi della trasmissione Amici di Maria de Filippi che  si muovevano al ritmo di coreografie stereotipate conformandosi ai gusti del pubblico con canzoni smielate e prive di contenuti, ancora più ridicoli in quanto versione de “noantri”  ed imitazione di un modello che di suo ha già tutte le caratteristiche di fenomeno Trash. Un vero incubo: il Trash che imita il Trash. Nel 1997, all’apice della loro notorietà, I ragazzi Italiani,partecipano al Festival di Sanremo con Vero amore brano su di cui non occorre neppure sottolineare la banalità che ottiene però un buon successo di vendite e addirittura un Disco d’oro. Di questa boy band de “noantri” per fortuna sembrano perdersi tutte le tracce dopo il 2004 che li vede partecipare alla trasmissione Libero di Teo Mammuccari e poi dissolversi nel nulla.

Ed eccoci arrivati nel fondo della puntata, dove ci attende el último trago di musica prima d’andar via. Arriviamo questa volta prima ancora dell’esordio, prima ancora del primo Ep (in uscita l’1 di maggio): si chiamano Zivago e sono cresciuti nel sottobosco zivago-300x255milanese, formatisi una decina d’anni fa e poi ritrovati dopo varie peregrinazioni e autonomie. Ora il duo si riforma e canta di Franco e di tutti coloro che portano dentro di sé «una debolezza, una follia, come fosse un’estigmate». Tradizione melodica da songwriter accompagnata da chitarre rock, echi elettronici anni ’90 e new wave anni ’80, una malinconia amara appoggiata su un sottobosco di suoni e rievocazioni. E non ci sarà supporto materiale a sostenere le sei canzoni dell’Ep, bensí solo il formato elettronico: cercateli on-line, attraverso la label indipendente I dischi del minollo, e loro vi troveranno.

Purtroppo questa puntata non è disponibile in podcast per dei problemi tecnici che hanno colpito Radio Contrabanda venerdì scorso. Chiediamo venia agli aficionados di Zibaldone ed ai nostri ospiti. Sarà una puntata che rimarrà nella memoria di chi l’ha ascoltata in diretta e di chi l’ha fatta e l’ha vissuta nel piccolo studio di Plaza Reial. Siamo riusciti a salvare dall’oblio solo l’intervento di Bruno (schiacciate qui per ascoltare), il comico serio. Una piccola pillola di comicità per accompagnarvi in questa settimana, in attesa della prossima puntata di Zibaldone e in attesa del prossimo podcast. Vogliamo però salutarvi con alcuni versi della canzone di Francesco Guccini dedicata al 25 aprile affinché il 25 aprile non si perda nell’oblio ma rimanga sempre, e sempre di più, presente nei nostri cuori e nelle nostre menti:

“…l’Italia cantando ormai libera allaga le strade
sventolando nel cielo bandiere impazzite di luce
e tua madre prendendoti in braccio piangendo sorride
mentre attorno qualcuno una storia o una vita ricuce…”

 

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Tra Napoli, elezioni di presidenti della Repubblica e Flyzone (19 aprile 2013)

In un giorno come questo, con l’elezione del Presidente della Repubblica in diretta, non potevamo non iniziare la puntata del nostro Zibaldone con un pensierino a Montecitorio e al possibile nuovo inquilino del Quirinale. E abbiamo voluto aprire con un pezzo di Solo Jah Gunt, Mr Le Président. Non è Boris Vian, è tutt’altro. Ma merita comunque. E il messaggio è più che condivisibile.

Mentre 101 franchi tiratori del PD impallinavano Romano Prodi, noi si è continuato imperterriti dagli studi di Contrabanda con due proposte musicali davvero interessanti. Si tratta di due artisti che gli aficionados di Zibaldone conoscono bene; due italiani SamueleArbaresidenti da tempo qui in Catalogna. Il primo è Samuele Arba, che venne a trovarci a settembre dell’anno scorso che ha da poco concluso la registrazione del suo nuovo album, Por encima de las palabras, che sarà presentato in due concerti, lunedì 22 aprile a Cambrils e venerdì 26 aprile a Tarragona, sotto il titolo Yo soy yo, uno spettacolo che unisce il teatro alla musica, nel miglior stile di Giorgio Gaber. E per l’occasione ci sarà anche il cantautore catalano Joan Isaac. Per maggiori informazioni potete cliccare qui Dal suo nuovo album ci siamo sentiti in anteprima una canzone adatta a questi tempi di crisi e disoccupazione, Buscando trabajo.

Il secondo è un giovane artista napoletano, residente da tempo qui a Barcellona: Alessio Arena. Anche lui è passato dai microfoni di Zibaldone qualche tempo fa, proprio lo stesso giorno in cui venne a trovarci Joan Isaac. Storie che si incrociano, musiche che si AlessioArenauniscono, lingue che comunicano tra loro. E infatti, come Samuele Arba, anche Alessio Arena canta in italiano, in catalano, in castigliano. E nel suo napoletano. Sta per uscire il suo nuovo album, Bestiari(o) familiar(e), e noi vi abbiamo proposto in anteprima il primo singolo di questo intenso disco, Tutto quello che so dei satelliti di Urano. Una canzone, tra l’altro, che è tra le finaliste dell’edizione 2013 di Musicultura – Festival per la canzone popolare e d’autore. La potete votare da qui, mentre qui potete vedere il bel videoclip uscito da poche settimane.

La puntata di quest’oggi di Zibaldone è dedicata alla città di Napoli. E non solo per la colonna sonora che abbiamo scelto e che ci ha accompagnato in queste due ore di programma, dall’Edoardo Bennato di Ma che bella città ai Napoli Centrale di Mattanza, passando per il primo Pino Daniele e l’Enzo Avitabile più soul. Ma soprattutto per un’iniziativa di grande spessore fatta con il cuore da un gruppo di napoletani residenti qui nella ciudad condal: “Ricomincio da te. Da Barcellona per città della Scienza”. Abbiamo avuto in studio con noi due degli organizzatori, Marco Rossano e Matteo RicomincioDaTeManfredi. L’evento, che si è tenuto il giorno successivo alla nostra diretta radiofonica, sabato 20 aprile presso il centro civico Pou de la Figuera del Born di Barcellona, è stato benefico con l’obiettivo della raccolta di fondi da destinare alla ricostruzione di Città della Scienza di Napoli. Per tutto il pomeriggio si sono alternati attori, musicisti e artisti di varie nazionalità in un evento gioioso, all’insegna della musica, del teatro, della buona cucina e della solidarietà, accompagnata da qualche spunto di riflessione. Tra gli ospiti ci sono stati proprio Alessio Arena e altri amici di Zibaldone, come le Questioni Meridionali di Piero Pesce, il Laboratorium Teatro di Sergio Sivori, il Teatro Stabile di Barcellona di Marco Barlocci, i Fly Zone, Jordi Pélach e molti altri. Senza contare che il ruolo di Pippo Baudo della serata è stato ricoperto dal nostro incommensurabile Banzo, in una veste surreale, ma sempre molto professionale.

Si parla del Diavolo e… spunta la Repressione Today. Questa settimana il caro Banzo si concentra sulla Spagna e sul combattutissimo fronte della lotta contro gli sfratti: il parlamento spagnolo ha infatti approvato da pochissimo, con i voti del solo Partido Popular e senza nessun margine agli emendamenti dell’opposizione, una proposta di legge in materia totalmente contraria all’iniziativa legislativa popolare promossa dalla PAH Escrache Montoropiattaforma Afectados por la Hipoteca: manovra estremamente controversa perché il testo approvato è il risultato di una fusione proprio tra la già citata legge d’iniziativa popolare e la precedente proposta in solitaria dei popolari, prevedibilmente a scapito della prima. La piattaforma ha reagito chiedendo simbolicamente il ritiro della proposta di legge, mentre alti vertici del partito di governo, come la segretaria generale María Dolores de Cospedal, proseguivano imperterriti in una discutibile campagna di demonizzazione della piattaforma stessa. Abbiamo poi parlato della grande manifestazione dei minatori a Mieres (Asturie) e del prossimo assedio del parlamento, convocato non senza polemiche interne ai movimenti per il prossimo 25 aprile, e che ha già portato a una sospensione cautelare di gran parte delle attività parlamentari previste per quel giorno.

Per la seconda parte della puntata di questo venerdì siamo volati da Napoli a Roma per farvi conoscere i Flyzone, gruppo rock nato qualche anno fa nella realtà capitolina. A Barcellona per una mini tournée, i Flyzone si sono presentati in formato ridotto, con tre dei quattro membri della band –Danilo Garcia Di Meo (chitarra), Giovanni Iurisci (voce e chitarra) e Paolo Garofalo (basso)–, che ci hanno proposto alcuni dei loro pezzi in FlyZoneversione unplugged. Tutti i pezzi, tranne un inedito, sono contenuti nel loro primo disco, Hard Day’s Morning, uscito nel gennaio del 2012. Un album, come ci spiegano i Flyzone,  “urbano, che narra della vita di chi cresce in città e vuole diventare come l’idolo dei cartelloni e quindi dei suoi sogni infranti, delle felicità rotte all’improvviso e delle gabbie quotidiane, ma anche di quella luce, l’unica stella nel cielo notturno, guida ed obiettivo da non perdere mai di vista”. Per saperne di più dei Flyzone, cliccate qui.

I Flyzone ci hanno fatto compagnia durante tutta la trasmissione, cantandoci qualche altro pezzo unplugged e chiacchierando con noi tra uno sketch comico e l’intervento più o meno inaspettato di personaggi ormai conosciuti dai nostri aficionados, come la signora Gina –quest’oggi abbiamo scovato il cellulare del suo amato Dani e ci siamo ascoltati i messaggi registrati in segreteria– e quel fanfarone di Bruno, il comico serio tra fizzi, BrunoOrlandolazzi, gag e tristi racconti d’infanzia. Non poteva mancare poi la puntualissima Trash Zone della nostra Eva Vignini, sempre immancabile nello scovare per noi icone improponibili della cultura italica. Il personaggio di oggi si chiama Bruno Orlando ed è un salentino Doc, camicia bianca annodata sulla pancia e sguardo fiero verso il mare, che ha raccolto successi entusiasmanti con il tormentone Cozze e pirati, presentato in una delle tante fucine trash della televisione italiana. Genuino e grossolano, riassume per noi i piaceri della vita dell’uomo da spiaggia, canta la cozza nelle sue molteplici sfaccettature, muove le anche ritmicamente come vuole l’implacabile legge dei balli di gruppo. Speriamo che prima di sprofondare nell’oblio ci conceda qualche altra perla all’altezza del suo ruolo.

E oggi con el último trago musicale andiamo a ripescare uno di quei gruppi sorprendenti e indefinibili che a volte si affacciano a mo’ di sberleffo sul finale delle nostre puntate. Perché I Camillas non si prendono mai sul serio, raccontano d’esser nati nel 1964 e d’aver atteso che il rock’n’roll avesse bisogno di loro,  oscillano tra il zombie_camillasdemenziale e il naif con grande stile e chitarre distorte, giocano con le parole e con le pretese artistiche e san deridere tutto, con tanto di xilofoni e dolcezza. Dall’ultimo album Costa Brava, del 2012, c’ascoltiamo il pezzo Rovi, e ne approfittiamo per mettere sul piatto un esperimento: dall’amore tra i Camillas e gli X-Mary è nato un Ep, una fusione temporanea chiamata X-Marillas, di cui il nostro caro Banzo ci offrì una puntuale e appassionata recensione. Come non amarli d’altronde, se san cantare di Pattini e di «piccoli colpi di stato» con tale disinvoltura?

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Con il Califfo e con… Vasco Rialzo (12 aprile 2013)

La settimana scorsa abbiamo dedicato la puntata del nostro Zibaldone a Enzo Jannacci. Questa volta abbiamo deciso di omaggiare un altro grande che ci ha lasciato recentemente: Franco Califano, meglio conosciuto come il Califfo. Era nato a Tripoli nel 1938 e al suo attivo aveva oltre trenta album, vari libri e un numero impressionante Franco Califanodi aneddoti da raccontare. Storie di seduzione e storie di vita, molte delle quali avevano a che fare con le centinaia o migliaia di donne che sono passate tra le sue braccia. Scegliere all’interno della sua vasta produzione solo alcune canzoni per ricordarlo non era cosa facile. Abbiamo pensato bene dunque di chiedere a voi. E grazie ai vostri suggerimenti, durante le due ore del nostro programma, vi abbiamo dato un piccolo assaggio della musica dell’homme couvert de femmes per eccellenza, da Un’estate fa a Io me ‘mbriaco, da Tutto il resto è noia a La mia libertà fino all’imitazione satirica dei Latte e i suoi Derivati… E se la signora Gina non si è spinta fino a raccontare qualche segreto della sua gioventù proprio insieme al Califfo, ma ci ha invece propinato un rap da buona massaia, quel fanfarone insopportabile di Bruno, il comico serio, tra frizzi, lazzi, gag, freddure, imitazioni mal riuscite e storie di un’infanzia dramamatica ha ripescato dal baule dei ricordi proprio una canzone del Maestro, come Vivere.

Passare dal Califfo al grandissimo Javier Krahe non è stata cosa facile, siamo sinceri. JavierKraheMa ci siamo riusciti comunque. Ci ha aiutato una canzone dedicata a una relazione di coppia, Donde se habrá metido esta mujer, tratta da Valle de lágrimas, il primo album di Krahe, registrato insieme ad Alberto Pérez nel lontano 1980. Erano gli anni dorati degli spettacoli con Joaquín Sabina nella Mandragora. Ma con gli anni Krahe non ha perso assolutamente la sua ironia e la sua innata capacità di raccontare la vita. Ne ha dato prova proprio venerdì scorso in un memorabile concerto alle Cotxeres de Sants nell’ambito del Festival BarnaSants. Ma Krahe non è stato il solo mito vivente ad esibirsi a Barcellona in quei giorni. Giovedì 11 aprile, infatti, mauro_pagani-16Mauro Pagani, storico fondatore della Premiata Forneria Marconi e collaboratore di Fabrizio De Andrè, ha suonato per la chiusura del Festival Cose di Amilcare. Accompagnato dal pianista Eros Cristiani e dal batterista Joe Damiani, Pagani ha ripercorso la sua ormai quarantennale carriera, duettando con amici come il cantante senegalese Badara Seck e i catalani Joan Isaac e Maria del Mar Bonet e chiamando sul palco per il gran finale – Creüza de Ma – anche altri due cantautori catalani del calibro di Marina Rossell e Roger Mas. Oltre a Creüza de Ma, nella versione incisa da Pagani nel 2004, per i vent’anni dello storico disco di De Andrè, del musicista bresciano vi abbiamo fatto sentire anche la bellissima Domani.

E se dal Califfo a Krahe e Pagani il passo è stato arduo, immaginatevi il passo successivo che ci ha trasportato direttamente a Vasco Rialzo. Anzi, sarebbe meglio dire che ha trasportato lui da noi, visto che Vasco ci è venuto a trovare in studio e ci ha fatto compagnia durante tutto il programma. Nato a Bologna nel 1970, Vasco Rialzo è scrittore, giornalista e BarcellonaSenzaViediMezzointrepido agitatore culturale. Autore di tre romanzi – Chilliens (donne), Tipo fratello e sorella e Adéu. Romanzo techno, usciti rispettivamente nel 2008, nel 2010 e nel 2012 – Vasco è stato co-autore insieme a Daniele Masotti anche della guida Bologna senza vie di mezzo (Pendragon, 2011) e pochi mesi fa del sequel barcellonese di quella guida, se così possiamo definirlo. Stiamo parlando di Barcellona senza vie di mezzo, pubblicata sempre dalla casa editrice bolognese Pendragon. Una guida particolare e molto interessante, assolutamente non canonica, dove la ciudad condal viene descritta con dei “sì” e dei “no” molto soggettivi, conditi, se non bastasse, dal linguaggio spiccio, fresco e diretto di Vasco, ricco di espressioni bolognesi. Ne abbiamo parlato a lungo con Vasco, tra cazzotti, ganci e sgambetti metaforici, risate e qualche birra o chupito di ron. Noi ci siamo divertiti parecchio nei piccoli studi di Contrabanda. Di voi non sappiamo. Beh, se volete saperne di più di Vasco Rialzo e seguire le sue molte attività, date un’occhiata al suo blog.

E al momento giusto, come ogni venerdì riappare l’ergonomico Banzo con la sua Repressione Today. Nell’edizione di oggi riprendiamo in esame il caso di Giuseppe Uva del quale avevamo parlato diffusamente la settimana scorsa per aggiornarvi sulle ultimissime novità di questa dura battaglia per la giustizia ingaggiata dalla sorella della carcere-campagna-farfallavittima, Lucia Uva. Rimaniamo in Italia per parlarvi della raccolta firme per tre leggi di iniziativa popolare riguardanti torture, carcere e droghe: tre proposte assolutamente meritorie che speriamo arrivino felicemente alla conclusione del loro iter. Qui trovate ulteriori informazioni. Torniamo in Spagna per una ricognizione sul caldissimo tema degli escraches, le mobilitazioni promosse dalla Plataforma Afectados por la Hipoteca davanti ai domicili di deputati del Partito Popolare. Aggiornamenti anche sulla vicenda di Ester Quintana, che ha visto questa settimana le dichiarazioni di due Mossos d’Esquadra imputati per il suo ferimento il 14 novembre dello scorso anno. In chiusura, parliamo del leader della sezione cretese del nefando partito neonazista greco Alba Dorata, gettato in mare al termine di una provocatoria manifestazione a Chania lo scorso 2 aprile da un estemporaneo gruppo di militanti comunisti, immigrati e tifosi dell’AEK Atene. Un piccolo aneddoto comico e simbolico al tempo stesso.

 

La Trash Zone della carissima Eva Vignini, andando a rovistare come di consueto nei pertugi più torbidi del passato italico, è incappata in un seduttore all’italiana dal fisico palestrato e lunghi capelli ossigenati. Davide Fabbri detto il Vikingo è un aitante IlVichingoquarantenne romagnolo pronipote niente popodimeno che di Benito Mussolini. In questi tempi difficili dove persino il maschio italiano è in crisi il Vikingo ha deciso di arginare questa terribile tendenza mettendo a frutto la sua inclinazione di latin lover da spiaggia. Dopo aver iniziato a lavorare nelle discoteche della riviera ed aver partecipato a tutte le più agghiaccianti trasmissioni televisive si è sentito in dovere, come moderno erede dei vitelloni romagnoli, di fondare addirittura una Scuola di seduzione in quel di Cervia dove esercita la bizzarra professione di personal trainer della seduzione. Per farvi gustare le sue preziose doti più in profondità siamo dunque andati a ripescare un pezzo inascoltabile dell’estate 2008 che lo vede diffondere con entusiasmo i suoi insegnamenti: La Kukka Dance!

Nella seconda parte del programma abbiamo sentito in collegamento telefonico Carlo Taglia, il nostro giramondo. Partito dal Nepal oltre un anno e mezzo fa, Carlo ha viaggiato da solo e senza l’uso di aerei ed ha attraversato l’Asia, ha attraversato l’oceano Pacifico, ha viaggiato molti mesi in America Latina, dalla Colombia al Cile fino a CarloTagliaraggiungere il Brasile… nell’ultimo collegamento con Zibaldone l’avevamo lasciato proprio sulle coste brasiliane in procinto di imbarcarsi per l’Europa. Ora lo ritroviamo a Torino, il suo viaggio pare essersi concluso, almeno per il momento. L’ultimo mese è stato difatti per Carlo un periodo frenetico di viaggi, dalla Spagna a Berlino e poi a Mosca e con la Transiberiana fino ad arrivare a Vladivostok… Di tutto questo ci ha parlato Carlo e dei suoi nuovi progetti. Vi ricordiamo che potete seguire il viaggio di Carlo Taglia dal suo blog.

Oggi ci dedichiamo per l’último trago di musica a un gruppo dal nome decisamente stridente, soprattutto in questi tempi di crisi e caos istituzionali: I Ministri, band milanese molto rock di cui parlammo già qualche tempo fa ha appena sfoderato un disco nuovo, contrariato lucido e dissacrante, ben apparecchiato sulla classica triade di basso ministrichitarra e batteria. Dopo tante battaglie perse per salvare il futuro, la nuova lotta necessaria dovrà essere Per un passato migliore , e tutto l’album è una vivisezione spietata della realtà, che affonda le radici nel grunge e si spoglia di orpelli e divagazioni. Scarni, arrabbiati, scomposti, I Ministri usano il pessimismo come arma per punzecchiare e vanno direttamente al punto che duole. Anche se disguidi tecnici c’hanno impedito di farvi ascoltare qualche canzone in più, consigliamo il bel video del singolo Comunque, e ci lasciamo con un invito: «ora che è la più stupida, ora che puoi inventartela, segui La pista anarchica«!

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Tra Silvano, Armando e… Alberto Patrucco (5 aprile 2013)

Il 29 marzo ci ha lasciato un grande della musica e della cultura italiana: Enzo Jannacci. Cantautore, cabarettista, attore, persona impegnata politicamente, amico e collaboratore di Giorgio Gaber con quasi trenta album all’attivo tra la fine degli anni JannacciCinquanta e l’inizio di questo XXI secolo. A lui abbiamo voluto dedicare questa puntata di Zibaldone ricordandolo con alcune sue canzoni che ci hanno accompagnato nel passato e che, siamo sicuri, ci accompagneranno anche negli anni a venire. Le abbiamo scelte anche grazie a voi ed ai vostri suggerimenti, da Ci vuole orecchio a Silvano, da La luna è una lampadina a El purtava i scarp de tennis, da Vivere alla versione interpretata da Cochi e Renato di La vita l’è bela. Jannacci è stato il filo conduttore della nostra trasmissione, tanto che anche la Signora Gina e quel fanfarone di Bruno, il comico serio, ce ne hanno parlato…

E con la canzone d’autore, la comicità e il cabaret abbiamo voluto continuare questa puntata di Zibaldone. E lo abbiamo fatto in compagnia di un altro milanese, Alberto Patrucco, a Barcellona in questi giorni per un concerto-omaggio a Georges Brassens patrucco_hernàez -juan miguel moralesnell’ambito del Festival Cose di Amilcare, dove è stato accompagnato al piano da Daniele Caldarini e dove ha duettato con i cantautori catalani Enric Hernàez e Miquel Pujadó, e per un incontro alla Libreria Italiana Le Nuvole di Gracia dove ha presentato il suo ultimo libro-cd Necrologica, un libro lapidario illustrato da Sergio Staino. In studio abbiamo avuto il piacere di avere anche Sergio Secondiano Sacchi, organizzatore del Festival Cose di Amilcare e traduttore delle canzoni di Brassens all’italiano. Alberto Patrucco fa satira politica feroce giocando su un linguaggio frenetico e turbinoso. Nato nel 1957, si è formato nei cabaret milanesi nella seconda parte degli anni ’70 per entrare poi nella scuderia di Zelig. Da qui si trasferisce a Colorado Cafè. Suona pianoforte e chitarra e le sue passione per la musica e per la ricerca lessicale trovano nelle canzoni di Georges Brassens lo sbocco quasi naturale. Inizia a proporre patrucco_pujadó-juan miguel moralesversioni italiane delle canzoni del cantautore francese andando ad attingere nel repertorio meno visitato, quello relativo all’ultima parte della carriera. Incide un disco dal titolo Chi non la pensa come noi dove la scrupolosa cura per la metrica, versificazione e i giochi di rima, si accompagnano felicemente all’imprevedibilità degli arrangiamenti mostrandoci così un Brassens inedito. E proprio da quest’album ci siamo sentiti un paio di canzoni, come Don Giovanni e Ventinove volte su trenta, oltre a La primera noia, versione catalana di Miquel Pujadó di un altro pezzo del cantautore francese.

Tocca poi all’incombustibile Banzo con una nuova edizione della Repressione Today ancora una volta a metà strada tra Spagna e Italia. Cominciamo con un ricordo di Iñigo Cabacas, il ventottenne di Bilbao morto il nove aprile dello scorso anno in seguito Iñigo Cabacasall’impatto con un proiettile di gomma sparato dall’Ertzaintza, la polizia basca, durante i disordini seguiti a una partita di Europa League dell’Athletic alcuni giorni prima: a un anno di distanza le indagini per accertare la reale dinamica dei fatti e eventuali responsabilità penali sono ancora alle battute iniziali. Torniamo in Catalogna per la notizia della possibile imputazione di ventidue persone per l’assedio del parlamento catalano del 15 giugno 2011, quando i manifestanti cercarono di impedire l’ingresso dei deputati che dovevano discutere l’approvazione di importanti tagli alla Giuseppe Uvaspesa pubblica. Passiamo alle notizie italiane con un rapido aggiornamento sulla lotta del movimento No Muos, dopo la grande manifestazione di Niscemi dello scorso 30 marzo. Chiudiamo con un lungo excursus sulla drammatica vicenda di Giuseppe Uva, un caso di «malapolizia» risalente al giugno del 2008 e  per certi versi avvicinabile a quello di Federico Aldrovandi, che vede ora Lucia Uva, coraggiosa sorella della vittima, indagata per diffamazione delle forze dell’ordine, in una situazione assolutamente kafkiana.

Ritorna dopo due settimane di assenza la Trash Zone della carissima Eva Vignini dedicata ad un duo di cantautori romani pressoché sconosciuti ripescati fortuitamente da un polveroso scatolone di 45 giri in un mercatino di seconda mano a Roma. Si tratta di Saverio e Lele e il titolo è : Che cotta! Saverio Pitarrese e Lele Fragione, duo di cantautori originari di Trevignano Romano, Saverio_Lelecompongono  diversi brani dal sapore ironico e genuino colonna sonora perfetta per quella Roma degli anni ’70 in tutto il suo fascino ruvido e dolce. Che cotta !, 10 anni in piu’, La mortadella, Fortuna che magno da mi’ madre, questi alcuni titoli della loro produzione musicale che definiscono rock umoristica. E poi dopo 25 anni di eclissi il successo inaspettato di un loro vecchio brano: Nando discoteca cantato da Teo Mammuccari nella trasmissione Libero senza concedere ai due autori nemmeno la gentilezza di essere nominati come autori del brano. Saverio e Lele meritavano  più che mai uno spazio tutto loro in questa rubrica!

Nella seconda parte di Zibaldone abbiamo avuto un altro ospite. Si tratta di Simone Martelli, giovane italiano residente qui a Barcellona che ha da poco fondato l’ONG Help Children Barcelona. L’importanza della cultura e la necessità di aiutare i più deboli, in HCB tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, sono stati gli stimoli fondamentali per far nascere questo progetto. La ONG Help Children Barcelona infatti nasce da un sogno: sostenere concretamente la crescita degli esseri umani più indifesi e vulnerabili, i bambini, e stare attivamente dalla parte dei più bisognosi tra essi, ossia i bambini con problemi fisici, mentali o familiari. Le difficoltà sono sempre molte, ma Simone e gli amici che con lui hanno dato vita a questo progetto non vogliono mollare. Se volete saperne di più e appoggiare questo progetto, potete dare un’occhiata qui.

E se brucia la ferita delle morti impunite, delle torture perpetrate da forze dell’ordine consapevoli della loro impunità, dedichiamo el último trago di oggi a Stefano Cucchi, morto per esser finito nelle mani dello Stato il 22 ottobre del 2009. L’artista, nella d'ambrosiofattispecie, si chiama Massimiliano D’Ambrosio, cantautore romano che si fece le ossa nel rinomato Folkstudio e che ha all’attivo tre album, di cui l’ultimo, Novembre, risale all’autunno del 2012. Un disco malinconico e colto che riverbera echi jazz e folk, che mescola ballate politiche e filastrocche, che s’apre con una poesia musicata del poeta Sanguineti. E che racconta, nella canzone Scese lenta l’ultima neve, il dramma intollerabile vissuto da Cucchi e da tutti coloro che hanno subito sulla propria pelle l’ingiustizia. Ci lasciamo con questo omaggio delicato e commosso, in solidarietà a tutte le battaglie che in questi anni si stanno portando avanti con tenacia e coraggio in difesa della verità.

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Dellera, Giacomo Toni, Paletti, Selton e Frankie Magellano (29 marzo 2013)

È venerdì santo, Gesù viene crocifisso sul monte Calvario e noi zibaldoniani siamo come ogni venerdì nei piccoli studi di Radio Contrabanda a Barcellona per due ore di un programma in italiano non solo per italiani. Un venerdì dedicato essenzialmente alle nuove uscite musicali provenienti dall’Italia e non solo, grazie alle due collaborazioni che portiamo avanti da alcuni mesi con i nostri compagni di onde: Berardo Staglianò (Sentieri Sonori – Radio Ara – Lussemburgo) e Ricky Russo (In Orbita – Trieste).

Abbiamo iniziato con due nuove uscite della MArteLabel: Il ragazzo in motocicletta di DelleraDellera, autore, cantante, polistrumentista e membro dal 2006 degli Afterhours, e L’autoambulanza di Giacomo Toni, pianista romagnolo frontman della 900band da
lui fondata nel 2005. Siamo poi passati, grazie ai suggerimenti di Berardo Staglianò, a Cambiamento estratta da Ergo Sum, il disco appena uscito del bresciano Paletti e a Piccola sbronza, una collaborazione molto primaverile dei Selton accompagnati da Dente. Infine, con Ricky Russo, siamo passati a due Palettimeravigliose nuove uscite a mezzo tra il funky e il soul proveniente da Trieste e dagli States: Temporary Happiness dei friulani W.I.N.D. e Strictly Reserved for You del sessantenne di Brooklyn Charles Bradley, noto come The Screaming Eagle of Soul e considerato il discepolo di Otis Redding.

Ma la musica è stata un leitmotiv costante per condire le nostre rubriche e le improvvisate di ospiti che sono diventati ormai una presenza costante a Zibaldone, come la simpatica Signora Gina, che ci ha raccontato Bradleyla sua speciale via Crucis, e come quel fanfarone di Bruno, il comico serio con i suoi frizzi e i sui lazzi, le sue freddure e le sue storie d’infanzia, tra orfanotrofi e suore cattive. Vi abbiamo proposto É terça-feira, una delle canzoni più amate del cantautore portoghese Sérgio Godinho; Lo scrutatore non votante di Samuele Bersani nella versione di Rossana Taddei, contenuta nell’ultimo album della cantante uruguayana Bandalegre, uscito poche settimane fa; La falsaria, versione italiana della nota canzone di Georges Brassens interpretata da Alberto Patrucco, che suonerà il Alberto Patruccoprossimo 4 aprile alle 21.30 qui a Barcellona, nella sala Luz de Gas nell’ambito del Festival di canzone d’autore Cose di Amilcare / Festival BarnaSants. E poi, tra un gospel e due rimandi al venerdì santo, come Superstar dalla colonna sonora di Jesus Christ Superstar e Drinkin’ with me Jesus di Jello Biafra & Mojo Nixon, due pezzi di due giovani cantautori: Ensayo y error del granadino Alberto Alcalá e Continuare a vendere oro del siracusano Alì.

Dopo la scorsa puntata interamente dedicata al movimento No TAV, il nostro ergonomico Banzo prepara un’altra edizione della Repressione Today prevalentemente incentrata su vicende italiane. A tenere banco sono soprattutto gli ultimi velenosi strascichi del caso di Federico Aldrovandi, a oltre sette anni dalla morte e a circa nove mesi dalla sentenza definitiva che ha portato alla condanna di quattro agenti di polizia Patrizia Moretti al sit-in del Coispper omicidio colposo. A destare sgomento è una polemica manifestazione di solidarietà con gli agenti stessi indetta dal sindacato di polizia Coisp lo scorso 27 febbraio a Ferrara, città di Federico, proprio sotto gli uffici comunali dove lavora Patrizia Moretti, la coraggiosa madre del ragazzo, che ha risposto a una situazione così delicata con l’ennesima prova di dignità e integrità. Torniamo poi a parlare di No TAV per un rapido aggiornamento sull’ennesima manifestazione moltitudinaria del movimento, che il 23 febbraio ha portato in Val di Susa oltre 80.000 manifestanti in un clima in ugual misura rivendicativo e pacifico. Torniamo in Catalogna con importanti novità riguardanti Ester Quintana, ultima vittima in ordine di tempo dei famigerati proiettili di gomma e le indagini relative al suo ferimento. Chiudiamo con il muro contro muro che vede contrapposti la Plataforma Afectados por la Hipoteca e il Partido Popular, che ha risposto molto duramente alla campagna di pressione pacifica messa in atto dalla piattaforma per convincere i suoi deputati a votare in favore dell’iniziativa legislativa popolare contro gli sfratti attualmente in discussione in parlamento. Come sempre, vi terremo al corrente degli sviluppi.

E non potevamo lasciarci senza concludere con el último trago, l’ultimo consiglio di musica prima d’andare, servito per voi da Laura. Il cantautore di oggi è un’istrionico solcatore di palchi, che mescola musica scrittura e teatro. E’ un personaggio barbuto che porta il nome di Frankie Magellano: nasce nel 1995 da una brillante intuizione del suo frankiemagellano_2012creatore (ovvero, Matteo Morgotti) e da allora ha deciso di cantare il grottesco, il sinuoso e il sudicio, il desiderio nascosto e il viaggio impossibile. Dopo un po’ di anni di digestione e sotterranei, c’ha fabbricato due dischi di fila, tutti densi d’irriverenza. E dopo aver messo musica alle parole di Tondelli (c’ascoltiamo Amore mio fallimentare) se ne torna a decantare Adulterio e porcherie (2012): un disco che è «tango feroce, è est sanguinoso, è Emilia, è la donna giusta». E ci salutiamo con La zanzara, insetto ribelle e molesto che disturba il sonno del re. Alla prossima settimana!

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Del Duca Bianco, di telefonate dal Bosforo e di discografia italiana (22 marzo 2013)

Inizio epico dello Zibaldone di questa settimana. Un inizio dedicato a una delle pietre miliari della musica internazionale: David Bowie. Qualche giorno fa è uscito il suo nuovo album, The Next Day. Non smetterà mai di stupirci il Duca Bianco. Dopo dieci anni di silenzio – l’ultimo lavoro pubblicato era Reality del 2003 – e quando tutti pensavano TheNextDayche non avremmo più potuto godere di altre perle musicali del fu Ziggy Stardust, a inizio gennaio abbiamo avuto come regalo un nuovo singolo, Where Are We Now. O meglio, un regalo che Bowie faceva a se stesso per i suoi 66 anni. Era il primo segnale di questo nuovo album. A fine febbraio è uscito il secondo singolo: The Stars (Are Out Tonight). E l’11 marzo The Next Day era in vendita in tutto il mondo. Prodotto da Tony Visconti, The Next Day – composto da 14 nuove canzoni (e tre bonus track) di grande qualità – è un album estremamente rock e un viaggio nel passato di Bowie ricco di spunti e di riferimenti. A partire proprio dalla copertina, che è una versione riadattata della copertina di Heroes del 1977. Ci siamo ascoltati il pezzo che apre e dà il titolo all’album, The Next Day, e il secondo singolo, The Stars (Are Out Tonight). Godetevelo!

Grazie alla voce di un altro mostro sacro della musica anglosassone, Tom Waits e la sua Telephone Call From Istanbul, siamo riusciti a fare un volo pindarico per arrivare sul Bosforo con un collegamento telefonico con Alberto Tetta, giornalista free lance italiano Siriaresidente nella capitale turca ed esperto di Medio Oriente. Alberto ci ha presentato un’interessante panoramica di quello che sta succedendo sulla costa est del Mediterraneo grazie a dei recenti viaggi che ha compiuto in Libano ed in Palestina. Con lui abbiamo parlato della situazione in Cisgiordania, della guerra in Siria – che sta dilaniando il paese da ormai tre anni –, della situazione dei campi di rifugiati siriani in Turchia e della questione curda, che è tornata di nuovo d’attualità dopo le recenti dichiarazioni di Oçalan e la proposta di una tregua. Potete seguire le novità da Turchia, Siria e Palestina sia sulla pagina web di Alberto Tetta sia su twitter.

E con la musica di Sérgio Godinho che ha suonato a Barcellona nell’ambito del Festival Cose di Amilcare proprio poche ore dopo la nostra diretta radiofonica e con la musica della bravissima Rossana Taddei che ha suonato in due occasioni nella Ciudad Condal in questo fine settimana, abbiamo voluto continuare con l’informazione politica. Con questa puntata, il nostro incombustibile Banzo festeggia un anno ai microfoni di Zibaldone: la sua prima apparizione risale infatti al 23 marzo dell’anno scorso. Da lì a poche settimane sarebbe nata spontaneamente la rubrica di attualità e Manifestazione No Tav 23 Marzocontroinformazione che è ormai uno degli appuntamenti fissi del nostro programma, la Repressione Today. Quest’oggi una puntata monografica interamente dedicata al Movimento No TAV alla viglia di una nuova grande manifestazione in valle contro l’alta velocità Torino-Lione, che quando leggerete queste righe si sarà già svolta. Ne approfittiamo per fare il punto della situazione sullo stato dei lavori al cantiere di Chiomonte, ancora in fase altamente preliminare, sulle ultime notizie dalla Francia, visto che il governo transalpino pare guardare al progetto con crescente diffidenza, e sulle dubbie dichiarazioni di Mario Virano, commissario straordinario del governo per la TAV. Parleremo inoltre di Luca Abbà, il tenace attivista che lo scorso 27 febbraio 2012 era rimasto in coma dopo un incidente avvenuto durante lo sgombero di parte dei terreni dove oggi sorge il cantiere, e che a un anno di distanza dall’incidente ha pubblicato un video e un comunicato sulla sua vicenda. Non manca neanche un aggiornamento sul maxiprocesso contro 53 militanti del movimento che si sta svolgendo attualmente a Torino e che ha visto addirittura la Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme ai ministeri dell’interno, della difesa e dell’economia costituirsi come parte civile. Come sempre, cercheremo di mantenervi aggiornati sugli sviluppi.

Questa settimana abbiamo dovuto fare a meno dell’appuntamento con la Trash Zone della nostra carissima Eva Vignini. In compenso però non sono mancate le incursioni telefoniche e fisiche di due personaggi che malgrè nous sono diventati degli ospiti fissi della nostra trasmissione: la signora Gina, fondatrice dell’Associazione di Madri Preoccupate per i Figli in Spagna, e Bruno, il comico serio.

Dalla comicità alle novità musicali procedenti dalla penisola italiana il passo è breve in una trasmissione radiofonica come al nostra. E allora ecco a voi un artista emergente con un progetto molto interessante: Io Non Sono Bogte. Il gruppo nasce a Roma e si presenta al pubblico nel settembre 2011 con un primo singolo, La musica italiana & altre IoNonSonoBogtestragi. Dopo un anno di intensa attività live, nell’autunno 2012 esce l’album d’esordio dal titolo accattivante, La discografia è morta e io non vedevo l’ora. Un album in cui gli elementi autobiografici si confrontano con i disastri della situazione sociale e culturale attuale, mentre la discografia diventa simbolo di un intero mondo passato che muore. L’autore e cantante della band, Daniele Coluzzi, ha pubblicato nel 2011 per le edizioni Effequ il libro Rock In Progress – Promuovere, distribuire, far conoscere la vostra musica, che contiene interviste ai più importanti giornalisti, tecnici e artisti della scena rock italiana. La discografia è morta e io non vedevo l’ora esprime un’esigenza di rinnovamento: viene pubblicato infatti in un formato del tutto nuovo rispetto al vecchio cd, ovvero su scheda USB. Di tutto ciò ne abbiamo parlato in un collegamento telefonico con Daniele Coluzzi. E, oltre al singolo che ha fatto conoscere al pubblico italiano questa nuova band, vi abbiamo fatto sentire un altro pezzo: Il mercato nero delle ostie. Per seguire Io Non Sono Bogte, date un’occhiata qui.

Zibaldone non può finire senza un consiglio musicale della settimana. Per l’último trago di oggi scartiamo un album nuovo nuovo che promette davvero bene: annunciato con un video, il 5 marzo scorso è uscito Il testamento, primo lavoro da solista di Andrea Appino, voce chitarra e autore degli Zen Circus. Un disco carico d’energia dove il rock si accompagna alla ricerca di testi e parole che tocchino le corde sensibili del tempo appino_2012presente. Una «terapia collettiva», un canto cupo e disilluso, una storia di famiglia che a tutti ci accomuna (e c’ascoltiamo intanto 1983, fotografia spietata e commossa di una deriva generazionale) dove si sente la musica che suona bene: il noise intenso made in Teatro degli Orrori (il bassista e il batterista ci sono dentro fino al collo), l’eredità cantautoriale, l’apparizione di archi e violini (c’è lo zampino di Rodrigo D’Erasmo). Ci salutiamo con la canzone che da il titolo al disco: Il testamento di un suicida che sta per lanciarsi nel vuoto (chiaro omaggio a Monicelli) che difende il diritto alla scelta e guarda soddisfatto verso la vita. Per quanto spietato, Appino mette in quest’album una sferzata di speranza: davvero una bella notizia, da ascoltare a fondo.

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Di Mala Testa, di Gitanes e dei Blue Willa (15 marzo 2013)

Non potevamo non aprire il nostro Zibaldone con una attesissima uscita musicale: Mala Testa, il nuovo album di Alessio Lega. Lo aspettavamo da un po’ e avevamo l’acquolina in bocca da quando Alessio, in tournée a Barcellona ed ospite del nostro programma, ce ne aveva parlato e ci aveva suonato in anteprima qualche pezzo. Uscito ufficialmente lo scorso 11 marzo, prodotto dalla Obst und Gemüse di Rocco Marchi, Mala Testa è il sestoAlessio Lega disco inciso da Alessio Lega. Dopo il premiatissimo Resistenza e amore, (Targa Tenco Miglior Opera Prima 2004) Alessio si era dedicato alla rilettura del patrimonio musicale francofono e internazionale, riadattando per la lingua italiana e per il nostro presente capolavori misconosciuti, testimoniati nei suoi dischi successivi. Mala Testa ha una gestazione quasi decennale, attentissima al presente e ai suoi suoni, alla ricerca di una strada e di una musica adatta alla rinascita della canzone narrativa. E Mala Testa è soprattutto un disco di resistenza; al logorio della memoria, alla normalizzazione, alle nuove schiavitù, alle prepotenze, di qualsiasi tipo e in qualunque latitudine si manifestino. Delle diciotto canzoni dell’album noi ve ne abbiamo fatte sentire tre: Frizullo, pezzo che apre il disco e che è dedicato a Dino Frisullo, bravo giornalista che aveva messo al servizio degli ultimi, dei migranti, dei Kurdi tutta la sua vita; La scoperta di Milano e Canzoni da amare, un manifesto programmatico in forma di canzone, cantata da Paolo Pietrangeli. Un album di grande qualità, con altre bellissime collaborazioni – con Ascanio Celestini che ha scritto Monte Calvario e con Paolo Ciarchi alle percussioni –, con canzoni di resistenza, d’amore e di lotta, come Spartaco, Risaie, Matteotti, Difendi l’allegria o La Piazza, la loggia, la gru, canzone che intreccia le storie e i nomi intrecciati delle vittime della strage fascista del 28 maggio del ’74 con gli immigrati saliti su una gru a Brescia nel novembre del 2010.

Abbiamo voluto continuare con la musica e la canzone d’autore, proponendovi un’intervista accompagnata da una bella live session insieme a due giovani musicisti in tournée a Barcellona. Si tratta di Luciano Forlese, che era passato dai nostri studi Luciano Forlese 17 marzoall’inizio di ottobre insieme al bravo Luca Porcelluzzi, e di Andrea Musio. Luciano (Lucio) Forlese è probabilmente una delle più interessanti voci della giovane canzone d’autore italiana. Attivo tra Trento e Torino, Lucio si ispira ai grandi classici della canzone d’autore italiana ed europea – Piero Ciampi, tra gli altri –, ma allo stesso tempo ha il coraggio di rompere schemi, proponendo tematiche nuove. Nelle sue canzoni si trovano la poesia, il viaggio e il sogno, ma anche la protesta, l’allegria e quella sana voglia di vivere senza limiti e senza barriere. Ci siamo sentiti Gitanes, il suo cavallo di battaglia registrato qualche tempo fa in un piccolo studio di Trento, ma anche tre pezzi live: Per una donna e per un mare, Rafael e Forse non sono io. Per saperne di più della musica di Lucio Forlese, date un’occhiata qui.

Vi abbiamo poi ricordato alcuni concerti che ci saranno a Barcellona nei prossimi giorni, come quelli di due rinomati musicisti ed interpreti italiani, come Franco Battiato Sérgio Godinho(mercoledì 20 marzo, alle 21.00 all’Auditori) e di Ludovico Einaudi (giovedì 21 marzo, alle 21.00, al Palau della Musica Catalana), di uno storico cantautore catalano come Joan Isaac (sabato 16 marzo alle 20.00 al Teatre Joventut) e di un mitico cantautore portoghese come Sérgio Godinho (venerdì 22 marzo alle 21.00 al Teatre Joventut). Un concerto, quest’ultimo, assolutamente unico perché il più importante cantore della rivoluzione dei garofani sarà accompagnato sul palco da una delle più belle voci della canzone catalana, Marina Rossell.

Un’altra settimana densissima per la Repressione Today dell’inafferrabile Banzo. Cominciamo con una notizia sui Mossos d’Esquadra, la famigerata polizia catalana, che ha annunciato la creazione di un nuovo codice d’identificazione per gli agenti antisommossa, curiosamente in contemporanea con il lancio di una campagna della piattaforma Rereguarda en Moviment che si batte proprio per quest’obiettivo e contro le identificazioni arbitrarie dei manifestanti. Il nuovo codice, denominato NOP, non sostituirà quello esistente, il cosiddetto TIP, che gli agenti non esibivano quasi mai nonostante chiare disposizioni di legge in materia, ma verrà «sincronizzato» con l’altro, in modo che a ogni agente corrisponda un numero solo per ciascuno dei due codici. Proseguiamo con le ultime Buche Lettere PPnovità sulla piattaforma Afectados por la Hipoteca, che ha iniziato una campagna di pressione «porta a porta», per spingere i deputati del PP a votare favorevolmente l’iniziativa legislativa popolare contro gli sfratti che sarà presto discussa in parlamento, proprio mentre il Tribunale di Giustizia dell’Unione Europea dichiara la legge spagnola in materia incompatibile con la normativa comunitaria per la difesa dei diritti dei consumatori. Parleremo poi anche delle ultime evoluzioni del caso di Enric Duran, il cosiddetto «Robin Bank» sotto processo per frode bancaria per aver ottenuto prestiti per 492.000 euro con i quali ha poi finanziato vari movimenti sociali e le loro attività. Riflettori poi sui movimenti sociali di Siviglia, che hanno allo studio un interessante progetto di candidatura popolare dal basso con l’obiettivo di presentarsi a future elezioni. In chiusura, una notizia per tutti i postini di Madrid: il comune sta provvedendo a sostituire o ridipingere varie buche delle lettere cittadine, che erano state dipinte d’azzurro con tanto di logo del PP, con divertito riferimento al vorticoso giro di buste e bustarelle emerso con l’ultimo scandalo corruzione nel Partido Popular. Nella foto potete osservare il «prima» e il «dopo». Se volete donare due spicci a Rajoy e compagnia sapete dove andare, ma fate in fretta, potrebbe essere già troppo tardi!

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata all’approfondimento di una delle sue categorie trash preferite ovvero quella dei maghi cartomanti con marcate inflessioni Mama Orsoladialettali. Mamma Orsola è una sensitiva del Beneventano dall’aspetto bonaccione e materno che esercita da più di 50 anni da La Spezia ad Avellino da Salerno a Roma. La particolarità più evidente di Mamma Orsola è il marcato accento ciociaro-campano-molisano, una sorta di esperanto meridionale indefinibile caratterizzato dall’artificio linguistico di chiudere quasi tutte le parole con la vocale sbagliata. “Mamma Orsola vi spiega tutto  minute per minute e Virgolo per Virgolo!”

Siamo poi ritornati alla musica con un’altra intervista. Qualche tempo fa, se ricordate, vi avevamo presentato gli Honeybird & the Birdies, uno dei tre gruppi italiani che parteciperanno al Primavera Sound di quest’anno. Bene, oggi vi presentiamo il secondo gruppo che verrà qui sul litorale catalano alla fine di maggio. Si tratta dei Blue Willa, una creatura che nasce dalla lunga militanza underground di quattro musicisti (Serena Alessandra Altavilla, Mirko Maddaleno, Lorenzo Maffucci, Graziano Ridolfo) che col Blue Willanome Baby Blue per sette anni, tre dischi e centinaia di concerti si sono fatti le ossa nella scena musicale italiana. Per questo album, che si intitola proprio Blue Willa, la band ha cercato di coinvolgere un’artista con un orizzonte visionario stupefacente come Carla Bozulich, già alla testa di progetti ambiziosi come Evangelista, The Geraldine Fibbers, Scarnella, Ethyl Meatplow. Le affinità tra la band e Carla tracciano un percorso trasversale in costante movimento in una terra di mezzo tra Pixies e Diamanda Galás, Kurt Weill e Iggy Pop, echi di torride melodie mediterranee e richiami di nativi americani, paesaggi sonori solcati dalle fantasticherie di Edgar Allan Poe o Italo Calvino, rumori inquietanti, animali, campane, gitani, punk. Ne abbiamo parlato con Mirko Maddaleno, il chitarrista della band. E vi abbiamo fatto sentire due pezzi del loro ultimo album, uscito poche settimane fa: Eyes Attention e Tambourine.

Questa volta siamo riusciti a scampare la telefonata della signora Gina, però in compenso ci è capitato di nuovo tra le mani il telefonino del Dani, il figlio della signora, e abbiamo pensato bene di farvi ascoltare i messaggi registrati sulla sua segreteria telefonica. Non siamo invece riusciti a liberarci della visita di quel fanfarone di Bruno, il comico serio, che ci disturba con le sue incursioni di freddure, canzoncine, frizzi, lazzi e strane storie di una difficile infanzia. Non resta che salutarci con el último trago, l’ultima parentesi di musica prima d’andare, la nostra ciliegina da mettere sulla torta Eildentroeilfuorieilbox84della puntata. Stavolta c’è lo zampino della Famosa Etichetta Trovarobato, che s’affaccia spesso su questa rubrica finale con il suo spirito ludico e farsesco, con la sua attenzione verso chi sperimenta parole e sonorità. Il nome del gruppo è già una presa in giro delle leggi del mercato: sono un trio romano suonante dal 2005, e si chiamano Eildentroeilfuorieilbox84 (tutto attaccato, senza remore). Un gruppo di batteria bassi e campionatori, che mescola il rock con l’ossessivo suono elettronico, che con fare giullaresco porta sul palco testi impegnati e visioni del mondo. C’ascoltiamo La fine del potere, canzone che dà il titolo al quarto ed ultimo album, uscito nel 2012: un bel video e un augurio per tutti, il racconto di un «pic nic con l’umanità» che porterà alla fine del dominio dell’uomo sull’uomo: c’è qualcosa di meglio in cui sperare?

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Otto Marzo e dintorni (8 marzo 2013)

Otto Marzo. Non potevamo non iniziare questa puntata con due voci femminili della musica italiana: Patty Pravo con Il Paradiso e Gianna Nannini con I maschi. E parlando di musica in questa prima settimana di marzo non potevamo non dedicare la nostra puntata,Lucio Battisti oltre che a tutte le donne, anche a due dei maggiori cantanti italiani che in questi giorni avrebbero compiuto settant’anni: Lucio Dalla e Lucio Battisti. Durante la puntata vi abbiamo fatto sentire alcuni dei pezzi di questi due straordinari musicisti e interpreti che vi hanno accompagnato in questi anni e che ci avete consigliato negli ultimi giorni sulla nostra pagina di facebook. E poi ancora musica con Max Gazzè e Franco Battiato che suonano Battiatoproprio in questi giorni qui a Barcellona. Gazzè si è esibito proprio poche ore dopo la nostra diretta radiofonica, venerdì 8 marzo alla Sala Razzmatazz di Barcellona con un bel concerto, molto partecipato. Battiato suonerà invece il prossimo mercoledì 20 marzo all’Auditori del capoluogo catalano. Entrambi presentano il loro ultimo lavoro: Sotto Casa dell’artista romano e Apriti Sesamo del veterano compositore e interprete siciliano.

La prima intervista è a Meike Maria Clarelli, voce e compositrice de La Metralli, gruppo che abbiamo presentato recentemente a Zibaldone e che ci è piaciuto davvero la metrallimolto. Vincitore del Premio Ciampi nell’ottobre del 2012, questo ensemble formato da tre donne (oltre a Meike, anche Marcella Menozzi e Serena Fasulo) e da un uomo (Matteo Colombini) ha pubblicato da poco il suo primo EP, contenente sei canzoni. Con Meike abbiamo parlato di questo progetto, del nuovo album de La Metralli e anche di molto altro, come la bella esperienza del coro di donne migranti Le Chemin des Femmes, nato a Modena nel 2008, di cui Meike è direttrice. De La Metralli ci siamo sentiti Piovevo e D’Arteria.

E l’otto marzo la Repressione Today dell’intramontabile Banzo comincia con una notizia che è al tempo stesso un’affettuosa dedica alle Mamme NO MUOS, le donne di Niscemi, provincia di Caltanisetta che insieme al resto della società civile locale stanno lottando per impedire la costruzione del MUOS, che implicherebbe gravi rischi per la Mamme No MUOS Niscemisalute della popolazione e la tenuta dell’ecosistema. Due di loro sono rimaste contuse e una terza ha riportato una frattura a un piede mentre cercavano di impedire che gli operai raggiungessero sotto mentite spoglie il cantiere: infatti attualmente, i lavori dovrebbero essere sospesi, come aveva assicurato il console americano a Napoli. Seguiremo attentamente gli sviluppi di questa lotta, per molti versi paragonabile a quella del Movimento No TAVParliamo poi di una bella iniziativa antiomofoba per il ritiro dai negozi della catena El Corte Inglés dei libri di Joseph Nicolosi, il contestato psicologo clinico americano fautore di una sedicente «terapia riparativa dell’omosessualità» che non gode di nessun riscontro nella comunità scientifica. Pompieri di Valencia contro gli sfrattiTorniamo poi a raccontarvi di ‘Alfon’ Fernández, o meglio del suo avvocato Erlantz Ibarrondo, osservato speciale della polizia madrilena per via della sua vicinanza ai movimenti sociali, in una sorta di versione spagnola del legittimo sospetto di berlusconiana memoria. Concludiamo con due notizie sulla piattaforma Afectados por la Hipoteca, attiva in tutta Spagna contro il dramma degli sfratti: i pompieri di Valencia, seguendo l’esempio dei colleghi di altre regioni spagnole, hanno annunciato che non collaboreranno agli sfratti forzosi motivati da insolvenza e che sosterranno la campagna devolvendole parte dei loro stipendi. Tutto questo mentre la piattaforma sbarca sulla stampa rosa, più precisamente sul rotocalco a grande tiratura Pronto, con una rubrica curata da Ada Colau che punta a informare e sensibilizzare sul tema il vasto pubblico della stampa popolare.

La Trash Zone al femminile della carissima Eva Vignini è dedicata ad una classica icona del trash anni ’80: la biondissima ed eclettica Jo Squillo. Dietro a questo personaggio indefinibile, cantante, presentatrice, show-girl, si nasconde in realtà una riot girl ante litteram. Tra la fine degli anni ’70 e i primissimi ’80 Jo Squillo diventa una protagonista del punk milanese con una formazione tutta al femminile e dai forti accenti Siamo donneantimaschilisti: le Kandeggina Gang che non mancano di sorprendere con performance provocatorie come ad esempio il lancio di Tampax macchiati di rosso sul pubblico dei loro concerti. La fase punk di Joe Squillo rimane nonostante lo scialbo punkettino, i testi grotteschi ed adolescenziali ed il mal interpretato tentativo di rivendicazione femminista, la parte più interessante e divertente della sua carriera destinata a lasciarsi contagiare ben presto dalla decadenza catodica. Il punk si trasforma così nel pop-dance demenziale di Ode al reggiseno ed il femminismo agguerrito si disperde quasi totalmente nella banalissima Siamo donne, pezzo insignificante ma di grande popolarità, cantato in coppia con la prosperosa Sabrina Salerno.

E tra la solita telefonata della signora Gina e l’improvvisata in studio di quel comico riondino-6serio che si presenta con il nome di Bruno, vi abbiamo proposto alcuni stralci dell’intervista che abbiamo fatto l’altra sera a David Riondino, poco prima che l’artista fiorentino salisse sul palco del Luz de Gas di Barcellona per il concerto organizzato dal Festival Cose di Amilcare in collaborazione con il Festival BarnaSants. È stata una lunga ed interessante chiacchierata in cui Riondino ci ha parlato soprattutto della situazione politica italiana, del Movimento 5 Stelle e di Beppe Grillo. Tematica su cui ha scritto recentemente anche alcune delle sue ironiche decime che potete leggere qui. Per introdurla vi abbiamo fatto sentire una canzone che Riondino scrisse qualche anno fa e che entra perfettamente nella programmazione speciale per questo Otto Marzo: Ragazze di Milano.

E per l’último trago di oggi ci affacciamo sul rock portato sul palco dalle donne. L’icona ribelle che ci accompagna dagli anni sessanta e che immaginiamo tra batterie e chitarre è sempre maschile: le donne che hanno scavalcato quest’idea hanno dovuto fare i conti con stereotipi radicati e spesso si son fatte portavoce di una rivendicazione più ampia, iotatolaespressione di controcultura e di istanze femministe. Il libro Le ragazze del rock, di Jessica Dainese, propone una panoramica su questo mondo spesso relegato nell’underground ma molto attivo: dal punk femminista del ’79 ai vari gruppi legati al movimento Riot Grrrl negli anni novanta, fino alle band più recenti che tentano di smarcarsi dall’etichetta della «musica per donne» . Da questa ricostruzione ci ascoltiamo le bolognesi Diva Scarlet, suonanti dal principio degli anni zero, con il pezzo Souvenir. E ci salutiamo con un gruppo recentissimo, un duo un po’ funky dal nome strano, che canta il mito del Principe azzurro con ironia e tenacia. A voi, le palermitane Iotatòla, e che la musica rompa stereotipi!

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Tra lati oscuri della luna e grilli parlanti (1 marzo 2013)

L’anno era il 1973. Il mese quello di marzo. In quei giorni usciva un album che avrebbe segnato come pochi altri la storia del rock e della musica in generale. Stiamo parlando diDarkSideoftheMoon Dark Side of the Moon dei Pink Floyd. Non potevamo iniziare la puntata senza fare un omaggio ad un disco che ha compiuto 40 anni. Per aprire Zibaldone ci siamo ascoltati i due pezzi che chiudevano questo concept album: Brain Damage e Eclipse.

La musica, lo sapete, è il nostro filo rosso. La corrente sotterranea che ci guida da un argomento ad un altro. Musica italiana, ma non solo. E questo venerdì abbiamo voluto farvi sentire le canzoni di alcuni degli artisti del Belpaese che passeranno da Barcellona nelle prossime settimane. Abbiamo iniziato con David Riondino e le sue ironiche David RiondinoQuando vengono le ballerine? e La Ballata del sì e del no, la canzone con cui vinse la Targa Tenco nel 1994. Riondino, infatti, suonerà a Barcellona il prossimo giovedì 7 marzo nella sala Luz de Gas nell’ambito del Festival Cose di Amilcare / Festival BarnaSants. E il giorno prima sarà anche alla Libreria Italiana Le Nuvole di Gracia per presentare Il trombettiere, il suo ultimo libro dove le decime in rima di Riondino si accompagnano alle illustrazioni di Milo Manara. La prossima settimana (venerdì 8 marzo, sala Razzmatazz) sarà a Barcellona anche Max Gazzè, di cui ci siamo riascoltati due dei primi successi: Vento d’estate e Una musica può fare. Mancano invece ancora più di due settimane per l’attesissimo concerto di Franco Battiato, che mercoledì 20 marzo presenterà all’Auditori del capoluogo catalano il suo Apriti Sesamoultimo lavoro, Apriti Sesamo. Del grande musicista e cantante siciliano siamo andati a ripescare la meravigliosa cover di (Sittin’ on) The Dock of the Bay di Otis Redding inclusa nel suo Fleurs 2 e cantata insieme a Anne Ducros. E per chiudere con i prossimi concerti, vi abbiamo fatto sentire un paio di pezzi di Mar Endins, il nuovo album che Rusó Sala presentará mercoledí 6 marzo alla sala Jamoboree; un album che è frutto della collaborazione della bravissima cantautrice catalana con il pianista pugliese Kekko Fornarelli.

Nel mezzo di tutto ciò abbiamo chiacchierato con il nostro Sergio Sivori, attore, regista e fondatore, insieme a sua moglie Cristina Giordana, di Laboratorium Teatro, attivo a Barcellona da oltre due anni, dopo quasi un decennio a Roma. Il prossimo sabato 9 SergioSivorimarzo, infatti, Laboratorium Teatro metterà in scena al Rai Art di Barcellona la intensa piece teatrale Quartett del drammaturgo tedesco Heiner Müller. Abbiamo chiuso questa prima parte di Zibaldone con una nuova uscita musicale. Quella di Samuele Arba, cantautore sardo residente da qualche tempo a Tarragona. È praticamente pronto il suo nuovo album: Por encima de las palabras. Un album intenso e molto bello, ricco di spunti e di messaggi. In esclusiva per Zibaldone vi abbiamo fatto sentire La herencia. Sapete che sono tempi duri per tutti, soprattutto per gli artisti. Se volete aiutare Samuele a produrre questo nuovo album, potete entrare qui e convertire in realtà Por encima de las palabras.

E come ogni settimana, riecco il nostro partecipe osservatorio speciale sui movimenti sociali, la Repressione Today dell’incoercibile Banzo. Cominciamo con la notizia, definitiva dopo tante voci di corridoio, dell’istituzione di una commissione di studio sull’uso di materiali antisommossa al parlamento catalano: dopo il rifiuto del 2011, a proporla è l’attuale maggioranza di governo, che sembra voler evitare accuratamente ogni menzione diretta ai proiettili di gomma. Vedremo come si evolverà la situazione. Parliamo poi dello sciopero studentesco del 28 febbraio, che ha interessato tutta la Catalogna e che a Barcellona ha registrato momenti di grande tensione tra manifestanti e polizia, e anche alcune cariche. Proseguiamo con il secondo Sciopero educazione 28 febbraiosciopero della fame dei dipendenti di Telefonica per la riassunzione di Marcos Andrés Armenteros, a tre mesi di distanza dal primo. La protesta ha avuto luogo nei giorni del Mobile World Congress, e ha cercato di avvalersi della risonanza dell’evento per sensibilizzare quante più persone possibili sulle conseguenze della riforma del mercato del lavoro del 2010, che ha permesso il licenziamento agevolato di Marcos. Spazio anche alle manifestazioni della Marea Ciudadana che si sono tenute lo scorso 23 febbraio in circa 80 città spagnole: moltissimi movimenti riuniti per protestare contro lo strapotere dei mercati finanziari e incidenti soltanto a Madrid, dove si sono verificati scontri e sono stati arrestati circa 40 manifestanti. Chiudiamo con una notizia dall’Italia, per il secondo tempo dell’attacco personale di Casa Pound al candidato di Rivoluzione Civile Sandro Ruotolo. Dopo i fatti dell’11 febbraio a Civita Castellana, presso Viterbo, nuova irruzione a un atto elettorale di Ruotolo presso Frosinone, a soli due giorni dal voto. Era presente anche Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette fratelli Cervi, trucidati dai nazisti nel 1943. Casa Pound ha poi ottenuto risultati elettorali molto modesti, ma da parte nostra, non è mai troppo poco.

La trash zone della carissima Eva Vignini è dedicata a Luis Miguel, gigante della musica pop sudamericana che divenne, dopo la sua partecipazione a Sanremo dell’85, a soli 15 anni una delle tante icone trash degli anni ‘80 Italiani. Così, confusi e sperduti in questo difficile momento di tempeste elettorali Italiane, siamo incappati per sbaglio in un vecchio pezzo Sanremese che potrebbe essere considerato una sorta di inno grillino LuisMiguelante-litteram. Il testo in questione cantato da Luis Miguel si chiamava: “Noi ragazzi di oggi”, con le sue drammatiche pretese di inno generazionale ed i suoi ridondanti e ridicoli versi tradiva uno stile inconfondibile, fatto di baggianate in rima e proclami stereotipati. Dietro questo ragazzino messicano e le sue movenze da consumato chansonnier si nascondeva infatti il genio creativo di Toto Cutugno autore del testo della canzone. «Noi, ragazzi di oggi, noi con tutto il mondo davanti a noi viviamo nel sogno di poi. Noi, siamo diversi ma tutti uguali abbiam bisogno di un paio d’ali e stimoli eccezionali puoi farci piangere ma non puoi farci cedere noi, siamo il fuoco sotto la cenere…”

Come ogni mese non poteva poi mancare il collegamento con il nostro Ricky Russo (In Orbita – Radio Capodistria), che ci tiene sempre al corrente sulle novità musicali TriesteRockCityprovenienti dalla penisola italiana (e non solo). Dopo l’intensa esperienza nella Grande Mela, Ricky è ritornato nella sua Trieste, da dove ci ha informato di un paio di progetti molto interessanti. Il primo è la compilation Trieste Rock City, il secondo è il nuovo album del triestino adottivo Eddie Cat. Ascoltatelo, perché merita! Ma ne riparleremo sicuramente qui a Zibaldone…

Prima che finisca la puntata non potevano mancare tre cose. Due sono delle intrusioni ormai all’ordine del giorno in ogni puntata che si rispetti del nostro programma: quella della signora Gina alla ricerca del figlio disperso in Spagna e desiderosa di raccontare le proprie vicende e quella di quel fanfarone di comico serio che si presenta come Bruno. La terza è invece la nostra consueta chiusura: l’último trago musicale. Ma questa settimana la nostra cara Laura non c’è: non è andata via, come cantava Nek, è semplicemente influenzata. E allora noi, come consiglio Bennatomusicale, abbiamo pensato di farvi sentire un pezzo di grande attualità politica: Al diavolo il grillo parlante, l’ultimo pezzo del grande Edoardo Bennato (qui il videoclip).  Una canzone dove il cantante napoletano canta “Al diavolo il Grillo Parlante / filosofo da baraccone / che è comico senza volerlo / drammatico con convinzione / Contate sul Grillo Parlante / sull’angelo vendicatore / che incassa denaro contante / contando sul vostro sacro furore”. Un Bennato che ritorna ai suoi tempi migliori, con quell’ironia e quello sbeffeggiamento che colgono in castagna il nuovo leader delle piazze italiane, facendo arrabbiare i grillini che lo hanno insultato e bombardato con messaggi e post. Una reazione di questo tipo è la riprova, in fin dei conti, che Bennato ha colto, ancora una volta, nel segno… no? Ma sì, al diavolo il grillo parlante!

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Tra Cento Celle, Los Angeles e Siracusa… (22 febbraio 2013)

L’inizio della puntata di questo venerdì, cari aficionados di Zibaldone, è tutta per uno dei più singolari musicisti britannici che se ne è andato pochi giorni fa all’eta di 68 anni: Kevin Ayers. Membro della prima formazione dei mitici Soft Machine che accompagnò Kevin Ayersin tournée anche Jimi Hendrix, nel 1969 Ayers iniziò un lungo e prolifico percorso nel rock psichedelico con Joy of a Toy, album indimenticabile. Un percorso che lo portò a collaborare con Mike Holdfield, Brian Eno, John Cale e Nico, tra gli altri. Abbiamo voluto ricordare Kevin Ayers con la sua Lady Rachel, contenuta in Joy of a Toy, e con una piccola chicca: la canzone dei Gorkys Zygotic Mynch intolata proprio Kevin Ayers e contenuta nella colonna sonora di Airbag.

La musica è stata, come spesso succede, il filo conduttore di questa puntata. Musica italiana freschissima con due collegamenti telefonici. Il primo è stato quello con Monique Mizrahi, voce ed anima degli Honeybird & the Birdies, uno dei tre gruppi italiani che sarà presente alla prossima edizione del Primavera Sound. Con la sua Honeybirdincredibile energia, Monique, italo-americana cresciuta tra Los Angeles e Cento Celle, ci ha raccontato la nascita di questo progetto, che riesce ad assemblare un’interessante ricerca musicale con dei testi che affondano le proprie radici nella nostra società e nella memoria del nostro passato. East Village e Perejil. Questi sono i titoli delle due canzoni che ci siamo sentiti da You Should Reproduce, l’ultimo album degli Honeybird uscito nello scorso mese di ottobre, dove la voce di Monique (anche chitarrista) è accompagnata da Federico Camici (al basso) e da Paola Mirabella (alla batteria e percussioni). Un album intenso prodotto da Enrico Gabrielli, prodotto nell’Obst und Gemüse Studio di Rocco Marchi e uscito con il marchio di fabbrica della Trovarobato.

Il secondo collegamento ci ha portato un po’ più a sud. A Siracusa, se vogliamo essere precisi, dove abbiamo chiacchierato con Alì – al secolo Stefano Alì – e abbiamo presentato il suo La rivoluzione nel monolocale, album uscito poche settimane fa con La Vigna Dischi. Classe 1978, nato a Catania e cresciuto a Siracusa, da qualche anno Ali“rifugiato” in un monolocale a Belvedere (frazione di Siracusa a pochi km dalla tomba di Archimede), fino a qualche mese fa Stefano vendeva fiori. Nei primi mesi del 2011 inizia a stilare i brani de La rivoluzione nel monolocale; la cifra stilistica è legata al metraggio della casa in cui vive: intima, calda e precaria. Nove brani inediti e una cover di Paolo Conte. Ci siamo sentiti due pezzi da questo suo primo album: Per la Gioia di Woodoo e Cash. Due pezzi diretti, che tirano dritto fino al cuore. Il tutto fra occhi bassi e sogni, Wilco e Gin Lemon, colloqui andati a male, cd masterizzati dei National, curricula sempre più lunghi e aspettative sempre più corte. Alì pare proprio fuori moda, quindi semplicemente perfetto, come la sua Panda bianca di fine anni 80 senza finestrini elettrici. Ne sentiremo parlare ancora a lungo, ce lo auguriamo.

Riuscite ormai a immaginarvi una puntata di Zibaldone senza la Repressione Today dell’ignifugo Banzo? Quale che sia la risposta, i fatti incalzano, e la rubrica cerca di raccontarveli con abbondanza di dettagli. Questa settimana, cominciamo con un aggiornamento sull’odissea giudiziaria di Davide Rosci, il teramano condannato a sei anni di carcere insieme a alcuni concittadini per i fatti di Roma del 15 ottobre 2011. Torniamo in Catalogna per parlarvi del Rock’n’Trini, storico centro giovanile Andreu de Caboantagonista di Trinitat Vella, in attività da circa vent’anni, che lo scorso 15 febbraio ha ricevuto l’ordine di cessare tutte le attività sulla base di prove niente affatto convincenti. Poi un excursus sul celebre caso di Enric Duran, il cosiddetto Robin Hood delle banche, che si è visto negare il rinvio del processo per l’azione di esproprio sotto forma di piccoli prestiti contro 39 entità bancarie, che gli è valsa l’ingombrante soprannome. Aggiornamenti anche sul caso di Ester Quintana, visto che le perizie ordinate dal giudice per le indagini preliminari sembrano confermare che fu l’impatto con un proiettile di gomma a privare Ester dell’occhio sinistro, nonostante le ripetute smentite made in mossos. Chiudiamo con un’altra buona notizia, quella della riassunzione di Andreu de Cabo, del cui caso abbiamo parlato la settimana scorsa: il sindacalista e compagno di Contrabanda FM ha vinto la sua battaglia contro l’azienda trasporti metropolitani di Barcellona, che l’aveva licenziato con motivazioni pretestuose nel giugno scorso, e ora potrà riguadagnare il posto di lavoro dal quale era stato ingiustamente allontanato.

La Trash Zone della carissima Eva Vignini per rimanere in tema elettorale è dedicata ad un grande riformatore politico di cui purtroppo sembrano essere sparite le tracce. Stiamo parlando di Pierino Brunelli, altro mitico personaggio portato alla ribalta da Mai dire tv nei primi anni ’90. nato a San Giorgio di Cesena il primo maggio 1947, BrunelliBrunelli trasmetteva i suoi deliranti discorsi politici nella Tv imperiale Universale dichiarandosi reincarnazione del duce e imperatore degli Stati Uniti Mondo Federale Economico Spirituale (SUMFES) Nel suo programma Brunelli ci informava con un’impressionante dovizia di dettagli la linea di pensiero del Brunellismo e diffondeva le leggi del suo Impero (“La magna Romagna”), definendone i confini, l’alimentazione a base di piadina imperiale e vino rosso, la sua moneta e addirittura di un proprio calendario dove il mese di Gennaio si chiamava “Freddoloso” e quello di Dicembre “Pigrone”. Un personaggio trash di una genialità assoluta che vi invitiamo a conoscere ed approfondire.

Come ogni mese, non poteva mancare il collegamento con il nostro compagno di onde: Lilies on MarsBerardo Staglianò di Sentieri Sonori (Radio Ara – Lussemburgo). Berardo ci tiene sempre al corrente delle nuove uscite musicali italiane e ci propone degli ascolti davvero interessanti. Questa volta non poteva mancare un riferimento al Festival di Sanremo, appena concluso, e ad una band indie che ha deciso, in barba a tutti, di parteciparvi: i Marta sui Tubi. E poi un gruppo, uno stile e una musica completamente diverso: i Lilies on Mars, reduci da una tournée con Franco Battiato…

E prima di arrivare all’último trago musicale della nostra cara Laura, non potevano mancare le incursioni dei nostri immancabili ospiti, Bruno, il comico serio, e la signora Gina, che questa volta ci siamo preoccupati di chiamare direttamente noi…

La discografia è morta e io non vedevo l’ora, recita il titolo dell’album che c’ascoltiamo nell’ ultimo trago di oggi. Il gruppo esordiente Io non sono Bogte, («Chi è Bogte? Un nemico immaginario») canta sulle macerie del mercato discografico (e del tempo presente) con un rock ruvido e sgraziato, con dieci tracce che sembrano essere un unico bogte13flusso di parole, che ondeggiano tra il parlato e il melodico. Il titolo catastrofico è una proposta, un’interrogarsi sulle possibilità di reinventarsi e di far crescere energie nuove. E’ uscito nel novembre del 2012, e sembra un disco ma non lo è: anzi, sembra una musicassetta all’apparenza, ma in realtà è una scheda USB. La consapevolezza che il paese non sia ancora cambiato e che questo non avvenga in tempi brevi non è importante ai fini di uno sguardo che vada oltre, in prospettiva, alla ricerca di cambiamenti impercettibili. . Il vecchio mondo (come la copertina) è rappresentato nella atmosfere cupe e dense di tensione, in un immaginario a metà tra retrò e orrore, dove il ruolo della musica è quello di cogliere e capire, di lanciare vaticini. E ci salutiamo con il bel singolo, La musica italiana e altre stragi. A venerdì prossimo!

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Di radio libere, ma libere veramente. Con Eugenio Finardi (15 febbraio 2013)

Quando son solo in casa e solo devo restare… vi ricordate quella canzone che iniziava così? Non ci dovrebbe essere nemmeno la necessità di ricordarvi il titolo di questa canzone, ma per i più sbadati lo facciamo lo stesso: La radio di Eugenio Finardi. Per chi ogni settimana si trova in una radio libera e porta avanti un programma come il nostro Finardi-Isaac-11una canzone come quella che Finardi scrisse nell’ormai lontano 1975 è un vero e proprio inno. Bene, l’inno questa volta siamo riusciti a portarlo proprio nei nostri studi! Nel piccolo studio di Radio Contrabanda, all’ultimo piano di uno degli edifici che danno sulla Plaza Reial di Barcellona, abbiamo avuto come ospite proprio lui: Eugenio Finardi.  A Barcellona per partecipare al Festival Cose di Amilcare (in collaborazione in questa data e nelle prossime con il Festival BarnaSants), Finardi ha regalato a un pubblico calorosissimo un  Finardi-Isaac-14concerto davvero emozionante sul palco dell’Auditori Barradas accompagnato al piano da Paolo Gambino. Perla della serata la partecipazione speciale del cantautore catalano Joan Isaac, con cui Finardi ha duettato sia accompagnando Isaac in Il momento per lei sia proponendo un’inedita versione italiana – tradotta da Sergio Secondiano Sacchi – della canzone più conosciuta di Isaac: A Margalida. Eugenio ci ha accompagnato durante la prima parte del nostro Zibaldone, raccontandoci  molte cose della sua quarantennale carriera, del suo presente e dei nuovi progetti che sta sviluppando. E soprattutto raccontandosi con grande passione e con grande cuore. Immancabile una colonna Finardi-Isaac-2sonora per l’occasione con alcuni dei grandi successi del cantautore italo-americano, come Dolce Italia e Secret Streets, e altre canzoni dei suoi ultimi progetti, come il rock potente del suo Sessanta, uscito nel 2012, o le versioni italiane dello straordinario cantautore russo Vladimir Vysotskij contenute in Il cantante al microfono, uscito nel 2008. E qualche chicca in più, come la cover di Midnight Hour e di Pugni Chiusi

Dopo la musica ribelle e libera arriva il turno dell’informazione libera. Come ogni settimana, l’inscalfibile Banzo prende freneticamente appunti per presentarci la sua Repressione Today. Apriamo con una notizia italiana, pienamente in sintonia con il clima di elezioni incombenti: a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, alcuni militanti di Casa Pound hanno interrotto un incontro pubblico con Sandro Ruotolo, Nicola Tanno al Parlament de Catalunyagiornalista, storico collaboratore di Michele Santoro e candidato alla presidenza della regione Lazio per Rivoluzione Civile. Dietro l’irruzione, una ferma presa di posizione di Ruotolo contro il movimento neofascista e gli insulti omofobi di un suo militante al segretario di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola. Passiamo poi dall’Italia alla Catalogna per raccontarvi l’ennesima storia di multe a attivisti politici, in questo caso antifascisti rei di protestare contro il movimento xenofobo Plataforma per Catalunya nella sua roccaforte di Vic. Anche questa settimana spazio alla Plataforma Afectados por la Hipoteca, la cui iniziativa di legge popolare contro gli sfratti è stata ammessa alla discussione del parlamento spagnolo, praticamente in concorrenza con la riforma varata quasi in solitudine dal Partido Popular. Sul fronte dei proiettili di gomma, una splendida notizia: un caporale e un sergente dei Mossos d’Esquadra saranno tenuti a comparire come indagati il prossimo 4 marzo, nell’ambito delle indagini per il ferimento di Nicola Tanno, più volte nostro ospite in studio, che perse l’occhio destro la notte dell’11 luglio 2010. Chiudiamo con la lunga storia del combattivo sindacalista e nostro compagno a Contrabanda FM Andreu de Cabo, licenziato da TMB, l’azienda che si occupa dei trasporti metropolitani barcellonesi, proprio per via delle sue battaglie sindacali e il cui caso arriverà la prossima settimana a conclusione, dopo mesi di lotta, con una sentenza di tribunale che ci auguriamo positiva.

Le elezioni politiche si avvicinano, i dibattiti televisivi si susseguono e le nostre preoccupazioni crescono. Al fine di esorcizzarle con un po’ di sana ironia la carissima Eva Vignini ha dedicato la Trash zone di oggi ai peggiori inni elettorali di sempre. L’abbinamento fra musica e politica è sicuramente difficile soprattutto in un paese come l’Italia dove spesso può produrre risultati aberranti. Il premio per gli inni più brutti va sicuramente ai partiti di centro destra ed in particolare a Forza Italia e Pdl, agghiacciantiPartito Lotteria tanto nei contenuti quanto nella forma in cui vengono presentati, videoclip corredati di un testo scorrevole stile karaoke. Volendo mantenere poi una sorta di par condicio abbiamo scovato per voi un recente inno del PD in stile Village People. Per concludere con una bella ciliegina infine non è potuto sfuggire alla nostra attenzione neppure il futurista inno dell’Udeur che con i suoi suoni computerizzati in stile spaziale ci ha riportato con affetto a quei pomeriggi sereni degli anni ‘80 passati a guardare Goldrake e Daitan in televisione. E anche un altro inno, quello del fantomatico Partito Lotteria… al quale sono seguite le incursioni di due personaggi che ormai sono diventati, malgrè nous, degli ospiti fissi: la signora Gina, che ci chiama sempre in diretta per raccontarci che combina nella sua vita da pensionata attivissima, e Bruno, comico serio specializzato in frizzi, lazzi, freddure, barzellette, canzoni stonate e chi più ne ha più ne metta…

Una capra bianca su sfondo nero ci fissa negli occhi durante l’último trago di oggi. Si tratta di un gruppo che fa canzoni d’autore, testi stridenti con risacche poetiche appoggiate su un bel pop- rock quasi plumbeo che sperimenta l’elettrico e accoglie il new wave. Si chiamano Elio Petri (come il regista straordinario che amiamo, sì): era un Elio Petriprogetto solista qualche tempo fa, quando uscì Non é morto nessuno (2009), ora invece sono un gruppo a tutti gli effetti e nel cammino hanno anche perso una parentesi attorno alla «e». Dall’album Il bello e il cattivo tempo, prodotto dalla label indipendente perugina Cura Domestica nel 2011, c’ascoltiamo Il disprezzo: e con questa ci salutiamo, anche se il disco meriterebbe d’essere esplorato a fondo, in compagnia della Capra astrale che c’osserva dalla copertina. A venerdì prossimo!

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Della Metralli, di Vinicio e di strane conversioni (8 febbraio 2013)

Zibaldone inizia sempre con della buona musica. Questo lo sapete. Ma non potete sapere che cosa vi abbiamo preparato quest’oggi. Un gruppo nuovo, fresco, dal nome che è tutto un programma: La Metralli. Il nome Metralli porta in sé il mistero del metallo e della misura del non misurabile. Quello della Metralli è un progetto musicale d’autore che La Metrallifonde le sonorità della musica popolare con influenze mediterranee, acustiche ed elettriche, e poi, per intervalla insaniae, jazz e sperimentali. Un progetto che nasce a Modena, dall’incontro di Meike Maria Clarelli e Matteo Colombini, a cui si aggiungono successivamente la contrabbassista Serena Fasulo e la chitarrista Marcella Menozzi. Nell’ottobre del 2012 vincono l’importante Premio Ciampi. Ci siamo sentiti due pezzi dal loro ultimo EP.

Abbiamo voluto continuare con la musica perché queste settimane sono piene di concerti di artisti italiani in tour qui a Barcellona. Innanzitutto, abbiamo dedicato ampio spazio al concerto di Vinicio Capossela che si è tenuto alla sala Luz de Gas lo scorso 6 febbraio. Vinicio CaposselaCon una sala pienissima, Vinicio ha presentato il suo ultimo lavoro: Rebetiko Gymnastas, una rivisitazione a ritmo rebetiko di alcuni dei suoi grandi successi. Accompagnato da sei musicisti di altissimo livello, tra cui il greco Manolis Pappos – che ci ha deliziati con alcune sue perle musicali, oltre che con le sonorità del bouzuki che lo ha reso un vero simbolo in Grecia –, Vinicio ha conquistato il pubblico con l’intimo di Scivola Vai Via e il ritmo di Marajà e concludendo con due bis attesissimi: Che cossè l’amor e Il ballo di San Vito.

Ma poi, abbiamo voluto farvi ascoltare qualche canzone del prossimo italiano di passaggio qui nella ciudad condal: Eugenio Finardi, che suonerà Eugenio Finardi_Joan Isaacgiovedì 14 febbraio nell’Auditori Barradas de L’Hospitalet de Llobregat nell’ambito del Festival Cose di Amilcare e del Festival BarnaSants. Di Finardi siamo andati a pescare dal baule dei ricordi alcune canzoni che lo hanno reso famoso, da La Radio, una canzone-simbolo delle radio libere e dei movimenti della metà degli anni Settanta fino a Le donne di Atene, versione italiana di quella magnifica canzone di Chico Buarque de Hollanda. E per finire con la parte dedicata direttamente alla musica vi abbiamo proposto un’altra nuova uscita. Si tratta del nuovo singolo di Jaka, artista che a Zibaldone conosciamo bene, visto che è stato nostro ospite nel settembre scorso. You Are my Guide, brano cantato insieme al giovane artista giamaicano Hi Kee. Un brano mistico e armonioso con un sound che affonda le sue radici nel New Roots e nel Soul e che vuole comunicare l’importanza di riscoprire una saggezza di cui sempre più persone tornano a sentire l’importanza oggi. Per vedere il video, schiacciate qui.

E inesorabilmente, come ogni settimana, torna la Repressione Today dell’irrefrenabile Banzo, che si fa carico del compito di annunciarci le nuove, spesso ingrate. Questa settimana riprendiamo il caso di Sergi Garcia Rovira, già affrontato lo scorso Ada Colau alla Comisión de Economíasettembre, che dopo aver visto completamente disattesa la sua denuncia contro i Mossos d’Esquadra che lo avevano maltrattato, rischia ora fino a un anno e mezzo di carcere sulla base di un dossier preparato dagli stessi Mossos, al quale il giudice sembra disposto a dare credito nonostante le deposizioni in senso contrario di vari testimoni. Si parla anche di Ada Colau, rappresentante di spicco della piattaforma Afectados por la Hipoteca, e della sua controversa apparizione davanti alla comisión de economía del parlamento spagnolo, con un paio di dichiarazioni appena sopra le righe a catturare tutta l’attenzione della stampa, a scapito della presentazione di una iniziativa legislativa popolare sul tema degli sfratti che ha raccolto un appoggio incredibile da parte della società civile. Tornando in Italia abbiamo poi il caso di Mario Milucci, condannato per resistenza, unico tra tutti gli imputati per i fatti di Roma del 14 dicembre 2010, in occasione di uno dei tesissimi voti di fiducia dell’ultimo governo Berlusconi. Per chiudere le ultime novità sul fronte dei proiettili di gomma e la divertente iniziativa di un gruppo di indignados di stanza a Bruxelles che, con l’intenzione di imitare l’ex tesoriere Bárcenas, cerca di consegnare buste con banconote false alla sede del Partito Popolare Europeo, con destinatario Mariano Rajoy. 

La Trash Zone della carissima Eva Vignini è dedicata oggi un giornalista e personaggio televisivo che tanto ha dato al gigantesco calderone mediatico del trash. Stiamo parlando di Paolo Brosio, personaggio  dalla storia grottesca che è diventato suo malgrado Paolo Brosioprotagonista e vittima della spietata macchina televisiva. Lo ricordiamo come fedele spalla di Emilio Fede ai tempi di mani pulite e nella trasmissione Quelli che il calcio di Fabio Fazio. Ma nel 2009 Brosio si confessa in un best seller intitolato A un passo dal baratro. Perché Medjugorje ha cambiato la mia vita. Dopo varie delusioni personali Brosio ci narra di essersi perso nei torbidi abissi di droga, sesso e alcol fino al momento della rivelazione.  Brosio incontrerà dunque la sua svolta mistica nel bel mezzo di un’orgia: senza dubbio la conversione più originale mai raccontata che siamo sicuri non mancherà di destare la curiosità dei più convinti e appassionati sostenitori del trash nostrano.

Tra le (ormai attese) incursioni della signora Gina, preoccupata per le sorti del figlio Dani disperso nelle notti di lussuria barcellonese, e di quel fanfarone di Bruno, il comico serio, siamo riusciti a collegarci anche con Carlo Taglia, il nostro giramondo. Da oltre un anno Carlo sta facendo un giro del mondo assolutamente insolito: senza l’uso di aerei. Arrivato in Nepal nell’autunno del 2011, Carlo ha attraversato l’India e tutto il Sud-est asiatico per poi passare in Cina e in Corea del Sud da dove si è imbarcato per l’America Latina. Dalla Colombia all’Argentina, attraversando l’Ecuador, le Ande, la Bolivia, il Cile e la Tierra del Fuego. Prima di Natale, nel nostro ultimo collegamento, l’avevamo lasciato a Córdoba, in Argentina. Ora la ritroviamo in Brasile, in attesa di una nave che lo riporti in Europa… Per seguire il viaggio di Carlo Taglia, cliccate qui.

E concludiamo con un pezzo un po’ rock’n’roll, un último trago di musica proveniente dal vivace sottobosco torinese. Matteo Castellano è un cantautore che sa giocare con il Matteo-Castellano1palco e con le parole, corteggia la musica popolare ma sperimenta sonorità composite, e soprattutto è ironico, istrionico, un osservatore spietato e tenero delle manchevolezze umane. Ci lasciamo con una canzone d’amore non detto, Un po’ per i tuoi occhi, ma consigliamo d’ascoltare l’intero disco d’esordio, Ezio (2011): è un cappello magico pieno di sorprese.

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Con gli Yo Yo Mundi e Alessio Lega… (1 febbraio 2013)

Cari aficionados di Zibaldone, in questa puntata vi abbiamo preparato tanta buona musica. E soprattutto due interviste coi fiocchi con musicisti italiani di passaggio a Barcellona. Se avete letto il titolo lo avete già capito… sì, questo venerdì, nei nostri piccoli studi di Radio Contrabanda, siamo riusciti a portare gli Yo Yo Mundi e Alessio Lega, che ieri hanno suonato qui a Barcellona, nella sala Luz de Gas, per il quinto incontro del Festival Cose di Amilcare. Bel concerto, bel pubblico, belle collaborazioni sul palco tra gli Yo Yo Mundi e Alessio Lega e tra questi e il bravissimo polistrumentista Rocco Marchi dei Mariposa e il cantautore valenciano Feliu VenturaYoyo-Lega-24

Con la presenza ai nostri microfoni di Paolo Emilio Archetti Maestri, voce e chitarra degli Yo Yo Mundi, abbiamo potuto fare un viaggio nella ormai ventennale traiettoria musicale di questa band di folk nata nella piccola Acqui Terme, nel Piemonte profondo. E abbiamo parlato del loro impegno sociale e politico con progetti che hanno avuto e continuano ad avere successo, come lo spettacolo dedicato alla Resistenza o la sonorizzazione di Sciopero, il film culto del regista russo Ėjzenštejn. Ma anche Yoyo-Lega-15 del loro ultimo e meraviglioso album, Munfrà, uscito nel 2011, nel quale gli Yo Yo Mundi si sono avvicinati per la prima volta ed hanno abbracciato la musica in dialetto piemontese. Da Munfrà, ci siamo ascoltati alcuni pezzi, come Rataràura e Na Bèla Còrba Ed Nìule (omaggio al conterraneo Luigi Tenco) e come una canzone in italiano, La Ballata Del Tempo Del Sogno, cantata insieme a Eugenio Finardi, che sarà, tra l’altro, il prossimo ospite del Festival Cose di Amilcare il 14 febbraio all’Auditori Barradas de L’Hospitalet.

Ma, come vi dicevamo, in queste due ore di Zibaldone non abbiamo avuto il piacere di avere con noi solo gli Yo Yo Mundi ma anche Alessio Lega, uno delle voci più interessanti della canzone d’autore italiana. Yoyo-Lega-11 Militante anarchico, Alessio è l’erede naturale del Nuovo Canzoniere Italiano e il continuatore della tradizione del canto politico. Nato a Lecce nel 1972, profondo conoscitore della canzone d’autore di ogni latitudine, nel 2004, con il suo primo album Resistenza e amore, vinse la Targa Tenco. Alessio ha poi continuato con album dedicati alle canzoni di Brassens,  Brel, Ferré, Leprest e Renaud (Sotto il pavé la spiaggia del 2006) e di alcuni cantautori francesi, russi, portoghesi e cechi (Canta che non ti passa del 2008), oltre al bel progetto di reincisione del disco E ti chiamaron matta,  del ’71 di Gianni Nebbiosi, prodotto da Giovanna Marini, e dedicato al dramma dei ricoverati negli ospedali psichiatrici. Yoyo-Lega-6 Alessio ci ha parlato di molte cose e ci ha presentato alcuni pezzi del suo nuovo album, in uscita tra poche settimane, intitolato Mala Testa, un canto alla vita e all’anarchia e un omaggio a Errico Malatesta, rivoluzionario anarchico italiano vissuto a cavallo tra Otto e Novecento. Alessio ci ha poi accompagnato durante le due ore di Zibaldone, con improvvisazioni musicali, poesie, canzoni e una bella chiacchierata. E, tra l’altro, ci ha aiutato a resistere alle solite intrusioni di ospiti inattesi, come quel fanfarone di Bruno, che si definisce un comico serio, o come la Signora Gina, che non smette di chiamarci in diretta per raccontarci i fatti suoi…

Ma tra tante boutade c’è stata anche la Repressione Today dell’incoercibile Banzo. Vi ricordate di Enric Juliana, il vicedirettore della Vanguardia che all’indomani dello sciopero del 29 marzo 2012 aveva suscitato l’indignazione della comunità italiana di Barcellona con un discussissimo articolo sulla presunta regia «anarcoitaliana» dei Protesta contro la corruzione del PP disordini alle manifestazioni barcellonesi per lo sciopero generale del 29 marzo 2012? Alcuni giorni fa, Juliana ha pubblicato un articolo relativo alla denuncia presentata dall’Associazione Altraitalia contro lo stato italiano per i bombardamenti sulla Catalogna da parte dell’aviazione fascista durante la guerra civile spagnola dove, con argomentazioni sottilmente capziose, insinua l’inutilità dell’azione senza nemmeno menzionare i denuncianti. Ma si è parlato inevitabilmente, anche del gigantesco scandalo corruzione che sta infangando il Partito Popolare Spagnolocon le rivelazioni sulla contabilità occulta dell’ex tesoriere Luis Bárcenas, che hanno scatenato l’indignazione della società civile in tutto il paese. Il tema ci offre lo spunto per un nuovo aggiornamento sul caso di Hervé Falciani, l’informatico franco-italiano dietro la famosa «Lista Lagarde» contenente i nomi di circa 130.000 potenziali evasori fiscali europei titolari di ingenti conti presso filiali svizzere della banca HSBC. Un paio di brevi anche sull’archiviazione dell’inchiesta sull’irruzione di agenti antisommossa nella stazione di Atocha, a Madrid, lo scorso 25 settembre e sul processo contro due agenti della Brimo, responsabili lo scorso 1 maggio a Barcellona di lesioni ai danni del sindacalista Enric Llorella.

Dopo la Repressione, lo sapete, è il turno della Trash Zone della carissima Eva Vignini, che apporta al nostro organismo l’ormai imprescindibile dose di trash settimanale con una pillola dedicata al principe Emanuele Filiberto Emanuele Filiberto ed in particolare alla sua innata passione: gli spot pubblicitari. Ripercorrendo sin dagli albori il suo naturale talento trash, dai cereali Kellogs allo spot delle cipolline Saclà siamo approdati alla sua ultima agghiacciante performance nello spot della sigaretta elettronica. Emanuele Filiberto con la sua inconfondibile verve da bamboccione ritardato ci regala un altissimo momento di puro trash. Se dunque stavate pensando di farla finita col fumo questo spot è sicuramente un ottimo motivo per non smettere.

E prima di andarcene, dopo questa puntata piena di canzoni intrufolate in ogni dove, non poteva mancare el último trago, l’ultimissima musica per mettere il punto al venerdì. Oggi ritorniamo a Palermo (dove spesso puntiamo il nostro cannocchiale), ritorniamo a rovistare nel mondo degli esordi: loro vengono dal teatro e han deciso mettere musica negli spazi del palco, portare il teatro dentro la canzone. rappresentate Sono Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, una voce e una chitarra a cinque corde, un disco che è ancora in costruzione, pronto a raccogliere suoni trovati Per la via di casa. Ricerca puntigliosa di parole, silenzi misurati e lievi, testi che si fanno corteggiare appoggiati su motivi fatti apposta per fischiettare.Ci ascoltiamo oggi la canzone che da il nome al gruppo, La rappresentante di lista, opportuna in questo clima elettorale e in questa fine d’inverno: per l’occasione, con l’accompagnamento di fiati della Banda alle Ciancie. Buon ascolto!

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Di bombardamenti, di radio e di bambini che fanno oh! (25 gennaio 2013)

Molte novità musicali per questa puntata di Zibaldone in cui l’influenza, purtroppo, ha fatto la sua comparsa negli studi di Radio Contrabanda. Abbiamo voluto iniziare con la presentazione di un album di grande qualità: The Observer degli Ogun Afrobeat, una band di jazz etnico nata a Madrid nel 2009 e diretta dal percussionista nigeriano Akin Onas Dimeji. Otto elementi provenienti da realtà diverse e con una formazione musicale diversa, come Pablo Hernández, Daniel Niño, Diego Lipnizky, Isaac Shamam, Frank Santiuste, Guillermo González e Luis Tabernas, che sanno mescolare sapientemente ritmi africani con il funk e il soul nordamericano. The Observer è composto da dieci pezzi, sette originali e tre cover del padre spirituale dell’afrobeat, Fela Kuti. Ci siamo sentiti Mono Economy, il pezzo che apre l’album, Salitre, dove risalta il sax di Pablo Hernández, e Eko Ile, una delle tre cover di pezzi originali di Fela Kuti. Se volete saperne di più, cliccate qui.

In questo venerdì abbiamo voluto continuare con la musica e abbiamo parlato di una vero e proprio inverno di concerti italiani qui a Barcellona. Il prossimo 31 gennaio, infatti, continuano Yo Yo Mundi_Alessio Lega_Feliu Ventura gli incontri del Festival di canzone di autore Cose di Amilcare con il concerto della band piemontese Yo Yo Mundi e del cantautore Alessio Lega insieme al cantautore valenciano Feliu Ventura (Luz de Gas, C/Muntaner 246, 21h30). La domenica successiva, 3 febbraio, lo stesso Alessio Lega darà un concerto dedicato alla canzone politica italiana intitolato Resistenza e amore. Canzoni da un’altra Italia per un altro mondo possibile (Rai Art, C/Carders 12, 20h00). Il Festival Cose di Amilcare proseguirà poi con Eugenio Finardi accompagnato dal cantautore catalano Joan Isaac il 14 febbraio (Auditori Barradas de L’Hospitalet, 21h30) e con David Riondino e Dani Flaco il 7 marzo (Luz de Gas, C/Muntaner 246, 21h30). Ma i prossimi due mesi saranno ricchissimi di presenze italiane. Mercoledì 6 febbraio ritorna a Barcellona anche Vinicio Capossela con la presentazione del suo ultimo album Rebetikos Gymnasta (Luz de Gas, 21h00), mentre mercoledì 20 marzo sarà il turno di Franco Battiato che presenterà il suo ultimo lavoro, Apriti Sesamo (L’Auditori, 21h00) e giovedì 21 marzo toccherà a Ludovico Einaudi (Palau de la Musica Catalana, 21h00). Per maggiori informazioni riguardo a questi tre concerti, visitate la pagina web di The Project. Infine, il prossimo venerdì 8 marzo avremo a Barcellona anche Max Gazzè, reduce dall’esperienza di Sanremo. Gazzè suonerà alla Sala Razzmatazz alle 21h00. Per maggiori informazioni potete visitare la pagina web di Italiaes.

E di musica abbiamo parlato anche con due compagni di onde radiofoniche: Berardo Staglianò autore e speaker del programma Sentieri Sonori su Radio Ara – Lussemburgo e Ricky Russo, instancabile agitatore culturale, voce del programma In Orbita su Radio Capodistria, reduce da 3 mesi a New York ed ora di nuovo a Trieste. Attentissimo alle nuove uscite del panorama musicale italiano, Berardo ci ha parlato del siciliano Cesare Basile e di King of the Opera, il nuovo progetto di Samuel Katarro, mentre Ricky ci ha proposto una panoramica dell’interessante realtà triestina e ci ha fatto sentire due pezzi freschi freschi, come l’ultimo singolo di Amari e di Fabri Fibra.

Una puntata monografica per la Repressione Today dell’incentrifugabile Banzo, tutta dedicata a un evento di grande importanza simbolica per la comunità italiana di Barcellona e per la memoria storica della Spagna intera: infatti, lo scorso mercoledì la decima sezione dell’Audiencia Provincial di Barcellona ha accolto il ricorso presentato Barcellona bombardata dall’Associazione Altraitalia relativa a una denuncia contro lo stato italiano per i bombardamenti dell’aviazione fascista su Barcellona e su tutta la Catalogna nel corso della guerra civile spagnola che hanno mietuto circa 4.700 vittime. L’intervento italiano in aiuto alle truppe insorte guidate dal generale Franco, oltre a infrangere tutte le leggi di diritto internazionale allora vigenti (l’Italia non aveva mai dichiarato guerra alla Spagna), si rivolse sistematicamente contro la popolazione civile, senza quasi interessare il fronte bellico. La risoluzione dell’Audiencia Provincial impone l’apertura di indagini volte a determinare quanti dei colpevoli, tra alte cariche e esecutori materiali, sono ancora in vita, e conseguentemente a aprire processi penali a loro carico. Si tratta di una decisione storica, perché per la prima volta dalla fine del conflitto, la normativa vigente in materia di crimini contro l’umanità viene applicata da un tribunale spagnolo per un episodio relativo alla guerra civile, ed e ragione di orgoglio che a promuovere questa iniziativa sia stato un gruppo di nostri connazionali residenti in Catalogna.

La Trash zone della carissima Eva Vignini ci ha presentato oggi un personaggio piuttosto noto in Italia per tutta una serie di polemiche che ha suscitato ed in particolare per la sua reiterata partecipazione al festival di Sanremo. Si tratta di Povia personaggio dalle limitate capacità espressive non solo artistiche ma anche orali. Cantautore milanese, Giuseppe Povia si è costruito un’immagine di bamboccio naif con la pretesa non solo di annichilirci con canzoni inascoltabili e lagnose (I bambini fanno oh! – Vorrei avere il becco – Luca era gay ) ma, cosa ancor più insopportabile, anche di costituire in qualche modo spunto di critica sociale al solo scopo di attirare l’attenzione sulla sua insignificante produzione musicale. Dopo il trash non potevano poi mancare quei due strani personaggi che ormai ci tormentano da mesi: la signora Gina, perennemente alla ricerca del figlio perso sul set di qualche film porno girato a Barcellona, e Bruno, il comico serio che a far ridere proprio non ci riesce…

E per l’último trago nel fondo della puntata ritorniamo in terra toscana dove ci eravamo lasciati lo scorso venerdì. Per la precisione ce ne andiamo oggi a Firenze, nell’Eskimo Club, dove undici anni fa (giusti giusti) si incontrano un gruppo etno- folk (di quelli con la   Martinicca Boison fisarmonica e i violini) con un gruppo progressive rock (di quelli con bassi batteria e tastiere stroboscopiche). Nasce l’amore, nascono i Martinicca Boison, gruppo composto da otto personaggi e ben più numerose (e variegate) collaborazioni. Quel che ne sorge è il «folk elegante», genere unico e rimescolato, fatto per ondeggiare le natiche e schioccare le dita. per volteggiare in quattro quarti e fischiettare un motivetto sulla battigia. Dalle Canzoni del Trimarano (2012) terzo album e mezzo della banda, ascoltiamo di strabilianti vacanze electro-beat su una barca ormeggiata a guardare la città (La Fondazione Trimarano) e di personaggi annoiati in feste affollate: L’invitato non è felice finché non riesce a scappare dalla finestra e tornarsene a casa in bicicletta fischiettando un motivetto. Swing, probabilmente, e anche un po’ folk, ma elegante.

A venerdì prossimo!

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