Garrincha Dischi, gioia del popolo (e altre musiche) (30 giugno 2023)

Paolo Benvegnù

Paolo Benvegnù

In questa puntata di Zibaldone, troverete soprattutto tantissima musica per accompagnarvi in questo inizio d’estate. Nella prima parte della trasmissione vi proporremo una serie di novità discografiche dall’Italia, in una specie di seguito del Rapporto Italia che vi abbiamo proposto lo scorso marzo: come tradizione, troverete tanta canzone d’autore, nel nostro instancabile tentativo di tracciare una mappa affidabile del cantautorato contemporaneo in Italia, ma anche pennellate di post rock e sperimentazione.

La seconda parte della puntata è invece dedicata a un doveroso omaggio a Matteo Romagnoli, ex-leader dei 4fioriperzoe, solista col nome di Matteo Costa, manager e sesto uomo de Lo Stato Sociale, e fondatore di Garrincha Dischi, una delle etichette indipendenti italiane che abbiamo seguito con più passione e costanza nel corso degli anni. Romagnoli è purtroppo venuto a mancare lo scorso 14 giugno dopo una lunga malattia, e ci è sembrato quindi doveroso proporvi una selezione dei progetti ai quali Romagnoli ha partecipato direttamente e che ha promosso con la sua etichetta, definendo in modo indelebile il suono dell’indie italiano nei recentemente conclusi anni dieci e oltre. Grazie di tutto, Matteo.

Questa la scaletta della puntata:

Daniela Pes

Daniela Pes

Novità musicali, o, il mini-rapporto Italia giugno 2023

Maria Antonietta, Con le buone maniere;  Paolo Benvegnù, 27/12; Giovanni Truppi, Intro e Centocelle; Galoni, Gino; Federico Dragogna, Dubbi; Daniela Pes, Làira; Staindubatta, A cavalcín; Laura Agnusdei, Sasha; Anna Ox, Ex macello (tutti i brani sono stati pubblicati nel 2023).

 -Omaggio a Matteo Romagnoli (1980-2023)

4fioriperzoe, Attendere, riuscire, averti (2008); Matteo Costa & The Lucky Strikes, A marzo ritorno (2012); Lo Stato Sociale, Sono così indie (2012); L’Officina della Camomilla, Squatter (2014); L’Orso, Con i chilometri contro (2012); Dimartino, Attenti al lupo (2011); manzOni, A mio padre (2012); Garrincha Star All-Stars feat. 33ore, Come è profondo il mare· (2014).

-Le Ultimissime

-Il libro della settimana: Manu Larcenet, Lo scontro quotidiano, Bologna, Coconino Press, 2014, 2020.

De Italia a otra parte: Pedro Marín, Cómprame (1982)

Último Trago: Colle der Fomento, Ghetto chic (2007)

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Il ragazzo che sparò a Mussolini e altre storie (23 giugno 2023)

Qui il menù della puntata di questo venerdì di Zibaldone:

– Il 31 ottobre 1926 il quindicenne Anteo Zamboni spara a Mussolini mentre è in visita a Bologna per i festeggiamenti del quarto anniversario della Marcia su Roma. Mussolini rimane illeso. Anteo è linciato sul posto dalla folla inferocita. In conseguenza dell’attentato vengono promulgate le leggi speciali a difesa dello Stato che segnano la fine della democrazia liberale in Italia e l’inizio definitivo della dittatura fascista. Ma il gesto di Anteo lascia molte perplessità nell’opinione pubblica. Possibile che un ragazzo di quindici anni abbia progettato e messo in atto da solo un attentato a Mussolini nonostante l’ingente spiegamento di forze a tutela dell’incolumità del “Duce”? A partire da fatti realmente accaduti, Andrea Prandstraller costruisce il suo primo romanzo, un giallo storico intitolato “Il ragazzo che sparò a Mussolini. La prima indagine del commissario Emiliano Solerti” (Arpeggio libero, 2022). Il protagonista è il giovane commissario di pubblica sicurezza Emiliano Solerti che si trova a indagare sul caso Zamboni. Ne parliamo con l’autore.

– Piccolo omaggio a Francesco Nuti di cui ci siamo ascoltati Va la nave in Argentina (con i Giancattivi), Puppe a pera e I dementi.

– Torna a trovarci Berardo Staglianò (Sentieri Sonori – Radio Ara, Lussemburgo) che ci propone Calibro 35 (Gun Powder) e Il tesoro di San Gennaro (Pigliate na pastiglia)

– News che ci arrivano dall’Italia e da altre latitudini: Giua feat. Blue Dolls (Quella là), Angus McOg (Cirrus), Death Mantra for Lazarus (Nude), Iosonouncane & Paolo Angeli (Summer on a spiaggia affollata e Sela).

Le Ultimissime

– De Italia a otra parteLos Doltons (Teresa, Perú 1967) e Los Grillos de Chañaral (Lejos de mis ojos, Chile 1974)

– I libri dello ZibaldoneVolker Kutscher, Babylon-Berlin, La morte non fa rumore e Goldstein (Milano, Feltrinelli, 2017, 2018 e 2019)

– Último trago: The Andrè Signora mia

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Vita, morte e miracoli del Caimano (16 giugno 2023)

Il 12 giugno scorso è morto all’età di 86 anni Silvio Berlusconi. Dalla Spagna abbiamo osservato con perplessità l’inizio di un immediato processo di beatificazione che ha interessato la maggior parte dei media nazionali, ed è culminato nella proclamazione del lutto nazionale due giorni dopo da parte del governo: un onore fin qui mai riservato a ex presidenti del consiglio che non avessero ricoperto anche il ruolo di capo dello stato. Per quanto non siano mancate le voci di dissenso, queste sono rimaste sostanzialmente inascoltate.

Quello di Berlusconi è con tutta probabilità il nome più controverso e discusso dell’ultimo trentennio di storia politica italiana, e ci pare disonesto che l’analisi del suo spesso problematico operato sia confinata alle agiografie dei suoi sodali politici e delle figure di spettacolo che hanno popolato le sue televisioni. Per questo, nella puntata odierna di Zibaldone, abbiamo provato con la massima onestà intellettuale a raccontare una storia diversa e, crediamo, più rispondente ai fatti. Ne hanno parlato con noi Ramon Mantovani, ex deputato tra il 1992 e il 2008 e membro della direzione di Rifondazione Comunista, ed Emanuele Felice, storico dell’economia, saggista e professore alla Iulm.

A completare la puntata, una eterogenea selezione di brani variamente collegati al personaggio Berlusconi: lasciamo a voi il piacere di scoprire le motivazioni delle nostre scelte e i retroscena talvolta imprevedibili che si celano dietro alcuni dei brani proposti.

Questa la scaletta della puntata:

Roberto Benigni, È tutto mio (1995); Franco Battiato, Inneres Auge (2009); Technogod + RadioGladio, Qualcosa di perverso (c’ho di cui il paese ha bisogno) (1995); Mariposa, Forza Musica (2005); Fabio Frizzi, Ibo lelè (1974); Mariano Apicella, Meglio ‘na canzone (2003); Diva, Il paradiso su Retequattro (2011); Gerardo Carmine Gargiulo, A Silvio (1988); Augusto Martelli, Formula 5 (1981); Franco Piersanti, Ascesa (2006); Elio e le Storie Tese, Bunga Bunga (2010); C.S.I., Maledirai (1994).

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Lo stato di Liuponòpolis (9 giugno 2023)

Esiste uno stato che si chiama Liuoponòpolis in qualche posto sperduto del globo? O si tratta solo di uno stato della nostra mente? Di questo e di molto altro abbiamo parlato nell’ultima puntata del nostro Zibaldone. Qui il menú.

La grande corsa verso Liuponòpolis è il nuovo album di Peppe Voltarelli, cantautore cantastorie e giramondo come pochi altri. Per celebrare un ventennio di carriera da solista, iniziata nel 2008 con Distratto ma però, Peppe se n’è andato a New York: il frutto di questo suo viaggio è un disco registrato nel cuore della Grande Mela con una band d’eccezione. Un disco della maturità, si sarebbe detto un tempo, che cerca di fare il punto dopo i vent’anni in compagnia del Parto delle Nuvole Pesanti e gli ultimi anni segnati da dischi pluripremiati dove il nostro calabrese errante ha indossato le vesti dell’interprete (Voltarelli canta Profazio -2016- e Planetario -2021-). Vi abbiamo proposto Mareniro, Au Cinema, Spremuta di limone e Carizzi.

– Dopo decenni di dominio del neoliberismo e del suo culto del libero mercato, la politica contemporanea è marcata dal ritorno prepotente dello Stato interventista. I piani per la transizione verde, i sussidi per tamponare il crescente malessere sociale, le misure anti-contagio viste durante la pandemia, il ritorno del protezionismo commerciale e la richiesta della destra di chiudere le frontiere agli immigrati sono tutti tentativi di rispondere, in forme diverse, alla pressante domanda di sicurezza. In Controllare e proteggere. Il ritorno dello Stato (Nottetempo, 2022), Paolo Gerbaudo, sociologo e teorico politico alla Scuola Normale Superiore di Pisa e al King’s College di Londra, illustra gli elementi fondanti di questo nuovo paradigma neostatalista e il modo in cui ridefinisce il campo di battaglia político. Il saggio, uscito recentemente in edizione spagnola per Verso Libros, è stato presentato lo scorso 8 giugno alla libreria La Central del Raval di Barcellona.

– News che ci arrivano dall’Italia e da altre latitudini: Arpioni (L’artista e Il dritto), Vinicio Capossela (All You Can Eat), Giancane (Voglio morire), Maria Antonietta (Viale Regina Margherita), Calibro 35 (Eteretaco).

– De Italia a otra parte: Violeta Rivas (El baile del ladrillo – Rita Pavone, Il ballo del mattone, 1963) e Peret (Sapore di sale – Gino Paoli, 1964)

I libri dello Zibaldone: Xavier Rius Sant, Vox. El retorno de los ultras que nunca se fueron (Akal, 2023)

– Último trago: Astrud Gilberto – The Girl from Ipanema.

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Storie dall’alluvione (26 maggio 2023)

Nel corso di questo mese di maggio, la Romagna è stata vittima di violente alluvioni che hanno interessato con conseguenze drammatiche la maggior parte del suo

Sant’agata sul Santerno

territorio: un’emergenza che, mentre scriviamo, è tuttora in corso, e della quale è estremamente difficile calcolare le implicazioni future. Questa puntata del nostro Zibaldone è un sentito tentativo di raccontare almeno in parte cosa è successo e cosa sta succedendo da quelle parti.

Ne abbiamo parlato con Giovanni Costa, direttore generale del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, che con competenza e precisione ci ha aiutato a ricostruire gli eventi delle ultime settimane. Sono stati con noi anche Laura Orlandini, studiosa di storia contemporanea ed ex-collaboratrice del nostro programma, e Fausto De Salvia, che invece con Zibaldone collabora tuttora, ed è autore delle Ultimissime, una delle nostre rubriche più longeve: grazie alle loro testimonianze dirette abbiamo raccontato la situazione di Ravenna e Conselice, fra i comuni più colpiti dall’emergenza. Ci ha accompagnato anche Federico Savini, giornalista della testata Settesere, col quale abbiamo discusso, tra l’altro, del complesso rapporto tra realtà locali e mezzi d’informazione nazionali e delle incomprensioni che ne possono derivare.

Ad arricchire il tutto, anche una piccola selezione musicale composta quasi interamente da artisti romagnoli, sospesa fra tradizione, canzone d’autore e sperimentazione strumentale.

Per chi ne avesse la possibilità, è possibile effettuare donazioni su questo conto bancario aperto dalla regione Emilia-Romagna: IT69G0200802435000104428964 (specificate nella causale: “ALLUVIONE EMILIA-ROMAGNA”. Per maggiori informazioni: https://protezionecivile.regione.emilia-romagna.it/notizie/attualita/conto-corrente-alluvioni-maggio-2023

Questa la scaletta della puntata:

Fabrizio De André, Dolcenera (1997); Secondo Casadei, Romagna mia (1954); Extraliscio, Mama luntena (2016); Giacomo Toni, A nessuno (2017); Ronin, Ravenna (2014); Cacao, Contadini (2016); Orchestra Spettacolo Raoul Casadei, Polesine (1977); Quintorigo, La nonna di Frederick lo portava al mare (2000); Andrea Lepri, Al mi radis (2006); Sacri Cuori, Madalena (2015).

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La famosa invasione dei dementi in Italia, parte terza (19 maggio 2023)

Ed eccoci giunti alla fine del nostro percorso: si chiude con questa puntata il viaggio intrapreso a inizio mese nella storia della musica demenziale italiana, rock ma non solo, che dall’inizio degli anni sessanta ci aveva fin qui portato fino all’inizio dei novanta: è da quel periodo che riprendiamo oggi, sorpassando agevolmente la fine dello scorso millennio fino a spingerci ai giorni nostri, per scoprire come le varie sensibilità artistiche che si sono ispirate allo sfuggente concetto di “demenzialità” hanno via via interpretato un contesto storico in continuo mutamento. E se per la prima parte della scaletta ci riferiremo a canali per così dire “tradizionali”, con dischi più o meno autoprodotti e apparizioni televisive nel contesto di programmi comici, vedremo come negli anni più recenti, internet abbia garantito a molti nomi nuovi una spontaneità e una libertà espressiva che hanno rinverdito lo spirito del rock demenziale, anche quando le musiche proposte di rock non avevano ormai più nulla.

Anche oggi quindi, ascolteremo di tutto: twist, cantautorato sui generis, punk rock, hard rock, heavy metal, dance, pop, hip hop, e perfino trap, in un calderone che potrebbe stordirvi ma che speriamo possa anche estasiarvi, o almeno sorprendervi. Per noi è stato un piacere proporvelo.

Questa la scaletta della puntata:

Pino Campagna, Donatella Raffai twist (1992); Stefano Nosei, Scioglimi il calcare (1993); Gianni Drudi, Mai Dire TV (1993); Paolino Paperino Band, Extracomunitario (1993) e Ave (2017); Santarita Sakkascia, John Zorn alla fermata del 23 (1994); Latte & I Suoi Derivati, Alla fiera der Tufello (1994) e L’altra mattina alla fermata del tram, mi sono accorto… (1996); Leone Di Lernia, Pippo Baudo uè (1995); Titta, Pane e prosciutto (versione originale con le Fecce Tricolori, 1996, la versione qui proposta è del 2009); Gianfranco Marziano, Gentimmerda (1999); Corrado Guzzanti, Grande raccordo anulare (2001); Gem Boy, Holly & Benji (2002); Prophilax, Pornografia unica via (2003); Paola Cortellesi & Wooden Chicks feat. Frankie Hi-NRG MC, Non mi chiedermi (2004); X-Mary, Zucca (2006); Juda Stronzelover, Ragazzi, io sono una sedia (2011); Duo Bucolico, S’è sposata la mia zia (2011); Ruggero de I Timidi, Timidamente io (2013); OEL, Le focaccine dell’Esselunga (2017); Tunonna, Mia nonna (2017); Nanowar of Steel, Esce ma non mi rosica (2018); Auroro Borealo, Villano (2018) e Mattarella (2022); Immanuel Casto, D!ck pic (2022).

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La famosa invasione dei dementi in Italia, parte seconda (12 maggio 2023)

Dopo la tappa d’esordio della settimana scorsa, proseguiamo questo venerdì il nostro viaggio alla scoperta del rock demenziale italiano e della sua peculiare storia, con tutti gli annessi e connessi del caso: e lo facciamo attraverso i tre nomi che più di ogni altro vengono accostati al genere, e del quale hanno fornito tre interpretazioni tanto divergenti quanto imprescindibili nel mettere a fuoco il fenomeno: Squallor, Skiantos e Elio e le Storie Tese. I primi, a onor del vero, col rock’n’roll hanno sempre avuto poco a che fare, preferendo recitati surreali e dissacrante canzone napoletana, ed esordendo oltretutto anni prima che i secondi coniassero finalmente la definizione di rock demenziale; a Bologna “Freak” Antoni e soci, immersi nel nascente movimento punk, intuirono tutto il potenziale dadaista e liberatorio di quel nuovo e rudimentale linguaggio sonoro, e se ne fecero interpreti. Gli “Elii”, invece, tra la fine degli anni ottana e il decennio successivo, portarono il genere a un impronosticabile successo di massa, dando anche libero sfogo a un estro esecutivo diventato quasi proverbiale.

Ma non è tutto, perché la puntata offre anche reggae, new wave, incursioni cantautoriali, “quasi-rap” e tante parodie, ancora una volta con aperture alle lingue locali italiane, a chiara conferma del fatto che il concetto di demenziale era e resta aperto alle interpretazioni più libere, come è giusto che sia. Continuate a seguirci, perché quest’avventura si concluderà soltanto la settimana prossima!

Questa la scaletta della puntata:

Squallor, Ti ho conosciuto in un clubs (1973), L’alluvione (1977), Cornutone (1981) e USA for Italy (1985); Skiantos, Eptadone e Io sono un autonomo (1978), Kakkole (1979) e Italiano terrone che amo (1992); Naif Orchestra, Io vorrei essere la Torre di Pisa (1980); Shampoo, ‘E zizze (1980); Francesco Salvi, La cansone alegra (1986); Brigantony, Mi stuppai ‘na Fanta (1987); Tony Tammaro, Il parco dell’amore (1989); Francesco Baccini, W gli scout (1989); Elio e le Storie Tese, Born to be Abramo (1990), Il vitello dai piedi di balsa (1992), You (1993), Dannati forever (2013); Marco Carena, Arbre magique (1991); Pitura Freska, So mato per ea mona (1991); Claudio Bisio con Rocco Tanica, Rapput (senzafiato) (1991); Powerillusi, Il bambino povero (1992); Gene Gnocchi and the Getton Boys, Giura che non è silicone (1992).

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La famosa invasione dei dementi in Italia, parte prima (5 maggio 2023)

E questo titolo così strano? Cosa ci viene a significare? Aldilà della citazione, del tutto episodica, di Dino Buzzati, la spiegazione è molto semplice: affascinati dall’idea di raccontare una storia strana e sfuggente come quella del rock demenziale italiano, ci siamo fatti prendere la mano: nella scelta del titolo, appunto, e nella selezione dei brani, tanto che questa puntata sarà solo la prima di una serie di tre nel quale il rock demenziale propriamente detto verrà toccato solo tangenzialmente. Sarà comunque una storia avvincente, ve lo promettiamo.

Selezionando un punto di partenza tra i vari possibili (perché allargandoci un pochino avremmo potuto retrocedere fino a Petrolini e agli albori della discografia moderna), ci siamo soffermati sugli esordi del rock’n’roll nel nostro paese, all’inizio degli anni ’60, con la sua vena di follia rimasta ai margini delle grandi narrazioni mainstream, e ci siamo spinti fino al termine del decennio successivo in un percorso che include cabaret, teatro canzone e pure stornellacci da osteria. Dalla Lombardia, terra nativa di molti maestri dell’ironia in musica, ci siamo progressivamente allargati al resto del paese, dedicando attenzione anche ad alcune delle molteplici lingue locali parlate nel nostro paese. Ma come dicevamo all’inizio, il viaggio è appena cominciato: restate con noi!

Questa la scaletta della puntata:

I 2 Corsari , Zitto, prego! (1960); Ghigo Agosti, Tredici vermi con il filtro (1961); Clem Sacco, Oh mama, voglio l’uovo alla coque (1961) e Baciami la vena varicosa (1963); Riz Samaritano, Ma che calze vuoi da me e Cadavere spaziale (1963); Giorgio Gaber, Goganga (1963, qui presentata in una versione del 1968); Walter Valdi, La busa noeuva (1965); I 5 Monelli, Balbettando (1967); Enzo Jannacci, Ho visto un re (1968); Cochi e Renato, 7+ (1968) e Canzone intelligente (1973); Pippo Franco, Cesso (1971); Culattini Fiorello, I frocioni (1971); I Gatti di Vicolo Miracoli, Storia di un lavoratore che rimane vittima delle disgrazie più cattive (1972) e Capito? (1978); Le Figlie del Vento, I carciofi son maturi se li mangi poco duri (1973); Leone di Lernia, Commara Maria (1975); Lino Banfi, Sciamuninn rock (1975); Frizzi Comini Tonazzi, E duc’ mi clamin cont (1976, qui in una versione live del 2003); Gianfranco Manfredi, Quarto Oggiaro story (1976); Benito Urgu, Sexy Fonni (1977); Maria Sole, Sono seduta sul water closet (1977); Andrea Mingardi Supercircus, Pus (1978); Marinella, Autunno, cadono le Pagine Gialle (1979); Pandemonium, Tu fai schifo sempre (1979); Roberto Benigni, L’inno del corpo sciolto (1979); Sorella Maldestra, Cadavere (1979).

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Inverno liquido e storia contesa (28 aprile 2023)

Cambiamento climatico e guerre della memoria: di questo abbiamo parlato in questa puntata di Zibaldone. Il tutto, ovviamente, condito da molta musica, tra cui parecchie news che ci arrivano dall’Italia. Qui il menù della puntata:

–  L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha messo in luce l’estrema debolezza del modello economico legato al turismo dello sci da discesa sulle montagne. In un’epoca nella quale il cambiamento climatico ne accorcia le stagioni e ne aumenta i costi di gestione, in cui la crisi economica lo rende uno sport elitario e il cambiamento culturale vede prospettarsi una diversa domanda di svago anche nei centri vocati alla monocultura del turismo invernale, quali prospettive di riconversione possono essere messe in campo? Quali possono essere le risorse attivabili? E quali gli attori e le reti che possono entrare in gioco? In un lungo reportage dalle Alpi e dagli Appennini, Maurizio Dematteis e Michele Nardelli hanno incontrato imprenditori, operatori e testimoni del mondo dello sci che analizzano i fallimenti e spiegano i possibili percorsi di riconversione, fotografano. Ne parliamo con Michele Nardelli, coautore di Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa (DeriveApprodi, 2023).

– Torna il collegamento mensile con il nostro Berardo Staglianò (Sentieri Sonori, Radio Ara – Lussemburgo) che ci propone Punkreas (Dai dai dai) e Daniela Pes (Carme).

– News che ci arrivano dall’Italia e da altre latitudini: Vinicio Capossela (Staffette in bicicletta), Marnàin (Azul Fellawen), Gianni Sciannamè (Sunny Cloudy), Gerardo Balestrieri (L’ame du vin), Baustelle (Andiamo ai rave), Colombre (Allucinazioni (It’s A Wonderful Keyboards Endless)), Yusuf-Cat Stevens (Take the World Apart).

Le Ultimissime di Fausto

I libri dello Zibaldone: Luca Falsini, La storia contesa. L’uso politico del passato nell’Italia contemporanea, Roma, Donzelli, 2020.

De Italia a otra parte: Los Catinos con Se oculta el sol (Si é spento il sole, Adriano Celentano) ed Encuesta (Proposta, I Giganti).

Último trago: Bob Dylan Watching the River Flow.

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Da chi ci siamo liberati, da chi dobbiamo liberarci (21 aprile 2023)

Mancano pochi giorni all’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, un 25 aprile che vede, per la prima volta in Italia, un governo guidato da un partito che (volente o nolente) nel regime mussoliniano ha le origini della propria vicenda politica. Quale occasione migliore per una puntata monografica del nostro Zibaldone su cent’anni di fascismo nelle canzoni?

Un viaggio dalla violenza squadrista allo “sdoganamento” di epoca berlusconiana, attraverso imprese coloniali vere e presunte, razzismo e sconfitte militari, omofobia e stragismo… il tutto passando dal combat rock alle parodie e agli stornelli satirici, dalla musica da ballo all’elettronica, dal progressive al rap, con alcune delle migliori pagine del cantautorato italiano di ieri e di oggi.

Per non dimenticare (anche ridicolizzandolo, perché no?) da chi ci siamo liberati e ricordare, una volta di più, da chi dobbiamo liberarci…

Questa la scaletta della puntata:

Gang, Alle barricate (2015); Banco del Mutuo Soccorso, 10 Giugno 1924 (1976); Franco Battiato con Giuni Russo, Lettera al governatore della Libia (1989); The Tiger, The Gold in Africa (1936); Gorni Kramer e la sua Orchestra, Crapa Pelada (1936); Righeira, Luciano Serra pilota(1983), Cesare Basile, L’arvulu russu (2019); Corrado Guzzanti, Fascisti su Marte (2002); Enzo Jannacci, Il primo furto non si scorda mai(1964); Enrica Calvi, Rosastella dimmi sì (Rosabella del Molise) (1964); Stormy Six, La fabbrica (1975); Lo Stato Sociale, Festa d’aprile (2012); Fausto Amodei, Dongo (1964); Flavio Giurato, Storia di un’osteria (1978); Enzo Del Re, I manifesti (1973); Giardini di Mirò con Angela Baraldi, Bufera (2010); Predappio Disco Dux, Camillo (2006); Canzoniere delle Lame, All’armi… siam digiuni (La Ballata del Cantagallo)(1973); Fabrizio De Andrè, Le storie di ieri (1974); Offlaga Disco Pax, Sensibile (2008), Assalti Frontali, Fascisti in doppiopetto (1996); Giancane e Lucio Leoni, Adotta un fascista (2017), Francesco Bianconi, Romanzo di formazione (2021).

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La solitudine del postino (14 aprile 2023)

Può un postino sentirsi solo? No, non vi proponiamo una riflessione su come si sente chi svolge un lavoro che, purtroppo, con la digitalizzazione probabilmente passerà presto di moda. O forse sì. Lo facciamo però a modo nostro, attraverso la musica, a partire da alcuni dischi che sono usciti in queste settimane in Italia e in Spagna. Qui il menù della puntata del nostro Zibaldone:

– Dopo quasi otto anni, Jordi Pélach torna con un nuovo disco, Ningú estima al carter che presenta in anteprima a Zibaldone. Il cantautore catalano, nostro ospite in questa puntata, ci parla di un concept album realizzato con la collaborazione di un tris di italiani residenti a Barcellona: Flavio Ferri, Olden e Ulrich Sandner. Ritmi rock e country, a volte oscuri, per raccontare la storia di un postino che nessuno ama in un mondo difficile, molto simile a quello in cui viviamo. Vi abbiamo proposto il brano che dà il titolo al disco, Glòria a les pedres e Nono.

– News che ci arrivano dall’Italia e da altre latitudini: Dente (Discoteca Solitudine e Il mondo con gli occhi), Porfirio Rubirosa (Un accidioso e Un invidioso), Andreotti (Camden Town), The Kinks (Celluloid Heroes), Psychopathic Romantics (Suzanne), Steven Munar (Sailing Days) e Angus McOg (Parts).

Le Ultimissime di Fausto

I libri dello Zibaldone: Paolo Berizzi, L’educazione di un fascista, Milano, Feltrinelli, 2020. Il libro si presenterà venerdì 21 aprile alle 19h00 alla Libreria Italiana Le Nuvole (C/Sant Lluís, 11, Barcellona)

De Italia a otra parte: Los de la Torre con A palos…! (Pietre di Gianco-Pieretti) e Saber Perder (Bisogna saper perdere di Lucio Dalla & The Rokes)

Último trago: Emidio Clementi – Corrado NucciniSe ne sta immobile accanto alla valigia sfasciata.

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Così vicini, così lontani (24 marzo 2023)

Così vicini, così lontani nello spazio e nel tempo. Sì, perché questa puntata di Zibaldone viaggia alla ricerca delle comunità italiane in giro per il mondo e tra il presente e il passato della musica.

– Ora che sembra che la pandemia sia terminata, conviene iniziare a riflettere e studiare seriamente gli effetti di quel lungo biennio. È quello che si propone Così lontani, così vicini. Italiani all’estero per lavoro nel biennio pandemico da Covid-19 (Futura Editrice, 2023), un libro curato da Francesco Carchedi. Dalla Germania alla Cina, dalla Francia al Brasile, dal Belgio al Canada, dall’Argentina alla Spagna, ovviamente. Ne parliamo con il curatore del volume e con Daniele Comberiati, autore del capitolo dedicato agli italiani a Barcellona.

– News che ci arrivano dall’Italia: Domenico Imperato (Sentimentale), Carlo Valente (Mentre qualcuno nasce a Belgrado) e Lepre (Capannone)

Le Ultimissime di Fausto

I libri dello Zibaldone: Paola Di Lazzaro e Giordana Pallone, Com’è successo. Una repubblica in crisi, parola per parola (Fandango, 2022)

De Italia a otra parte: omaggio a Mina: Silvana Di Lorenzo con Osvaldo Brandi – Palabras, Palabras (Parole parole, 1972); José Guardiola y su Orquestra – Baños de Luna (Tintarella di Luna, 1960), Luz Casal – Un año de amor (Un anno d’amore, 1991).

Piccolo omaggio a Gualtiero Bertelli: Nina, ti te ricordi; Stucky; Barche de carta.

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Il Rapporto Italia – Marzo 2023 (17 marzo 2023)

È una domanda che ci siamo posti altre volte, ma periodicamente è bene tornare a farlo: che musica si fa oggigiorno in Italia? E no, come sapete se avete la bontà di seguirci

Alessandro Fiori

regolarmente, non è una domanda retorica. Non si tratta di disquisire sui massimi sistemi, ma di immergersi nel marasma delle uscite recenti alla ricerca di esempi. Perché il sottobosco musicale italiano è in costante fermento, e seguendo le giuste piste, o a volte lasciandosi guidare dall’intuito o dalla fortuna, si scoprirà che di dischi interessanti non c’è sicuramente penuria.

Questa puntata, che con un pizzico di ironia abbiamo voluto intitolare “Il Rapporto Italia – Marzo 2023” è uno di quei viaggi musicali che tanto ci piace intraprendere, e in

C+C=Maxigross

questo caso, ovviamente, non per scoprire angolazioni inedite del passato, ma per provare a rimanere al passo col presente, visto che i brani proposti sono usciti quasi tutti tra settembre 2022 e questo mese di marzo 2023 ancora in corso. Senza pretese di esaustività, troverete alcuni nomi che seguiamo da tempo, e che ci piace accompagnare nella loro evoluzione, e altri che probabilmente cominceremo a seguire da oggi, si tratti di artisti o di etichette, il tutto all’insegna di una piacevole varietà stilistica: cantautorato più o meno off, rock, psichedelia, sperimentazione, guizzi di elettronica, un po’ di easy listening, con un occhio di riguardo anche per proposte interamente strumentali.

Abbandonatevi con noi al piacere dell’ascolto, sapendo che tra qualche mese sarà necessario farsi ancora quella domanda.

Torso Virile Colossale

Questa la scaletta della puntata:

Checco Curci, Che sia la notte (2023); Zois, Solo rumore di fuochi e Etilene per tutti (2023) ; Giovanni Mancuso e Debora Petrina, Dove va (2022); Petrina, Begonie (2022); Alessandro Fiori, Trasloco e Passeggiata (2023); Deian, Deltaplani e Zagor (2023); Crema, Spie e Europop (2023); C+C=Maxigross, Battelli ebbri e Io me ne sto fermo ad aspettare (2023); Everest Magma, Marco (2022); Bono / Burattini, Dinner illusion (2023); Villa, Liberazione (2022); Torso Virile Colossale, Estasi a Tor Caldara e Chi guida l’orgia? (2022); Davide Andreoni, Piumaggi e L’invasione delle terre emerse (2023); I Gini Paoli, Fibrocemento (2023); Bologna Violenta con Pierpaolo Capovilla, Dalla culla alla bara (2022).

Non sono mancate Le Ultimissime di Fausto.

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Sardegna è un nome di donna (10 marzo 2023)

La Sardegna è una terra ricca di musicisti e cantautori. E tante, tantissime sono anche le cantautrici. In questa puntata di Zibaldone vogliamo farvi scoprire questo lato della Sardegna che, appunto, è un nome di donna.

Premio Nobel della Letteratura, Grazia Deledda è stata una della grandi scrittrici sarde. La cantautrice algherese Claudia Crabuzza le ha dedicato un disco, Grazia, la madre, in cui rende omaggio alla densità della sua opera, che ha trasformato il piccolo mondo delle origini in un racconto universale di emancipazione al femminile. Per iniziativa di Stefano Starace, autore anche dei testi, in dieci canzoni sono stati tradotti in musica altrettanti romanzi della Deledda, capaci di parlare ancora al cuore della sensibilità contemporanea. Dal suo nuovo album vi abbiamo proposto Filos de prata, La solitudine non si muove e Sa Erentzia De Sos Barones.

Dopo molti anni come voce dei Dinatatak, progetto musicale che rappresentava bene il melting pot barcellonese, Vanessa Bissiri ha intrapreso un nuovo cammino che si è concretizzato in Empatica, un album sui generis finanche nel formato. Una ricerca di sé, un viaggio intimo e interiore in cui la cantautrice sarda si mette in discussione e si apre al mondo con inusuale coraggio. Da Empatica, ci siamo ascoltati Ossessione gentile, L’amore sono stagioni e Visione.

Ci ha accompagnato anche la musica di alcune giovani cantautrici sarde: Daniela Pes (Ca milla dia dì), Elisa Carta (S’incontru), Chiara Effe (La strada dei giardini) e Angela Colombino (Clinomania).

Tornano i collegamenti con il compagno di onde radiofoniche Berardo Staglianò (Sentieri Sonori – Radio Ara, Lussemburgo) che ci propone due interessanti novità italiane: Checco Curci (Wind day) e Della Vega (La rivoluzione).

Daniela Pes

Le Ultimissime di Fausto

De Italia a otra parte: Ester Formosa – Ria’ ria’ (versione dal vivo in catalano, 2009, del brano di Marisa Sannìa)

Último trago: Maria Carta & Andrea Parodi – No Potho Reposare (Live 1993)

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Prima e dopo la scatola (3 marzo 2023)

Il 5 marzo 2023 sarebbe stato l’ottantesimo compleanno di Lucio Battisti. E ad ottant’anni d’età, dopo oltre sessanta di musica in prima linea, lo scorso 16 febbraio è scomparso Alberto Radius, per diversi anni uno dei più stretti collaboratori di Battisti, oltre che produttore e musicista per decine di artisti, in primis Franco Battiato. “Prima e dopo la scatola” è l’unico brano scritto insieme dai due, e dà il titolo a questo nuovo speciale di Zibaldone: un piccolo viaggio alla (ri)scoperta di Lucio Battisti, con un omaggio ad Alberto Radius.

Una (ri)scoperta perché, se negli ultimi decenni si sono susseguiti innumerevoli tributi, omaggi, rifacimenti dell’opera battistiana, l’attenzione si è focalizzata soprattutto sulla produzione con i testi di Mogol (1966-1980) e poco, pochissimo, su quella successiva, soprattutto sui cinque “album bianchi” realizzati a partire dai testi di Pasquale Panella. E anche nella sterminata produzione con Mogol tanti sono i brani poco o nulla ricordati, dai primi timidi “esperimenti” in studio fino al tentativo (fallito) di conquistare il mercato internazionale cantando in inglese. Tanta musica da riscoprire o, per molti, da ascoltare per la prima volta.

Questa la scaletta della puntata:

Per una lira (1966), Era (1967), Prigioniero del mondo (1968), Nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto (1969), Seduto sotto un platano con una margherita in bocca guardando il fiume nero macchiato dalla schiuma bianca dei detersivi (1971), Il leone e la gallina (1972), Prima e dopo la scatola (1972, Alberto Radius), Confusione (1972), La nuova America (1974), Il veliero (1976), To Love A Bit (Amarsi un po’, provino inedito, 1976), I Think of You (E penso a te, versione inedita, 1978), Coccodrilli bianchi (1979, Alberto Radius), Il monolocale (1980), Scrivi il tuo nome (1982), Gente di Dublino (1982, Alberto Radius), Le cose che pensano (1986), La sposa occidentale (1990), La metro eccetera (1992), La voce del viso (1994), Banca d’Italia (2013, Alberto Radius).

De Italia a otra parte: Los Kifers – Una aventura (Un’avventura) (1969)

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